Tutto il tempo del mondo
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Different Tales :: Off Topic :: Archivio :: Different Rooms - Tutti i racconti :: Step 5 - Sala da Ballo
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Tutto il tempo del mondo
La vecchia Cadillac nera ruggì lungo Newton Street e si arrestò davanti al civico 12 in un pandemonio di freni e copertoni bruciati.
Peter Edgecombe smontò dal carro funebre e s’incamminò lungo il vialetto della casa unifamiliare dai muri color crema.
«Peter, dove diavolo vai?» domandò la voce dall’interno della cassa di mogano.
Il titolare dell’agenzia di pompe funebri Riposo Glorioso restò con la gamba destra bloccata a mezz’aria, prigioniero di un immaginario blocco di cemento, poi fece perno sulla sinistra e ritornò sui suoi passi.
«Che c’è, eravamo d’accordo, no? È l’ultima notte dell’anno. Solo pochi minuti, mezz’ora massimo. Tranquillo, abbiamo tutto il tempo.»
Peter aveva calcolato che a Julius Loman restavano più o meno dieci ore prima che l’ultima scintilla di vita abbandonasse il suo corpo e si trasformasse in un demone divora anime.
«Peter, non è che posso venire anche io alla festa?» azzardò Julius.
Il becchino sgranò gli occhi, verdi come le sconfinate praterie del Kansas. «Julius, tu sei tecnicamente morto, siamo appena tornati dal tuo funerale. Te l’ho già detto, secondo la legge della Grande Contea del Pacifico, terminata la cerimonia non puoi avere più rapporti con nessuno, tranne che con me. Mi dispiace.»
Si grattò la testa, sperando di non essere stato troppo brusco, ma in passato più di un suo collega aveva detto addio alla licenza per colpa dello scherzetto di un trasmutanimatore. «Hai visto quanta gente c’era a salutarti? Ti volevano tutti bene» disse con pacatezza, cambiando subito discorso.
«Già, bella cerimonia» rispose il morto. «Davvero. Erano tutti tristi. Devo aver lasciato un buon ricordo in ognuno di loro se erano così dispiaciuti. Mia moglie però non era triste… Sorrideva.»
«Mi sa che la memoria a lungo termine ti ha già abbandonato. Vivian sorrideva per via della paresi facciale. Va be’, allora io vado» concluse Peter, battendo due volte la mano sul tettuccio della Cadillac.
«Divertiti» disse Julius in un sospiro, sbattendo in risposta due volte i pugni contro il legno della cassa che lo conteneva.
Appena entrò nella casa, Peter venne inondato da una mistura inebriante di fumo, alcol, sudore e musica.
«Hey, beccamorto del cazzo, ce l’hai fatta a venire» disse Wayne, il suo migliore amico: in una mano teneva una bottiglia di bourbon, nell’altra una sigaretta alla marijuana e con le altre due accarezzava i fianchi di una ragazza dai tratti orientali. Ci aveva sempre saputo fare con le donne, sin dai tempi dell’università.
“Quattro mani sono più divertenti di due” dicevano le compagne di corso che erano state a letto con lui: praticamente tutte. Wayne si era pure fatto stampare la frase sopra un set di magliette dai colori assortiti. Quello comunque era il passato e ora Peter doveva concentrarsi sul presente.
«Ti avevo detto che sarei passato. Lei c’è?»
Wayne indicò col mento la stanza da dove proveniva la musica.
«Sta ballando come una puledra impazzita da più di due ore» disse scuotendo la testa e tirando con avidità dallo spinello.
«Le hai detto di me?»
«Ma che scherzi? Ho tenuto la bocca cucita.»
Peter annuì, poi si passò le mani sudate sui calzoni. Fece per raggiungere la sala da ballo improvvisata nel salotto di Wayne ma esitò, prese da una mano dell’amico la bottiglia di bourbon e tracannò in un fiato una lunga sorsata.
Con la gola e le viscere che ancora gli bruciavano si buttò nella mischia.
Lei era là, in mezzo alla pista, che si dimenava come in preda a una possessione, circondata da un nugolo di pretendenti eccitati. I capelli le vorticavano attorno alla testa in un modo allo stesso tempo naturale e posticcio, come se fossero dotati di una propria coscienza indipendente.
Era talmente bella e vitale che Peter dovette inghiottire un blocco di saliva; l’ultima volta che l’aveva vista era distesa sopra un tavolo di marmo. Il suo lavoro aveva a che fare con la morte, ma quell’immagine gli faceva troppo male, era come strisciare una manciata di sale sopra una ferita pulsante che gettava ancora sangue.
Cercò di distrarsi, provando a indovinare il titolo della canzone che gli stava torturando i timpani, poi lei agganciò il suo sguardo e lui non poté più giocare coi minuti. Si avvicinò, col cuore che martellava fuori tempo sulle note della canzone misteriosa.
«Ciao, Pete» disse la ragazza.
«Ciao, Rina.»
Lei sorrise. Lui non ci riuscì.
«È bello rivederti. Ti stavo aspettando» disse Rina stringendolo e appoggiandogli la testa sul petto.
«Mi stavi aspettando? Come sapevi che mi avresti trovato qui?»
«Non lo sapevo. Ci speravo.»
Peter la strinse a sua volta e affondò il naso nei lunghi capelli viola, lisci come la seta, poi sul collo. Le narici andarono alla ricerca del suo odore di donna, quello che nessun profumo riusciva a coprire, l’odore che aveva ritrovato anche l’ultima volta, addosso a quel corpo freddo e nudo abbandonato sul tavolo dell’obitorio. Annusò, ma l’aroma di Rina non esisteva più, sostituito da un sentore freddo, quasi metallico.
Restarono attaccati l’uno all’altra come due liceali al ballo di fine anno,
la musica solo una scusa per poter riconoscere i propri corpi sotto lo strato dei vestiti. Rimasero sulla pista da ballo per un tempo infinito, come se fossero loro la melodia, come se non esistesse nessuno al di fuori di loro due. Come se non esistesse più il tempo.
«Quando sei tornata in città?»
Rina e Peter avevano lasciato il centro della sala da ballo per trovare un po' più di tranquillità nell’angolo vicino alla finestra.
«Non sono neppure due mesi.» La ragazza fece scorrere le dita attorno al fermacravatta a forma di lapide di Peter. «Carino. Deduco che ti occupi sempre delle stesse cose.»
«Già. Seppellisco cadaveri.»
«Già» ripeté la ragazza, guardandosi le mani.
L’uomo si grattò la nuca, poi sbirciò fuori della finestra. «Sai, ho sentito dire che domani potrebbe nevicare.»
«Davvero? È così bella San Francisco sotto la neve.»
«Già, è splendida.»
«Poi il Golden Gate tutto imbiancato è fantastico.»
«Sì, è davvero bello.»
«Pensa che sulla costa atlantica non nevica mai.»
«Dici sul serio? Che cosa strana.»
Rina prese dal tavolo lì vicino il bicchiere col suo drink e lo buttò giù in un fiato.
«Wow, avevi sete eh?» disse Peter sorridendo.
Lei lo guardò coi suoi grandi occhi neri, occhi che lo facevano sentire nudo, senza difese, senza segreti da custodire.
«Non l’hai ancora accettato, vero?»
Peter guardò quegli occhi grandi, neri e tristi senza sapere cosa rispondere, poi abbassò lo sguardo.
«Mi odi così tanto?» continuò la ragazza.
«No che non ti odio, è solo che…»
«Cosa?»
«Il fatto è che…»
«Cosa?»
«Lo sai. Non sono più sicuro di ciò che sei. Voglio dire, sembri Rina, ma qualcosa mi dice che non sei tu. Sono confuso.»
«Ma che stai dicendo? Guardami, sono io, Rina. La tua Rina.»
Peter rialzò lo sguardo e scosse la testa. Fu allora che la ragazza incorniciò con le mani il viso di Peter e lo baciò sulla bocca. Il contatto con la lingua lo sorprese, con le narici che subito si riattivarono per captare qualche dolce ricordo del passato, senza riuscirci. Ora l’odore che percepiva non aveva più un sentore metallico, bensì qualcosa di chimico, associabile alla plastica.
«Sì, ok, sembri tu» disse Peter ponendo fine a quel bacio, «ma lo sai come la penso sul processo di resurrezione. Non ho cambiato idea, è un procedimento contro natura. E poi è illegale.»
«Qui è illegale, nel Ducato del New Jersey no. Dopo tutti questi anni hai ancora voglia di farmi la morale? Davvero avresti preferito vedermi marcire dentro una bara?»
L’uomo guardò i lineamenti del volto dell’ex fidanzata, irrigiditi dalla rabbia e dalla delusione.
«Avevo solo vent’anni, cazzo. Vent’anni. È naturale morire a vent’anni, secondo te? Cosa avrebbero dovuto fare i miei genitori? Hanno visto una possibilità e l’hanno sfruttata.»
Peter pensò che l’unico modo per ingannare la morte era quello di affidarsi ai ricordi, ma non disse nulla, se lo tenne per sé. Non sapeva cosa fare: le persone attorno a lui ballavano e si divertivano, mentre lui era prigioniero dei dubbi e dell’angoscia. Restarono un po' di tempo a fissarsi, senza dire una parola, poi la musica cessò e le luci si alzarono.
