Restaurazione
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Different Tales :: Off Topic :: Archivio :: Different Rooms - Tutti i racconti :: Step 5 - Sala da Ballo
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Restaurazione
Cento anni sono ormai passati da quello sciagurato giorno in cui, in occasione dell’inaugurazione del più lussuoso, maestoso, gigantesco hotel che essere umano avesse mai visto, il grande chef italiano Gustavo Pasta decise di strafare facendo uscire dalla torta di due metri di altezza nientemeno che una ragazza completamente nuda!
Erano altri tempi, quelli, mio nonno me lo raccontava sempre… le donne stavano al loro posto anche se il regime aveva già da qualche anno dovuto cedere al turismo occidentale che portava il peccato in mezzo ai nostri giovani, alle nostre donne, nelle famiglie: donne che giravano liberamente in calzoncini e magliette, ragazze che prendevano il sole in spiaggia in bikini, uomini e donne seduti allo stesso tavolo al ristorante in sei, otto, a volte anche dieci alla volta.
Sicuramente il seme del peccato si era già insinuato nella nostra gente, soprattutto nelle donne, ma è indubbio che quella ragazza fu l’elemento scatenante della frana che avrebbe trascinato il nostro emirato alla rovina.
Il salone era gremito di personalità e giornalisti di ogni paese che subito amplificarono un fatto, di per sé abbastanza anonimo, in qualcosa di “epocale”, parola che su molti giornali apparve, a mio parere del tutto a sproposito.
Ma si sa, la gente, il popolino, beve tutto quello che gli si fa credere, soprattutto se arriva da una certa stampa e così ci è voluto poco perché nelle nostre donne cominciasse a insinuarsi un dubbio malsano.
È bastato un mese perché in quello stesso salone si vedessero alcune nostre concittadine esibirsi in balli di dubbia moralità, agitando le loro forme che nemmeno i vestiti dell’epoca riuscivano totalmente a nascondere.
E gli uomini? Coloro che avrebbero dovuto vegliare sull’integrità morale dei costumi del paese, sull’integrità morale delle loro donne, le nostre nonne? Che fessi! Completamente rimbambiti dalla visione di un corpo nudo, chissà che cosa hanno immaginato di vedere dietro a quelle forme così volgarmente esibite!
Poveri stupidi! Poveri ignoranti! Poveri ingenui!
Certo nessuno avrebbe potuto immaginare quello che sarebbe successo di lì a poco tempo, anche se dai paesi amici, quelli che professavano la nostra stessa fede, che vivevano intensamente il nostro “credo”, tutelando le loro donne dai rischi del peccato, da quei paesi, dicevo, numerosi (e inascoltati) furono i moniti.
Ma i nostri nonni pensavano di essere più furbi di tutti, pensavano di potersela cavare da soli, pensavano che concedere una minima libertà alle loro donne non avrebbe comportato niente di particolare: ciechi! Accecati da quelle stesse libertà peccaminose dell’occidente da cui le autorità religiose non smettevano un secondo di metterli in guardia.
Sono bastati dieci anni perché il seme del male cominciasse a dare i suoi primi frutti, i frutti malati di un albero che aveva piantato le radici nella terra corrotta.
Al termine del primo decennio del nostro secolo le autorità del nostro paese decisero di sfruttare la popolarità del grande hotel per organizzare le finali di Miss Mondo. Che follia! Arrivarono le più belle ragazze di ogni paese e per giorni sfilarono mezze nude nello stesso salone dove dieci anni prima la loro famosissima “collega” aveva mostrato al mondo le sue grazie.
Naturalmente, follia per follia, invitarono nuovamente mister Gustavo Pasta, nella speranza, chissà, che potesse fare uscire dal cilindro qualche altra trovata particolarmente piccante, anzi, “peccaminosa”.
E quello cosa si inventa? Dei pasticcini che rappresentavano le ragazze in concorso, uno per ciascuna di esse; ma, invece che in costume, i pasticcini le rappresentavano completamente nude.
