Se cadono a pezzi

Davvero un bel 100.
Mi sono immaginato il pezzo in un'ambientazione a stelle e strisce: il baule, i fumetti della Marvel e della DC Comics e perché no? Anche un bello skateboard in mezzo alla stanza che fa tanto California.
Le due frasi finali sono semplici, poetiche, e donano al pezzo un fascino indiscusso.
Una piccolezza: non sappiamo il nome del protagonista ma conosciamo quello di colei che immagino essere la sua ragazza. Non so, mi fa strano. Attraverso le parole di Sophie avresti potuto farci conoscere il suo nome. Per il resto nessuna critica, solo apprezzamenti.

Vero, contano le storie, non i personaggi. Come nella vita. 
Anche se manca qualche pagina, questo 100 mi è proprio piaciuto. Asciutto, essenziale, fulminante.

Ho tanti faldoni pieni di fumetti che cadono a pezzi, ma li conservo come fossero dei tesori, per le storie che contengono.
Molto bella la frase finale.

100s interessante. Evocativo nell'accostare la vita vissuta e i fumetti vecchi.
E in una via o nell'altra, ci deve sempre essere qualcuno a renderti la mano.
Forma perfetta, piacevole.
Spiegazione minimale ma funzionale.
Ottimo, complimenti

Un bel 100, a mio avviso, che perde un po' nella scelta dei tempi verbali.
Il trapassato è un tempo impegnativo da usare e appesantisce la frase: si usa per introdurre un antefatto, in questo caso ciò che è successo al fratello e ai genitori, e credo che usare il passato remoto per narrare il pezzo dove entra in scena Sophie avrebbe reso il testo più snello e scorrevole.
Gliel’avevo detto a Sophie, una sera, al telefono.
Lo dissi a Sophie, una sera, al telefono.
In questo modo si differenzia meglio lo scorrere del tempo: la confidenza al telefono con Sophie avviene dopo ciò che accade ai familiari del protagonista. 
Come uno di quei vecchi fumetti che cadevano a pezzi.













c

Bella l'idea dei fumetti a pezzi nella forma ma non nel contenuto, paragonati alla vita spezzata del protagonista, che dunque  può riesistere. Concordo con le osservazioni di Caipirosca sull'uso dei tempi verbali, e aggiungerei che le frasi nominali della prima parte frammentano eccessivamente il periodo. Potrebbe essere una scelta stilistica per rendere il discorso singhiozzante, ma mi pare poco riuscita.

Ciao autore
Quello che non sono riuscita ad afferare ė chi sia Sofphie. La compagna del proganista? Una counselor?
Una semplice amica ? 
Sono rimasta appesa a questa domanda sciocca. In fin dei conti è indifferente sapere chi sia.
E resistere a certi drammi della vita, è sempre una bella prova che si può superare anche con l’aiuto di chi sa trovare le parole giuste. Molto bella l’immagine dei fumetti.

Io ero gelosissimo dei miei "Topolino" e li conservavo come reliquie nei due cassettoni sotto il mio letto.
Questo non vuol dire che non mi sia piaciuto il paragone tra la vita del protagonista e i fumetti che cadono a pezzi, anzi!
Oltre alle segnalazioni sui tempi verbali che ti sono già state fatte (in particolare anch'io avrei preferito "cadono" a "cadevano") ti segnalo anche "Glielo avevo detto a Sophie" dove "Gli" e "a Sophie" non possono stare assieme essendo una ripetizione: meglio "l'avevo detto a Sophie".
Nella frase 

Certi non avevano nemmeno tutte le pagine

non mi piace la parola "Certi", meglio "Alcuni" o "Parecchi" per fare due esempi

Riletto. 
Giusto o sbagliato che sia, ci stiamo concentrando, con le critiche, sul migliore 100 del lotto. 
Che segno è?

Sicuramente è un gran bel 100, uno dei più belli, forse il più bello tra quelli letti oggi. Sia nell'atmosfera sia nel messaggio. 
Però sono utili anche le critiche, no?
Io ne aggiungo un'altra: quel "ma" in Ma lei mi aveva risposto messo lì sembra riferito al fatto che lui non riusciva a dirglielo in faccia, ma non ha molto senso. La frase forse è meglio senza quel Ma iniziale.

La storia è bella e la chiusura ancora di più.
Concordo sulla revisione dei tempi verbali che renderebbero speciale un pezzo già bello.
E' una storia che ci tocca tutti in qualche modo: siamo tutti storie che tengono assieme i pezzi di una vita sfaldata.
Buona prova davvero.