«Buonduemilacentosette» disse Wayne tutto d’un fiato. La canna e la bottiglia di bourbon erano sparite per lasciare spazio a una bottiglia di champagne e a un sigaro cubano. Pure i fianchi della donna che stringeva erano cambiati. «Buon anno, bevete e divertitevi, qua si balla tutta la notte.»
La sala esplose in un turbinio di tappi sugherati, stelle filanti e urla giocose. Rina riempì due bicchieri con lo champagne e ne porse uno a Peter. Un faretto a incasso dalla luce azzurra le inondava il viso facendola apparire un essere di un altro pianeta. Era ancora arrabbiata.
«Auguri, Peter» disse una voce familiare dietro di lui.
«Julius!» esclamò senza neppure girarsi.
Il trasmutanimatore sbadigliò, quindi fece tintinnare il suo bicchiere contro quello dell’impresario delle pompe funebri.
«E tu che ci fai qui?» disse Peter.
«È tardi. La mia dannazione si sta avvicinando.»
Julius gli mostrò l’orologio, quindi sbadigliò di nuovo.
«Cazzo, Julius, restano meno di otto ore. Dobbiamo scappare.»
Peter abbrancò Julius e si diresse all’uscita, Rina però gli boccò il passo.
«Tu non vai da nessuna parte finché non mi spieghi cosa provi per me» disse con voce decisa.
Peter la prese per mano e corse verso la porta. «Non adesso, ho i minuti contati. Ne parliamo in macchina.»
Il carro funebre imboccò a gran velocità l’interstatale 580, direzione sud. Al volante Peter era in preda alla frenesia più totale, impegnato nella sua personalissima lotta contro il tempo.
«Se tengo la media delle 130 miglia orarie dovremmo arrivare prima
della tua trasformazione, Julius.»
«Lo spero vivamente. In caso contrario sappi che mi aspetto un forte sconto sulla tariffa funeraria.»
Peter non rise alla battuta, anzi, rabbrividì. Non voleva neppure prendere in considerazione l’idea di un insuccesso. Come aveva potuto essere così superficiale? Imprecò e colpì con un pugno il tettuccio della Cadillac.
«Oh, ma che hai?» chiese Rina. «Si può sapere dove stiamo andando e perché stai guidando come se avessimo il diavolo attaccato alle chiappe?»
«Perché le cose stanno proprio in questi termini, Rina.»
Peter si voltò a guardarla e si rese conto che la ragazza non afferrava il nocciolo della questione.
«La parola trasmutanimatore ti dice nulla?»
Lei scosse la testa.
«Già, tu sei della zona degli aristocratici ducati atlantici…» disse Peter scuotendo la testa a sua volta. «I trasmutanimatori sono delle creature presenti nei territori del sud ovest su cui grava una maledizione millenaria. In vita sono miti, gioviali, si dedicano ad aiutare gli altri, a dare buoni consigli, ad alleviare le sofferenze di ogni essere che incontrano. Proprio per questa attitudine gli è stato concesso il dono delle ventiquattro ore supplementari, nel corso delle quali possono soddisfare un ultimo desiderio. In questo tempo transitorio i trasmutanimatori sono affidati a un cultore di morte, un becchino, che deve fare in modo che l’ultimo desiderio del morto venga esaurito. In ultimo deve provvedere alla purificazione dell’anima del defunto.»
Peter fece una pausa e si inumidì le labbra secche.
«Se però l’ultima volontà non viene rispettata, al termine delle ventiquattr’ore di transizione il morto si trasforma in un demone sanguinario, pronto a divorare l’anima di qualsiasi creatura incroci la sua strada.»
Rina sgranò gli occhi. «Quindi, se ho capito bene, quell’omino buffo e svitato che viaggia dentro una cassa da morto è un…»
«Trasmutanimatore» concluse Peter al posto della ragazza.
«Ragazzina, guarda che ci sento ancora bene, non mi sono ancora spento del tutto» la rimbrottò Julius.
Un silenzio opprimente, carico di tensione e paura, calò nell’abitacolo, con Peter che guardava alternativamente la strada, l’orologio e Rina, sempre nello stesso ordine, come se stesse dando vita a una sorta di rito propiziatorio. Poi Rina aprì la bocca e spezzò il rituale.
«Abbandoniamolo qui, in mezzo al nulla.»
«Già, splendida idea. Quanto credi che ci impiegherà la milizia delle intercettazioni demoniache a risalire a me? No, abbiamo una sola scelta,
arrivare al Grand Canyon prima dell’alba.»
«Stiamo andando nel Grand Canyon? Ma saranno almeno settecento miglia!»
«Quasi ottocento per la verità, ma è l’ultimo desiderio di Julius.»
Peter deglutì a vuoto e strinse forte il volante. La strada si srotolava davanti a loro come un nastro di seta nera pronto a trasportarli dentro l’oscurità. Guardò l’orologio e con una smorfia spinse sull’acceleratore, portando la velocità a 140 miglia orarie. C’era sempre meno tempo e ancora troppe miglia da percorrere.
Arrivarono al Parco Nazionale del Grand Canyon attorno alle 6.50. Ogni cosa era avvolta nell’oscurità e nel silenzio. Peter scese dalla Cadillac con i muscoli delle braccia e del collo che ululavano come se fossero stati sotto una pressa. Gli bruciavano anche gli occhi, ma non aveva tempo per simili stupidaggini.
«Vieni Rina, aiutami a scaricare la cassa, presto!»
Aprirono il portellone, fecero scivolare la bara sopra un carrello pieghevole in acciaio e raggiunsero il grande spiazzo recintato che dava sullo strapiombo. Rina teneva nella mano destra una torcia per illuminare la strada, Peter una tanica rossa, nella sinistra. Quando aprirono la cassa Julius si tirò su e si passò una mano sugli occhi.
«Come ti senti?» domandò Peter.
«Ho paura.»
Peter annuì. «È normale.» Non riuscì a dire altro per confortarlo; era sin troppo facile essere forti quando non toccava a te.
«Perché sei voluto venire qui, Julius?» chiese Rina, avvicinandosi.
«Come perché, è qui che c’è l’energia del mondo, non la sentite?»
All’orizzonte intanto il nero cominciò a sbiadire al contatto con la luce nascente. Il sole emerse dal nulla e accarezzò tutti i colori della natura addormentata. Un raggio dorato si staccò da un punto lontanissimo e si conficcò tra i capelli di Rina, la corda di un funambolo tesa tra di loro e l’infinito. Le rocce, gli alberi, gli arbusti, ogni cosa si ricolorò di vita. Dalla profondità della gola si alzò il ruggito di una tigre, regina indiscussa di quel mondo fatto di pietra. Una scimmia dal collare azzurro si palesò su uno sperone roccioso a pochi metri da loro, li guardò con sospetto, poi si rintanò in un anfratto tra la boscaglia, spaventata dal grido di un’aquila a due teste.
Julius si riempì per l’ultima volta gli occhi col mondo, fece un cenno con la mano e abbassò le palpebre, godendosi il refolo di vento che s’insinuava tra i due ciuffetti di capelli blu ai lati della testa calva.
Peter vegliò su di lui fino a quando fu certo che si fosse addormentato per l’ultima volta, poi richiuse la cassa e rovesciò la benzina contenuta nella tanica sopra le spoglie di Julius. Quando gettò il fiammifero la
cassa di mogano prese subito fuoco, lanciando una fiammata arancione nel cielo. All’inizio la fiamma andò su dritta, lunga e sottile, quindi si allargò, gonfiandosi, virò sul rosso e una figura prese forma. Il viso era scarno, emaciato, gli occhi piccoli, due fessure, la bocca grande, larga, distorta in un folle sorriso di denti aguzzi. Il cranio era ricoperto da una chioma fluente e frastagliata e da quattro corna, due sulla sommità del capo e due ai lati. Il corpo era tozzo e muscoloso, con le vene degli avambracci che brillavano di lava incandescente. Pure le gambe erano muscolose e i piedi scalzi terminavano con unghie lunghe e ricurve. Il rossore del demone sconfinò nel viola, quindi nel blu, poi l’immagine esplose, frantumandosi in una nuvola indistinta di polvere e fumo.
«Il demone è stato sconfitto» disse il becchino. «Ora Julius può riposare in pace.»
Rina e Peter si abbracciarono. Rimasero stretti l’uno all’altra per parecchio tempo, ad ammirare le fiamme distruggere il legno.
«Hai rischiato di far risvegliare un mostro simile solo per rivedermi?» domandò lei all’improvviso.
Peter abbassò lo sguardo, senza dire nulla. Lei allora lo strinse ancora più forte e lo baciò. Mentre le loro lingue si toccavano, pensò che forse stava incominciando ad abituarsi al suo odore mutevole: ora sapeva di umido, di carne cruda. Quando però le loro labbra si staccarono la domanda uscì dalla sua bocca senza nessun ostacolo.
