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1Echi di Natale Empty Echi di Natale Gio Dic 16, 2021 10:52 am

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“Chi avrebbe mai immaginato che il capo degli zampognari fosse il cugino di Don Tonino Mezzosgarro”, così chiamato perché mezzo sgarro gli era bastato per dare fuoco a una casetta di contadini, quando non aveva nemmeno sedici anni? Quella scoperta avrebbe cambiato la vita del ragionier Barducci, per sempre. Ma andiamo per gradi.

Premettiamo che il ragionier Barducci non aveva mai sopportato gli zampognari. Non li sopportava già da piccolo, impaurito che lo rapissero infilandoselo sotto quegli enormi giacconi di pelliccia ovina, sudati fradici giacché a Ronciglietto Lido c’erano almeno ventidue gradi pure all’Immacolata. Il disturbo crebbe col tempo, di pari passo con la statura e il suo cinismo sociale: “perché tanto spreco di tempo per una fandonia del genere, per quella stupidaggine che è il Natale?” Avessero almeno avuto profitto; invece no, lo facevano per beneficienza, col sorriso sulle labbra e chiedendo a stento una monetina. “Ma non possono fare come faccio io, qualcosa di più lucrativo, al posto di conciarsi per tutto dicembre manco fosse Carnevale?” Capiva ancor meno come facessero a riscuotere tanto successo tra il popolino, reo di apprezzare ammirato quei macabri otri di capretto che recavano ancora ben impresse, come stimmate, le forme delle zampine della bestiola immolata: un vero affronto per i vegetariani convinti come lui.

La tensione raggiunse l’apice proprio quell’anno. Se li trovò sotto casa alle nove e mezza di sera, già spaparanzato sul divano, con la copertina fino al mento e il suo bel soriano ad intiepidirgli il pancino, ché per economia condominiale il riscaldamento languiva ancora. Proprio mentre iniziarono a suonare, la Juve si fece segnare dal Galatasaray, con un rigore inventato che nemmeno il VAR era riuscito a togliere. Portavano male, senza dubbio. Oltre alla solita zampogna, c’era pure un altro scocciatore con uno strumentino infernale, una specie di pifferetto stretto stretto, dal timbro fastidiosissimo. Gli rimbombava nelle orecchie, non ce la faceva più; il mefitico suono fece persino scappare il gatto che, rifugiatosi sotto la poltrona, gli lasciò scoperto lo stomaco che si ribellò ben presto del novello freschetto riproponendogli la peperonata della cena. Era troppo, davvero troppo! Si precipitò così sul balcone e lanciò ai due un paio di monetine, giusto per allontanarli; invece si offesero pure, inscenando una sonora pantomima che gli fece perdere la faccia davanti agli altri condomini:

«Ragioniere, noi ci serve la vostra carità. Lo facciamo per piacere, non per soldi. Siamo persone rispettabili, non straccioni; se non apprezzate queste cose significa che non ci avete un cuore, nemmeno a Natale».

Ad essere precisi, ricordiamo che neppure il Natale andava troppo a genio al ragioniere, costretto com’era, per l’occasione, a tuffarsi nel traffico della Ionica per raggiungere la sorella a Sibari, invitato tutti gli anni per creanza, essendo l’unica parente. Sul cancellone della casetta di campagna lo accoglievano le due pestifere nipotine gemelle che, nonostante avessero ormai le zinne più grosse della madre, agghindate con maglioncino ai ferri rosso e gonnella a balze beige, gli recitavano sempre la stessa poesiola, ostentando un sorrisetto finto quanto un ciarlatano ambulante, con il solo intento di depredare lo zio, in quell’unica visita annuale, di quante più banconote possibili. La giornata proseguiva con il pranzo, dove il forzato ospite non sapeva controbattere alle profferte della sorella che, sempre con lo stesso sorriso stampato delle figlie, gli riempiva puntualmente il piatto di fritti, frittini e frittelle così intrisi d’olio da poter rifornire una petroliera. Negli anni si era persino arreso nel chiedere pietà, ché tanto la comare non l’aveva né lo avrebbe mai assecondato nel bloccare quell’eccesso calorico. Arrivava così a stento al tramonto quando, alzatosi per una passeggiatina nel giardinetto della casupola, veniva puntualmente raggiunto da quel fallito del cognato con la scusa “sono cose da uomini, non sta bene parlarne con le donne”; gli proponeva ogni volta di diventare socio in affari: aveva sempre l’idea giusta per far svoltare entrambi, nonostante sapesse a malapena contare fino a cento e tenere in mano una ramazza. Le idee erano sempre le più strampalate, dal commercio in Australia del peperoncino coltivato in giardino, alla costruzione di una diga personale per l’irrigazione del suddetto giardino, all’apertura di una fornace per la fabbricazione dei mattoni da utilizzare per la costruzione della suddetta diga per l’irrigazione del suddetto giardino per la produzione dei suddetti peperoncini. Che nemmeno erano piccanti, per inciso: parevano più dei cruschi che vere bombette calabresi. Atterrito e avvilito dalla concentrazione di tanta rustica ignoranza nell’arco di qualche ora, la Vigilia di Natale era per il ragioniere tensione pura, peggio di quando aspettava trepidante i risultati dell’esame per l’iscrizione all’albo; ma i suoi piano erano diversi, quell’anno.

Pianificò infatti minuziosamente la rivincita sugli zampognari, da consumarsi giusto prima della Messa di mezzanotte davanti alla chiesa di San Rocco. Odiando in modo dogmatico i buchi nell’acqua e lo spreco di tempo, voleva essere certo di trovarli nel piano svolgimento delle loro funzioni e così attese pazientemente per quasi due settimane. Partì da casa già armato di un piccolo punteruolo, facilmente celabile in una tasca. Saranno state le undici e mezzo, forse qualcosa di più, e davanti alla chiesa, al centro di un semicerchio di bambini con annessi genitori, plaudenti e felici, i suoni disarmonici dei due appestavano l’aria di note stonate e timbri irritanti, talché già in Corso Garibaldi il ragioniere fu sul punto di turarsi le orecchie. Si diresse rapido verso i mediocri musicisti abusivi, con il bavero del giaccone in ecopelle alzato fin quasi alle orecchie. Si insinuò schivo fra le famigliole, affrontando direttamente quello più grosso; questo lo riconobbe ma non serbava rancore per quanto avvenuto giorni addietro.

