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1Pranzi di Natale Empty Pranzi di Natale Gio Dic 16, 2021 12:44 pm

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Fino da piccolo ho sempre pensato che un Natale senza neve non fosse un vero Natale. Finalmente è arrivata. Me ne sono accorto subito, anche se sono ancora a letto e con le imposte chiuse. L’ho riconosciuta dal silenzio. Non è tutto uguale. Quello della neve ha un suono particolare e più che ne viene, maggiore è il silenzio. Soltanto dopo tanta neve caduta nella notte il silenzio del mattino è veramente mancanza di rumori e di suoni.
Mi alzo al buio, apro molto lentamente uno scuro e rimango accecato dal candido riflesso del sole che illumina la neve appena caduta. Natale con la neve! Cosa desiderare di più?
Però fa freddo. Meglio tornare un po’ a letto.
Non me la sento proprio di lasciare il letto caldo. Ci ho messo un bel po’ a scaldarlo ieri sera. La mamma aveva messo per un po’ il trabiccolo con lo scaldino, ma le lenzuola erano ancora abbastanza fredde quando sono andato a dormire. La mamma dice che è meglio che non sia troppo caldo, altrimenti vengono i geloni ai piedi. Ora invece la temperatura è perfetta.
Questo Natale voglio godermelo fino in fondo. L’anno scorso ci avevano dato un sacco di compiti da fare perché dovevamo superare l’esame di quinta e quello di ammissione, ma anche quest’anno non hanno scherzato. In più abbiamo materie nuove: il francese e il latino. Il latino! Nemmeno dovessi fare il prete!
Non mi sono mai annoiato il giorno di Natale, soprattutto durante il pranzo. Per me non c’è niente di più divertente dei pranzi di Natale in famiglia e non certo per i regali che da noi arrivano solo per la Befana, quanto per il pranzo di per sé, che ogni anno porta sempre qualche sorpresa che nemmeno le menti più fantasiose potrebbero immaginare.
Ho letto sull’Enciclopedia Motta, che mi hanno regalato per il mio ultimo compleanno, che gli animali confinati in piccoli spazi, a stretto contatto l’uno con l’altro, diventano nervosi e aggressivi. Deve essere per questo che i parenti invitati ai nostri pranzi di Natale, tutti gli anni riescono ad accapigliarsi per qualche motivo. All’inizio va sempre tutto bene e si scambiano baci, abbracci e sorrisi; poi c’è l’arrivo del cibo, che in casa mia è sempre buono e abbondante, ma dopo pranzo tutto cambia. Credo che sia colpa anche del vino e delle altre bevande alcooliche.

Sì, perché durante l’anno, la maggior parte di loro non si scambia mai nemmeno un saluto. Eppure, non sarebbe difficile. Prima ci si doveva scrivere una lettera o una cartolina postale, ma ora molti hanno il telefono. Noi l’abbiamo messo lo scorso anno, in “duplex” con le signore del piano terra ed è
proprio una bella comodità. L’unico inconveniente è che con il duplex si può usare solo uno alla volta. Quelle del piano terra sono grandi chiacchierone e il telefono è spesso occupato.
Quindi, per un anno nessun contatto e poi improvvisamente si ritrovano faccia a faccia. Dopo pranzo, a pancia piena e un po’ storditi dal vino, nessuno ha più voglia di fingere e basta una piccolezza che tornano fuori vecchie storie mai dimenticate.

Mi ricordo il Natale del ‘56, tre anni fa. Facevo la terza. C’era mezzo metro di neve, ma era caduta nei giorni precedenti. Stavolta no, è stata precisa: è venuta proprio nella notte di Natale. Tutto avvenne durante la tombola.
Il cognato della mamma, lo zio Emilio e Adele, sua sorella, dichiararono insieme una cinquina e avrebbero dovuto dividersi la posta. Il nonno, addetto fisso al cartellone per diritto di anzianità, come dice lui, controllò i numeri usciti. Risultò che uno dei numeri dichiarati da Emilio non era ancora uscito e così fu proclamata Adele come unica vincitrice. .
Una vecchia ruggine divideva i due fratelli da quando, a detta di Adele, Emilio si era impossessato ingiustamente di libretti di risparmio al portatore di una certa zia Natalina defunta, che avrebbero dovuto appartenere ai due in parti uguali, come parenti più prossimi. Così Adele, anziché limitarsi a incassare con soddisfazione e in silenzio l’intero premio, non riuscì a trattenersi dal commentare quello che lei riteneva un tentativo del fratello di appropriarsi di quella cinquina: “Il lupo perde il pelo …” disse.
A quelle parole lo zio Emilio, già irritato per le trecento lire di quella mezza cinquina persa, si scagliò come un ossesso dall’altra parte del tavolo in cui si trovava Adele, trattenuto a stento dal babbo e dal nonno. Per tutta risposta, Adele agguantò un fiasco impagliato che si trovava ormai vuoto sulla tavola e, con tutta la rabbia accumulata in anni di rancore, colpì senza pietà la testa del povero zio Emilio. La paglia attutì un po’ il colpo ma qualche scheggia di vetro si piantò nel cranio. Le urla della zia Rosina, sorella maggiore della mamma e moglie di Emilio, si placarono solo quando lei vide la testa e il volto del marito coperti di sangue. A quel punto, colta da malore, cadde a terra trascinando con sé il vassoio con gli avanzi del cappone in umido con i gobbi, il pezzo forte del nostro pranzo di Natale.

