14 settembre 1954, martedì
Petunia non aveva chiuso occhio quella notte: tutto il cibo, il vino, e l’adrenalina per l’incarico affidato rimbalzavano dalla testa allo stomaco e rombavano come onde infrante sulla scogliera della sua amata Martignac. Era partita solo da qualche giorno e già ne sentiva la mancanza.
Petunia non aveva chiuso occhio quella notte: tutto il cibo, il vino, e l’adrenalina per l’incarico affidato rimbalzavano dalla testa allo stomaco e rombavano come onde infrante sulla scogliera della sua amata Martignac. Era partita solo da qualche giorno e già ne sentiva la mancanza.
Il letto era un groviglio di lenzuola e coperte. Meglio alzarsi, bere un bicchier d’acqua e riflettere.
Dalla finestra socchiusa il pallore della luna faceva brillare i tetti di ardesia e la cittadina aveva un certo fascino vista da lì.
Leroux le aveva detto che non avrebbe potuto accompagnarla l’indomani all’Istituto, doveva recarsi in commissariato e la corriera per Charleville aveva orari impossibili.
Sarebbe andata da sola, ma cosa indossare?
Scartato l’abito nero con cui era andata al funerale della madre, non le restava che un vestito azzurro con fiori colorati gialli e rossi. Lo indossò e si guardò nel piccolo specchio che era sopra al lavandino del bagno. Non si vedeva a figura intera, ma il viso le parve subito piú disteso: i fiori le mettevano allegria.
Suor Madeleine l’accolse con un sorrisetto tirato: era evidente che non gradiva la sua presenza e tantomeno l’intrusione negli affari interni del Pio Istituto. Certo, era preferibile avere tra i piedi una stravagante signorina piuttosto che qualche agente di polizia maleodorante di sigaro.
«Buongiorno signorina Désétoiles, le dispiacerebbe chiudere la porta?»
«Sì, si certo. Buongiorno, Madre.»
«Il commissario Meunier mi ha detto di averle affidato un incarico... particolare.»
«È così.» Petunia rispondeva a fatica. Era concentrata su quegli occhi acquosi, ma vivi e pungenti. Per quanto si sforzasse non riusciva a rinvenirvi la minima traccia di dolcezza o di carità cristiana. Lo sguardo tradiva solo avidità e acredine. Sarebbe stata un soggetto interessante per un ritratto; era un peccato aver lasciato pennelli e tele a Martignac.
«Mi aspetto che finisca la missione in breve tempo. Direi che due giorni possono essere più che sufficienti.»
«Farò del mio meglio, Madre.»
«Sarà presentata come una donna caritatevole che si ė offerta di passare qualche ora in compagnia delle degenti. Un’opera di misericordia.»
Mentre la suora si prodigava nello spiegarle le regole di condotta alle quali si sarebbe dovuta attenere, Petunia non smetteva di fissarla, immaginando di immortalare quell’ anima pia in una delle sue tele.
«Si presenti domani mattina alle sei in punto. Suor Claire l’accompagnerà nelle stanze delle pazienti, così potrà parlare con loro senza destare sospetti.»
Mentre la suora si prodigava nello spiegarle le regole di condotta alle quali si sarebbe dovuta attenere, Petunia non smetteva di fissarla, immaginando di immortalare quell’ anima pia in una delle sue tele.
«Si presenti domani mattina alle sei in punto. Suor Claire l’accompagnerà nelle stanze delle pazienti, così potrà parlare con loro senza destare sospetti.»
Poi, dopo averla squadrata da capo a piedi, aggiunse: «sarà il caso che il suo abbigliamento sia più adeguato. Quell’abito a fiori non si addice proprio al suo ruolo.»
Petunia la guardò a sua volta con l’aria trasognata:
Petunia la guardò a sua volta con l’aria trasognata:
«Certo, Madre» consapevole in cuor suo che non avrebbe mai rinunciato agli abiti colorati che, oltretutto, avrebbero portato una ventata di allegria in quell’ambiente austero e grigio. Le vecchiette avrebbero apprezzato e la madre superiora avrebbe dovuto farsene una ragione.