Ancora una volta il successo che accompagnò il malato esibizionismo di Pasta fu enorme, amplificato, manco a dirlo, da un giornalismo al soldo del nemico che inondò rapidamente le redazioni di tutto il mondo decretando la fine di secoli di oscurantismo del nostro paese, oscurantismo che solo le loro menti malate, obnubilate da tette e sederi esibiti senza ritegno su ogni rivista, potevano aver visto.
E che cosa fecero i nostri “illuminati” governanti, assediati dai paesi amici che li spronavano e reagire a quell’invasione del male? Niente! Non fecero proprio niente, subirono quegli attacchi senza reagire, calarono, è il caso di dirlo, i pantaloni e lasciarono che giorno dopo giorno la goccia scavasse la roccia fino a sgretolarla completamente.
E tu nonno? Proprio tu nonno! L’artefice dell’inizio del crollo che ci ha portati qui oggi, in questa situazione senza speranza.
Inconsapevolmente ma tragicamente colpevole.
Eri là quando quella ragazza uscì dalla torta ed eri là durante la finale di Miss Mondo… purtroppo!
Miss Costarica e il suo sorriso incantevole, Miss Costarica e le sue belle forme al vento… te la sposasti, povero fesso! Eri già un pezzo grosso dell’emirato a soli trent’anni e ti lasciasti conquistare, mettere sotto, rimbambire da quella ragazza!
Per compiacere la tua giovane moglie la facesti entrare nei meccanismi del governo: che errore!!!
Era giovane e bella ma non era affatto stupida, anzi!
Richiamò per la terza volta Pasta dal suo paese e lo mise a capo di un comitato organizzato appositamente per portare alle nostre donne i segreti della cucina occidentale.
Cosa poteva esserci di male a insegnare a mogli e madri a cucinare, pensarono i nostri illuminatissimi governanti: tutto c’era di male! Era ancora una volta il Male vero e proprio che si insinuava tra le vesti delle nostre nonne e delle nostre madri, quelle vesti che le avevano protette dal peccato per secoli e che ora, all’improvviso si rivelavano un impiccio.
Sì, proprio così, dissero, un impiccio!
Per prime furono le braccia a scoprirsi, non si poteva stare in cucina con le braccia interamente coperte sentenziò il grande cuoco!
E poi i volti, i bellissimi volti delle nostre donne, destinati a dare gioia e amore a noi, i loro uomini, poco alla volta furono alla mercé di chiunque passasse in quelle cucine.
Il destino era segnato, una volta al mese il salone dell’hotel accoglieva le aspiranti cuoche affinché mostrassero a tutti (a tutti! Ma ci rendiamo conto!) i loro manicaretti, i loro progressi.
Capite? Non più soltanto al loro uomo, ma a tutti quelli che entravano in quel salone, gli uomini delle altre cuoche, e poi i giornalisti e poi sempre più numerose le donne occidentali con i loro vestiti corti e i loro comportamenti lascivi, quelle donne che si lasciavano andare a balli peccaminosi, che bevevano alcool in pubblico.
Maledetti stupidi! Maledetti stupidi!!!!!!
Avevano già cominciato ad essere sconfitti, non si resero mai conto che ci stavano preparando un futuro di tenebre, non pensarono mai per un momento agli uomini che sarebbero venuti, alle generazioni future di maschi sottomessi.
E ora non si torna più indietro, non è più possibile tornare agli anni d’oro della fine del ventesimo secolo.
Ieri, l’inizio del nuovo secolo ha visto il compimento finale del lungo colpo di Stato durato cento anni; è nato il nuovo Governo dell’emirato composto soltanto da donne.
Le statue dei nostri grandi antenati sono state man mano sostituite da quelle di Gustavo Pasta che con regolarità maniacale sono sorte nelle piazze di tutte le più importanti città: è il loro eroe Nazionale!
Le donne sono a capo delle più importanti industrie, comandano banche e assicurazioni, non esiste più un hotel guidato da un uomo…
Siamo ridotti ad animali da riproduzione, non si celebrano nemmeno più matrimoni, siamo lo zimbello di tutto il mondo… Però gli illuminati governanti occidentali fanno affari e trattano con le nostre donne infischiandosene dei nostri diritti e della nostra situazione, per loro contiamo meno dei loro animali domestici.