«Perché non hai più il tuo odore? Non riesco più a ritrovarlo. È scomparso, sostituito da qualcosa che…Non so da che cosa…»
Rina si strinse nelle spalle. «Non lo so, ma per te è così importante? Voglio dire, mi hanno sostituito tutti gli organi, ma se credi nell’anima quella è rimasta uguale.»
Peter guardò gli occhi della ragazza: si stavano riempiendo di lacrime.
«Avevo paura, Pete, e ne ho ancora. Tu non hai paura della morte?»
«Conosci qualcuno che non ne ha?» rispose lui di getto.
«E allora? Non ci puoi passare sopra?»
«Già.»
«Già» lo scimmiottò lei, asciugandosi le lacrime. «Vuoi fare l’amore?»
Peter indicò le fiamme. «Più tardi, aspettiamo che finisca. Abbiamo tutto il tempo del mondo.»
Si sedettero, si presero la mano e restarono a guardare il fuoco perdersi nel vento del Grand Canyon.
Different Staff- Admin
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Infamia o lode : 7
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Re: Tutto il tempo del mondo
Storia particolare sorretta da una buona scrittura. Il titolo che torna nella parte finale del racconto è l’aspetto che mi ha meno convinta. Ok la ragazza è una specie di non morta, ma l’impresario fidanzato? Mi sembra vivo e vegeto e pertanto avere tutto il tempo del mondo mi lascia perplessa.
Detto questo, il racconto si legge con piacere. I personaggi sono ben caratterizzati e anche la descrizione degli ambienti ė quanto serve per lasciare al lettore la libertà di immaginare il resto.
Trovo qualche leziosità nella scelta delle similitudini, forse un po’ troppe per un racconto breve. Ne lascerei al massimo un paio.
Vorrei condividere alcune osservazioni di cui ho preso nota dura te la lettura.
Questa frase è un po’ faticosa quando dici presa da una mano dell’amico (gli strappò di mano?)
ma esitò, prese da una mano dell’amico la bottiglia di bourbon e tracannò in un fiato una lunga sorsata.
Questa una delle similitudini che toglierei. È abusata e anche faticosa da leggere.
troppo male, era come strisciare una manciata di sale sopra una ferita pulsante che gettava ancora sangue.
tappi sugherati, (si dice? non piace molto. Forse meglio tappi di sughero o semplicemente sugheri)
Questo è un infodump che rimuoverei assolutamente. Capisco la necessità a un certo punto di dover spiegare al lettore, ma così è bruttino da leggere. Trovo sia la parte critica di tutto il racconto e che lo penalizza tanto.
«I trasmutanimatori sono delle creature presenti nei territori del sud ovest su cui grava una maledizione millenaria. In vita sono miti, gioviali, si dedicano ad aiutare gli altri, a dare buoni consigli, ad alleviare le sofferenze di ogni essere che incontrano. Proprio per questa attitudine gli è stato concesso il dono delle ventiquattro ore supplementari, nel corso delle quali possono soddisfare un ultimo desiderio. In questo tempo transitorio i trasmutanimatori sono affidati a un cultore di morte, un becchino, che deve fare in modo che l’ultimo desiderio del morto venga esaurito. In ultimo deve provvedere alla purificazione dell’anima del defunto.»
Questa similitudine è bellissima. Brav
Un raggio dorato si staccò da un punto lontanissimo e si conficcò tra i capelli di Rina, la corda di un funambolo tesa tra di loro e l’infinito.
Luci e ombre per una storia in cui leggo più la ricerca di una bella scrittura che il coinvolgimento emotivo o o l’intreccio.
Comunque una lettura piacevole.
Detto questo, il racconto si legge con piacere. I personaggi sono ben caratterizzati e anche la descrizione degli ambienti ė quanto serve per lasciare al lettore la libertà di immaginare il resto.
Trovo qualche leziosità nella scelta delle similitudini, forse un po’ troppe per un racconto breve. Ne lascerei al massimo un paio.
Vorrei condividere alcune osservazioni di cui ho preso nota dura te la lettura.
Questa frase è un po’ faticosa quando dici presa da una mano dell’amico (gli strappò di mano?)
ma esitò, prese
Questa una delle similitudini che toglierei. È abusata e anche faticosa da leggere.
troppo male, era come strisciare una manciata di sale sopra una ferita pulsante che gettava ancora sangue.
tappi sugherati, (si dice? non piace molto. Forse meglio tappi di sughero o semplicemente sugheri)
Questo è un infodump che rimuoverei assolutamente. Capisco la necessità a un certo punto di dover spiegare al lettore, ma così è bruttino da leggere. Trovo sia la parte critica di tutto il racconto e che lo penalizza tanto.
«I trasmutanimatori sono delle creature presenti nei territori del sud ovest su cui grava una maledizione millenaria. In vita sono miti, gioviali, si dedicano ad aiutare gli altri, a dare buoni consigli, ad alleviare le sofferenze di ogni essere che incontrano. Proprio per questa attitudine gli è stato concesso il dono delle ventiquattro ore supplementari, nel corso delle quali possono soddisfare un ultimo desiderio. In questo tempo transitorio i trasmutanimatori sono affidati a un cultore di morte, un becchino, che deve fare in modo che l’ultimo desiderio del morto venga esaurito. In ultimo deve provvedere alla purificazione dell’anima del defunto.»
Questa similitudine è bellissima. Brav
Un raggio dorato si staccò da un punto lontanissimo e si conficcò tra i capelli di Rina, la corda di un funambolo tesa tra di loro e l’infinito.
Luci e ombre per una storia in cui leggo più la ricerca di una bella scrittura che il coinvolgimento emotivo o o l’intreccio.
Comunque una lettura piacevole.
Petunia- Moderatore
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Data di iscrizione : 07.01.21
Età : 60
Località : Prato
Re: Tutto il tempo del mondo
Mi si sono attorcigliati i miei due neuroni al leggere ripetutamente la parola trasmutanimatori. Poi c'è quella Cadillac delle pompe funebri che corre a 140 miglia all'ora per 800 miglia. Va bene che è un fantasy ma sono quasi 230 km all'ora e dovrà pur far benzina da qualche parte! Non ti preoccupare sono i miei soli due commento un po' negativi. Il tuo è un bel racconto di fantasia e nello stesso tempo una bella storia d'amore. Usi la penna come fosse un pennello e sono stato colpito da alcune tue frasi tra le quali quella del raggio di sole. Un'ottima scrittura. Bravo.
Antonio Borghesi- Cavaliere Jedi
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Re: Tutto il tempo del mondo
La prima osservazione che mi viene da farti (perdonami!) è se fosse proprio necessario usare la parola "trasmutanimatori"... possibile non ci fosse nulla di un po' più semplice sebbene ugualmente evocativo?
La seconda osservazione, purtroppo, riguarda un po' più di cura nell'impaginazione, ci sono almeno tre o quattro "a capo" a metà periodo o addirittura a metà frase che, personalmente, hanno disturbato la lettura; questo te lo segnalo in quanto siamo pur sempre all'interno di un concorso letterario e quindi bisogna dare la giusta importanza anche a questi aspetti.
Per quanto riguarda la storia, mi è piaciuta, anche se l'idea che mi è rimasta addosso alla fine è quella di Rina tipo bambola gonfiabile, un po' tutta plastificata; però il messaggio dell'anima, è molto forte e, secondo me, anche molto bello in quanto è vero che quando l'amore è di quelli profondi, grandi, di "tutta una vita" non può essere il decadimento fisico a porgli fine.
Rispetto ad altri letti in precedenza questo fantasy è un po' meno "fantasy" (scusa il gioco di parole) ma questa sua originalità potrebbe essere, alla fine, un suo pregio.
La seconda osservazione, purtroppo, riguarda un po' più di cura nell'impaginazione, ci sono almeno tre o quattro "a capo" a metà periodo o addirittura a metà frase che, personalmente, hanno disturbato la lettura; questo te lo segnalo in quanto siamo pur sempre all'interno di un concorso letterario e quindi bisogna dare la giusta importanza anche a questi aspetti.
Per quanto riguarda la storia, mi è piaciuta, anche se l'idea che mi è rimasta addosso alla fine è quella di Rina tipo bambola gonfiabile, un po' tutta plastificata; però il messaggio dell'anima, è molto forte e, secondo me, anche molto bello in quanto è vero che quando l'amore è di quelli profondi, grandi, di "tutta una vita" non può essere il decadimento fisico a porgli fine.
Rispetto ad altri letti in precedenza questo fantasy è un po' meno "fantasy" (scusa il gioco di parole) ma questa sua originalità potrebbe essere, alla fine, un suo pregio.
paluca66- Maestro Jedi
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Data di iscrizione : 07.01.21
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Re: Tutto il tempo del mondo
È stata una lettura molto gradevole e ti assicuro che non è poco visto che il genere non è fra i miei prediletti. Il racconto mi è parso pieno di trovate geniali e sempre percorso da una fine ironia, anche se in un contesto macabro. Ho trovato gustoso il colloquio iniziale fra il becchino e il morto (o quasi morto), ma anche tutti gli altri dialoghi del brano sono molto naturali. Anche il “fermacravatte a forma di lapide” è una pennellata divertente.
