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Messaggio Da Different Staff Ven Apr 29, 2022 2:40 pm

Monica degli Zomegni nacque il 1° Aprile del 1600 dal matrimonio tra il Barone Menego degli Zomegni con Margherita Rosai.
La nobiltà degli Zomegni risaliva alla Prima Crociata, quella detta degli straccioni, quando un loro antenato, Eberardo, un carpentiere al seguito di Guglielmo Embriaco, lo aveva convinto di smontare le due navi con le quali erano sbarcati a Giaffa, per trasportarle fino a Gerusalemme dove, col legname delle stesse, avrebbero potuto costruire delle alte torri con le quali superare le massicce mura della città. Guglielmo, riuscendo nell’impresa, era penetrato nella città e aveva soggiogato i suoi abitanti. Fu durante uno degli assalti alle mura che Eberardo fece scudo col suo corpo possente, a quello di Roberto di Normandia, detto Cosciacorta, ricevendo al posto suo una freccia nemica che, nel dilaniargli una spalla, gli fece ottenere sul campo, da Goffredo da Buglione in persona, la nobiltà di barone e la partecipazione a un sessantesimo del bottino ottenuto dal saccheggio della perdente ricchissima città.
Il parto della baronessina avvenne prematuramente nell’anticamera della sacristia della chiesa dedicata alla Natività di Santa Maria Vergine di Belforte Monferrato, dove la madre s’era recata a confessarsi, proprio prima del gioioso evento. Chi l’assisté nel venire alla luce, trasformandosi all’occasione in un ostetrico, fu il giovane parroco stesso, Don Venare, che qualche giorno dopo la battezzò con quel nome che lasciava presagire una sua dedizione conventuale. L’essere nata in una chiesa, perseguitò non poco Monica nella sua vita futura ma non solo, quell’anticamera dove lei era venuta al mondo, le restò appiccicata come un’etichetta forgiata da un destino crudele.
È infatti nell’anticamera dello studio del padre che Monica impara a leggere e scrivere e far di conto, da un prete gesuita che le insegnerà anche l’umanesimo e la retorica ma non solo, le farà passare parecchie ore della sua giornata in preghiera, proprio in quella chiesa che l’ha vista nascere. Di carattere molto vivace, la bambina spesso mette in imbarazzo il proprio maestro con domande sulla vita, sulla sua origine e sul suo sviluppo. Non ottenendo risposte concrete elabora l’idea che, oltre alla creazione divina, ve ne sia un’altra molto più materiale. Spera un giorno di scoprirlo da sola, visto che nemmeno la madre le dà adeguate risposte sull’argomento. Diventa senza volerlo un’utente della locale chiesa a causa del suo istruttore gesuita che non solo le fa passare ore sull’inginocchiatoio posto davanti alla statua della Madonna della Sofferenza ma l’obbligherà anche a ricevere la Prima Comunione e la successiva Cresima. Questo farà sì che lei si allontani dalla religione e dalla credenza dell’esistenza di un dio. Sapendo che questo suo rinnego del sacro le potrebbe essere fatale, non ne fa mai parola con nessuno.
In un afoso giorno d’agosto del 1615, Monica assiste, nascosta nella sua solita anticamera, alle trattative di nozze che la riguardano, tra suo padre e il Duca di Monferrato, Ferdinando Gonzaga che da poco, svestendosi della sua carica di Cardinale, aveva ottenuto il territorio di Belforte, sul regnavano gli Zomegni. La grande differenza d’età fra i due, lui aveva quasi trent’anni, disgustò profondamente Monica che impersonando, con un’insospettabile dote d’attrice, un’evidente malattia mentale, entrò all’improvviso nello studio del padre, fornendo una pessima impressione al Duca che, credendosi raggirato, non solo annullò il contratto di matrimonio ma scacciò il barone Zomegni dalle sue terre, confiscandogliele e obbligandolo a rifugiarsi a Calice al Cornoviglio, in territorio spezzino, sotto il regno di Cosimo II de’ Medici.
Il barone Menego acquistò, nei dintorni del proprio castello, molta terra boschiva e divenne costruttore di vascelli, in seguito trasformatisi in galeoni, apprezzatissimi dai potenti del tempo, non solo per la loro maneggiabilità ma anche per la potenza di fuoco che potevano mettere in atto durante le battaglie sui mari.
A Monica, dotata di un’eccellente mano per il disegno, sarebbe piaciuto moltissimo partecipare alla trasformazione dei grandi tronchi in bellissimi bastimenti galleggianti ma, non essendo quello un lavoro degno di una donna, per giunta nobile come lei, si era allora rivolta all’astronomia. La curiosità per quelle luci brillanti che adornavano il cielo di notte e di quelle due enormi palle che lo decoravano spesso insieme anche di giorno, le avevano fatto desiderare di poterle ammirare meglio che non a occhio nudo.
Era riuscita a far acquistare da un mercante del padre, un telescopio di ultima generazione costruito da Galileo Galilei, un astronomo di Pisa che aveva confutato la teoria tolemaica aristotelica, offrendo in cambio quella copernicana eliocentrica. Monica aveva perfettamente sposato questa teoria e, quasi sempre di notte, ne acquisiva la sua validità tenendo un occhio sempre appoggiato a quel suo meraviglioso strumento. Spesso passava le notti nella cella campanaria della chiesa del paese. Il punto più alto da cui potesse scrutare il cielo stellato che tanto le piaceva. Sapeva di essere ancora una volta in un’anticamera. Questa volta quella della scienza astronomica e avrebbe voluto fare il passo successivo: trasferirsi a Firenze presso lo studio di Arcetri del grande astronomo che ormai vi era residente coatto.
