
Una notte senza il tempo
Ore senza tempo e tempo senza ore nelle anfore segrete dei ricordi volavano trasportate dal bizzoso Eolo che con l’ausilio dei suoi venti raccontava storie ed emozioni. Esse si rincorrevano sui fili sottili dei pensieri e delle immaginazioni arrivando a rasentare il reale per sconfinare nell’irrealtà di mondi immaginifici. Gli orologi erano divenuti sostanze appese alle caverne del mai e un popolo di giganti li usava come segnali per convertire le ragioni in illusioni.
Potrà mai la forza della poesia superare le barriere e mischiarsi nei racconti tanto cari ai quattro venti che d’ogni vita son padroni...
«Se dovessi rincorre la solitudine d'una luce accesa,
spegnerei quella clessidra di vetro, da troppo tempo logorata dalla polvere d'una stella cadente».
Se avessi la forza di graffiare le infinite trame tessute
dalla tristezza scolpirei sulla sabbia i tuoi occhi di cristallo.
Se la malinconia d'un vascello in fuga verso l'orizzonte,
ascoltasse i nostri lamenti, costruirei una piramide per racchiuderli dentro.
Se gli interminabili se che camminano insieme a noi,
rimanessero solo dei se, troverei il coraggio di sussurrare il tuo nome al vento.
Se un raggio di sole riflettesse nel tuo sguardo il labirinto
che ci imprigiona, vagherei per l'eternità alla ricerca del tuo amore.
Se ancora una volta potessi sfiorare con le mani il tuo viso,
resterei li fermo a osservarti per ore nel silenzio d'una tempesta.
Se negli stralci di queste frasi potessi cancellare le incertezze, forse mi ritroverei accanto a te.
Se d'un tratto scomparissero i pupazzi di latta che volano
nelle stellate notti, mi siederei ancora con te su quella panchina triste e fredda.
Nel sogno d'un sorriso annegherei il mio amore e con
infinita dolcezza cullerei i tuoi meravigliosi occhi di cristallo.
“Gocce di rugiada lentamente cadono giù dalle foglie,
sguardi lontani s'intrecciano,
s'osservano.
Piccole ombre nascondono il volto,
lontano un bagliore scopre gli occhi.
Immagini sbiadite,
lassù ritornano a vivere.
Burattini che corrono lungo il filo della vita.
Ridono, piangono,
muoiono.
Grida nel silenzio, qualcuno ascolta,
nell'oscurità occhi di cristallo brillano,
sorridono.
Ancora una notte è trascorsa,
una notte senza tempo”
La notte urla, il cuore sanguina, dove sei?
Ti cerco nei crepuscoli estivi, ti cerco sulle spiagge deserte,
dove sei?
Il vento spazza via i tramonti lunari, piega in due evanescenti realtà, soffia sul tuo viso di rugiada,
dove sei?
E dove sono i tuoi occhi di cristallo?
Dirupi immensi intorno a me, scogliere di ghiaccio si sciolgono, sussurrano il tuo nome.
Eternità latenti dipingono paesaggi lontani, sprazzi d'azzurro cancellano i solchi della vita, piccoli ramoscelli s'intrecciano,
tenere foglioline sorridono alla terra, sensazioni fuggevoli piangono, dove sei?
Echi dispersi nelle nebbie di tempeste stellari ricordi velati da rigagnoli di sabbia, fiumi di papaveri imbevuti di rosse emozioni ti invocano, dove sei?.
Ti cerco ancora sulle rocce dei sentieri, sulle ali delle statue,
ti cerco nelle maree scolorite della sera, ma invano grido,
mi dispero.
Invano mi ripeto, amore dove sei?
Fruscii d'un tempo immaginario soffiano lontano.
Sprazzi d'azzurro scompaiono all'orizzonte.
Sogni persi nelle notturne tenebre, ricordi sospesi,
immagini stampate sulle onde dei mari.
Pensieri...
Solo delusioni dimenticate in un angolo.
«Guardavi lontano nel tempo,
rivedevi un volto,
ricordavi un sorriso.
Poi chiudevi gli occhi e sognavi.»