Non ho capito bene la doppia dotazione di mani di Wayne; immagino però che tutto sia lecito in un fantasy.
“Rina però gli boccò il passo” da correggere in “bloccò”
“«Ma che scherzi? Ho tenuto la bocca cucita.»” Direi semplicemente: “Scherzi? Ho tenuto…”
Nel complesso un giudizio più che positivo.
Non ho capito bene la doppia dotazione di mani di Wayne; immagino però che tutto sia lecito in un fantasy.
“Rina però gli boccò il passo” da correggere in “bloccò”
“«Ma che scherzi? Ho tenuto la bocca cucita.»” Direi semplicemente: “Scherzi? Ho tenuto…”
Nel complesso un giudizio più che positivo.
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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Infamia o lode : 1
Data di iscrizione : 07.01.21
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Località : Barberino di Mugello (FI)
Re: Tutto il tempo del mondo
La storia è scritta bene, semplice; si legge con piacere. Questo non è poco. Parecchi altri pezzi, anche belli, sono stati più difficili.
Anche i personaggi sono caratterizzati bene.
Mi sembra solo manchi qualche cosa a chiuderlo, un evento inatteso, una sorpresa, un disturbo. Un po' troppo lineare.
Se devo racchiuderlo in una frase: scorrevole... senza troppo brio.
Anche i personaggi sono caratterizzati bene.
Mi sembra solo manchi qualche cosa a chiuderlo, un evento inatteso, una sorpresa, un disturbo. Un po' troppo lineare.
Se devo racchiuderlo in una frase: scorrevole... senza troppo brio.
FedericoChiesa- Cavaliere Jedi
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Punti : 653
Infamia o lode : 3
Data di iscrizione : 24.04.21
Età : 57
Località : Milano
Re: Tutto il tempo del mondo
Quel raggio di sole, nonostante sia un po' ardita come metafora, un po' leziosa ecco, è la chiave di lettura del racconto. Rina è ancora lei, lo è nella sostanza dell'anima, e il filo di luce del sole che nasce la tiene ancorata al mondo. Il racconto mi è piaciuto, ho trovato azzeccati i dialoghi e buoni i personaggi, anche quelli complementari. Un po' meno la trovata del trasmutacoso, che è un espediente un po' macchinoso alla fine della fiera. Ho invece apprezzato tantissimo il tuo mondo immaginario che ha un rapporto stravagante con la morte. E la resurrezione. In ultimo un plauso per la bella scrittura, moderna e ritmata.
Per me è un testo promosso in pieno, a rileggerci!
Per me è un testo promosso in pieno, a rileggerci!
Akimizu- Cavaliere Jedi
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Punti : 876
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Data di iscrizione : 10.01.21
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Località : Barumini
Re: Tutto il tempo del mondo
Un fantasy particolare questo, non canonico, senza nani, elfi e troll. Forse un urban fantasy o un dark fantasy, ma non sono un super esperto del genere. La scrittura mi è piaciuta, agile, visiva, con immagini interessanti e particolari.
Il rapporto tra Peter e Rina è particolare, non sappiamo nulla della prima vita della ragazza, intuiamo che lei possa essere rimasta uguale, almeno per ciò che concerne i sentimenti verso Peter.
Particolare anche al figura del becchino: sei riuscito a rendere bene la sua visione tradizionalista, le sue perplessità, i suoi dubbi verso una pratica che non riesce a capire.
Anche a me come Tony e Paluca non è piaciuta quella parola, trasmutanimatori...Possibile che non si potesse coniare un altro termine più facile e fruibile?
Un'altra cosa, mi sarebbe piaciuto vedere in azione la milizia delle intercettazioni demoniache, invece sono rimasto a bocca asciutta.
Una lettura piacevole e diversa, anzi, particolare.
Il rapporto tra Peter e Rina è particolare, non sappiamo nulla della prima vita della ragazza, intuiamo che lei possa essere rimasta uguale, almeno per ciò che concerne i sentimenti verso Peter.
Particolare anche al figura del becchino: sei riuscito a rendere bene la sua visione tradizionalista, le sue perplessità, i suoi dubbi verso una pratica che non riesce a capire.
Anche a me come Tony e Paluca non è piaciuta quella parola, trasmutanimatori...Possibile che non si potesse coniare un altro termine più facile e fruibile?
Un'altra cosa, mi sarebbe piaciuto vedere in azione la milizia delle intercettazioni demoniache, invece sono rimasto a bocca asciutta.
Una lettura piacevole e diversa, anzi, particolare.
Byron.RN- Maestro Jedi
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Re: Tutto il tempo del mondo
Racconto particolare, che riesce a coniugare un'atmosfera fantasy, con sprazzi di mondanità, e in particolare il rapporto umano e sentimentale tra Rina e Peter.
Al punto che, nella parte in cui i due discutono alla festa, ci si dimentica quasi di star leggendo un fantasy e si entra nella sfera delle emozioni personali.
Da questo punto di vista ci si dimentica perfino del povero Julius chiuso nel carro funebre, per cui il suo apparire alla festa riporta anche il lettore alla realtà.
Non menzionerò i trasmutanti (dai, era più carino così!) che già ti hanno detto in tutti i modi essere una parola complicata da matti.
Mi soffermerò invece sul bel rompicapo emotivo che tocca a Peter, cioè l'esser messo davanti al dilemma se Rina sia ancora o meno quella che conosceva dopo la resurrezione. E' un problema etico e personale che il racconto approfondisce, ma forse non nel modo struggente che avrebbe potuto essere, fermandosi più alla superficie del problema e infine superandolo con il finale rosa.
L'idea in sè non era affatto male, anche se ho visto almeno un altro racconto, finora, trattare la stessa tematica.
Lo stile di scrittura non ha bisogno di particolare commento: si legge bene, scorre, non ha guizzi particolari ma neppure difetti degni di nota.
Ti segnalo però un uso duplice che fai del termine becchino nelle primissime frasi e poi nel finale: penso sia scorretto usarlo da parte del narratore come sinonimo di impresario delle pompe funebri (il becchino è proprio quello che scava la fossa, per capirci), ma ci sta nell'accezione derisoria che ne fa Wayne, l'amico di Peter, alla festa.
E, per inciso, le 4 mani di Wayne mi hanno abbastanza turbato.
E' un altro elemento fantasy? Chirurgia estrema?
A prescindere, s'intuisce qualche elemento di surreale in questa America alternativa, come la milizia delle intercettazioni demoniache, ma in realtà non se ne sentiva il bisogno vista l'attenzione catalizzata dai due temi portanti: resurrezione di Rina e il trasmutante Julius.
E' già parecchio materiale per 18k caratteri.
Al punto che, nella parte in cui i due discutono alla festa, ci si dimentica quasi di star leggendo un fantasy e si entra nella sfera delle emozioni personali.
Da questo punto di vista ci si dimentica perfino del povero Julius chiuso nel carro funebre, per cui il suo apparire alla festa riporta anche il lettore alla realtà.
Non menzionerò i trasmutanti (dai, era più carino così!) che già ti hanno detto in tutti i modi essere una parola complicata da matti.
Mi soffermerò invece sul bel rompicapo emotivo che tocca a Peter, cioè l'esser messo davanti al dilemma se Rina sia ancora o meno quella che conosceva dopo la resurrezione. E' un problema etico e personale che il racconto approfondisce, ma forse non nel modo struggente che avrebbe potuto essere, fermandosi più alla superficie del problema e infine superandolo con il finale rosa.
L'idea in sè non era affatto male, anche se ho visto almeno un altro racconto, finora, trattare la stessa tematica.
Lo stile di scrittura non ha bisogno di particolare commento: si legge bene, scorre, non ha guizzi particolari ma neppure difetti degni di nota.
Ti segnalo però un uso duplice che fai del termine becchino nelle primissime frasi e poi nel finale: penso sia scorretto usarlo da parte del narratore come sinonimo di impresario delle pompe funebri (il becchino è proprio quello che scava la fossa, per capirci), ma ci sta nell'accezione derisoria che ne fa Wayne, l'amico di Peter, alla festa.
E, per inciso, le 4 mani di Wayne mi hanno abbastanza turbato.
E' un altro elemento fantasy? Chirurgia estrema?
A prescindere, s'intuisce qualche elemento di surreale in questa America alternativa, come la milizia delle intercettazioni demoniache, ma in realtà non se ne sentiva il bisogno vista l'attenzione catalizzata dai due temi portanti: resurrezione di Rina e il trasmutante Julius.
E' già parecchio materiale per 18k caratteri.
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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Re: Tutto il tempo del mondo
Dunque: a San Francisco nevica e invece sulla costa Est non nevica mai. Non è un dettaglio da poco. Sottolinea la cura con cui hai affrontato la storia, la ricerca di dettagli verosimili pur in un contesto dove i morti resuscitano, ci sono creature su cui gravano maledizioni millenarie, Wayne ha quattro braccia (inutile dire che ho invidiato il ragazzo) e il Grand Canyon è popolato di tigri e scimmie. Poi non tutte le scelte sono ugualmente riuscite. All'agenzia Riposo Glorioso potevi forse trovare, data l'ambientazione, un nome in inglese. Trasmutanimatore in effetti, come ti hanno fatto notare altri, è un po' bruttino e poco leggibile. Ci si ingarbuglia e si passa oltre. Come sullo spiegone obbligatorio a chiarire la situazione.