Il Barone padre accettò la pazza richiesta di quella sua stravagante figliola, consentendole il suo nuovo destino a un solo patto: che non sposasse mai un plebeo.
Patto sugellato, Monica, con la carrozza baronale, raggiunse la città dei Medici e fu ben accolta alla scuola di Galileo, che prese sotto la propria ala quella strana personcina, più interessata a tutto l’universo che al solo pianeta sul quale era obbligata ad abitare.
Il Maestro era già sotto il controllo della Chiesa che non accettava quelle sue teorie che buttavano all’aria molti passi della religione cattolica cristiana e, non volendo che quella presenza femminile desse luogo a pettegolezzi, se non a delle nuove false accuse, fece vestire Monica con abiti maschili, cosa che alla ragazza non dispiacque affatto, rendendola trasparente agli sguardi maschili.
A lei Galileo affidò l’osservazione di tutti i pianeti di Giove, da lui scoperti solo qualche anno prima. Fu Monica degli Zomegni a disegnare le varie tavole e a scrivere dei trattati sugli stessi, pervenutici fino ai giorni nostri ma sotto il nome del maestro medesimo che, sempre con la scusa della protezione, continuava a mantenerla in quell’anticamera alla quale lei cercava di sfuggire ormai da sempre.
Nel 1618 Monica fu inviata in Boemia per l’acquisto di alcune lenti necessarie alla produzione dei cannocchiali di Galileo, quando venne bloccata dall’inizio di quella guerra, chiamata dei trent’anni a causa della sua durata. Non essendo una delle sue qualità la passività, ben presto si trovò a far da assistente sul campo di battaglia a un giovane chirurgo, appartenente alle truppe della Forza Cattolica. Malgrado l’orrore delle amputazioni, le grida dei feriti e le morti improvvise, tra i due sbocciò l’amore. Per un sicuro scherzo del destino, Monica donò il fiore della sua verginità al bel medico, nell’anticamera di un ospedale da campo, tra bisturi, seghetti, pinze e divaricatori che in tutta fretta le cedettero il posto su di una improvvisata barella per il trasporto dei cadaveri.
Il Barone Zomegni, nel 1625, inviò un suo fido, ex Comandante di uno dei suoi galeoni, a riprendere la figlia. Monica seppur non contenta di dover ancora sottostare alla volontà del genitore, rientrò in patria e in fine fu felice di aver abbandonato quella mostruosa carneficina dove aveva conosciuto l’amore, la guerra e il tremendo dolore per la morte del suo amatissimo chirurgo, ucciso da un colpo di bombarda mentre sul campo di battaglia stava cercando di ricomporre una frattura a un soldato.
La vita di Monica da quel momento in poi sarà dedicata ad alleviare le sofferenze fisiche degli ammalati negli ospedali di Genova e quelle materiali dei poveri nel suo Baronato. Quando la gente comune la vedeva passare, malgrado lei non lo volesse in assoluto, spesso s’inginocchiava e tendeva le mani cercando di toccarla nella speranza di veder esaudito qualche proprio recondito pensiero. Monica era schiva a queste cose e si rifugiava nello scrivere poesie ad alto contenuto morale e amoroso. La gente mormorava di guarigioni miracolose avvenute per suo intervento divino senza sapere che erano state le sue conoscenze sul campo di battaglia, a farle mettere in pratica il semplice uso del sapone, il lavaggio delle ferite o la pulizia con l’alcol delle mani.
Lei si considerava un vero dottore mentre i sudditi del suo baronato la ritenevano invece una santa. Non sarà però così. È la sua solita etichetta che la perseguita e questa volta sarà la sua finale. Sarà infatti proclamata solo beata, l’anticamera della santità, dopo la sua morte avvenuta nel 1667 a Genova durante la famosa peste. La sua salma, per sua espressa volontà, fu traslata per i funerali alla chiesa dove era venuta alla luce e fu Don Venare, il vecchio parroco ormai ultra ottantenne, a officiare le esequie. Fu tumulata nel piccolo cimitero annesso alla chiesa. Pochissimo tempo dopo la sua morte le fu accreditata la guarigione, ritenuta miracolosa, di un bambino affetto dalla stessa tremenda malattia che aveva ucciso proprio lei. Dichiarato morto, il piccolo, che lei aveva assistito e curato, era già stato gettato sul mucchio di corpi dentro a un carro di appestati, quando un monatto l’aveva udito piangere e l’aveva recuperato per riportarlo alla sua famiglia.
Dal 1698 una sua statua lignea, creata dalla polena di un vecchio vascello in disarmo, fu venerata nell’anticamera della sacrestia della chiesa di santa Maria Assunta di Calice al Cornoviglio. Per lei, nata in un luogo identico a quello dove la sua effigie era stata esposta, era stato senz’altro un ritorno alle origini. Avrebbe usufruito a lungo dell’ospitalità di quel luogo sacro. Nel 2008, una scossa tellurica di magnitudo quattro, devastando il territorio ridusse in macerie una parte dell’antica chiesa.
La statua andò perduta. Si ritenne bruciata nell’incendio occorso in seguito al terremoto.