Sono già le nove. Dovrei farmi coraggio e scendere dal letto. Farò una corsa per il corridoio, verso la cucina che è l’unico posto caldo della casa. È lì che c’è la stufa a legna che serve anche per cucinare. La chiamano cucina economica, ma non so perché. Il babbo ha detto che l’anno prossimo farà mettere nel corridoio una stufa a kerosene che dovrebbe riscaldare un po’ anche le camere.
La mamma e la nonna sono confinate in cucina da un paio di giorni. Il menu è impressionante. Posso descriverlo con grande precisione perché è sempre lo stesso, almeno da quando sono al mondo.
Si parte dai crostini di milza che la nonna prepara raschiando con un coltello la milza di vitello per estrarne il contenuto. Ai crostini si accompagnano salumi portati da Siena dalla zia Vittoria, la sorella del nonno; primo fra tutti il buristo che dalle nostre parti non si trova: è un salume fatto con sangue e grasso di maiale. Poi si prepara il brodo di carne di manzo e pollo o cappone che sarà servito con pasta fine che si chiama sopraccapellini, che sono matassine di pasta all’uovo, un po’ più grossa dei capellini. Il brodo è guarnito con le “cicche”, così le chiama il nonno, che non sono altro che le frattaglie del pollo a pezzettini.
A seguire, si serve il lesso che viene accompagnato da sottaceti e sottoli e dall’acciugata: acciughe e capperi tritati, leggermente scaldati in olio.
Poi ci sono gli altri numerosi secondi. Prima un cotechino rinvoltato in una braciola e cotto al tegame con la stessa ricetta del sugo di carne. Poi viene preparato il piatto più saporito: l’arrosto di uccellini. Sono tordi o allodole presi dal pollaiolo sotto casa. È il periodo peggiore per la Maria, la moglie del negoziante. Deve spennare centinaia di uccellini pur essendo allergica alle penne dei volatili, ma esegue ugualmente il suo compito con un’espressione schifata sul volto che sembra annunciare un attacco di vomito. Proprio come me con il latino.
Vengono preparati gli spiedini che prevedono, nell’ordine, un uccellino, una salsiccia, un pezzetto di lombo di maiale, un crostino di pane. La sequenza si ripete fino a che c’è spazio, intervallando ogni pezzo con una foglia di salvia. Il crostino è il pezzo che preferisco. Racchiude tutti i sapori perché i crostini vengono più volte bagnati in cottura con il liquido che si forma in fondo alla teglia.
Immancabile poi il cappone rifatto con i gobbi, altra specialità senese. I gobbi (o cardi) vengono prima lessati e poi fritti e quindi messi nel tegame insieme al cappone a pezzi e il tutto cotto in umido.
Viene preparato anche un pezzo di roast-beef, perché… non si sa mai… è meglio che la roba avanzi. E certamente avanzerà perché di solito si mangiano avanzi fino all’ultimo dell’anno.
Quanto al fine pasto, ci sarà una gamma infinita di frutta secca: noci, noccioline, nocciole, fichi secchi, datteri e poi le varie dolci specialità senesi portate sempre dalla zia Vittoria: panforte, ricciarelli, cavallucci, copate, ecc.ecc.
Peccato che la zia Vittoria la vediamo solo per Natale, perché è molto simpatica. Arriva sempre con un sacco di cose e anche qualche regalino per noi ragazzi. La zia Vittoria è una bella donna ma ha un vocione da uomo. In famiglia dicono che è l’unica femmina di sette fratelli e che forse qualcosa è andato storto: problemi ormonali, dicevano.
Tutti gli anni il nonno discute con lei a causa del Crociani. Sì, perché il fatto di avere quella vociaccia da uomo non le ha impedito di innamorarsi. E il bello è che probabilmente, stando a quello che dice il nonno, il Crociani non l’ha mai saputo. Come del resto noi non abbiamo mai saputo il nome di battesimo di quest’uomo. La zia lo chiama sempre “il Crociani”.
A quello che ho capito nel paese vicino a Siena dove abitavano il nonno e la zia c’era una fiera una volta l’anno e tutto accadeva in quell’occasione e se non accadeva si doveva aspettare un altro anno, per la nuova fiera.
Fra le attrattive della manifestazione c’era una festa da ballo all’aperto. Era in quella occasione, che i giovani si fidanzavano.
Secondo la versione della zia, il Crociani, durante un ballo, si era fatto avanti. La zia racconta sempre con queste precise parole: “dopo il ballo lui mi chiappò e mi baciò!”. A questa frase il nonno comincia subito a scaldarsi. “Ma che date retta a lei? Ma figurati! L’ha sognato!”. Questi fatti si erano ripetuti, secondo lei, tutti gli anni, e con il tempo la zia si era convinta che sarebbe diventata prima o poi la signora Crociani. Figuriamoci la sorpresa quando venne a sapere che il Crociani si sarebbe sposato, di lì a poco, con un’altra ragazza del paese!
La zia Vittoria racconta tutte le volte di essersi recata ad assistere all’uscita dei due sposini dalla chiesa in cui si era svolta la cerimonia. Era riuscita a trattenersi dal dirgliene di tutti i colori ma lei dice sempre di averlo “maledetto in cuor suo fino alla settima generazione”, proprio così dice.
La delusione era stata così forte che la zia aveva poi deciso di restare zitella. Io non so se abbia ragione lei o il nonno, ma di sicuro, nel tempo, si era convinta che quelle promesse e quei baci c’erano stati, eccome!
Quanto alla maledizione, non si è mai saputo niente delle generazioni future, ma si sa per certo che il Crociani morì molto presto.
Dalla cucina mi arrivano le voci concitate della nonna e della mamma che discutono come sempre sul modo migliore di preparare uno dei piatti. Mi rannicchio ancora di più sotto le coperte calde.
Due anni fa, invece, tutto sembrava scorrere liscio. Avevamo già mangiato l’antipasto e aspettavamo che ci venisse servita la pasta a brodo. Nell’attesa, mio cugino Paolino, più grande di me di un paio d’anni, mi disse: “Vieni, si va a guardare le cosce delle donne”. E così dicendo si immerse al di sotto della tovaglia che copriva il grande tavolo del salotto. Era proprio una fissazione la sua. Che ci trovasse di interessante proprio non lo so, ma lo seguii con la curiosità di chi affronta un viaggio fantastico e misterioso.
Avevo letto da poco “Sussi e Biribissi” e del loro viaggio al centro della terra e in fondo io e Paolino assomigliavamo molto ai due protagonisti: io grassottello, lui secco come un chiodo. Così ci immergemmo in quel mondo misterioso, come in partenza per un viaggio avventuroso.
Procedevamo muovendoci lentamente, cercando di evitare le gambe che mano a mano ci si paravano davanti. Il tavolo era abbastanza largo e ci lasciava spazio sufficiente per muoverci. Una delle prime cose che mi colpì furono le cosce enormi di Adele, fasciate come mortadelle da calze grigie, tenute su da robusti elastici. Paolino mi distolse con una gomitata al fianco che mi fece vedere le stelle e mi indicò le gambe di Agnese, la giovane nuora di Adele, con calze color carne, sostenute da un reggicalze nero. Paolino pareva molto soddisfatto ma anch’io pensai che fossero senz’altro meglio di quelle di Adele.
Agnese è di origine abruzzese e aveva già avuto al paese un fidanzato che dicono in casa… aspetta… come dicono? Ah, sì… “aveva fatto il suo comodo e poi l’aveva piantata”. Questa poi non l’ho mai capita. Comunque al suo paese non l’avevano presa bene. Così si era sposata in tutta fretta… dicevano proprio così… con mio cugino Angiolino, che ha un solo pregio: è pieno di soldi. Per il resto è brutto, grasso come un maiale e con un cervello rimasto all’età dell’asilo. Sua mamma aveva tirato un sospiro di sollievo quando lui finalmente si era “sistemato”.
Sullo stesso lato del tavolo c’era la cugina Annalisa, la sorella maggiore di Paolino, con il fidanzato Maurizio, un bell’uomo, esattamente l’opposto di Angiolino.
Nel nostro viaggio sotterraneo, distratto dalle gambe di Agnese, notai una mano indaffarata, appoggiata sulla coscia della ragazza. La mano non era quella bianchiccia e grassa di Angiolino e, visto che da quel lato del tavolo, l’unico uomo seduto vicino ad Agnese era proprio Maurizio, non ebbi dubbi. Accanto a lui un posto vuoto. Mentre pensavo a quella strana situazione, accadde l’imprevedibile: urla e rumori assordanti che ci costrinsero ad abbandonare in fretta la nostra esplorazione. Soltanto dopo che fummo riemersi, riuscii a capire fino in fondo quello che era successo.
Annalisa, dopo gli antipasti a base di crostini di milza, si era alzata per dare una mano in cucina. Le scodelle, con la pastina in brodo, erano già pronte e Annalisa aveva preso con tutte e due le mani la prima scodella per iniziare il servizio a tavola. Qualcuno, dall’interno, aveva aperto la porta di cucina che era proprio alle spalle delle due giovani coppie. La ragazza procedeva lentamente e con passi felpati per evitare che il brodo traboccasse dall’orlo del piatto. Fu allora che Annalisa, in un momento in cui aveva staccato lo sguardo e l’attenzione dal brodo, alla ricerca del primo ospite da servire, notò quella mano: era in parte nascosta dalla tovaglia natalizia rossa con bordature d’oro, e stava dove evidentemente non doveva stare.
Non si sa e non si saprà mai se il suo fu un gesto volontario o casuale, dovuto alla sorpresa del momento, ma accadde che il brodo, appena tolto dal fornello e quindi ancora a bollore, scivolò dalla scodella direttamente lungo il collo di Maurizio che in un attimo ritirò la mano, lanciò un grido feroce e si alzò di scatto in piedi urtando con la testa il grosso lampadario a gocce in finto cristallo di Boemia che cominciò a oscillare paurosamente.
Credo che sia per l’accaduto che Annalisa e Maurizio non passeranno questo Natale con noi.