Invece ho apprezzato molto il tema dell'odore, quel suo cercare su Rina il suo odore e non riuscire più a riconoscerla. O la riflessione sul fatto che affidarsi ai ricordi sia l'unico modo per permetterci di ingannare la morte. Si vede che hai delle cose importanti da dire e la capacità di inserirle all'interno di una storia che funziona bene già da sola, ma che arricchita di certi pensieri diventa più profonda e lascia un segno più marcato nella memoria del lettore.
Questa America mi ha ricordato un po' quella di Buffy l'Ammazzavampiri. un urban fantasy dove la normalità si mescola al soprannaturale con intenti di semplice intrattenimento ma offrendo anche qualche spunto di riflessione niente affatto banale.
La scrittura è buona, molto funzionale. Forse non hai uno stile che resta impresso, ma la storia ti arriva tutta comunque e non si fa minimamente fatica ad arrivare in fondo.
Lavorerei per renderlo ancora più vivido, tralasciando certe spiegazioni e dando un'occhiata più approfondita a questo mondo che ti sei inventato. Particolari come la quattro braccia di Wayne o la neve a San Francisco: alla fine sono quelli che restano impressi nella memoria del lettore e contribuiscono a creare quell'intesa che alla base di ogni buon rapporto tra chi scrive e chi legge. Non sembra ma spesso è un lavoro di coppia.
Buonissimo lavoro.
Invece ho apprezzato molto il tema dell'odore, quel suo cercare su Rina il suo odore e non riuscire più a riconoscerla. O la riflessione sul fatto che affidarsi ai ricordi sia l'unico modo per permetterci di ingannare la morte. Si vede che hai delle cose importanti da dire e la capacità di inserirle all'interno di una storia che funziona bene già da sola, ma che arricchita di certi pensieri diventa più profonda e lascia un segno più marcato nella memoria del lettore.
Questa America mi ha ricordato un po' quella di Buffy l'Ammazzavampiri. un urban fantasy dove la normalità si mescola al soprannaturale con intenti di semplice intrattenimento ma offrendo anche qualche spunto di riflessione niente affatto banale.
La scrittura è buona, molto funzionale. Forse non hai uno stile che resta impresso, ma la storia ti arriva tutta comunque e non si fa minimamente fatica ad arrivare in fondo.
Lavorerei per renderlo ancora più vivido, tralasciando certe spiegazioni e dando un'occhiata più approfondita a questo mondo che ti sei inventato. Particolari come la quattro braccia di Wayne o la neve a San Francisco: alla fine sono quelli che restano impressi nella memoria del lettore e contribuiscono a creare quell'intesa che alla base di ogni buon rapporto tra chi scrive e chi legge. Non sembra ma spesso è un lavoro di coppia.
Buonissimo lavoro.
Asbottino- Cavaliere Jedi
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Re: Tutto il tempo del mondo
Questo è un bel racconto particolare e originale esposto con una buona scrittura scorrevole e corretta, senza particolari intoppi (forse in alcuni punti c'è qualche aggettivo di troppo).
C'è qualcosa però che non mi convince del tutto nel testo e questo qualcosa credo che sia il fatto di aver intrecciato insieme due storie che sono indipendenti l'una dall'altra, nel senso che Rina e la sua resurrezione (con la storia d'amore che segue e i vari dilemmi etici) e Julius e la sua trasmutazione (con milizie delle intercettazioni demoniache al seguito) sono due belle storie che meritavano più approfondimento e spazio. Tra l'altro ho percepito un diverso approccio, una diversa mano dell'autore stesso nell'affrontare i due argomenti: con Julius lo stile è più deciso, personale, le scene sono brillanti e d'azione e mi hai fatto intravedere un mondo strano, alla Costantine che adoro e apprezzo sempre.
Con Rina la mano diventa più delicata, perchè ci s'infila nella matassa dell'amore e dei sentimenti confusi, cercando di spiegare l'irrazionale e concludendo con un happy end un pò sottotono rispetto al testo.
Credo che le gag di Peter e Julius in viaggio contro il tempo per raggiungere il Gran Canyon inseguiti dalle milizie diaboliche sia una buona idea da sfruttare. Soprattutto per il modo scanzonato, leggero e brillante con il quale hai trattato l'argomento.
C'è qualcosa però che non mi convince del tutto nel testo e questo qualcosa credo che sia il fatto di aver intrecciato insieme due storie che sono indipendenti l'una dall'altra, nel senso che Rina e la sua resurrezione (con la storia d'amore che segue e i vari dilemmi etici) e Julius e la sua trasmutazione (con milizie delle intercettazioni demoniache al seguito) sono due belle storie che meritavano più approfondimento e spazio. Tra l'altro ho percepito un diverso approccio, una diversa mano dell'autore stesso nell'affrontare i due argomenti: con Julius lo stile è più deciso, personale, le scene sono brillanti e d'azione e mi hai fatto intravedere un mondo strano, alla Costantine che adoro e apprezzo sempre.
Con Rina la mano diventa più delicata, perchè ci s'infila nella matassa dell'amore e dei sentimenti confusi, cercando di spiegare l'irrazionale e concludendo con un happy end un pò sottotono rispetto al testo.
Credo che le gag di Peter e Julius in viaggio contro il tempo per raggiungere il Gran Canyon inseguiti dalle milizie diaboliche sia una buona idea da sfruttare. Soprattutto per il modo scanzonato, leggero e brillante con il quale hai trattato l'argomento.
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: Tutto il tempo del mondo
Carino, molto. La storia mi si è dipanata davanti nitida come un college movie americano. Wayne secondo me è John Belusci in Animal House. Lo stile è pulito e semplice, con qualcosa da limare ma nel complesso piacevole.
Ho qualche perplessità però sui comportamenti di Peter: Rina è da due mesi in città e lui deve incontrarla proprio nella sera in cui ha pochissime ore a disposizione? Non sembra innamorato solo tra l’incuriosito e lo schifato. Poi ha questa bacchettonità (“Non ho cambiato idea, è un procedimento contro natura. E poi è illegale”), ma se è innamorato chi se ne frega se è illegale. Infatti alla fine non è che si butta a fare l’amore quando lei glielo chiede. E nonostante ciò rischia tutto per lei. Mah, non so, su questo aspetto c’è qualcosa che non mi torna, ma nell’insieme mi è piaciuto.
Ho qualche perplessità però sui comportamenti di Peter: Rina è da due mesi in città e lui deve incontrarla proprio nella sera in cui ha pochissime ore a disposizione? Non sembra innamorato solo tra l’incuriosito e lo schifato. Poi ha questa bacchettonità (“Non ho cambiato idea, è un procedimento contro natura. E poi è illegale”), ma se è innamorato chi se ne frega se è illegale. Infatti alla fine non è che si butta a fare l’amore quando lei glielo chiede. E nonostante ciò rischia tutto per lei. Mah, non so, su questo aspetto c’è qualcosa che non mi torna, ma nell’insieme mi è piaciuto.
SuperGric- Padawan
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Re: Tutto il tempo del mondo
Al pari di “Un grammo di felicità” il titolo – suggestivo - evoca qualcosa di non misurabile attualmente per il nostro cervello, tanto è grande la dimensione che dovremmo immaginare. Più o meno come ragionare sulla grandezza fisica dell’universo.
Il genere lo assocerei ad un fantasy orror, o a un dark fantasy, con persone resuscitate e demoni pronti ad appropriarsi delle anime che incontrano. Un classico rivisitato con originalità: magari a fine step ci consiglierai le letture che possono averti in qualche modo ispirato, giusto qualche consiglio per gli acquisti per i non addentro il genere, come moi. Grazie fin da ora.
La lettura è stata gradevole: cura nei dettagli per delineare i paletti, un buon stile, senza appesantimenti; salvo quando Peter spiega a Rina chi è il “coso” e cosa deve fare: qui le frasi si fanno lunghe. Avesti potuto dividere, inserendo l’affanno di Peter, la tensione di una guida veloce, la paura di fallire: un ulteriore occasione per tenere l’attenzione del lettore.
I dialoghi mi sono piaciuti e ho trovato il loro ritmo costante e sicuro fino alla fine.
È un altro racconto in cui la non accettazione della morte di una persona cara porta all’estremo il desiderio di poterla avere ancora e per sempre con sé con pratiche estreme: ma non potrà mai essere la stessa persona. Anche in questo pezzo è la percezione fisica della persona rediviva (odori diversi, profumi spariti, un corpo solo tiepido) che colpisce il “vivo” come falsi, che confondono, e che rende ancora più evidente l’irragionevolezza di averne voluto la rinascita. Concordo quando dici “l’unico modo per ingannare la morte era quello di affidarsi ai ricordi”.
I personaggi sono ben delineati, supportati appunto da buoni dialoghi e da descrizioni essenziali.