Il volto disteso, mentre soffiava tranquillo nello strumento, quasi fosse la cosa più naturale del mondo, invitava al perdono, alla riconciliazione. In fondo, era Natale per tutti. Quando fu a meno di un metro di distanza, il ragioniere sporse appena la punta del punteruolo dal giaccone, senza dare nell’occhio, e si avvicinò ancor di più al bamboccione davanti a lui, manco volesse abbracciarlo.

Zac, tutto era compiuto. La zampogna si sgonfiò in un attimo lasciando il suonatore allibito, tanto quanto il suo compare con il flautino che, senza accompagnamento, si accorgeva solo allora di quanto fosse sgraziato il suono del suo primitivo strumento. Inutile dire che il ragioniere si dileguò tra la folla, che lo schivava lasciandogli strada libera, nel timore che potesse ferire qualcuno.

Fu così che il ragionier Barducci, proprio alla mattina di Natale, ricevette l’inaspettata visita di Totò Sgozzacani e Calogerino Cannamozza, soprannomi tutt’altro che fantasiosi per indicare una certa vicinanza artistica e culturale con Don Tonino Mezzosgarro. Non fece nemmeno resistenza quando bussarono alla porta, convinto che si trattasse di uno sbaglio. Fecero ancora meno fatica i due sgherri a sollevarlo di peso, bendargli gli occhi e caricarlo su una vecchia 206 grigia.

«Dove lo portiamo, direttamente da Don Tonino, o prima ci fermiamo e ci divertiamo un po’?»

Al solo pronunciare la parola divertimento l’intestino del ragioniere si contorse a tal punto da emettere una serie sconsiderata di peti che, complice la fagiolata maldigerita della sera prima, tanto appestarono l’abitacolo dell’utilitaria da renderlo irrespirabile, costringendo così i due galantuomini ad abbassare i finestrini nonostante gli si gelassero le orecchie, quasi.

«No, per carità, portiamolo subito da Don Tonino. Questo minchione si sente un signore ma fete quanto un maiale! E poi oggi le ricevitorie sono chiuse, è Natale!»

Il ragioniere, dai finestrini abbassati, riusciva chiaramente a percepire il placido sciabordio delle onde sulla spiaggia. Erano certamente sul lungomare, davanti agli occhi di tutti, quasi fosse la cosa più naturale del mondo portare un uomo bendato sul sedile posteriore, manco stessero giocando a mosca cieca. Il suono si fece sempre più flebile, cambiando tonalità: ora udiva solo l’eco di impetuosi flutti che si infrangevano su alte rocce roboanti. Anche l’andatura della 206 si fece più movimentata, con brevi e frequenti curve a destra e sinistra e il motore che arrancava pure per tenere quella moderata andatura. Probabilmente stavano salendo dalle parti di Capo Rizzitello: lo avrebbero certamente buttato dalla scogliera, per ammazzarlo e occultare il cadavere con un unico sforzo. Al solo pensiero del suo cranio sfracellato su uno spuntone e delle sue membra come merenda per i pescecani, tanto peggiorò la fragranza delle sue emissioni intestinali da indurre i due sgherri a pensare che da aeriformi si fossero tramutate in liquide: da allora il ragioniere fu semplicemente nominato “cacasotto”.

Ad auto ferma, tolta la benda, il fatto di trovarsi nel giardino di una bella villa, curata e piena di vasi di fiori, rincuorò giusto un attimo il Barducci, fin quando i suoi occhi rinati incrociarono una malconcia porta a listelli di legno spalancata, che dava su una ripida scala tanto profonda da non vedersi il fondo. Sulle prime tentò di opporre resistenza, ma fu nuovamente sollevato di peso dai due energumeni. Scendendo, l’iniziale sentore di muffa si tramutò in un tanfo pestilenziale, da carogna in putrefazione, e fu proprio lì che perse i sensi, sicuro che quelle scale non le avrebbe mai ripercorse sulle proprie gambe.

Appena riavutosi con l’ausilio di uno schiaffone, si trovò davanti Don Tonino in giacca e cravatta, con i soliti occhiali fumè che portava sempre in paese. Si dice che li abbassasse unicamente prima di ammazzare i suoi avversari, per fissarli bene negli occhi e nutrirsi del loro terrore, senza filtri. Appena le dita del boss si avvicinarono all’asticella sull’orecchio destro, il ragioniere, riavutosi per lo spavento, iniziò a prostrarsi a terra e a piagnucolare:

«Don Tonino, vi sbagliate di certo, non ho mai fatto torto a nessuno, né a voi né alla vostra famiglia!»

Il Mezzosgarro lo guardò con sdegno e schifo, come una donnetta prima di spiaccicare una blatta appena uscita dall’insalata:

«Ma come ti permetti, cacasotto, mai mi sono sbagliato in vita mia! Se sei qui un motivo c’è, l’hanno visto tutti in paese!»

Si sedette quindi su una specie di seggiolone di velluto antico, regale scranno dal quale impartiva gli ordini ai suoi sudditi:

«Giusto ieri sera facesti offesa a Carmine, mio cugino. Fa lo zampognaro, ti ricordi? Tu c’hai rotto la pelle dello strumento. Ora, per lavare l’offesa, io devo rompere la tua, di pelle!»