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Messaggio Da Akimizu Dom Mag 01, 2022 10:15 am

Una biografia classica, molto dettagliata, decisamente interessante, almeno per i miei gusti. Non conoscevo questo personaggio e sono rimasto colpito dalla dovizia di particolari con cui l'autore la presenta, tutti pare veritieri e frutto di studio, il che mi porta a dare al testo una nota di merito. Il fatto delle mancate nozze con Ferdinando Gonzaga mi ha colpito, perché sono un grande appassionato della storia della famiglia Mantovana e scoprire nuovi particolari mi manda sempre in brodo di giuggiole. Sapevo che Ferdinando aveva col Monferrato un rapporto stretto (dissidi coi Savoia a parte), questo sì, visto che l'unico suo figlio naturale (la moglie Caterina De' Medici era sterile) lo ha avuto da una donna del posto, sposata per finta tra l'altro, ma per il resto ero all'oscuro del tentato matrimonio. E sui Gonzaga faccio anche l'unico appunto storico, visto che conosco le date: Ferdinando fu incoronato duca nel 1616, anche se lo era già de facto dalla morte del fratello Francesco.
Dal punto di vista puramente letterario invece ho notato diverse imperfezioni. Non mi soffermo sui particolari,a alcune frasi sono decisamente da rivedere, alcune troppo arzigogolate. Asciugherei e semplificherei i periodi troppo lunghi ad esempio, rendendo così la lettura più snello, perché in alcuni passaggi rischia di diventare una lettura pesante. Avrei anche aggiunto qualche considerazione personale da parte dell'autore, un po' più di partecipazione emotiva, più umanità ecco, perché così com'è il testo rischia di sembrare vagamente enciclopedico e un troppo freddo e distaccato. Ma a parte questo, ripeto, la lettura è stata decisamente piacevole. A rileggerci!
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Messaggio Da Mac Dom Mag 01, 2022 11:30 am

Caro autor* iniziò con il tuo racconto la nuova avventura del settimo step.
Premetto che non sono una fan delle biografie, ma cercherò comunque di essere imparziale e considerare il contesto richiesto.
Mi complimento con te per l’ottimo lavoro di ricerca che hai portato a termine e per aver trovato una figura che si inserisse bene nei paletti richiesti dal contest.
La lettura però risulta piuttosto lenta e noiosa, un susseguirsi di date e nomi che si dimenticano in fretta. È vero che è una biografia e deve rimanere ligia alla storia del personaggio, ma manca completamente di osservazioni personali che portino il lettore ad appassionarsi alla storia.
Frasi troppe lunghe e arzigogolate e un’uso della punteggiatura non sempre curato.
Ti riporto alcuni esempi (li ho inseriti con le mie correzioni):

Diventa senza volerlo un’utente della locale chiesa a causa del suo istruttore gesuita, che non solo le fa passare ore sull’inginocchiatoio posto davanti alla statua della Madonna della Sofferenza, ma l’obbligherà …

disgustò profondamente Monica che, impersonando con un’insospettabile dote d’attrice un’evidente malattia mentale, entrò all’improvviso nello studio del padre, fornendo una pessima impressione

Bel forte, sul regnavano (sul refuso)

Ci sono poi un paio di cose non chiare:
- Riguardo l’ateismo di Monica dici: “non ne fa mia parola con nessuno” mi chiedo come fa il biografo a saperlo?
- “Questa volta quella della scienza astronomica e avrebbe voluto fare il passo successivo: trasferirsi a Firenze presso lo studio di Arcetri del grande astronomo che ormai vi era residente coatto”
 Non riesco a capire cosa vuoi dire.
- “credenza dell’esistenza” suona male

Nel complesso i paletti ci sono, la scrittura manca forse di una revisione finale, il lavoro fatto merita tutta la mia ammirazione.
Non mi ha preso molto per i motivi che ho spiegato prima, rimane comunque un buon lavoro.
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Messaggio Da Antonio Borghesi Dom Mag 01, 2022 7:16 pm

Interessante questa Monica degli Zomegni. Una vita molto movimentata per una donna di quel periodo che normalmente avveniva sottotraccia e parte della famiglia. Sono andato a verificare i fatti storici e apparentemente questa Beata Monica ci potrebbe anche stare. Lettura interessante senz scossoni.
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Messaggio Da FedericoChiesa Dom Mag 01, 2022 10:32 pm