Lo ritengo un bel racconto, lo stile mi piace e sei riuscito a creare una certa tensione per l’aspettativa di “cosa aspetta Julius”? però non è una tensione da thriller, potresti provare a migliorarla.
Questa frase mi è piaciuta: Un raggio dorato si staccò da un punto lontanissimo e si conficcò tra i capelli di Rina, la corda di un funambolo tesa tra di loro e l’infinito.
Le mie note, in ottica DT.
Prima nota: I trasmutanimatori... sinceramente, un termine più semplice no? Ho fatto fatica a leggerlo, ogni volta e, dato che – una volta imparato a leggere vien automatico farlo - ...inciampai più volte.
«Hey, Ehi beccamorto
«Ma che, scherzi? – qui ci vedo bene la virgola.
tavolo di marmo. Il suo lavoro dopo marmo vedrei bene un a capo: al lettore rimane ben impressa questa immagine, tanto più che il periodo successivo, per un momento allontana dalla scena, riprendendola giusto nella seconda parte.
tappi sugherati il sugherati proprio non ci sta
finché non mi spieghi cosa provi ancora o adesso per me penso che inserendo uno dei due avverbi si avrebbe meglio la percezione che Rina vuole sapere cosa prova per lui in quel momento, dopo la resurrezione.
del sud ovest, su cui grava Sia inserendo ,su cui , sui quali si rischia di confondere i transmut. con in territori.
Personalmente direi così.
I trasmutanimatori sono delle creature presenti nei territori del sud ovest. Su di loro grava una maledizione millenaria: in vita sono miti, gioviali, si dedicano ad ai...
il dono delle ventiquattro ore supplementari, se dici il dono... sembra che già il lettore sappia di cosa si tratta.
Qui metterei: gli è stato concesso il dono di ventiquattro ore di vita in più, o supplementari se ti piace il temine (ma sembra burocratese)
dentro una cassa da morto è un Trans., trasmut...»: poiché nella frase successiva il tizio richiama la ragazzina, che deve essere inciampata nel suo nome, potresti inserire metà del nome stesso, e poi disse Rina, pasticciando col termine.
Quando gettò il fiammifero, la cassa di mogano prese subito fuoco, aggiunta una virgola
ma se credi nell’anima, quella è rimasta uguale idem
In alcuni punti la formattazione manda a capo una frase a metà.
Il genere lo assocerei ad un fantasy orror, o a un dark fantasy, con persone resuscitate e demoni pronti ad appropriarsi delle anime che incontrano. Un classico rivisitato con originalità: magari a fine step ci consiglierai le letture che possono averti in qualche modo ispirato, giusto qualche consiglio per gli acquisti per i non addentro il genere, come moi. Grazie fin da ora.
La lettura è stata gradevole: cura nei dettagli per delineare i paletti, un buon stile, senza appesantimenti; salvo quando Peter spiega a Rina chi è il “coso” e cosa deve fare: qui le frasi si fanno lunghe. Avesti potuto dividere, inserendo l’affanno di Peter, la tensione di una guida veloce, la paura di fallire: un ulteriore occasione per tenere l’attenzione del lettore.
I dialoghi mi sono piaciuti e ho trovato il loro ritmo costante e sicuro fino alla fine.
È un altro racconto in cui la non accettazione della morte di una persona cara porta all’estremo il desiderio di poterla avere ancora e per sempre con sé con pratiche estreme: ma non potrà mai essere la stessa persona. Anche in questo pezzo è la percezione fisica della persona rediviva (odori diversi, profumi spariti, un corpo solo tiepido) che colpisce il “vivo” come falsi, che confondono, e che rende ancora più evidente l’irragionevolezza di averne voluto la rinascita. Concordo quando dici “l’unico modo per ingannare la morte era quello di affidarsi ai ricordi”.
I personaggi sono ben delineati, supportati appunto da buoni dialoghi e da descrizioni essenziali.
Lo ritengo un bel racconto, lo stile mi piace e sei riuscito a creare una certa tensione per l’aspettativa di “cosa aspetta Julius”? però non è una tensione da thriller, potresti provare a migliorarla.
Questa frase mi è piaciuta: Un raggio dorato si staccò da un punto lontanissimo e si conficcò tra i capelli di Rina, la corda di un funambolo tesa tra di loro e l’infinito.
Le mie note, in ottica DT.
Prima nota: I trasmutanimatori... sinceramente, un termine più semplice no? Ho fatto fatica a leggerlo, ogni volta e, dato che – una volta imparato a leggere vien automatico farlo - ...inciampai più volte.
«Ma che, scherzi? – qui ci vedo bene la virgola.
tavolo di marmo. Il suo lavoro dopo marmo vedrei bene un a capo: al lettore rimane ben impressa questa immagine, tanto più che il periodo successivo, per un momento allontana dalla scena, riprendendola giusto nella seconda parte.
tappi sugherati il sugherati proprio non ci sta
finché non mi spieghi cosa provi ancora o adesso per me penso che inserendo uno dei due avverbi si avrebbe meglio la percezione che Rina vuole sapere cosa prova per lui in quel momento, dopo la resurrezione.
del sud ovest, su cui grava Sia inserendo ,su cui , sui quali si rischia di confondere i transmut. con in territori.
Personalmente direi così.
I trasmutanimatori sono delle creature presenti nei territori del sud ovest. Su di loro grava una maledizione millenaria: in vita sono miti, gioviali, si dedicano ad ai...
il dono delle ventiquattro ore supplementari, se dici il dono... sembra che già il lettore sappia di cosa si tratta.
Qui metterei: gli è stato concesso il dono di ventiquattro ore di vita in più, o supplementari se ti piace il temine (ma sembra burocratese)
dentro una cassa da morto è un Trans., trasmut...»: poiché nella frase successiva il tizio richiama la ragazzina, che deve essere inciampata nel suo nome, potresti inserire metà del nome stesso, e poi disse Rina, pasticciando col termine.
Quando gettò il fiammifero, la cassa di mogano prese subito fuoco, aggiunta una virgola
ma se credi nell’anima, quella è rimasta uguale idem
In alcuni punti la formattazione manda a capo una frase a metà.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: Tutto il tempo del mondo
Sono convinto che la commissione si impegni strenuamente e aggiungo 'eroicamente', nella ricerca di personaggi e generi che non stimolino negli autori storie sentimentali. Non ne ho mai capito la ragione, ma così è.
Tu, autore, hai creato un fantasy metropolitano ricco di horror e ricco d'amore.
Non credo che tu l'abbia fatto per dispetto e il racconto è bellissimo.
Rina e Peter vincono su tutto.
L'amore vince su tutto.
Tu, autore, hai creato un fantasy metropolitano ricco di horror e ricco d'amore.
Non credo che tu l'abbia fatto per dispetto e il racconto è bellissimo.
Rina e Peter vincono su tutto.
L'amore vince su tutto.
Ospite- Ospite
Re: Tutto il tempo del mondo
Scrittura nel complesso più che buona. Non sto a ripetere quanto già segnalato. Solo due appunti:
"Appena entrò nella casa, Peter venne inondato da una mistura inebriante di fumo, alcol, sudore e musica."
"All’orizzonte intanto il nero cominciò a sbiadire al contatto con la luce nascente."
"Intanto, all'orizzonte, il nero cominciò a sbiadire al contatto con la luce nascente."
Circa lo spiegone sul trasmutanimatore, effettivamente, concentrato così, sa molto di infodump. Forse avresti potuto "spalmare" la necessità di informare il lettore circa l'argomento, con un dialogo tra Peter e Rina in macchina. Lui è riluttante a darle queste spiegazioni e lei lo incalza con le domande. Oppure Rina che, vista la riluttanza di Peter, si rivolge direttamente a Julius.
Cari amici, ma perché vi da tanto fastidio il trasmutanimatore? Scusate, e lo dico con il massimo rispetto per tutti, ma saranno cazzi dell'Autore se ha voluto chiamarlo così, o no?
Non è facile da leggere ma a me il trasmutanimatore piace un casino.
Una riflessione:
"Peter pensò che l’unico modo per ingannare la morte era quello di affidarsi ai ricordi,"
La penso come Peter. Fin quando anch'io non sarò morto e vivrò soltanto nei ricordi dei miei cari. Ma chi vive adesso nei miei ricordi, purtroppo, morirà definitivamente con me.
Fantasy particolare poiché la morte (qualcuno l'ha già detto da qualche parte e concordo) è un argomento interessante nonché spunto per molteplici riflessioni. Insomma, pur nella sua linearità di trama, ho particolarmente apprezzato questo racconto. Una realtà distorta, ma che può avere una ragion d'essere, almeno in chi crede che la vita dopo la morte possa continuare. Io penso di no, ma, non avendone la certezza, ho un motivo in più per apprezzare gli argomenti trattati in questo bel racconto.
"Appena entrò nella casa, Peter venne inondato da una mistura inebriante di fumo, alcol, sudore e musica."
Non è scorretto, ma fatico a pensare una persona "inondata". Meglio una cosa. Per esempio: "le narici di Peter vennero inondate da..."