Non vedo l’ora di arrivare alla Befana. Solo allora mi arriveranno i regali. Questa non l’ho mai capita. I regali li porta la Befana o almeno questo è quello che mi vogliono far credere. Ma non importa, l’importante è che i regali da qualcuno arrivino. Mi piacerebbe che mi arrivasse il “Meccano” con cui riuscirei a costruire un sacco di cose e la pistola a tamburo Susanna che è bellissima: ha il calcio in legno e sembra quasi vera. So che alcuni bambini ricevono i regali per Natale, così ci possono giocare durante tutte le vacanze. A me invece arrivano per la Befana, praticamente quando è il momento di rientrare a scuola. Non lo trovo giusto.
L’anno scorso non c’erano i due fidanzati Annalisa e Maurizio per l’incidente dell’anno prima e i posti, per evitare nuove scenate, erano stati assegnati in modo da tenere a debita distanza lo zio Emilio e la sorella Adele. Era invece presente Amerigo, il figlio scapolo di un fratello della nonna, morto qualche anno prima, che praticamente si era autoinvitato per Natale.
Non c’è mai stato un bel rapporto fra Amerigo e il nonno e le ragioni erano soprattutto politiche. Per questo erano anni che non si frequentavano. Il nonno, pur non avendo tessere di partito, è sempre stato un simpatizzante dei comunisti, mentre Amerigo era stato, e chissà, forse lo era ancora, un convinto fascista. Ogni dubbio sparì quando si presentò vestito elegantemente con una camicia nera e una spilla al risvolto della giacca che rappresentava una fiamma tricolore e la scritta M.S.I.
Il nonno che anni prima aveva preso alla Casa del Fascio un sonoro schiaffone che ancora gli bruciava, stava per esplodere.
La nonna lo prese sotto braccio e lo portò in cucina. Non so che cosa gli disse ma il nonno tornò più calmo, anche se piuttosto accigliato.
Tutto si svolse tranquillamente durante il pranzo, ma l’aria era già abbastanza pesante. Lo capii dal fatto che le lucine dell’albero di Natale a un certo momento si accesero, senza che nessuno ci avesse messo mano.
All’angolo del salotto c’era, come adesso, la televisione, un Telefunken che era stato acquistato a rate poche settimane prima. Era costato centosettantamila lire. Dal momento dell’acquisto l’apparecchio veniva spento solo la notte. Il telegiornale parlava di una manifestazione degli operai durante la quale la Polizia era intervenuta con il manganello.
Amerigo alla vista di quelle immagini disse, a mezza voce: “Accidenti a quelle che sono andate di fori!” Il nonno non ci vide più e si mise a urlare: “Dopo il 25 aprile ancora parlate, brutti bastardi!”
Amerigo a quel punto si alzò, raccolse le sue cose e se n’è andò sbattendo la porta. Da allora non ce n’è più traccia; non credo che lo rivedremo. Da quel momento l’atmosfera si calmò e il Natale si concluse nel migliore dei modi.
Basta, ora mi alzo davvero. Cosa accadrà di nuovo oggi?