Cimentarsi in una biografia non è cosa semplice.
Ci sei riuscit@, incuriosendo il lettore, con aneddoti frutto sicuramente di lunghe e approfondite ricerche.
Non sono andato a verificare se quanto scrivi è vero; ci credo sulla fiducia.
Sì, c'è qualche errore, forse anche nell'uso dei tempi.
Sì, qualche frase è troppo complessa e appesantisce la lettura che già nel genere, biografia, rischia di essere un po' noiosa.
Complessivamente, un lavoro veramente apprezzabile.
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Messaggio Da Arianna 2016 Lun Mag 02, 2022 2:16 am

Ecco un altro modo interessante e originale di cucinare gli ingredienti di questo step. Prendi un’utente di DT (in questo caso, l’apostrofo ci vuole, dato che è una donna), tieni il nome, anagrammi il cognome aggiungendo un anticante “degli” ed ecco il punto di partenza per una biografia real-fantastico-storica che a leggerla sembra quasi vera, e in effetti, per tante cose, quelle che riguardano la personalità di Monica, credo lo sia.
Se sto prendendo una cantonata, mi scuso con l’autore, ma credo di no.
Chi ha scritto il racconto conosce tanti aspetti rilevanti della personalità di Monica o li ha comunque dedotti dai suoi scritti e dai social, sia il forum che Facebook. Primo fra tutti, la passione per l’astronomia e direi, forse, questa idea generale che traspare, di una donna appassionata e curiosa del mondo e della vita.
Da quanto ho capito, alcuni particolari biografici sono stati trasfigurati utilizzando fatti o personaggi storici realmente accaduti o vissuti.
Non nascondo di avere letto con interesse questa biografia, in una sorta di “caccia al tesoro”, per cercare di trovare tra le righe quello che già sapevo o immaginavo e quello che invece di nuovo emergeva.
Trovo molto interessante questo gioco letterario, che ha saputo mescolare personalità, invenzione e storia dando al tutto una veste realistica.
La scrittura è nel complesso corretta, anche se alcune virgole sono da sistemare.
Io non amo i racconti biografici, proprio perché richiedono uno stile un po’ “fermo”, “enciclopedico”, però ho letto con piacere questo pezzo.
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Messaggio Da Petunia Mar Mag 03, 2022 7:52 am

Ciao autor@

Hai tirato fuori dal cilindro un personaggio interessante. Già il fatto che non sia stata messa nel rogo come strega, considerata la vita e le idee della donna che descrivi, è un bel successo.
La biografia è lineare, di taglio enciclopedico a prima vista. Ma solo a prima vista. 
Il ritmo, la grande capacità di descrivere una quantità di eventi in così poco spazio disponibile, la verve e l’ironia che contraddistinguono il narrato lo rendono un racconto divertente e appassionante.
L’anticamera risulta una costante nella vita del personaggio. Mi ha fatto morire dal ridere immaginando che l’ostetrico della baronessa fosse nientemeno che don Venare. (Sarà mica un antenato di Raven?)
I fatti storici sono riportati con accuratezza che significa che l’autore si è ben documentato oppure è appassionato di storia. Mi sembra tu abbia fatto un ottimo lavoro.
Mi spiace che non ci siano immagini di questa donna. Avrei visto volentieri almeno la statua lignea, ma purtroppo pare sia andata perduta.  Complimenti
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Messaggio Da Danilo Nucci Mar Mag 03, 2022 10:01 am

Riuscire a far sorridere in una biografia su un personaggio “storico” non è affatto facile e tu ci sei riuscito. E dire che inizialmente avevo provato a cercare in rete il personaggio in questione. Il cognome mi portava solo a persone di colore di lontani paesi africani. Tutto era possibile dal 1600 a oggi ma il percorso mi era parso troppo complicato e tortuoso. Ne ho dedotto che si trattasse di un personaggio di fantasia, magistralmente innestato all’interno di riferimenti storici rigorosi, magari con l’inserimento di alcuni elementi di fantasia che rispettassero i vincoli della prova. In effetti l’anticamera è dominante in più di un’occasione e questo è già sufficiente a dare un ottimo giudizio sul brano.
La nobile Zomegni è descritta con dovizia di particolari che ne fanno una donna “dal multiforme ingegno”: doti di attrice, disegno, astronomia, scrittura e poesia, doti taumaturgiche, forse un po’ troppo, ma forse anche no.
Paletti ben rispettati e lettura estremamente piacevole. Peccato soltanto quel “fiore della verginità” frettolosamente disperso su una barella per cadaveri!

