Ti confesso di essere in grande imbarazzo.
Non so se scrivere questo commento o meno, perché non vorrei creare polemiche, ma francamente, come diavolo si fa a dire che non si capisce il racconto, che è troppo criptico, che c’è confusione, eccetera?
Cioè, davvero devono intervenire altri amici a fare lo “spiegone”, non siamo in grado di leggere 100 parole per un periodo di tempo che vada oltre i dieci secondi? Perché, veramente, non è che serva una versione in prosa: basta collegare il titolo alla successione di eventi descritta e giungere alla fine con il must del concorso.
Poi io penso a Monna Lisa perché amo Ivan Graziani e non sarebbe la prima volta che a qualcuno viene in mente un’idea balzana del genere, ma anche perché sarebbe l’unico motivo di conflitto se qualcuno che dispone di “uomini” e viene chiamato “colonello” effettuasse una simile spedizione. La terza guerra mondiale? Non è quello che succede, è la risposta di uno dei due interlocutori, non quello che avviene nella realtà. Un conflitto armato tra Italia e Francia? Può essere benissimo, non per forza diplomatico.
Quindi, e chiudo con un velo di tristezza: millanta commenti che rimproverano all’Autore di essere criptico e confuso (come se poi questo fosse un male, ma è un altro discorso ancora), forse dovrebbero essere rivolti a lettori non troppo attenti che scivolano da un 100 all’altro come se stessero leggendo una lista della spesa. Anche se sono solo cento parole, non vuol dire che non ci si possa prendere il giusto tempo, né che tutte le storie debbano essere commentate subito, a caldo, per dire sostanzialmente all’Autore che non si è capito niente. Allora, mi viene da dire: prima capisci, e poi commenta.
Detto questo, visto che il 100 è sicuramente efficace, visto che tratti il tema in un modo decisamente originale (artistico, oserei dire), visto che è scritto in maniera perfetta (refuso già segnalato da Aki a parte), io ti garantisco un posto tra i miei voti.
Ti abbraccio, Autore. E, come giusto finale, Ivan Graziani a palla.
Un abbraccio generale a tutti, anche a chi si sente chiamato in causa dal mio commento. Ma il bello dei concorsi è un confronto, e quando questo si limita al “non ho capito” in chi legge i commenti monta solo una profonda frustrazione. Davvero.