Intanto i due galantuomini al suo fianco avevano estratto due punteruoli in tutto e per tutto simili all’arma usata la sera prima dal Barducci. Il ragioniere cercò di difendersi appallottolandosi, buttandosi a terra in posizione fetale, a uovo e si sentì strappare il giaccone di ecopelle dalle maniche. Cercò di trattenerlo, ma i nerboruti fisici dei due sgherri gli diedero ben poche chance di vittoria. Uno “zac, zac”, uno squarcio, rimbombò sibilante nell’antro sotterraneo. Il Barducci non percepiva alcun dolore: tanto era stordito dall’accaduto che si sentiva quasi anestetizzato. Appena i gaglioffi allentarono la presa, il ragioniere si rimise in piedi e si palpò dappertutto in cerca di buchi o ferite; tuttavia le sue mani non erano lordate di sangue. Alzò lo sguardo e vide il signor Sgozzacani con in mano il suo giaccone sbrindellato. Don Tonino lo apostrofò:

«Adesso siamo pari, tu rompesti la pelle della zampogna di mio cugino e ora io rompo la pelle della tua giacca”. Scrutò il ragioniere ancora per un attimo, immaginando la sua incredulità nell’essere uscito incolume dalla colluttazione: “Ma che pensavi, che ti ammazzavo proprio il giorno di Natale? Siamo galantuomini, noi: come posso sozzare queste mani che fra poco abbracceranno i miei figli?” Figli che, per inciso, vedevano ormai più spesso il secondino e l’avvocato che loro padre. “E per chi poi? Per quello scimunito di Carmine? Mai uno bisnéss ci andò bene in vita sua e così si è ridotto a suonare la zampogna. Per fortuna che c’è la famiglia che provvede a lui! Adesso vai, va: è Natale pure per te!»

Aggiunse quindi il Cannamozza:

«E con i migliori auguri di Don Tonino!»

Tanto fu il terrore che questa teatrale esclamazione fosse il preludio di una scarica di Kalashnikov, da indurre il ragioniere a precipitarsi a rotta di collo verso la scala, che lasciava trapelare una leggera chiazza di luce solare. Dopo una decina di gradini, quando giudicò di essere fuori tiro dalla traiettoria di eventuali proiettili, si fermò e si tastò di nuovo ovunque, quasi incredulo di avere solo la giacca un po’ sbrindellata. Al cospetto dell’azzurra volta a coronamento della salita, il Barducci percorse quindi l’ultimo tratto della scalinata con una levità tale da parergli ancora in discesa.

Appena fuori fu bombardato da una gragnuola di messaggi WhatsApp, che evidentemente non erano riusciti a penetrare i dieci metri di dura roccia a protezione della caverna. Erano tutti della sorella, in sequenza:

- Siamo un po’ indietro con i preparativi, potresti arrivare verso le tredici? –

- Miranda e Iolanda non stanno bene, mi sa che se ne staranno in camera loro –

- Le gemelle sono al pronto soccorso, ma niente di grave, magari ci liberiamo per cena-

- Oggi è meglio se non vieni, mi dispiace… Auguri comunque! –

La situazione, ben più complessa, era solo parzialmente rappresentata dai messaggi. In realtà la donna, nel preparare il sugo per le polpette, aveva involontariamente scambiato i miti peperoncini autarchici con una poderosa manciata di Habanero originali, gentilmente donati dalla vicina per mostrarle cosa significa una piccantezza da 500000 Unità Scoville. Inutile dire che, appena addentata mezza pallotta per vedere se era cotta, le pestifere gemelle avessero ricevuto pressoché all’unisono un’ustione di terzo grado alle papille gustative, frignando tanto da costringere i genitori a portarle in ospedale e maledicendo di non essere nati tutti quanti a Vipiteno, dove almeno le gare di piccantezza non sono all’ordine del giorno.

La fortuna volle che, oltre a poter saltare il temuto pranzo, poco distante dalla villa di Don Tonino vi fosse una modesta fermata del treno, dalla quale una spetazzante littorina riportò il ragioniere direttamente a Ronciglietto Lido. Il sole caldo che attraversava le tendine, il cielo terso sopra il mare e, non ultima, la compiacenza del controllore che gli abbuonò persino il biglietto (“tanto sono dieci chilometri e oggi è Natale!”) resero la festività del ragioniere più dolce degli stucchevoli canditi di un panettone del cellophane.

Trovò persino aperto il Bistrot degli Artisti, a duecento metri dalla stazione, dove un’insalata con uovo sodo e un vaporoso sufflè agli asparagi gli consentirono di banchettare meglio di un re, oltre che rapidamente. Non vedeva l’ora di rientrare a casa, per una volta con il sole ancora alto, e piazzarsi sul divano con annesso soriano per la replica di qualche film di Lino Banfi e Alvaro Vitali.

A pochi passi dalla cancellata del suo condominio, già avviato verso il tramonto del Natale, gli si avvicinò un attempato spilungone con la barba lunga, un po’ trasandato e con un mantellone usato a mo’ di coperta. Biascicava qualcosa di incomprensibile, ma senza dubbio chiedeva soldi, con la decisa insistenza di chi sapeva benissimo che, per un paio d’ore almeno, nessun cristiano avrebbe potuto dargli corda né denaro. Il tono si fece in breve molto più violento: il barbone mise la mano destra sotto il giaccone con fare alquanto minaccioso; il Barducci provò a scansarsi, ma non fece in tempo.

Prima che il ragioniere riuscisse a dileguarsi, il malintenzionato estrasse un organetto stonatissimo e iniziò a rincorrerlo con una tarantella scomposta, fuori tempo: basta zampognari, da quel giorno avrebbe odiato i suonatori di organetto.

2Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Ven Dic 17, 2021 8:06 pm

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Intanto: muro di parole scoraggiante. Formattazione da rivedere.

Ho qualcosa da segnalare. Anzi, più di qualcosa:

“perché tanto spreco di tempo per una fandonia del genere, per quella stupidaggine che è il Natale?”


All'inizio di un dialogo ci va la maiuscola. Questo Barducci è un novello Ebenezer Scrooge. Sono al secondo racconto e ancora mi ritrovo a citare Christmas Carol. Curioso.