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Messaggio Da Akimizu Mar Mag 03, 2022 12:25 pm

Akimizu ha scritto:Non conoscevo questo personaggio
Ah, ok, certo che non lo conoscevo, non esiste in realtà. Va be', sinceramente questo step mi sta lasciando un po' perplesso.
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Messaggio Da Arunachala Mar Mag 03, 2022 7:14 pm

se devo essere sincero, il racconto non mi è piaciuto molto.
certo, ti faccio i complimenti per il lavoro di ricerca effettuato, questo sì.
però ci sono molti errori e refusi e questo danneggia parecchio la storia.
anche i tempi verbali sono da rivedere, a volte sono al presente e altre al passato.
oltre a ciò, pur essendo interessante la storia della protagonista, la stesura mi pare troppo piatta.
è vero che i tratta di una biografia, però a tratti diventa pesante.
scusa la schiettezza

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Messaggio Da ImaGiraffe Ven Mag 06, 2022 10:11 am

Premetto che io adoro leggere biografie, da quelle più saggistiche a quelle magari romanzate (es. "il resto di niente"). 
Il racconto mi è piaciuto parecchio e l'ho letto con molto interesse. Riuscire a scrivere una biografia in così poche battute è veramente difficile ma in questo caso nulla sembra affrettato. 
Quello che mi lascia con l'amaro in bocca è senza ombra di dubbio l'asetticità del racconto. È un rischio che si corre in questo genere, anche qui non ho trovato nulla di emotivo che mi facesse "commuovere". La vita di Monica è ricca di eventi, anche molto inusuali per il tempo, quindi mi sarebbe piaciuto esplorane più i sentimenti e le emozioni. Potevi alleggerire il testo tagliando qualche frase qua e la e magari accorciando la prima parte in cui si parla del padre. So che tutto questo contestualizza il racconto donandogli credibilità, se fosse stato un libro di certo avrebbe avuto il suo effetto. 
Dal punto di vista dei paletti, hai usato troppe ma veramente troppe volte l'anticamera, sembra quasi forzata la cosa, io avrei lasciato solo la prima della nascita e l'ultima volta, quella della beatitudine come anticamera della santità (trovata geniale).
In conclusione ottimo lavoro peccato per la mancata emotività del testo.
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Messaggio Da gipoviani Ven Mag 06, 2022 4:58 pm

[commento modificato secondo le indicazioni dei moderatori]

Il personaggio è interessante, ma, almeno per me, non tanto interessante da leggerne una bibliografia.
Debbo quindi dirti che alla fine la lettura non mi ha né emozionato né, per questo coinvolto.
La scrittura e fluida e direi tanto professionale da risultare un po' fredda. Forse questo, genere a parte, è il limite principale della biografia. 
Comunque penso che in gran parte dipenda dalla mia scarsa frequentazione col genere. Ho letto solo una biografia di Winston Churchill, ma lì perché sono (in realtà, ero) un appassionato di storia della II guerra mondiale


Ultima modifica di gipoviani il Ven Mag 06, 2022 5:31 pm - modificato 4 volte.

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Messaggio Da The Raven Ven Mag 06, 2022 5:18 pm

gipoviani ha scritto:Il personaggio è interessante, ma, almeno per me, non tanto interessante da leggerne una bibliografia.
Non posso che farti i miei complimenti per come amare professionalmente scritta.
INTERVENTO DI MODERAZIONE
Caro  @gipoviani , il tuo commento non è conforme a quanto previsto dalle linee guida in quanto, formulato così, non è utile e nemmeno costruttivo all'autore. Ti rimando qui 
(https://www.differentales.org/t1-regolamento-del-forumper conformarti e, quindi, integrare o modificare il tuo commento. In caso ciò non succedesse, il commento così com’è non verrà valutato idoneo per accedere all’area di votazione.
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Messaggio Da Resdei Ven Mag 06, 2022 6:07 pm

Ciao autor@
Biografia letta d’un fiato, anche per carenza di punti. I periodi a volte sono troppo lunghi e te lo dovevo dire.
Non me ne volere, autor@, se questo non era il tuo intento, ma ho letto tanta di quella ironia, in questo racconto, che ancora rido.
Al di là dei fatti storici e di quello che dice Arianna (anagrammi di nomi ecc. al solito non sono molto sveglia e non ho capito niente!) il pregio maggiore di questo racconto è proprio questo, l’ironia.
Geniale l’idea di far vivere alla tua protagonista una vita sempre un passo indietro, mai piena, come vissuta perennemente in una sala d’attesa, un’anticamera intesa non solo come stanza-prima-di, ma sempre a un passo dalla piena realizzazione.
…sul regnavano gli Zomegni. Refuso?
Non credo che Monica muoia bruciata …le fu accreditata la guarigione, ritenuta miracolosa, di un bambino affetto dalla stessa tremenda malattia che aveva ucciso proprio lei.  
Quindi la tua Monica mi ha convinto e posso farti solo molti complimenti!
A rileggerci presto
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Messaggio Da tommybe Ven Mag 06, 2022 7:20 pm

