La domenica sera d’inizio autunno, a diciassette anni soprattutto, porta con sé tutta la malinconia per l’anno scolastico che sta iniziando, per l’estate appena trascorsa. È quasi un obbligo bere qualcosa se gli amici ti portano a Bologna. Che poi, domenica sera non lo è più: meglio dire che è lunedì mattina presto.
Fa freddo per essere settembre, ma preferisco fare due passi prima di rincasare.
Poi il resto non so. Non so perché gli agenti mi ammanettino, mi urlino addosso, mi trascinino per strada, mi spezzino i manganelli sulla schiena.
Mi dicono di non opporre resistenza, ma io stavo solo gridando la mia adolescenza al mondo.