 
"Sul cancellone della casetta di campagna lo accoglievano le due pestifere nipotine gemelle che, nonostante avessero ormai le zinne più grosse della madre, agghindate con maglioncino ai ferri rosso e gonnella a balze beige, gli recitavano sempre la stessa poesiola, ostentando un sorrisetto finto quanto un ciarlatano ambulante, con il solo intento di depredare lo zio, in quell’unica visita annuale, di quante più banconote possibili. La giornata proseguiva con il pranzo, dove il forzato ospite non sapeva controbattere alle profferte della sorella che, sempre con lo stesso sorriso stampato delle figlie, gli riempiva puntualmente il piatto di fritti, frittini e frittelle così intrisi d’olio da poter rifornire una petroliera."


Lunghissimo.



"Sul cancellone della casetta di campagna lo accoglievano le due pestifere nipotine gemelle. che, Nonostante avessero ormai le zinne più grosse della madre, agghindate con il solito maglioncino ai ferri rosso e la stessa gonnella a balze beige, gli recitavano sempre la stessa poesiola, ostentando un sorrisetto finto quanto un ciarlatano ambulante, con il solo intento di depredare lo zio, in quell’unica visita annuale, di quante più banconote possibili. La giornata proseguiva con il pranzo, dove il forzato ospite non sapeva controbattere alle profferte della sorella che, sempre con lo stesso sorriso stampato delle figlie, gli riempiva puntualmente il piatto di fritti, frittini e frittelle così intrisi d’olio da poter rifornire una petroliera."


"il forzato ospite" è bellissimo!






"Negli anni si era persino arreso nel chiedere pietà, ché tanto la comare non l’aveva né lo avrebbe mai assecondato nel bloccare quell’eccesso calorico. Arrivava così a stento al tramonto quando, alzatosi per una passeggiatina nel giardinetto della casupola, veniva puntualmente raggiunto da quel fallito del cognato con la scusa “sono cose da uomini, non sta bene parlarne con le donne”; gli proponeva ogni volta di diventare socio in affari: aveva sempre l’idea giusta per far svoltare entrambi, nonostante sapesse a malapena contare fino a cento e tenere in mano una ramazza."


Anche qui il paragrafo è lungo.


"Negli anni si era persino arreso nel chiedere pietà, ché tanto la comare non l’aveva né lo avrebbe mai assecondato nel bloccare quell’eccesso calorico. Così, arrivava a stento al tramonto quando, alzatosi per una passeggiatina nel giardinetto della casupola, veniva puntualmente raggiunto da quel fallito del cognato. Con la scusa “sono cose da uomini, non sta bene parlarne con le donne”, gli proponeva ogni volta di diventare socio in affari: aveva sempre l’idea giusta per far svoltare entrambi, nonostante sapesse a malapena contare fino a cento e tenere in mano una ramazza."





"Le idee erano sempre le più strampalate, dal commercio in Australia del peperoncino coltivato in giardino, alla costruzione di una diga personale per l’irrigazione del suddetto giardino, all’apertura di una fornace per la fabbricazione dei mattoni da utilizzare per la costruzione della suddetta diga per l’irrigazione del suddetto giardino per la produzione dei suddetti peperoncini. Che nemmeno erano piccanti, per inciso: parevano più dei cruschi che vere bombette calabresi. Atterrito e avvilito dalla concentrazione di tanta rustica ignoranza nell’arco di qualche ora, la Vigilia di Natale era per il ragioniere tensione pura, peggio di quando aspettava trepidante i risultati dell’esame per l’iscrizione all’albo; ma i suoi piano erano diversi, quell’anno."


Il paragrafo qui sopra soffre di ripetizioni: "suddetto giardino" due volte, "suddetta diga", "suddetti peperoncini". Sembra una sentenza del tribunale. Inoltre il termine "cruschi", dopo una rapida ricerca, mi sembra sia di origine dialettale. Dopo "l'iscrizione all'albo;" io metterei un . per enfatizzare la frase successiva e dargli più peso, ovvero che il ragioniere aveva altri programmi quell'anno.





"Si insinuò schivo fra le famigliole, affrontando direttamente quello più grosso; questo lo riconobbe ma non serbava rancore per quanto avvenuto giorni addietro."


Oltre all'elisione "S'insinuò", avrei messo : anziché ; dopo "più grosso"

 


"Al solo pronunciare la parola divertimento l’intestino del ragioniere si contorse a tal punto da emettere una serie sconsiderata di peti che, complice la fagiolata maldigerita della sera prima, tanto appestarono l’abitacolo dell’utilitaria da renderlo irrespirabile, costringendo così i due galantuomini ad abbassare i finestrini nonostante gli si gelassero le orecchie, quasi."


Due appunti "logici": qui da me, al nord, la fagiolata si fa con le cotiche di maiale. Ma il ragioniere non era vegetariano? E poi, come facevano a gelarsi le orecchie agli sgherri di Don Tonino, se a Ronciglietto Lido la temperatura è mite anche a Natale?


 
"Il ragioniere cercò di difendersi appallottolandosi, buttandosi a terra in posizione fetale, a uovo e si sentì strappare il giaccone di ecopelle dalle maniche. Cercò di trattenerlo, ma i nerboruti fisici dei due sgherri gli diedero ben poche chance di vittoria. Uno “zac, zac”, uno squarcio, rimbombò sibilante nell’antro sotterraneo."


Toglierei "a uovo" e o "zac zac" o "squarcio".


 
«Adesso siamo pari, tu rompesti la pelle della zampogna di mio cugino e ora io rompo la pelle della tua giacca”.


Imprecisione: o tutte « o tutte ". Io sono pignolo, scusa.


 
(“tanto sono dieci chilometri e oggi è Natale!”)


No ()


 
"più dolce degli stucchevoli canditi di un panettone del cellophane."


Gli "stucchevoli canditi" mi suona proprio male. Con panettone del cellophane intendi quello di produzione industriale?


 
"Trovò persino aperto il Bistrot degli Artisti, a duecento metri dalla stazione, dove un’insalata con uovo sodo e un vaporoso sufflè agli asparagi gli consentirono di banchettare meglio di un re, oltre che rapidamente."