Monica mi ha conquistato.
La sua biografia sembra fumo trattenuto, la scelta di farla essere meno espressiva possibile, di non far capire che fine ha fatto quella tirata.
Ho trovato un refuso che non segnalo per ammirazione.
L'anticamera partecipa a tutte le fasi della vita di Monica, senza sforzi narrativi, in modo geniale.
Pure la sua beatificazione diventa anticamera di santità.
Mi ha fatto molto bene, caro autore, scoprire che artisticamente si può essere ovunque e raggiungere ogni traguardo, anche il più complicato farlo apparire semplice.
Resto perplesso sul giudizio scialbo di un autore che stimo molto e che mi ha dato l' idea di essere poco interessato, proprio perché questo racconto potrebbe appartenergli. Lo scrivo con il sorriso e con la speranza di non essere impallinato dalla moderazione. Un abbraccio. Ma sì, crepi l'avarizia, un abbraccione.
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Messaggio Da caipiroska Ven Mag 06, 2022 11:25 pm

Molto interessante questa biografia, che mantiene sempre un registro narrativo adeguato e riesce a essere interessante anche se il tono rimane sempre un pò distaccato, nozionistico. D'altra parte la storia raccontata ha un buon ritmo, è ricca di situazioni e avventure, e presenta un personaggio caleidoscopico e molto attivo: probabilmente bastano le sue gesta e le sue innumerevoli attitudini a rendere il racconto vivo e brillante.
Traspare un pò d'ironia tra le righe e, forse, questa poteva essere la strada giusta per rendere più accattivante il racconto e dargli quel tocco di dinamicità, movimentando un pò di più il narrato, insomma. 
Anche perchè, da quello che ho capito, questa beata Monica non esiste (almeno io non l'ho trovata...).
Nel testo si arriva a un buon compromesso tra finzione e realtà e questo lo ha reso una piacevole lettura.
Ci sono frasi lunghe e farraginose, ma credo che sia una scelta per calare meglio il racconto in un contesto nozionistico, da biografia strutturata, insomma.
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Messaggio Da M. Mark o'Knee Sab Mag 07, 2022 5:06 pm

Un refuso, qualche ripetizione e un paio di anagrammi imperfetti (Zomegni; Venare) sono peccati veniali e niente tolgono a questa biografia fantastica (nel senso di inventata) di una donna che, in quegli anni, avrebbe avuto senza dubbio una vita difficile e breve.
La scrittura, apparentemente distaccata, è comunque piena di ironia, un'ironia che si coglie benissimo nel modo particolare di narrare gli eventi, nei nomi di alcuni personaggi di contorno e che letteralmente scoppia nella vita perennemente in anticamera di Monica. E nemmeno in morte fa eccezione, dato che viene beatificata anziché santificata ("Sarà infatti proclamata solo beata, l’anticamera della santità").
Una biografia che, pur non amando il genere, ho letto con interesse e buona partecipazione.
Complimenti!
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Messaggio Da Susanna Mar Mag 10, 2022 12:03 am

Non mi è facile commentare questo racconto, nonostante le biografie non mi dispiacciano, soprattutto quelle romanzate, più leggere.
Una biografia in 18000 caratteri è tosta da gestire, si corre il rischio di fare delle sintesi dei vari periodi di vita, quasi un’asettica cronologia. Per questo complimenti alla Penna che vi si è cimentata, anche con le opportune ricerche storiche di supporto a un personaggio di fantasia.

Titolo: non è che con una biografia ci si possa sbizzarrire.
Paletti: chiesa e anno1600 ci sono, di anticamere la protagonista ne abita parecchie, fisiche o intellettuali che siano. Forse troppe, a volte certe stanze paiono definite anticamere prostep.
Nel testo la definisci Monica utente di una chiesa, ma anche frequentatrice – più in linea con un linguaggio pertinente con l’epoca storica – sarebbe stato accettato.
 
Una biografia è di solito composta prevalentemente da blocchi di testo.
In questo racconto con qualche a capo l’insieme sarebbe di più agile lettura, soprattutto quando si passa da un periodo all’altro della vita del protagonista. In un testo molto più lungo si utilizzerebbero i capitoli, qui avrei visto strutturalmente utile un a capo e magari uno spazio.
Chi legge una biografia ha necessità di veder ben scandito il tempo, per immaginare il protagonista nelle varie fasi di età, elemento fondamentale per questo tipo di letture.
Ti confesso che, superato lo scoglio dei blocchi di testo, ho comunque faticato a leggere il racconto: frasi troppo lunghe e arzigogolate, con una punteggiatura spesso decisamente carente/mancante, che non consente di dividere almeno un po’ i lunghi periodi. Di solito, leggendo a mezzavoce, ci si accorge della necessità di una virgola, un punto e virgola. Ma anche di suddividere in periodi più brevi, soprattutto quando si inseriscono molte informazioni, nel tuo caso riferite alle diverse età di Monica.
In alcuni punti hai utilizzato poi un lessico più adatto ad una biografia di un personaggio del nostro tempo.
Quindi, anche se il racconto nel suo complesso regge il genere scelto, non essendo di agevole lettura, qualcosa perde e non trasmette l’emozione di rivivere la vita di un personaggio che, se oggetto di biografia, sicuramente non è di poco spessore.
Anche quando, o forse a maggior ragione, quando lo stesso è inventato di sana pianta.
Proverei a rivederlo alleggerendo di qualche informazione e strutturandolo in modo che siano più evidenti i passaggi temporali: ritengo che lo sforzo che hai fatto per scrivere questo racconto sarebbe meglio ricompensato.
 