2Pranzi di Natale Empty Re: Pranzi di Natale Sab Dic 18, 2021 11:02 pm

Fante Scelto

Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Molto carino, è un bello spaccato di vita di quegli anni, condito con descrizioni colorite e tutto filtrato dall'occhio (abbastanza) realistico di un bambino.
Ci rivedo alcune delle cose che capitavano ai Natali nella mia famiglia, sia paterna che materna, di quando ero piccolo, anche se i dissapori non finivano a bottigliate o brodate nella camicia, ma anzi, io i dissapori neanche li coglievo.
Per me gli adulti facevano solo un gran chiasso nel parlare di politica o di lavoro (perché per me gli adulti parlavano solo di quello!) e quindi era tutto normale.

Tornando alla tua storia, ha solo il difetto che non succede molto, cioè è una sorta di flashback sugli anni passati in attesa di quello odierno, che non si concretizza, rimane una suggestione.
Lo stile di scrittura è adeguato, mi è piaciuto: rende giustizia alla storia narrata, è vivace, si fa leggere con piacere.

3Pranzi di Natale Empty Re: Pranzi di Natale Dom Dic 19, 2021 11:42 am

gipoviani


Padawan
Padawan

Lettura godibile. Io forse alleggerirei il racconto e lo asciugherei. Ma non è forse questo il problema più rilevante, a mio modesto avviso.
Il limite principale è un tono eccessivamente cronachistico. Come quei diari che sono un elenco di cose fatte. Una fortuna se fossimo degli storici interessati a come "passavano il natale gli antichi".
Ma qui non facciamo né la  storia né storia, ma tentiamo di fare un po' di letteratura leggera.
E per questo ci vuole più empatia, ci vuole un narratore che abbia simpatie e antipatie, che sia partigiano.
Insomma il racconto pur ben scritto e piacevole, a parte forse la pedanteria di alcune parti, come il menù, ha il limite principale di apparire troppo freddo.
Noto con molto piacere che si parla tanto di Siena, la mia città adottiva.
Dico questo benché io odi il buristo.

4Pranzi di Natale Empty Re: Pranzi di Natale Dom Dic 19, 2021 12:47 pm

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Il racconto è scritto bene ed è anche suggestivo nel suo rimembrare un'Italia che non esiste più.
Il suo riportarci indietro nel tempo, farci viaggiare con la memoria penso sia il pregio maggiore. E non è poco. Anche lo stile adattato al pensiero di un ragazzino di dieci anni è centrato, forse solo in un paio di occasioni usi dei termini forse un pò fuori dalla portata del narratore, però io il registro e la voce li ho trovati realistici.
Gli episodi raccontati sono gustosi, ma gli appunti che ti fanno Fante e Gipo sono gli stessi che ho avvertito io a fine lettura.
Sì, ci sono questi siparietti gustosi, però alla fine la storia dov'è? Succede poco. Il tutto si riduce a un collage di fatti avvenuti nel corso degli anni. Sembra di trovarsi di fronte a pagine di diario o a stralci di cronache tutte troppo raccontate, non dico impersonali, perché noi le vediamo attraverso il filtro degli occhi del bambino e ci arriva in un certo modo la sua percezione che poi un secondo dopo noi elaboriamo. Però si avverte una nota di distacco, di qualcosa che è successo nel passato e fa parte del passato e che quindi non riusciamo a vivere pienamente immergendoci in quel contesto. 
Non so come spiegare, mentre leggiamo noi non siamo lì, non siamo immersi in quel luogo e in quel tempo, la nostra mente è sveglia e ci dice che stiamo leggendo qualcosa di gustoso avvenuto in quel determinato luogo e in quel determinato tempo. Appunto leggiamo una cronaca.
Spero di essermi spiegato e di non essere stato troppo machiavellico nel mio giudizio.
Comunque reputo la provo decisamente buona.