"Trovò persino aperto il Bistrot degli Artisti, a duecento metri dalla stazione, dove un’insalata con uovo sodo e un vaporoso sufflè agli asparagi gli consentirono di banchettare rapidamente e meglio di un re, oltre che rapidamente."



Il Bistrot degli Artisti è per tutti noi.


Un racconto che, a parte il muro, ho apprezzato. Divertente, esilarante, simpatico. Perfettamente integrato nel "suo" territorio, per tradizioni e personaggi. Andava soltanto gestito meglio, tecnicamente più che a livello narrativo. Gli stereotipi raccontati non si fermano al banale, allo scontato, ma diventano un espediente azzeccato per una trama non troppo articolata ma che si segue facilmente e che appaga il lettore. 


Grazie e Buon Natale! 

3Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Ven Dic 17, 2021 8:18 pm

The Raven

The Raven
Admin
Admin

Molli Redigano ha scritto:Intanto: muro di parole scoraggiante. Formattazione da rivedere.
Mi scuso con l'autore e con gli utenti tutti, il sistema ogni tanto fa scherzi di formattazione quando vengono caricati i racconti. Adesso dovrebbe essere visibile la versione inviata dall'autore. Se ci dovessero essere problemi di formattazione nei racconti, cari autori, scrivetemi pure in privato!


______________________________________________________
IN GRAN SILENZIO OGNI PARTIGIANO GUARDAVA QUEL BASTONE SU IN COLLINA.


REACH OUT AND TOUCH FAITH!                                                                                               Sembrano di sognante demoni gli occhi, e i rai
                                                                                         del lume ognor disegnano l’ombra sul pavimento,
né l’alma da quell’ombra lunga sul pavimento
sarà libera mai!
Quel vizio che ti ucciderà
non sarà fumare o bere,
ma è qualcosa che ti porti dentro,
cioè vivere.

4Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Ven Dic 17, 2021 8:29 pm

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

The Raven ha scritto:
Molli Redigano ha scritto:Intanto: muro di parole scoraggiante. Formattazione da rivedere.
Mi scuso con l'autore e con gli utenti tutti, il sistema ogni tanto fa scherzi di formattazione quando vengono caricati i racconti. Adesso dovrebbe essere visibile la versione inviata dall'autore. Se ci dovessero essere problemi di formattazione nei racconti, cari autori, scrivetemi pure in privato!
Effettivamente, così è meglio. Pertanto, annullo "a voce" tutti i riferimenti circa quanto sopra presenti nel mio commento. Mi scuso anch'io con l'Autore.

Grazie.

5Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Ven Dic 17, 2021 10:08 pm

Arianna 2016

Arianna 2016
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Davvero divertente! Grazie per la bella lettura! Scritto bene, fluido, brillante. A volte raggiunge, ma per fortuna mai valica, il confine tra ironia ed esagerazione.
 
Per la forma, ti segnalo solo:
- “mentre iniziarono”= “mentre iniziavano” oppure “quando iniziarono”
- “noi ci”= immagino volessi dire “non ci”
 
Bel racconto: mi sono lasciata prendere e mi sono goduta il viaggio.

6Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Sab Dic 18, 2021 7:13 pm

Antonio Borghesi

Antonio Borghesi
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Avessero almeno avuto profitto; (avessero almeno profittato) «Ragioniere, noi ci serve la vostra carità. (Ragioniere non ci seve...) trovarli nel piano svolgimento (trovarli nel pieno svolgimento) più dolce degli stucchevoli canditi di un panettone del cellophane.(panettone del cellophane??? che vuol dire?).
A parte quanto sopra che è veramente poca roba mi sono divertito per il tuo umorismo e mi è piaciuto pure molto il tipo di scrittura che hai adottato. Ti terrò presente al momento del voto.

A SisypheMalheureux garba questo messaggio

7Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Sab Dic 18, 2021 7:33 pm

Mac

Mac
Padawan
Padawan

Il racconto mi piace, particolare, personaggi ben caratterizzati (forse un po’ troppo stereotipati, ma ci sta).
Ci sono all’inizio un paio di incongruenze che lasciano un po’ perplessi
- prima dici che fanno 22 gradi all’immacolata, poi il protagonista si lamenta per il freddo
- non di capisce perché deve prendersi la rivincita con gli zampognari, loro cosa avevano vinto in precedenza?
- senza dare nell’occhio usa la punta del punteruolo e poi tutta la piazza se ne accorge e si scansa. Come hanno fatto ad accorgersene?
Una volta passati oltre, la storia prosegue comunque ed è piacevolmente ironica.
A gusto mio personalissimo, avrei evitato il suonatore di organetto.

Il racconto nel complesso mi è piaciuto. Bravo

8Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Dom Dic 19, 2021 4:25 pm

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Un bel racconto brillante, originale e scorrevole. Ci sono tanti momenti divertenti che strappano il sorriso.
La storia è ben condotta nei vari momenti. L’incipit annuncia un evento che cambierà qualcosa nella vita del Ragioniere. Nella parte centrale il viaggio dell’eroe prosegue e, come da copione del buon racconto, si verifica l’episodio scatenante. Il protagonista dovrà affrontare le ire del boss, arriverà a temere per la propria incolumità ma tutto (e qui è davvero sorprendente) si risolve con un banale tagliuzzare di una giacca (in ecopelle eh, eh). 
Il viaggio in macchina coi balordi e tutti i riferimenti a rumori e odori corporali molesti sono un must have della comicità da cabaret. Funzionano sempre.
La chiusa finale non mi è dispiaciuta affatto. La trovo intonata alla perfezione con resto del narrato.
Singolare la scelta della voce narrante che si rivolge ai lettori e lo fa utilizzando il plurale maiestatis.
Premettiamo che il ragioniere…
In genere non è un approccio stilistico che mi piace, ma, in questo caso, può funzionare.
Un buon lavoro e un racconto che potrebbe figurare benissimo nell’antologia natalizia.

9Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Mar Dic 21, 2021 9:06 pm

Fante Scelto

Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Il racconto è simpatico e si legge volentieri.
Forse non è il tipo di comicità che prediligo, ma questo è pura questione di gusti.
Hai scritto un racconto che mi ricorda quelli con un certo stile narrativo, che non saprei definire, non essendo molto pratico. Forse c'è proprio un filone apposito.

In ogni caso, il prodotto finale è buono. E' scritto con uno stile che si intona perfettamente al tipo di narrazione. Qualche volta forse esageri con la complessità delle frasi o dei termini, ma sono piccole sbavature peraltro già segnalate.

Il finale non mi soddisfa appieno, non per quello che è stato lo sviluppo della mini-commedia.

Ti segnalo una piccola incongruenza logica: quando i due sgherri prelevano il ragioniere, quello non ha neppure il tempo di dire beh che viene bendato e portato via.
Quando ha avuto modo di infilarsi la giacca di ecopelle?

10Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Ven Dic 24, 2021 8:53 am

gipoviani


Padawan
Padawan

Mi vorrai scusare autore/autrice per il mio giudizio moralistico. Io che peraltro non sopporto il 99% della morale borghese. Ma certi argomenti per me sono taboo.
Un racconto, per quanto umoristico, nel quale il “mafioso” ne esce bene, non mi piace. Il registro comico per raccontare la mafia mi va più che bene, ma per prenderli in giro non per dipingerli come personaggi quasi positivi, o comunque meno negativi di altri.
So bene che non era tua intenzione fare un elegia della mafia, che i racconti ogni tanto vanno dove vogliono loro e cercare sempre una morale è spesso un errore.
Quindi mettiamola così: è un mio limite, uno dei tanti, che però non ti posso nascondere.
A parte questo, il racconto, è un po’ confuso e troppo "pieno", non solo dal punto di vista linguistico, come ha già detto qualcun altro, ma risulta comunque piacevole da leggere.

A Arunachala garba questo messaggio

11Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Dom Dic 26, 2021 8:33 pm

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

posso dire che non mi è piaciuto, vero?
mi spiace ma non sono riuscito a gradirlo più di tanto.
il muro di parole scoraggia il lettore, ci sono alcuni refusi e non comprendo il motivo del trattino a fine dialogo, assolutamente superfluo.
ma è proprio la storia che non sono riuscito ad apprezzare, in special modo nel momento in cui i mafisi fanno i buoni perché è natale, non è realistica per niente.
ovviamente è il mio punto di vista.
anche la stesura avrebbe bisogno di una rivisitazione.


______________________________________________________
L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

Echi di Natale Namaste

Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

12Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Dom Dic 26, 2021 9:10 pm

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Il racconto è sicuramente leggero, una commedia, però non mi ha divertito particolarmente.
Voglio dire, è stata un a lettura agile, poco impegnativa, ma le gag le ho trovate abbastanza telefonate.
Poi ho fatto fatica a inquadrare anche il tuo personaggio, un tipo particolare, è vero, però non riesco a capire se mi stia simpatico oppure antipatico. Quando un personaggio risulta anonimo o indifferente è un difetto, ma può essere che questa sensazione l'abbia avuta solo io.
Ultima cosa non ho capito il riferimento calcistico: la Champions sotto Natale è ferma, il Var c'è da un paio di anni e l'ultima volta che la Juve ha incontrato il Galatasaray c'era ancora Conte e sono passati quasi dieci anni. 
In sostanza un racconto onesto, ma che non mi ha entusiasmato.

13Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Dom Dic 26, 2021 9:11 pm

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Il ragioniere viaggia bendato su una modesta 206 e su un modesto paesaggio.Don Tonino lo punirà per un piccolo sgarro, ma il non conoscere il suo peccato metterà in moto nel ragioniere momenti di terrore puro. Il Natale è salvifico e il delinquente si limita a ridurgli la giacca  di  ecopelle in coriandoli.
Ho da pochi minuti visto il film di Sorrentino e non  voglio rovinare la mia atmosfera con un commento asettico.
Ha qualcosa in comune con il tuo racconto il film.
Personaggi eccessivi, quasi pacchiani, felliniani e struggenti.
Manca nel tuo racconto la bellezza delle donne.
In quello di Sorrentino c'è, e pure parecchia.
Siete tutt'e due bravissimi e credibili.
Complimenti.

A digitoergosum garba questo messaggio

14Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Lun Dic 27, 2021 9:30 pm

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao
Qualche imperfezione di stile o di distrazione, ma non di sostanza.
Racconto piacevole da leggere. 
La resa è buona, l’ironia è mantenuta alta dai dialoghi e dalle situazioni divertenti.
Devo darti ragione, il suono delle zampogne (e annessi) è davvero insopportabile. Farà anche Natale... ma non si regge!


...traffico della Ionica per raggiungere la sorella a Sibari,

la sai lunga e conosci bene la zona: la statale 106 è un calvario!
in conclusione, per me è un buon lavoro 

15Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Lun Dic 27, 2021 10:33 pm

Valentina

Valentina
Younglings
Younglings

Ciao Autore, il racconto che hai scritto è particolare.
Si passa da parole come  "Novello freschetto" a "Zinne", suggerendo un linguaggio poetico e ricercato  ma anche molto umoristico e sarcastico.
Forse hai spinto troppo su questo genere di linguaggio e mi hai persa un po'.
Ho trovato qualche errore qua e là, ma ho notato che li hanno già segnalati altri, quindi sai già dove aggiustare il tiro.
Ma comunque scritto bene, c'è una bella penna dietro a questo scritto e grande capacità di utilizzare le parole.
Ultima cosa, non mi ha convinto molto il finale, l'ho trovato frettoloso, e Suggerirei anche di pensare ad un titolo più accattivante per questa storia pazzerella.
Con qualche miglioria questo racconto goliardico può funzionare maggiormente

16Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Mar Dic 28, 2021 11:08 am

FedericoChiesa

FedericoChiesa
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un racconto nelle mie corde, che ricorda a tratti Camilleri. Ironia e sarcasmo che non strabordano nell’eccesso, anche se a volte sono un po’ stereotipati.
Lo avrei solamente ambientato un secolo prima.
Il finale non gli rende giustizia, e anche il Don Tonino buonista mi lascia qualche dubbio.
Un paio di piccoli appunti:
-          non ci si gelano le orecchie se ci sono venti gradi a Natale
-          rivedrei un po’ la formattazione per dare fiato al lettore e rendere più facilmente leggibili alcuni paragrafi
Divertente.

17Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Mar Dic 28, 2021 5:22 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ho letto i commenti arrivati fin qui e ti hanno abbastanza massacrato e questo mi stupisce in quanto a me, te lo dico in tutta sincerità, il racconto è piaciuto, molto più di tanti letti finora.
D'accordo, la scrittura va sicuramente resa più snella in qualche parte (Molli, in tal senso ha fatto un ottimo lavoro); d'accordo ci sarà qualche incongruenza, soprattutto nella gestione delle temperature; d'accordo i mafiosi che fanno i buoni sono forse un azzardo eccessivo.
Però il racconto è umoristico al limite del sarcastico, la trama si regge e diverte, c'è dell'originalità nell'uscire dai soliti schemi e qui più che mai l'ambientazione natalizia è centrata al 100%.
Insomma, a me sei piaciuto e l'unico appunto te lo faccio sul finale un po' affrettato e non particolarmente originale: ma è anche vero che penso che il finale sia spesso la parte più difficile da scrivere di un racconto.


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Echi di Natale Badge-3

18Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Dom Gen 02, 2022 12:50 am

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ciao Autore,
leggendo questo racconto me lo sono immaginata ambientato una trentina di anni fa (l'abbigliamento delle gemelle, i film di Banfi e Vitali, le tendine sul treno, il boss che trova il tempo a Natale per rimediare a uno sgarro...), invece la VAR mi scombussola tutto.
Il testo è frizzante e ha un buon taglio, quasi artigianale: non cerca artifici spettacolari per sbalordire il lettore, non usa trucchi narrativi, ma colpisce per la sua semplicità, per riproporre un certo tipo di commedia all'italiana che piace per la sua spontaneità ed esaudisce bene la sua funzione d'intrattenimento. Quindi ci stanno i peti, le gemelle golose all'ospedale, il boss gentiluomo, tutto supportato da una narrazione che ha la capacità di rimanere sempre in bilico, senza scivolare sul filo sottile della commedia per cadere nel grottesco: se nel testo appare un velo di surreale, il racconto rimane sempre verosimile e in alcuni tratti davvero gustoso.
Forse è il "sapore" del racconto che mi ha un pò destabilizzata, in quanto ho letto una storia attuale, ma che giustifico meglio in un altro momento storico.
P.S.: ma i vegetariani mangiano l'uovo sodo?

19Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Dom Gen 02, 2022 11:34 am

Danilo Nucci

Danilo Nucci
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Delle cose dette in precedenza condivido: i piccoli ritocchi suggeriti, la datazione della vicenda che sarebbe più naturale un po’ di tempo fa, la rappresentazione troppo positiva del malavitoso che tuttavia riflette il cliché di una vecchia mafia dispensatrice, a suo modo di “giustizia”. Quest’ultimo punto rafforza ulteriormente l’osservazione fatta sulla collocazione temporale.
Difendo invece a spada tratta il racconto, il suo tono umoristico che ho trovato molto divertente.
Il personaggio del Ragioniere, asociale, scorbutico ma anche “cagasotto” è descritto molto bene. Non saranno idee originali ma è una prova di scrittura “humor” che ho trovato encomiabile, cosa che dimostrerò nella mia classifica personale. Non è una novità che l’umorismo è considerata scrittura di serie B dalla stragrande maggioranza che è più colpita dal dramma e dalla tragedia piuttosto che dal divertente ma, si sa, l’umorismo non è di tutti.
“… il mefitico suono” Trovo l’aggettivo più adatto a un odore che a un suono.
Sul titolo: potevi far meglio.

P.S. Apprezzamento particolare e soddisfazione, da fiorentino, per la Juve che perde con il Galatasaray.

Very Happy

20Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Dom Gen 02, 2022 1:58 pm

gemma vitali

gemma vitali
Padawan
Padawan

Hai scritto un racconto  per divertire e credo che anche tu ti sia divertito a scriverlo.L'esagerazione di alcune situazioni ha quindi  solo uno scopo ludico. Il racconto è ben scritto, tranne piccoli dettagli.
Il tema natalizio permea tutto il racconto. Un buon lavoro.

21Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Mar Gen 04, 2022 12:05 am

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Cara Penna, la premessa: hai trattato, sia pure in chiave umoristica, decisamente tragicomica, una situazione che nella durissima realtà finisce di norma in tragedia e nei confronti di chi ha subito c’è ovviamente il massimo rispetto.
La mia lettura, anzi rilettura, è stata quindi “leggera” come sicuramente hai inteso volessimo leggere il tuo racconto. Un Natale libero da riflessioni troppo pesanti.
E proprio in chiave leggera ti presento il mio commento.
 