Uomini del nostro amato emirato è ora di prendere in mano la situazione e alzare la voce; ribelliamoci a questa situazione, smettiamola di subire passivamente, che questo sia veramente il secolo della restaurazione, del ritorno alla Verità!
Riprendiamo il nostro posto nella società, riprendiamoci le nostre donne, rimettiamole dove sono sempre state, su quel magnifico piedistallo all’interno delle nostre case, simboli e rappresentazioni dei nostri cuori.
Cancelliamo questi cento anni di disonore, di peccati, di sconcezze, abbattiamo le statue del Pasta e rivestiamo le nostre ragazze.
Invadiamo le piazze, presidiamo aeroporti e stazioni, occupiamo fabbriche e hotel, liberiamoci da questi legacci che ci stringono i cuori e ci co-stringono nelle nostre case come dei soprammobili.
Uomini, torniamo ad essere i padroni dell’emirato!
Different Staff- Admin
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Re: Restaurazione
Questo è il secondo pamphlet che leggo e mi pare che anche questo sia stato gestito bene.
L'invettiva verso il malcostume occidentale è credibile, lo sfogo accorato.
La scrittura, nonostante le imposizioni del genere, mi sembra agile e disinvolta.
A fine lettura viene da chiedersi se davvero nel nuovo secolo potrebbe esserci un ribaltamento della situazione così come è stata descritta. Se dovessi scommettere qualcosa propenderei per il no, ma nelle scommesse non sono fortunato.
Grazie Gustavo Pasta, per la donna nuda, ma anche per la torta di due metri.
L'invettiva verso il malcostume occidentale è credibile, lo sfogo accorato.
La scrittura, nonostante le imposizioni del genere, mi sembra agile e disinvolta.
A fine lettura viene da chiedersi se davvero nel nuovo secolo potrebbe esserci un ribaltamento della situazione così come è stata descritta. Se dovessi scommettere qualcosa propenderei per il no, ma nelle scommesse non sono fortunato.
Grazie Gustavo Pasta, per la donna nuda, ma anche per la torta di due metri.
Byron.RN- Cavaliere Jedi
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Re: Restaurazione
Che dire. L’Italia, piccola penisola posizionata con le giuste coordinate nel globo terracqueo, tra gli altri, ha dato i natali al grande chef (perdono, cuoco) Gustavo Pasta. E le donne degli Emirati hanno ben d’onde di celebrarlo a modo.
Il racconto è piacevole da leggere, il tono pamphlet è quasi parodistico. Non c’è una vera incazzatura, un’argomentazione solida pur nel vaneggiamento del povero (emiro?), bensì una visione un po’ stereotipata (e molto occidentale) dell l’idea che in Eau si pensa delle donne. Come se tu dicessi esattamente ciò che ci si aspetta di sentire dire in proposito. In alcuni passaggi mi so o sentita davanti a Cetto Laqualunque. Cito: “ Inconsapevolmente ma tragicamente colpevole.”
Tutto rimane piuttosto in superficie per questo il tono è “pamphlet” ma senza il graffio che mi aspetto dal genere.
Alla fine resta la sensazione di aver letto qualcosa di carino, ma niente di più.
Comunque ho apprezzato molto l’idea del cuoco italiano, non sarà Gusteau di Ratatouille, ma il “pilusensibile” (tanto per restare su Cetto) Gustavo Pasta.
La scrittura ė lineare e abbastanza scorrevole.
Un buon lavoro.
Il racconto è piacevole da leggere, il tono pamphlet è quasi parodistico. Non c’è una vera incazzatura, un’argomentazione solida pur nel vaneggiamento del povero (emiro?), bensì una visione un po’ stereotipata (e molto occidentale) dell l’idea che in Eau si pensa delle donne. Come se tu dicessi esattamente ciò che ci si aspetta di sentire dire in proposito. In alcuni passaggi mi so o sentita davanti a Cetto Laqualunque. Cito: “ Inconsapevolmente ma tragicamente colpevole.”
Tutto rimane piuttosto in superficie per questo il tono è “pamphlet” ma senza il graffio che mi aspetto dal genere.
Alla fine resta la sensazione di aver letto qualcosa di carino, ma niente di più.