La mattina, di buon’ora, Gerard riprese l’odiata corriera per recarsi a Charleville. Al Commissariato avrebbe trovato Meunier che lo attendeva. Aveva lavorato molti anni in quegli uffici prima del suo trasferimento a Morlaix in Bretagna e alla partenza il suo posto era stato degnamente occupato da Alphonse che era, all’epoca, il suo vice.
Gerard conosceva quasi tutti là dentro e impiegò un bel po’ di tempo in saluti prima di arrivare all’ufficio di Alphonse. L’amico gli aveva fatto trovare un dossier piuttosto dettagliato sulla vittima di quell’omicidio.
Il Dottor Delacourt si era laureato a pieni voti alla Sorbona in medicina generale subito dopo la prima Guerra ed aveva iniziato il tirocinio presso l’Hotel-Dieu, il più antico ospedale di Parigi. Uomo senza molti scrupoli, Henri Delacourt, in pochi anni, aveva fatto una carriera strepitosa, occupandosi di persone anziane, spesso con malattie neurologiche importanti, sulle quali interveniva attraverso l'impiego di farmaci sperimentali e la tecnica dell’elettroshock, una tecnica la cui efficacia non era condivisa da molti suoi colleghi, ma che stava prendendo sempre più campo in quegli anni. Delacourt era considerato uno dei massimi esperti in Francia in questa specializzazione. Alcuni casi seguiti dal medico con esiti sfavorevoli fecero parecchio scalpore e incrinarono la sua fama.
Fu il decesso di alcuni pazienti, subito dopo i trattamenti a cui erano stati sottoposti, che gli causò alcuni guai giudiziari, dai quali tuttavia uscì senza condanne, sia perché non fu possibile accertare con sicurezza la causa di quelle morti, sia perché al Dottor Delacourt non mancò il patrocinio di prestigiosi avvocati di Parigi.
Il clamore comunque non gli giovò dal punto di vista professionale e all’Hotel-Dieu preferirono allontanarlo.
Il medico si trasferì in provincia e scelse la cittadina di Ronchecourt, dove iniziò a svolgere attività privata, oltre alla stabile collaborazione con l’Istituto Notre-Dame du Mont.
Leroux finì di leggere quel dossier, mentre Meunier si era messo a scarabocchiare distrattamente su un foglietto nell’attesa che il suo amico esprimesse le sue impressioni.
Leroux finì di leggere quel dossier, mentre Meunier si era messo a scarabocchiare distrattamente su un foglietto nell’attesa che il suo amico esprimesse le sue impressioni.
Gerard fece passare qualche minuto, ripercorrendo rapidamente quello che aveva appena letto. Finalmente, chiuse il fascicolo e disse: «La cosa più rilevante in tutto quello che ho letto è il sospetto che nell’attività professionale di Delacourt e nei suoi metodi di lavoro ci sia stato qualcosa di poco chiaro. Ho l’impressione che il Dottore svolgesse la sua professione con troppa leggerezza, per non parlare di superficialità o addirittura di spregiudicatezza. Credo che sarebbe opportuno fare qualche indagine sugli ultimi decessi avvenuti in quell’istituto.»
«Hai ragione, ma ci vorranno settimane e non ho tutto questo tempo.»
«Eppure è un tentativo che dovresti fare, Alphonse: verificare le cause dei decessi degli ultimi… diciamo sei mesi. Intanto, ricordo che mi avevi detto che i più recenti erano stati quelli della madre di Petunia e di un’altra signora, la signora…» Leroux non ricordava più quel nome.
«Laurent, signora Laurent», disse Meunier.
«Laurent, signora Laurent», disse Meunier.
«Sì, inizierei proprio da lei.»
«Non dovrebbe essere complicato», lo rassicurò Meunier, «la certificazione di tutti i decessi viene fatta sempre dall’unico medico legale che c’è a Ronchecourt. Interrogheremo lui. Avrà senz’altro a disposizione copia degli ultimi referti».
«Non dovrebbe essere complicato», lo rassicurò Meunier, «la certificazione di tutti i decessi viene fatta sempre dall’unico medico legale che c’è a Ronchecourt. Interrogheremo lui. Avrà senz’altro a disposizione copia degli ultimi referti».
Ultima modifica di Petunia il Sab Gen 23, 2021 9:35 pm, modificato 2 volte