La scrittura: premesso che in un racconto come questo il narratore che si siede accanto al lettore, lo guida, lo aiuta a immaginare bene le scene, gli parla, mi piace. Sei stato bravo a tenere questa tecnica per tutto il racconto. Alla seconda rilettura me lo sono immaginato letto, anzi recitato, dalla brava Teresa Mannino, con la bella parlata siciliana, con le pause ad effetto, lo sguardo che dice anche quello che tu non hai scritto, e il racconto è filato liscio, pur con alcune note che ti faccio dopo, disseminato di tanti momenti divertenti (esilaranti no, ma simpatici).
La struttura: Meno male che il blocco di testo iniziale è stato risolto: appena l’avevo visto mi sono detta: Urca, qui ci vogliono cartelli “voi siete qui”.
Pur tuttavia ci sono periodi di racconto ancora decisamente troppo lunghi, si arriva senza fiato e mi è capitato di perdere un attimo il filo. Ti consiglierei di frammentarli con degli a capo (pause ad effetto), in modo da dare tregua al lettore e aiutarlo a focalizzare meglio le scene; soprattutto proverei a rivedere le frasi molto lunghe e ricche di input: descrizioni, impressioni, info, pensieri.
Per di più ci sono davvero pochissimi dialoghi che alleggeriscono il testo: non ne servivano molti, ma prima di tutto  estrarrei quelli che hai inserito nei blocchi di testo con degli a capo, anche quando sono pensieri del protagonista (che andrebbero in corsivo).
La lettura ne sarebbe agevolata. Non te li segnalo tutti, ne verrebbe fuori un commento troppo lungo.
La trama: semplice e originale, una storia di una banale antipatia che arriva da lontano e che il protagonista vuol risolvere senza immaginare le gravi conseguenze che ne derivano. Come detto prima, il tutto l’ho letto in chiave umoristica, perché purtroppo per sgarri di questa portata, ma anche meno, c’è gente che ha pagato con la vita. Ci hai portato nell’atmosfera di paese, con i pranzi interminabili, i parenti “rasa” (rasa sarebbero le persone che ti si attaccano come i ciuffi spinosi di certi cespugli: pungono e si fa fatica a toglierli), la voglia di trascorrere un Natale pigro.
Nel complesso quindi un racconto discreto, divertente e proprio per questo i picchi di tensione non ci sono stati, stemperati dal tono quasi canzonatorio che il narratore ha usato nei confronti del protagonista.

Faccio mie alcune note già segnalare da altri commentatori, non le ripeto. Di mio di metto quanto segue, a te la valutazione.
All’inizio del dialogo vanno le maiuscole.
Avessero almeno avuto profitto --- letto nel contesto e immaginata a voce, ci sta. Però preferisco “Ne avessero almeno tratto profitto”
mefitico -- è un aggettivo di norma riferito a odori, esalazioni non ai suoni
invece si offesero pure --- anche questo recitato andrebbe bene, immaginando la Mannino; nello scritto metterei  Invece di ringraziare, si offesero pure!
noi non ci serve la vostra
della casupola,  casupola piccola e meschina, mi sembra esagerato
tra la folla, che lo schivava lasciandogli strada libera, nel timore che potesse ferire qualcuno.  Immaginando la scena come l’hai preparata, il punteruolo usciva appena dalla tasca, lui quasi abbraccia lo zampognaro, da cosa la gente capiva che era armato?
Inutile dire che, appena addentata mezza pallotta per vedere se era fosse cotta, le pestifere gemelle avevano avessero ricevuto pressoché all’unisono un’ustione di terzo grado alle papille gustative, frignando urlando  - di sicuro non avrebbero solo frignato, ma forse neanche urlato (inizialmente) a botta fresca: certi peperoncini ti tolgono letteralmente il fiato per un po’
di un panettone del nel cellophane. Non è proprio fluida la frase, ma è (era) Natale
Trovò persino aperto il Bistrot degli Artisti, a duecento metri dalla stazione, dove – non serve
replica di qualche film di Lino Banfi e Alvaro Vitali --- parere mio personale, scusa/mi scusino gli estimatori di questi attori: che tristezza! Non li ho mai sopportati neanche ai loro tempi d’oro (proprio li evitavo), ma ogni epoca hai i suoi canoni e stili differenti


______________________________________________________
"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

22Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Ven Gen 07, 2022 12:08 pm

vivonic

vivonic
Admin
Admin

@caipiroska certo che i vegetariani mangiano le uova sode. I vegani non mangiano le uova...  afro


______________________________________________________
Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.

23Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Ven Gen 07, 2022 12:30 pm

CharAznable

CharAznable
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Mi è davvero piaciuto molto. Qualche periodo un po' intricato e qualche dialogo non sempre fluido, forse. Ma davvero piacevole e divertente. Se dovessi trovare davvero una pecca a questo racconto sai quale sarebbe, caro autore? La scrittura in lingua italiana. Perché un racconto del genere scritto in dialetto o in un simil-dialetto, alla Camilleri, per intenderci, sarebbe stato una cosa fantastica.
Ti faccio comunque i miei complimenti.
Bravo.
Grazie.


______________________________________________________

I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.

A Susanna garba questo messaggio

24Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Ven Gen 07, 2022 3:19 pm

vivonic

vivonic
Admin
Admin

Ciao, Autore.
Non ho ben capito perché iniziare il tuo racconto con quella domanda retorica che anticipa lo spannung e priva inevitabilmente di climax il tuo racconto. Perché questa è davvero l'unica cosa che mi stona in un testo che, per il resto, ho letto volentieri e che ho trovato ben scritto, con la giusta ambientazione natalizia richiesta dal contest (senza il Natale, il tuo racconto non potrebbe esistere, così com'è).
I tuoi personaggi mi sembrano ottimamente caratterizzati, viste le battute a tua disposizione. Il registro umoristico da te scelto fa sì che possa passare anche un messaggio positivo, nonostante io capisca l'obiezione di gipoviani e che, in questo caso, non condivido affatto. Il genere umoristico nasce proprio per questo motivo, e tu in questo caso, secondo me, riesci a cogliere nel segno.
Sulla 106, come resdei, non mi esprimo che è meglio, ma di sicuro sei riuscito anche a dare quel tocco di caratterizzazione spaziale che piace trovare.
Non ho refusi o interventi da segnalarti, quindi non mi resta che rivolgerti i miei complimenti, ribadirti che hai scritto un racconto eccellente e darti appuntamento sul podio o nelle sue immediate vicinanze Wink


______________________________________________________
Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.

25Echi di Natale Empty Re: Echi di Natale Dom Gen 09, 2022 7:01 pm

tontonlino

tontonlino
Younglings
Younglings

Finalmente un racconto divertente, leggero, senza mostri e morti! Non se ne può più di tutti questi zampognari, suonatori di flautino e pazzarielli che popolano le strade spaventando gli onesti cittadini! Insomma mi è piaciuta la tua comicità, autore.

La littorina mi ha fatto fare un incredibile salto nel passato.

Sul piano formale niente da segnalare.

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