Immobile, cavalcioni sul muro.
Lei si avvicina, sempre più nitida nel nevischio, in equilibrio sul confine. Mi dà un calcetto.
«Spostati, devo fare tutto il giro» dice, i capelli bagnati, gli occhi enormi.
«Una pausa?» propongo.
Mostro una sigaretta, sorrido. Lei rifiuta, ma si siede.
Chiacchieriamo e ridiamo.
«Non sono ancora andato a ovest» confesso.
«Paura di restare deluso?»
«Che mi piaccia.»
Si alza, mi scavalca.
«Una rinascita completa non rinnega il passato» pontifica e scappa.
«Se sei dell'est o dell'ovest?» urlo.
«Ha ancora importanza?» risponde.
Prima dell'alba mi decido a scendere. Nell'aria lo stesso odore di diesel e crauti che si sente a Berlino Est.