5Pranzi di Natale Empty Re: Pranzi di Natale Mar Dic 21, 2021 6:10 pm

Antonio Borghesi

Antonio Borghesi
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

la pasta a brodo (la pasta in brodo) è l'unico lapsus trovato in questo tuo racconto che mi ha riportato veramente ai miei tempi. C'è veramente tutto e incredibilmente anche la storia di due libretti di risparmio è nella mia vita così come la passeggiata dei due bambini sotto il tavolo. Credo tu sia uno chef per come hai descritto tutte le portate (vere) natalizie di quei tempi. Si usciva dalla guerra e si tendeva a esagerare. Ottimo stile e ottimo racconto. Bravo.

6Pranzi di Natale Empty Re: Pranzi di Natale Mar Dic 21, 2021 6:27 pm

Arianna 2016

Arianna 2016
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Racconto piacevole e simpatico, scritto in modo fluido e corretto. Una lettura che scivola via dall’inizio alla fine senza difficoltà e senza stancare.
La parte iniziale sul silenzio è suggestiva.
Per tutte le prime righe ho pensato che fosse scritto dal punto di vista di un adulto che ricordava il suo passato, invece poi ho capito che la voce narrante è quella di un ragazzino. L’immedesimazione non è quindi perfettamente riuscita: il linguaggio è troppo “da adulto”.
Comprendo però la tua scelta, per rendere la narrazione più vivace e fresca, risultato che in effetti hai ottenuto.
Mi hai fatto venire una fame…

7Pranzi di Natale Empty Re: Pranzi di Natale Mar Dic 21, 2021 7:04 pm

Mac

Mac
Padawan
Padawan

Una sequela infinita di nomi e cibi. Sinceramente un po’ troppo, alla lunga diventa noioso. Eri partito bene, l’atmosfera di un Natale negli anni cinquanta era una bella idea, poi hai voluto spiegare troppe cose invece di concentrarti solo su alcune. Anche il finale mi ha lasciato perplessa. Potevi curarlo meglio, scegliere un Natale è concentrarti su quello.
Ti segnalo:

Quello della neve ha un suono particolare e più che ne viene, maggiore è il silenzio. = e più che ne viene suona malissimo


Mancano virgole e ci sono molte ripetiIoni soprattutto della parola NEVE.

8Pranzi di Natale Empty Re: Pranzi di Natale Mer Dic 22, 2021 9:51 am

Nellone


Younglings
Younglings

Bella rassegna di tradizioni natalizie: sembra il racconto di un nonno ai nipoti sulla sua infanzia (proprio per questo, forse stona il fatto che sia stato scritto al presente). I particolari sono molto vivi e caratteristici, visti correttamente con gli occhi di un bambino. Non succede molto, è vero, ma non è detto che un racconto debba necessariamente narrare di cose mirabolanti, talvolta il caldo e accorato ricordo di storie di vita quotidiana racconta ancora meglio cos’è davvero il Natale. Nel complesso davvero una buona prova, una delle migliori fra quelle lette fino ad ora.

9Pranzi di Natale Empty Re: Pranzi di Natale Sab Dic 25, 2021 9:56 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Per questo racconto suddivido le mie riflessioni in due parti.
La scrittura: è un buon racconto, a tratti umoristico, leggero, racconti moltissime cose e per ognuno dei siparietti il lessico utilizzato è adatto alla situazione. C’è qualche refuso, ma niente di importante. atmosfera nataliza a gogo.

Il contenuto: è un bell’insieme di situazioni, tante, forse troppe, simpatiche, ma alla fine mi sono annoiata, molto sinceramente: di fatto non succede niente di troppo particolare, soprattutto niente che riguardi l’io narrante in modo sostanziale.
Questo racconto, come dice @Byron.Rn, pare più una semplice cronistoria, dove dici tanto ma una storia - che mi aspettavo da un racconto - non è arrivata.
Per rispetto della Penna non ho saltano nulla, neanche l’elenco dei piatti che in questo contesto, se da un lato dimostra conoscenza della cucina locale, dall’altro pare quasi un escamotage per allungare il racconto. Globalmente, sembrerebbe una sorta di “Giornalino di Gian burrasca” scritto da un adulto che vuole imitare la narrazione di un bambino o ragazzino, ma inevitabilmente inserisce le riflessioni, il modo di parlare, o i pensieri di un grande, allungando troppo i singoli pezzi. Mi spiego: i rapporti tra parenti (serpenti) un bambino di dieci anni li racconterebbe come semplici litigate, ma qui entra nelle dinamiche famigliari descrivendole troppo dettagliatamente per essere credibilmente narrate da un decenne: di fatto lascia trasparire ragionamenti da adulto, mascherate dal dichiarare di non capire certe cose (tipo il matrimonio affrettato).