Bel 100!
Troppe cose rimangono oscure. Cosa è successo al fratello? Tra le righe leggo, però, del pudore, come fosse un fatto privato e il lettore ne venga escluso.
Perché non trova il coraggio di parlare in faccia a Sophie ma solo per telefono?
Credo che tutto questo all’autore non interessi veramente. 
Anche le vite delle persone sono come pagine che cadono a pezzi e di cui ci è concesso di conoscere solo alcuni frammenti.
Ottimo 100

Dunquedunquedunque... secondo me, l'unico filo sospeso è il non sapere cosa sia accaduto al fratello, ma non è essenziale per la comprensione. Posso concordare con chi ha segnalato "ripuliture" del testo, ma a me è piaciuto proprio perchè imperfetto, come imperfetto è il discorso di un ragazzo che si racconta e ha avuto l'intuizione di accomunare lo sfaldarsi di un fumetto e il malloppo di una vita, tenuti entrambi insieme dalle storie che si intersecano dentro. Molto bello.

Forse bisogna essere appassionati di fumetti (non lo sono) per comprendere questa storia. Non l'ho capita ma sarà la mia veneranda età e i soli due neuroni rimastimi. Sicuro! Quindi scusami autore. 
Ho ricevuto una bacchettata dal moderatore per questo mio commento chiedendomi di modificarlo. Giuro che non l'ho capito (parlo del racconto) e quindi non saprei dove modificarlo. Chiedo scusa ma dei fumetti con delle pagine strappate che sono raccolti in soffitta che relazione hanno con questa Sophie che sbuca dal nulla?. C'è di mezzo un amore andato a rotoli che produce lo stesso dolore della perdita di un fumetto perchè ha le pagine stracciate? E' così? Non chiedo per un amico ma proprio per me!

Bello, molto belo. Piaciuto il parallelismo con i fumetti. La frase finale è bellissima, e da un senso, non solo al tuo racconto, ma forse al racconto di ciascuno di noi. Ottimo lavoro ben scritto. Piaciutissimo.

La vita è come un fumetto e conta il fumetto, quante volte ho chiuso la mia cassapanca piena di fumetti e tutti con pagine mancanti e dopo tanto tempo sono ancora qui a scrivere anche se la cassapanca non c'è più e i fumetti svaniti in chissà quale luogo. Conta la storia. 
E nell'interno della storia contano comunque gli affetti che a volte sono la causa della perdita di pagine e altre invece sostituiscono quelle mancati. Ottimo lavoro che identifica pagine e vita e storia personale.

ovviamente vado contro corrente, altrimenti non c'è gusto.
ambientazione tipicamente USA, almeno è quello che mi arriva.
però il resto non è che lo recepisca tanto bene.
sì, saranno ure le storie a fare la differenza, ma i protagonisti?
niente?
scritto benissimo, ma non mi arriva

Sono le storie che contano anche se ci sono pagine mancanti, purtroppo tante, troppe storie oggi cadono a pezzi e non si possono sostituire come con i fumetti.
Sai conservo ancora i fumetti che leggeva mio figlio e ogni tanto li rileggo, questo cento mi piace, è semplice ma racconta tanto!

Anch'io, probabilmente, andrò controcorrente, anzi, contro tutte le correnti (e lo dico perché capita a me in primis): una storia deve essere per forza logica? Deve avere a tutti i costi un inizio e una fine coerenti? Deve giocoforza fornire in 100 parole tutto ciò che i lettori s'aspettano? Non credo. Io credo sia semplicemente questione di gusti. E vivaddio se è così.

Concordo, sono proprio le storie a fare la differenza. 

Bel lavoro.

"Non era una cosa che sarei riuscito a dirle guardandola in faccia". E' una frase che non ho capito. Perché al telefono sì e in faccia no? Non mi sembrava in fondo una cosa imbarazzante. A parte questo dubbio il racconto mi è piaciuto moltissimo oltre che per il detto anche per il non detto. Si capisce che ci sono riferimenti a fatti, non esplicitati, che però spingono il lettore a viaggiare con la fantasia e l'immaginazione e questa è sempre una buona cosa in un brano letterario.

Questo è uno dei cento che ti fanno innamorare dopo poche righe. Mi è piaciuto da matti il parallelismo tra la vita e i fumetti. La storia ha un'atmosfera che ti conquista all'istante. Chiunque tu sia, autor@, brav@.

Sì senza dubbio la vita a volte sembra far cadere a pezzi, ma bisogna resistere
è questo il messaggio che leggo in questo mini. 
Carino il paragone fatto con i fumetti che comunque stropicciati, scoloriti raccontano la storia che è in essi contenuta.
lo trovo un bel cento. Piaciuto,