Ti riporto alcune note, solo alcune: tralascio le frasi troppo lunghe che andrebbero risistemate.
 
Eberardo fece scudo col suo corpo possente, a --- qui non serve virgola
le restò appiccicata come un’etichetta forgiata da un destino crudele --- appiccicata è troppo moderno, inoltre forgiata di riferisce a qualcosa di metallo; prova a vedere se può andar bene: l’essere nata in un’anticamera finì per condizionare, quasi come un destino crudele, la sua intera vita.
volerlo un’utente della locale chiesa--- qui utente è troppo prostep: frequentatrice assidua si legge meglio
…mercante del padre, un telescopio di ultima generazione costruito da Galileo Galilei --- di ultima generazione è troppo moderno,
Il Maestro era già sotto il controllo della Chiesa che non accettava quelle sue teorie che buttavano all’aria molti passi della religione cattolica cristiana--- questa frase, troppo moderna, proprio non gira.
Ho provato a riscriverla, giusto un tentativo. Il Maestro, i cui rapporti con la Chiesa erano già difficili a causa delle sue teorie scientifiche che si scontravano con quanto normato dalle leggi ecclesiastiche, obbligò Monica ad indossare abiti maschili, onde evitare ulteriori motivi di attrito.

p.s. Mi devo essere persa qualcosa, anzi molto, ma non sono riuscita, come altri, ad identificare fin da subito l'utente DT. Scusa, ma vado soprattutto di avatar

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Messaggio Da CharAznable Mar Mag 10, 2022 2:02 pm

Biografia interessante, tanto ben scritta da far venire ai più il dubbio che si tratti di un personaggio realmente esistito. Scrittura adatta al tipo di testo scelto, che rischia però di appesantire il tutto in un contest letterario. Molto buono il lavoro di ricerca e di contestualizzazione. Un lavoro non semplice realizzato molto bene.
Complimenti
Grazie


Ultima modifica di CharAznable il Gio Mag 12, 2022 7:03 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio Da paluca66 Mar Mag 10, 2022 10:49 pm

La leggera ironia che pervade l'intera biografia consente di leggerla senza pesantezza e con un  leggero sorriso sulle labbra che accompagna il lettore impedendogli di annoiarsi.
Il personaggio, in così poche battute, è perfettamente disegnato tanto da far venire a molti il dubbio che si tratti di una donna realmente vissuta.
Molto bene i paletti anche se hai dovuto (necessariamente, mi viene da dire, vista la complessità dello step) forzare l'utente; tra l'altro ho trovato molto azzeccata la continua ripetizione delle anticamere che hanno caratterizzato la vita della povera Monica con un tocco in più nel raccontarci la sua anticamera della santità.
Dove mi hai convinto meno è sulla scrittura che non mi è sembrata sufficientemente curata (segnalo aveva ottenuto il territorio di Belforte, sul (?) regnavano gli Zomegni.) quasi ti fosse mancato il tempo per una rilettura e una revisione prima della consegna: è così?

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Messaggio Da Byron.RN Mer Mag 11, 2022 11:17 pm

Non sono un amante delle biografie, eccezion fatta per quelle di De André che mi slurpo senza ritegno.
A parte questo, devo comunque ammettere che l'autrice è riuscita a trasferire una miriade di informazioni, inserendo anche parti ironiche e sagaci per vivacizzare un pò la lettura che altrimenti sarebbe risultata un pò monotona.
Trovo interessante questa commistione tra finzione e verosimile, ossia tra un personaggio inventato e situazioni storiche realmente avvenute.
La considero una buona prova, originale, ma non entusiasmante.
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Messaggio Da tommybe Gio Mag 12, 2022 9:28 am

Riletto solo per piacere, non per dovere.
Guglielmo Embriaco non è un'invenzione, ma a me fa sorridere lo stesso, più di Monica.
Quando si saprà chi ha scritto questo racconto ci saranno lodi, lodi, lodi.
Io le sto solo anticipando.
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Messaggio Da digitoergosum Dom Mag 15, 2022 4:41 pm

Ciao Penna.

