David Crocchette
Nel selvaggio west ai confini con il Messico e nei paraggi del megastore BubboZuppiklakikaikai aveva tenda e casa il famoso esploratore indomito, imperterrito, impiegabile, inarruginibile, inarrivabile, immarcescibile, intontibile, ininquinabile, imperturbabile, ininspirabile, insomma… Il suo nome era David Crocchette e la sua fama era più grande della sua fame.
Egli aveva scoperto le feci del Grand Canione e, dopo un attento esame, le aveva consegnate alla storia come la maggior avventura dell’uomo nei territori inesplorati del Dober Man. Qualcuno aveva insinuato però che quella lì era solo una grande stronzata e in effetti la cosa puzzava un popò.
Dopo questa indomita scoperta il nostro David Crocchette aveva recuperato il tesoro di Motescazz Situtencazz situato nella remota regione della selva selvatica di Chemechiediafharisilozai ma, per misteriose ragioni, s’era beccato la maledizione del re che se je rompi er cazz te ne rifila tre.
Tornato in America il museo delle antichità fasulle di El Pataccho gli aveva commissionato la ricerca dello scettro di diamanti rossi del sultano Semelofot Tinkul Dibrut.
A quanto pare l’esito di questa sfida era stato positivo ma, al suo rientro in patria, David Crocchette non aveva voluto rilasciare dichiarazioni apparendo molto debilitato ai posteriori della vicenda.
Fonti ben informate affermarono però che il manufatto antico era stato realizzato con maestria dallo stesso avventuriero nel proprio garage di casa utilizzando un fornello a gas e un barattolo di tinta color verde smeraldo comprata a un negozio cinese. A ben dire diciamo comunque che il museo a tutt’oggi e forse pure domani espone ed esporrà con orgoglio questo pezzo di valore inestimabile.
Dopo un periodo di meritato riposo il nostro indomito razziatore di antichità ebbe l’incarico dalla sott’intendenza delle brutte arti di New Sola di trovare l’antico Totem in avorio della tribù degli Urologhi che vivevano nella valle del fiume Urinha.
David Crocchette intraprese un lungo viaggio fluviale con il suo gommone, che conservava dalle scuole elementari, cancellando in brevissimo tempo ogni distanza scritta.
Egli riuscì a inoltrarsi nei dedali delle foreste d’amazon senza problemi portando tranquillamente in sicuro la sua spedizione.
Il recupero del Totem non fu facile ma tutto andò per il meglio, d’altronde era il numero uno barrato degli esploratori mondiali, puntuale come sempre.
Crocchette, insieme al Totem, consegnò al direttore della sott’intendenza anche una ricetta medica antichissima, trovata nel villaggio Urologho, recante scritto un rimedio a base di erbe erogene allucinanti per i problemi di prostata.
Gli anni passarono e le imprese si susseguirono senza sosta... come quando egli s’impadronì dello spazzolino da denti del faraone Denthi Kariathis II beffando sul pezzo il suo acerrimo rivale francese professor Le Mummien Imputridì, un tipo che non badava a nulla pur d’impadronirsi di ogni tesoro nascosto.
Va beh, ora sapete un popò di storia, ma e ripeto ma in questo preciso istante ci ritroviamo qui, nel giardino della casa di David Crocchette, con la nostra truppa e oramai sono 24 ore che attendiamo che egli esca da casa e ci conceda finalmente l’intervista programmata da tempo, da quando l’integerrimo esploratore si è ritirato per sempre a vita addomesticata.
Eccoloooooo signori, vediamo il magnifico uscire e liberarsi dal guinzaglio della fama.
«Signor Crocchette prego… Una domanda dai suoi ammiratori, come ci si sente a essere considerato il più grande segugio della storia?»
«Bauuuuuuuu, wof, wof»
Che meraviglia carissimi amici telespettatori, oggi abbiamo fatto la storia del servizio pubblico televisivo!