"All’orizzonte intanto il nero cominciò a sbiadire al contatto con la luce nascente."
"Intanto, all'orizzonte, il nero cominciò a sbiadire al contatto con la luce nascente."
Circa lo spiegone sul trasmutanimatore, effettivamente, concentrato così, sa molto di infodump. Forse avresti potuto "spalmare" la necessità di informare il lettore circa l'argomento, con un dialogo tra Peter e Rina in macchina. Lui è riluttante a darle queste spiegazioni e lei lo incalza con le domande. Oppure Rina che, vista la riluttanza di Peter, si rivolge direttamente a Julius.
Cari amici, ma perché vi da tanto fastidio il trasmutanimatore? Scusate, e lo dico con il massimo rispetto per tutti, ma saranno cazzi dell'Autore se ha voluto chiamarlo così, o no?
Non è facile da leggere ma a me il trasmutanimatore piace un casino.
Una riflessione:
"Peter pensò che l’unico modo per ingannare la morte era quello di affidarsi ai ricordi,"
La penso come Peter. Fin quando anch'io non sarò morto e vivrò soltanto nei ricordi dei miei cari. Ma chi vive adesso nei miei ricordi, purtroppo, morirà definitivamente con me.
Fantasy particolare poiché la morte (qualcuno l'ha già detto da qualche parte e concordo) è un argomento interessante nonché spunto per molteplici riflessioni. Insomma, pur nella sua linearità di trama, ho particolarmente apprezzato questo racconto. Una realtà distorta, ma che può avere una ragion d'essere, almeno in chi crede che la vita dopo la morte possa continuare. Io penso di no, ma, non avendone la certezza, ho un motivo in più per apprezzare gli argomenti trattati in questo bel racconto.
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"È buio il mattino che passa senza la luce dei tuoi occhi." Cesare Pavese
As comensa a meuire quand as nass.
Molli Redigano- Maestro Jedi
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Re: Tutto il tempo del mondo
Mentre leggo il tuo racconto vedo passare le immagini di una serie tv, quelle che oggi spopolano sulle tv a pagamento. Perché la sensazione è quella. Un fantasy non canonico (una specie di fantagothicurban), ben scritto, con atmosfere molto americane, flusso narrativo efficace, personaggi interessanti e ben inquadrati (con qualche domanda non risolta ma forse non necessaria nel contesto), alcuni dettagli sublimi. Forse necessita di qualche scossa. Anche alla corsa finale manca qualcosa.
Nel complesso un ottimo lavoro.
Complimenti
Nel complesso un ottimo lavoro.
Complimenti
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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.
CharAznable- Maestro Jedi
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Re: Tutto il tempo del mondo
Senti, caro Autore, te lo dico molto direttamente senza troppi giri di parole: di questo racconto mi è piaciuta ogni cosa. Se si poteva scrivere un racconto perfetto, in questo step, lo hai fatto tu.
La paresi facciale mi ha mandato fuori di testa, perché hai saputo cogliere perfettamente un tratto umoristico che diventa tragicomico per restituirlo al lettore nella sua interezza. Ed è solo il primo di tanti, ineffabili.
Il genere è finalmente indubbiamente rispettato, perché si tratta - Deo gratias - di un urban fantasy, oltretutto (come sottolineava Asbo) con una ricerca e una cura del dettaglio che un lettore attento non può non notare (e, mi permetto di dire, non può non premiare).
Tutti i paletti poi sono coerenti e privi di pretestuosità neppur accennata.
La scrittura è corretta e scorrevole.
Che cosa cavolo posso mai dirti io? Vai a prenderti il tuo podio, e regalaci sempre racconti come questo.
La paresi facciale mi ha mandato fuori di testa, perché hai saputo cogliere perfettamente un tratto umoristico che diventa tragicomico per restituirlo al lettore nella sua interezza. Ed è solo il primo di tanti, ineffabili.
Il genere è finalmente indubbiamente rispettato, perché si tratta - Deo gratias - di un urban fantasy, oltretutto (come sottolineava Asbo) con una ricerca e una cura del dettaglio che un lettore attento non può non notare (e, mi permetto di dire, non può non premiare).
Tutti i paletti poi sono coerenti e privi di pretestuosità neppur accennata.
La scrittura è corretta e scorrevole.
Che cosa cavolo posso mai dirti io? Vai a prenderti il tuo podio, e regalaci sempre racconti come questo.
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
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Re: Tutto il tempo del mondo
Un racconto che mi ha diviso a metà. una parte mi è piaciuta da matti, ovviamente quella del fantasy. l'altra parte quella romantica con Rina purtroppo no. L'ho trovata addirittura fastidiosa, lunga e noiosa. Ma è assolutamente solo una mia impressione personale. Non amo i racconti sentimentali quindi quella parte mi ha rovinato la lettura dell'altra parte che invece mi interessava parecchio.
C'è da dire che sei stat* bravo perché le due parti si differiscono anche nello stile. Mi ha dato l'impressione di essere di fronte a due autori e questo è da apprezzare. Hai una versatilità che ti premette di spaziare ma in questo caso specifico, per me, non ha funzionato.
il fantasy è da 8 l'altra parte per me da 5, quindi la sufficienza la meriti in pieno, ma purtroppo non posso darti di più.
Cavolo questo è il primo caso, in questo step, che rimango con l'amaro in bocca.
Complimenti e grazie!
C'è da dire che sei stat* bravo perché le due parti si differiscono anche nello stile. Mi ha dato l'impressione di essere di fronte a due autori e questo è da apprezzare. Hai una versatilità che ti premette di spaziare ma in questo caso specifico, per me, non ha funzionato.
il fantasy è da 8 l'altra parte per me da 5, quindi la sufficienza la meriti in pieno, ma purtroppo non posso darti di più.
Cavolo questo è il primo caso, in questo step, che rimango con l'amaro in bocca.
Complimenti e grazie!
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: Tutto il tempo del mondo
Ciao Penna.
L'unica cosa che mi lascia perplesso è il fatto che Peter si scordi di James; per quanto possa essere concentrato su Rina sarebbe stato più vicino al mio gusto se non avesse dovuto correre in quel modo fino al Gran Canyon. Chissà poi come saranno i mezzi di trasporto nel XXII secolo?
Il correttore automatico è un imbroglione patentato: "l’ultimo desiderio del morto venga esaurito" è l'unico punto in cui mi si è "esaurita" la lettura.
L'attenzione resta sempre alta, mi sono piaciuti il mondo che hai creato e i tre personaggi principali; Wayne è molto disturbante quindi probabilmente è riuscito bene pure lui.
L'evoluzione di Peter è graduale e quindi incontra il mio gusto; nessun colpo di scena ma una presa di coscienza a passi successivi con l'aiuto di Rina.
Le informazioni sul mondo che hai creato sono ben amalgamate nel testo e ho apprezzato anche il "trucco" di aver inserito un breve infodump come riempitivo del lungo viaggio, secondo me un tocco da maestro.
Il genere è fantasy, lo spazio è gli Usa, il tempo è il XXII secolo, il personaggio è solo l'impresario delle pompe funebri, la stanza da ballo c'è.
Grazie e alla prossima.
L'unica cosa che mi lascia perplesso è il fatto che Peter si scordi di James; per quanto possa essere concentrato su Rina sarebbe stato più vicino al mio gusto se non avesse dovuto correre in quel modo fino al Gran Canyon. Chissà poi come saranno i mezzi di trasporto nel XXII secolo?
Il correttore automatico è un imbroglione patentato: "l’ultimo desiderio del morto venga esaurito" è l'unico punto in cui mi si è "esaurita" la lettura.
L'attenzione resta sempre alta, mi sono piaciuti il mondo che hai creato e i tre personaggi principali; Wayne è molto disturbante quindi probabilmente è riuscito bene pure lui.
L'evoluzione di Peter è graduale e quindi incontra il mio gusto; nessun colpo di scena ma una presa di coscienza a passi successivi con l'aiuto di Rina.
Le informazioni sul mondo che hai creato sono ben amalgamate nel testo e ho apprezzato anche il "trucco" di aver inserito un breve infodump come riempitivo del lungo viaggio, secondo me un tocco da maestro.
Il genere è fantasy, lo spazio è gli Usa, il tempo è il XXII secolo, il personaggio è solo l'impresario delle pompe funebri, la stanza da ballo c'è.
Grazie e alla prossima.
Re: Tutto il tempo del mondo
niente male davvero.
piacevole lettura, storia che scorre liscia fino alla fine, senza intoppi.
originale l'idea, secondo me, e molto buono lo sviluppo della stessa, con buone descrizioni e ottima caratterizzazione dei personaggi.
in sostanza, un bel lavoro
piacevole lettura, storia che scorre liscia fino alla fine, senza intoppi.
originale l'idea, secondo me, e molto buono lo sviluppo della stessa, con buone descrizioni e ottima caratterizzazione dei personaggi.
in sostanza, un bel lavoro
Arunachala- Admin
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Re: Tutto il tempo del mondo
Ed ecco un altro dei miei preferiti.
Ho notato che i miei preferiti parlano di ritorni dalla morte, di resurrezione, di come potremmo reagire a un fenomeno del genere.