Da subito trovo frasi molto lunghe, che rischiano di appesantire il testo. Peraltro, in queste frasi, soprattutto all'inizio, passi dal presente al passato frequentemente. Nel proseguo, rinuncerai al tempo presente, e mi sembra un "disequilibrio". La narrazione soffre un poco di staticità, nonostante gli avvenimenti siano coinvolgenti. Peraltro, visto che non ho trovato riferimenti su internet al personaggio, posso immaginare che sia un personaggio ideato, e questo mi piace. L'anno "1600", data della nascita della protagonista (1 aprile? Pesce d'aprile?) è labile a giustificare il paletto, in quell'anno non accade ovviamente nulla che riguardi la storia della "Beata". Ma nel merito mi astengo, sei in gara e ritengo convenientemente. Ho veramente apprezzato questo personaggio che ritengo inventato (ce lo confermerai o meno) e ho trovato piacevole e interessante leggerlo. Grazie Penna per avercelo proposto.
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Messaggio Da Fante Scelto Mar Mag 17, 2022 10:40 am

Dopo aver letto i primi commenti e l'entusiasmo per questo personaggio esistito e scovato, mi sono sentito un babbeo perché Google continuava a propinarmi Monica Maggioni e manco una menzione sugli Zomegni.
Poi arriva Susann... no, aspettate, è Arianna, che svela l'arcano e mi fa sentire più leggero.

Okay, personaggio inventato di sana pianta, e ci sta. Ma ne avevo già il forte dubbio, perché c'erano cose nella biografia che mi suonavano troppo strane per essere vere.
Come il vestire Monica da uomo, cosa molto pericolosa in una società ancora profondamente legata ai dettami della Chiesa (il principale capo d'imputazione col quale Giovanna d'Arco fu arsa al rogo fu proprio l'aver vestito abiti da uomo. Okay, erano secoli precedenti, ma insomma, siamo lì).
Oppure il fatto che Monica mandi a vuoto il proprio matrimonio, e altresì gli averi e le terre del padre, senza che questo abbia concrete conseguenze su di lei. Molto bizzarro.
Un altro dettaglio che non mi aveva convinto era la statua di legno. Mai visto statue di santi o beati in chiesa, di solito li affrescano o li mezzobustano.
E il fatto che la statua sia bruciata in un incendio a seguito di un terremoto. Non so, mi sembrava troppo improbabile, va a sapere perché.

Parliamo della storia. Interessante, costruita abbastanza bene tanto da risultare credibile, a meno di essere proprio impestati con la Storia e quindi accorgersi di quelle poche discrepanze che svelano l'artifizio.
Per cui, ottimo lavoro.

Lo stile di scrittura ci sta, funziona, è coerente col genere e si legge senza eccessive difficoltà. 
Non l'ho trovato troppo povero d'emozioni, anzi, nel finale m'è venuta anche un po' di tristezza.
Non ho invece colto, se non in qualche brevissimo passaggio, l'ironia che altri commentatori menzionano.
Ok, non avevo neanche colto gli anagrammi, e questo penso abbia influito sulla percezione.
Da rivedere, invece, la punteggiatura, alcune frasi complesse e certe espressioni troppo moderne (il telescopio di ultima generazione su tutte).

Ho trovato molto interessante l'idea di non usare una singola anticamera ma molteplici, in vari momenti della vita di Monica, alcune persino figurate. Si sente in realtà che è un paletto forzato, ma lo si accetta.
Mi convince meno il 1600, ma d'altronde è de facto impossibile ambientare una biografia in un singolo anno, per definizione. Forse il 1600 dovrebbe rappresentare un momento cruciale o esiziale del personaggio, ma in fin dei conti la nascita rientra nella categoria, almeno a logica.
Non mi convince invece l'utente: come già ravvisato in un'altra biografia, "l'utente", per essere protagonista, dovrebbe svolgere questa funzione in maniera ricorrente nel corso della sua storia, o quantomeno "l'utenza" dovrebbe esserne una colonna portante.
Nel caso di Monica, la sua utenza presso la chiesa è ciò che la convince ad allontanarsene ma, per quanto importante questo sia, va un po' perso nel resto delle avventure e vicissitudini che vive.

In definitiva, il lavoro mi piace, l'ho trovato molto intelligente e particolare, ma con alcuni difetti di forma e di contenuto che non lo rendono perfetto.
Ci ragionerò.
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Messaggio Da vivonic Mer Mag 18, 2022 12:24 pm

Io chiedo scusa ad Akimizu, ma sono morto dal ridere nel leggere quel commento. Cioè, capisco cosa dice e il suo punto di vista, ma proprio mi sono rovesciato dalla sedia nel leggere quello che a me è sembrato un gran "grazie al cazzo" di Zaloniana memoria...
Avresti potuto risolvere facilmente questo problema, secondo me, dando un titolo diverso al tuo racconto: per esempio, "Petunia degli Zomegni"  lol!
Caro Autore, seriamente: per me hai fatto un ottimo lavoro, sia di ricerca sia di realizzazione. Oltretutto, il tuo racconto è l'unico che non ha esplorato il genere avventura e, seppur non credo che ciò conterà molto ai fini della classifica finale, ti assicuro che il CdL questa cosa l'ha notata e ha correttamente attribuito un coefficiente di difficoltà maggiore alla tua opera.
Per me è stata una lettura piacevole e a tratti affascinante.
Ti faccio i miei complimenti, e aspetto un tuo passaggio a fine step Smile

______________________________________________________
Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
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