______________________________________________________
"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

10Pranzi di Natale Empty Re: Pranzi di Natale Sab Dic 25, 2021 10:32 pm

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Dico subito quello che non mi è piaciuto: il menù. Gli spiedini di salsiccia e uccellini, il brodo di pollo arricchito con le interiora. Ma esisteva  davvero qualche essere umano che si alimentava in quel modo? Io avrei preferito la morte per fame. Dico seriamente.
Quello che mi è piaciuto: l'atmosfera di quei tempi che hai fedelmente ricostruito compresa l'immersione sotto il tavolo a caccia di cosce ben tornite. Quelle sono cose che non accadranno più, gli adolescenti ora si consumano i polpastrelli sul cellulare, nemmeno ci pensano a guardare le gambe delle donne, e non perché sono diventati più innocenti. Sono solo stupiditi (rincoglioniti) dai tempi.
Confermo che l'enciclopedia Motta esisteva davvero.
Parola di ex venditore di enciclopedie. Porta a porta.
Bravissimo.

11Pranzi di Natale Empty Re: Pranzi di Natale Dom Dic 26, 2021 10:35 am

Valentina

Valentina
Younglings
Younglings

Ciao autore, trovo che l'idea di quello che hai scritto sia buona. Leggendo il titolo inizialmente ho pensato fosse poco originale, ma dopo aver letto quello che hai scritto ci ho ripensato.
Ho trovato molto simpatica l'analogia tra gli animali aggressivi dell'enciclopedia e i parenti a Natale che litigano. Succeduta poi dal racconto di un Natale passato in cui una lite ha passato certi limiti.
E molto simpatica anche la parte del "viaggio" sotto il tavolo con Paolino per sbirciare le cosce delle donne, con la scoperta di Maurizio che ha la mano sia coscia di Agnese e non di Annalisa, che poi si vendica.
Ci sono delle belle idee di scenette divertenti da far ricadere su questa famiglia numerosa, sicuramente se revisionassi un po' il racconto sarebbe più funzionale, perché tra i troppi nomi di parenti presentati e i troppi aneddoti riferiti a loro, si fa fatica a stare dietro alla storia. Ho fatto fatica a non farmi tentare da scorrere il racconto e saltare certe parti, ecco.
Il mio consiglio è, se vuoi mantenere un racconto breve di questo tipo, di sfoltire le vicende, magari sceglierne solo una, arricchendola e descrivendo meglio i personaggi per farli conoscere al lettore e lasciarli impressi nella mente.
Oppure se non si volesse rinunciare ai vari episodi descritti, lo allungherei di molto, ma servirebbe una buona tecnica per non far perdere di interesse.

Un altro consiglio è di eliminare o almeno ridurre al minimo la parte in cui elenchi il menù.

Errori non ne ho trovati, se non all'inizio "Fino da piccolo" a cui sta meglio "Fin da piccolo" e anche la scrittura non è male, ma le vicende mandano in confusione e non fanno godere della lettura, aspirando presto alla sua conclusione.

12Pranzi di Natale Empty Re: Pranzi di Natale Dom Dic 26, 2021 5:03 pm

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Un racconto dal sapore antico. A tratti mi è sembrato di leggere il giornalino di Gian Burrasca (mitico!) sessant’anni dopo. Cioè un racconto scritto dal Gian Burrasca cresciuto, un diario compilato da un adulto che cerca di ripescare nella memoria ricordi del bambino che fu.
C’è una vena nostalgica che attraversa la narrazione, non mancano momenti di garbata comicità e ironia. La scrittura è pulita e lineare. Un buon racconto di Natale.

13Pranzi di Natale Empty Re: Pranzi di Natale Lun Dic 27, 2021 8:42 pm

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

mah, sono indeciso.
la storia è solo raccontata e questo non mi piace molto, appiattisce tutto quanto.
di contro ci sono delle belle descrizioni di un mondo che non esiste più e quindi la storia diviene nostalgica.
non mancano momenti di ironia e comicità involontaria, ma nel complesso il tutto non prende il volo.
buona la scrittura e la stesura.
in conclusione, un racconto discreto che ha però potenzialità notevoli tramite una buona revisione.


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L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

Pranzi di Natale Namaste

Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

14Pranzi di Natale Empty Re: Pranzi di Natale Gio Dic 30, 2021 3:16 pm

Danilo Nucci

Danilo Nucci
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Più che una storia è una serie di flash sulla vita nella società italiana nel decennio successivo alla fine della guerra, quando il boom non era ancora “scoppiato”.
Con qualche modifica di lessico e stile forse poteva essere adatto alla sezione ragazzi, anche se non molto piccoli.
È una mia impressione o ci sono tracce di esperienze personali?

15Pranzi di Natale Empty Re: Pranzi di Natale Gio Dic 30, 2021 5:00 pm

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ciao Autore,
gran bella idea quella di riportare il ricordo dei pranzi di Natale in famiglia: credo che un pò tutti hanno rivissuto nelle tue parole scene di quei pantagruelici pranzi (magari qualcuno li fa ancora...).
La scrittura è ben gestita e corretta e la parte iniziale è davvero una grande prova di abilità.
Poi però accade qualcosa, o meglio, non accade: il racconto sembra girare su se stesso senza trovare una propria direzione e infatti, pur davanti a una bellissima tavola imbandita, mi sono ritrovata a "bocca asciutta" come si dice dalle mie parti, senza quel guizzo cioè che mi facesse innamorare di qualcosa nel tuo testo.
Tutto ben descritto e catalogato, ma senza particolari intenzioni o emozioni da dare al lettore: a un certo punto il testo diventa anche un pò noioso, ed è un peccato perchè c'è tanta bravura dietro le parole, manca solo un pò di anima per far breccia nel cuore del lettore.