Mi piace come parli degli odori di Rina, di come sono cambiati, riesci a farmi comprendere l'intimità che legava Rina e Peter prima della morte di lei. Loro si conoscevano "profondamente" e ora lui stenta a riconoscerla, non ha più lo stesso odore. Ma quello che avevano prima probabilmente è più forte di qualche odore.
E poi tutto il contorno, le descrizioni gestite benissimo, i personaggi ben caratterizzati con pochi tratti precisi, il registro narrativo scorrevole, i dialoghi credibili.
Ripeto: uno dei miei preferiti.
Brav davvero.
Ele
Ho notato che i miei preferiti parlano di ritorni dalla morte, di resurrezione, di come potremmo reagire a un fenomeno del genere.
Mi piace come parli degli odori di Rina, di come sono cambiati, riesci a farmi comprendere l'intimità che legava Rina e Peter prima della morte di lei. Loro si conoscevano "profondamente" e ora lui stenta a riconoscerla, non ha più lo stesso odore. Ma quello che avevano prima probabilmente è più forte di qualche odore.
E poi tutto il contorno, le descrizioni gestite benissimo, i personaggi ben caratterizzati con pochi tratti precisi, il registro narrativo scorrevole, i dialoghi credibili.
Ripeto: uno dei miei preferiti.
Brav davvero.
Ele
Hellionor- Admin
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Re: Tutto il tempo del mondo
Ciao. Sei l’ultimo, ma non ultimo. Capita.
Le pulci:
1. -…restò con la gamba destra bloccata a mezz’aria…- insomma, fa molto “cartoonesco” e non è un racconto con queste caratteristiche.
2. …non è cartoonistico, ma in alcuni momenti è surreale, come dimostra la sequenza: - Vivian sorrideva per via della paresi facciale (…) i pugni contro il legno della cassa che conteneva. –
3. - …poi lei agganciò il suo sguardo e lui non poté più giocare coi minuti. – e qui, giustamente, spieghi perché il “becchino” dimentica il suo compito principale.
4. - …la musica (,) solo una scusa per poter riconoscere i propri corpi sotto lo strato dei vestiti. – a mio parere, magari sbaglio, dopo “musica” sarebbe da mettere una virgola o “era”.
5. Bellissimo il dialogo, valido in ogni era, che descrive un pour parler d’imbarazzo.
6. – Guardami, sono io, Rina. La tua Rina. - e poco dopo – Dopo tutti questi anni… - pertanto, sono passati anni che Rina, per i dubbi di Peter (che per incanto spariranno mentre brucia un cadavere ancora vivo) non è la “sua” Rina.
7. – Peter pensò che l’unico modo per ingannare la morte era quello di affidarsi ai ricordi… - eppure Peter conosce ben due modi diversi di ingannare la morte, li hai descritti entrambi.
8. – Quindi, se ho capito bene, quell’omino buffo e svitato che viaggia dentro la cassa da morto… - una cosa che non capisco. Se è in grado di uscire dalla cassa da morto, andare a brindare per il capodanno, perché fuggendo di tutta fretta si ricolloca nella cassa da morto? Non poteva sedersi nei sedili dietro?
9. – Un raggio dorato (…) tra di loro e l’infinito. – e sono d’accordo con tutti, è una frase splendida, ma mal collocata. Ha un magnifico senso in un contesto romantico, infatti sarebbe perfetta alla fine, quando ci sarà “tutto il tempo del mondo”. Non ne capisco la funzione in quel momento del racconto.
10. – Il viso era scarno, emaciato… - Scarno e emaciato sono sinonimi, di fatto una ripetizione, a mio avviso.
11. Le lingue che si incontrarono sapevano di carne cruda. Quando ho letto questo, mi si sono rattrappite le…si…insomma. Che brutta immagine!
Riferimenti artistici / letterari:
Memento di Cristopher Nolan. Quando scrivi “Mi sa che la memoria a lungo termine ti ha già abbandonato”.
Commento conclusivo:
Interessante il quadro sociale, giurisdizionale e giuridico che hai congegnato. La Grande Contea del Pacifico, il Ducato del New Jersey con gli aristocratici, con una diversa legislazione rispetto alla Contea, la milizia delle intercettazioni demoniache. Eppure, proprio nella assurda normativa descritta nello “spiegone” emerge il vulnus di una legge che sarebbe impossibile da promulgare. Una legge che approva, per “dono”, ventiquattr’ore supplementari, col rischio che “…il morto si trasforma in un demone sanguinario, pronto a divorare l’anima di qualsiasi creatura incroci la sua strada. – è persino peggio di Boris che dichiara di non prendere provvedimenti perché si formerà l’immunità di gregge.
L’idea di fondo del racconto è molto valida, merita uno sviluppo e una revisione. Ne verrà fuori un bellissimo racconto. Grazie per avermelo fatto leggere.
Le pulci:
1. -…restò con la gamba destra bloccata a mezz’aria…- insomma, fa molto “cartoonesco” e non è un racconto con queste caratteristiche.
2. …non è cartoonistico, ma in alcuni momenti è surreale, come dimostra la sequenza: - Vivian sorrideva per via della paresi facciale (…) i pugni contro il legno della cassa che conteneva. –
3. - …poi lei agganciò il suo sguardo e lui non poté più giocare coi minuti. – e qui, giustamente, spieghi perché il “becchino” dimentica il suo compito principale.
4. - …la musica (,) solo una scusa per poter riconoscere i propri corpi sotto lo strato dei vestiti. – a mio parere, magari sbaglio, dopo “musica” sarebbe da mettere una virgola o “era”.
5. Bellissimo il dialogo, valido in ogni era, che descrive un pour parler d’imbarazzo.
6. – Guardami, sono io, Rina. La tua Rina. - e poco dopo – Dopo tutti questi anni… - pertanto, sono passati anni che Rina, per i dubbi di Peter (che per incanto spariranno mentre brucia un cadavere ancora vivo) non è la “sua” Rina.
7. – Peter pensò che l’unico modo per ingannare la morte era quello di affidarsi ai ricordi… - eppure Peter conosce ben due modi diversi di ingannare la morte, li hai descritti entrambi.
8. – Quindi, se ho capito bene, quell’omino buffo e svitato che viaggia dentro la cassa da morto… - una cosa che non capisco. Se è in grado di uscire dalla cassa da morto, andare a brindare per il capodanno, perché fuggendo di tutta fretta si ricolloca nella cassa da morto? Non poteva sedersi nei sedili dietro?
9. – Un raggio dorato (…) tra di loro e l’infinito. – e sono d’accordo con tutti, è una frase splendida, ma mal collocata. Ha un magnifico senso in un contesto romantico, infatti sarebbe perfetta alla fine, quando ci sarà “tutto il tempo del mondo”. Non ne capisco la funzione in quel momento del racconto.
10. – Il viso era scarno, emaciato… - Scarno e emaciato sono sinonimi, di fatto una ripetizione, a mio avviso.
11. Le lingue che si incontrarono sapevano di carne cruda. Quando ho letto questo, mi si sono rattrappite le…si…insomma. Che brutta immagine!
Riferimenti artistici / letterari:
Memento di Cristopher Nolan. Quando scrivi “Mi sa che la memoria a lungo termine ti ha già abbandonato”.
Commento conclusivo:
Interessante il quadro sociale, giurisdizionale e giuridico che hai congegnato. La Grande Contea del Pacifico, il Ducato del New Jersey con gli aristocratici, con una diversa legislazione rispetto alla Contea, la milizia delle intercettazioni demoniache. Eppure, proprio nella assurda normativa descritta nello “spiegone” emerge il vulnus di una legge che sarebbe impossibile da promulgare. Una legge che approva, per “dono”, ventiquattr’ore supplementari, col rischio che “…il morto si trasforma in un demone sanguinario, pronto a divorare l’anima di qualsiasi creatura incroci la sua strada. – è persino peggio di Boris che dichiara di non prendere provvedimenti perché si formerà l’immunità di gregge.
L’idea di fondo del racconto è molto valida, merita uno sviluppo e una revisione. Ne verrà fuori un bellissimo racconto. Grazie per avermelo fatto leggere.
digitoergosum- Cavaliere Jedi
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Re: Tutto il tempo del mondo
Credo che Peter e Rina alla fine abbiano fatto davvero l'amore.
Lui si sta convincendo che nonostante quel corpo finto, rigenerato, lo spirito di lei è rimasto lo stesso.
E per chi crede nell'immortalità dell'anima il tempo è solo una convenzione senza alcun valore.
Oramai si sono ritrovati e può succedere qualunque cosa, a loro non interessa più di tanto. L'illusione di avere tutto il tempo del mondo non è più un'illusione.
Lui si sta convincendo che nonostante quel corpo finto, rigenerato, lo spirito di lei è rimasto lo stesso.
E per chi crede nell'immortalità dell'anima il tempo è solo una convenzione senza alcun valore.
Oramai si sono ritrovati e può succedere qualunque cosa, a loro non interessa più di tanto. L'illusione di avere tutto il tempo del mondo non è più un'illusione.
Byron.RN- Maestro Jedi
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