16Pranzi di Natale Empty Re: Pranzi di Natale Ven Dic 31, 2021 6:14 pm

FedericoChiesa

FedericoChiesa
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Piacevole ricordare le atmosfere di altri tempi, però qui mi è sembrato spesso troppo didascalico: l’enciclopedia Motta, il duplex, completo di tutta la descrizione di cosa fosse, la cucina economica, il Meccano.
Il trabiccolo scaldasonno si chiamava “prete” o “fratino”; forse avresti dovuto chiamarlo col suo nome.
Certo, sono “attrezzi” di quei tempi, ma sono elencati, con tanto di spiegazione.
Lo stesso si ripete nella descrizione del menù, indicando ogni piatto come è preparato, quali sono gli ingredienti.
Ci sono aneddoti, liti tra parenti, anche divertenti, il Crociani, l’immersione sotto al tavolo, ma manca una vera trama.
Scusa, ma alla fine non mi ha convinto.

17Pranzi di Natale Empty Re: Pranzi di Natale Lun Gen 03, 2022 1:59 pm

CharAznable

CharAznable
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Comincio col dirti che mi è piaciuta molto l'atmosfera, ben calata nel periodo e nella situazione. Vissuta. Purtroppo il resto è una sequenza di pietanze, nomi e flashback in cui il lettore rischa di perdersi. Forse se avessi sviluppato una sola di queste vicende, dedicandole l'intero racconto, il risultato sarebbe stato notevolmente più apprezzato.
Complimenti
Grazie.


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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.

18Pranzi di Natale Empty Commento Lun Gen 03, 2022 4:42 pm

Marcog

Marcog
Padawan
Padawan

Bellissimo viaggio nella tradizione del Natale narrato con gli occhi di un ragazzino . Il racconto è ironico e pieno di dettagli, scritto con molto gusto e con una tale facilità che sembra terminare solo per mettere un punto. Belle le descrizioni dei personaggi. Ad onor del vero non tutte le cose narrate sembrano adeguate all'età del ragazzino, ma non mi hanno infastidito più di tanto. Qualche descrizione un pò lunga per un fast reading, ma nulla di esagerato. Mi è piaciuto molto, brav* e grazie!

19Pranzi di Natale Empty Re: Pranzi di Natale Lun Gen 03, 2022 5:27 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Non ho ancora finito di leggere i racconti della sezione adulti ma finora questo tuo racconto è quello che centra più di tutti, a mio parere, il paletto dell'ambientazione natalizia.
In aggiunta ci metto la scrittura molto buona, il brano è scorrevole e facile da leggere, non ho praticamente trovato refusi e questo è davvero tantissimo.
Bellissima la scena dei ragazzini che vanno sotto il tavolo, condivido pienamente quanto scrive Tommy sul fatto che oggi, i ragazzi di quell'età, rimbambiti dai cellulari non potrebbero mai godersi un momento come quello che ci hai descritto.
Evidenzio anche questa frase che mi è piaciuta tantissimo:
ma esegue ugualmente il suo compito con un’espressione schifata sul volto che sembra annunciare un attacco di vomito. Proprio come me con il latino.
la chiusa sul latino è spettacolare!

In tanta positività (quasi sicuramente sei nella mia decina) ti segnalo solo che forse hai un po' esagerato nella descrizione delle vivande e che la conclusione del racconto non è all'altezza di quanto l'ha preceduta.
Ma sono dettagli.


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Pranzi di Natale Badge-3

20Pranzi di Natale Empty Re: Pranzi di Natale Mer Gen 05, 2022 11:10 pm

SisypheMalheureux

SisypheMalheureux
Padawan
Padawan

Sono un po' in difficoltà a commentare questo racconto. A me sinceramente non ha convinto molto. La scrittura è buona però, sarà forse per il gran numero di parenti poco caratterizzati, di cui alla fine della lettura nemmeno ricordavo il nome, o forse per i vari fatti che racconti, abbastanza slegati tra loro, sarà per la trama debole... Non ho partecipato veramente al tuo Natale. Sai quando ti trovi in una comitiva di amici che si conoscono da molto tempo, e tu sei un nuovo arrivo? A un certo punto uno comincia a ricordare un aneddoto successo anni prima, con personaggi che gli altri conoscono e tu no, loro hanno vissuto quell'episodio,lo ricordano a loro volta e aggiungono dettagli, ridono, partecipano... Tu invece rimani distaccato, freddo, perché non sai bene di cosa né di chi stiano parlando. Ecco, a me col tuo racconto è successa un po' la stessa cosa. A pensarci bene potrebbe essere anche una questione di età anagrafica, certe atmosfere non le ho vissute quindi con me l'effetto nostalgia non ha avuto presa. Mi spiace, spero di rileggerti presto.


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"Stirpe miserabile ed effimera, figlio del caso e della pena, perché mi costringi a dirti ciò che per te è vantaggiosissimo non sentire? 
Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è morire presto."

21Pranzi di Natale Empty Re: Pranzi di Natale Sab Gen 08, 2022 12:42 pm

vivonic

vivonic
Admin
Admin

Ciao, Autore. Io e Tom a digiuno, sappilo. Il menu mi ha veramente disgustato abbastanza... 
Ma veniamo a noi. Ci sono troppe sequenze, troppe davvero. Io lo avrei visto molto meglio nella sezione ragazzi, con poche accortezze. 
Mi sembra più una sfilza di ricordi personali che un racconto vero e proprio; per questo, forse era meglio che il narratore non fosse un bambino allora, ma un anziano adesso. Secondo me, data l'innegabile autobiografia che trapela, sarebbe stato più efficace.
Al netto di qualche caduta, la scrittura è molto buona e l'ambientazione natalizia è carica di significato, tanto da riportarmi in mente la Ballata per quattro stagioni dell'indimenticato Ivan.
I tuoi personaggi sono credibili, anche se non tanto per caratterizzazione tua, quanto per essenza loro. Il bonus di attingere dalla vita vera...
In conclusione, seppure la tua trama non sia proprio avvincente e al netto delle segnalazioni fatte, ritengo che il tuo sia un buon racconto. Ma avrebbe potuto essere eccellente...


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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.

22Pranzi di Natale Empty Re: Pranzi di Natale Dom Gen 09, 2022 3:54 pm

digitoergosum

digitoergosum
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ciao Penna. Non so dirti se nel tuo racconto ci siano molti refusi. Mi sono incagliato subito nelle prime cinque righe. "Fino da piccolo ho sempre pensato che un Natale senza neve non fosse un vero Natale." Fino suona male, e se il tuo protagonista ha sempre pensato (e pensa ancora) che senza neve non esiste Natale, allora quel "fosse" andrebbe corretto con "sia". Proseguendo, parli del silenzio della neve che ha un suono particolare, e o è un suono o è un silenzio. E la parola "silenzio" viene ripetuta tre volte in due righe. E allora mi sono detto che no, se andavo a leggere tutto con questo atteggiamento non sarei più arrivato in fondo. Per questo ho smesso di segnare appunti e ho provato a vivere il tuo lavoro. Ho trovato di sfuggita alcune ripetizioni (colpa del vino, storditi dal vino) che potevi forse evitare. Lo stile mi è parso interessante e credibile, anche se alcune parole che hai messo in bocca al tuo personaggio bambino erano un po' troppo adulte. A un certo punto ho sentito come un richiamo a "La meglio gioventù" di Giordana, film che amo. E in effetti, penso proprio che calandoci nella realtà di un bambino tre o quattro natali siano veramente una epopea famigliare. Certamente un bambino non capisce cosa sia il terrorismo, cosa sia stato il boom economico, come sia cambiata la società con l'avvento del computer, e per lui il climax epico è nel frangente di pochi anni e negli incidenti del ristretto mondo in cui ha vissuto fino a quel momento. A me quel pranzo piacerebbe tantissimo assaggiarlo. Anche quello spiedo che ricorda molto quello Bresciano, uguale sostituendo il pane con la patata, compreso il recupero del burro da sotto per continuare a irrorare la carne. Insomma, penso che questo sia il mio commento più lungo, probabilmente perché mi è piaciuto e ho scelto di dilungarmi un pò di più. Grazie e a rileggerti.

23Pranzi di Natale Empty Re: Pranzi di Natale Dom Gen 09, 2022 6:22 pm

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao
Una finestra che guarda al Natale con gli occhi di un ragazzino.
Un bel tuffo nel passato. Incredibile come certi ricordi rimangano indelebili. 
L’atmosfera, le portate descritte in modo così particolareggiato,(che buone tutte quelle verdura e poi i dolci, la carne, veramente troppa, non la mangio!) i parenti dai caratteri coloriti. 
Una volta si raccontavano con disinvoltura "le storie" dei grandi e tutti, compresi i bambini, venivano messi al corrente.
Hai creato un’atmosfera vera, perché i personaggi sono credibili.
molto brav* ottima prova!

24Pranzi di Natale Empty Re: Pranzi di Natale Dom Gen 09, 2022 10:19 pm

alessandro parolini


Viandante
Viandante

Caro autore un racconto descrittivo che si lascia leggere, però senza particolare trasporto o entusiasmo. Molti dettagli e forse in questi ci si perde. Personalmente non ho colto il messaggio che si voleva trasmettere, se non quello di raccontare semplicemente come si sono svolti i giorni di Natale del protagonista. Scritto bene con solo pochi refusi, ma purtroppo non è riuscito a coinvolgermi particolarmente per originalità e tensione. Comunque considerato lo stile sono sicuro potranno uscire dalla stessa penna racconti più interessanti.

25Pranzi di Natale Empty Re: Pranzi di Natale Lun Gen 10, 2022 5:08 pm

Asbottino

Asbottino
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ecco, questo racconto è il contrario di quello che ho letto poco fa.
Là il Natale non c'era, qui invece c'è troppo. Non dico da diventare indigesto come il pranzo descritto (a proposito, da carnivoro che sono a me è venuta davvero fame), ma il problema è che c'è solo quello. Mi spiego: il protagonista è il Natale. E non è il protagonista di una storia ma più un contenitore di ricordi. Ricordi perfettamente descritti, tanto da diventare con facilità delle scene di una vividezza quasi plastica, dei presepi viventi, ma pur sempre ricordi, legati tra loro solo dal fatto di essere ambientati lo stesso giorno.
Ed è un po' un peccato, perché è scritto davvero bene, con un'accuratezza (di nuovo la successione delle portate del pranzo è l'esempio più vivido) che trasporta il lettore sul posto, in mezzo a portate e commensali, come un bambino che sotto il tavolo spia le gambe delle donne, e quasi spiace che non ci sia di più, una storia con una sua valenza, che si nutra del Natale e che lo nutra, un mutuo scambio da cui entrambi possano uscire vincitori.
Detto questo resta estremamente riuscito come contenitore di ricordi, anche senza una storia che vada oltre, e molto godibile da leggere.


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