Comunque ho apprezzato molto l’idea del cuoco italiano, non sarà Gusteau di Ratatouille, ma il “pilusensibile” (tanto per restare su Cetto) Gustavo Pasta.
La scrittura ė lineare e abbastanza scorrevole.
Un buon lavoro.
Ultima modifica di Petunia il Lun Ott 11, 2021 5:01 pm - modificato 1 volta.
Petunia- Moderatore
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Re: Restaurazione
Sono un po' confuso. Il pamphlet va contro le donne o contro la religione che le obbliga a sottoporsi e alla quale scappano via seguendo gli esempi di Gustavo Pasta? Sembra anche che si diriga al nonno dell'autore delle invettive. Il tutto è un po' parossistico e nuoce alla forza del discorso. Non credo raggiunga lo scopo che l'autore si è prefissato. Sorry but... no.
Antonio Borghesi- Cavaliere Jedi
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Re: Restaurazione
Allora, secondo me lo scopo dell'autore è quello di creare un paradosso talmente spropositato per farci riflettere sulla situazione attuale della donna negli Stati islamici. L'intento è buono, ma funziona parzialmente. Soprattutto per l'incredibile piega che prendono gli eventi. Se infatti l'assurdità della rivoluzione partita da un cuoco straniero rafforza il parossismo, dall'altro uccide ogni forma di partecipazione emotiva. Spero di essermi spiegato. Il racconto è comunque piacevole, a tratti diverte, ma non troppo. È scritto molto bene e il genere è centrato, cose che in un concorso letterario non vanno mai ignorate.
A rileggerci!
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Akimizu- Cavaliere Jedi
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Re: Restaurazione
L'idea è molto buona: una rivoluzione negli EAU in cui le donne sovvertono gli attuali intollerabili costumi tradizionali e acquistano piena autonomia e potere sottomettendo gli uomini.
Alcune note sulla forma: il dover spiegare al lettore le vicende che hanno portato alla rivoluzione toglie molta forza all'invettiva, che in alcuni punti è troppo "raccontata".
Sul contenuto: è bella la parodia, e W la cucina italiana, ma le donne nonostante tutto sono anche qui passive. La rivoluzione non è per merito loro, avviene quasi per caso. Dunque la donna non è che risulti vincitrice.
Sul concorso: non trovo molto la sala da ballo.
Nel complesso simpatico, lettura complessivamente piacevole.
Alcune note sulla forma: il dover spiegare al lettore le vicende che hanno portato alla rivoluzione toglie molta forza all'invettiva, che in alcuni punti è troppo "raccontata".
Sul contenuto: è bella la parodia, e W la cucina italiana, ma le donne nonostante tutto sono anche qui passive. La rivoluzione non è per merito loro, avviene quasi per caso. Dunque la donna non è che risulti vincitrice.
Sul concorso: non trovo molto la sala da ballo.
Nel complesso simpatico, lettura complessivamente piacevole.
SuperGric- Padawan
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Re: Restaurazione
Mi è piaciuto questo pamphlet.
Il terreno sfugge da sotto i piedi di questi uomini. Le donne, non solo riscattano la loro condizione ma la ribaltano, prendendo i posti del potere economico e politico.
Quasi un lamento più che un'arringa, ma ci sta bene e alla fine sì, richiama all'azione.
Lettura piacevole, a parte qualche tratto, a voler essere pignoli.
Il terreno sfugge da sotto i piedi di questi uomini. Le donne, non solo riscattano la loro condizione ma la ribaltano, prendendo i posti del potere economico e politico.
Quasi un lamento più che un'arringa, ma ci sta bene e alla fine sì, richiama all'azione.
Lettura piacevole, a parte qualche tratto, a voler essere pignoli.
FedericoChiesa- Padawan
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Re: Restaurazione
Un brano che accresce l’autostima nazionale: un nostro concittadino che contribuisce in maniera decisiva all’emancipazione femminile in un paese islamico, fino a far rovesciare i rapporti di forza.
Il racconto è paradossale e per questo divertente. Complimenti, perché in modo leggero hai toccato un tema serio e di grande attualità. Ai fini della prova l’invettiva poteva essere più mirata e non dispersa verso diversi bersagli. La sala da ballo c’è in modo molto marginale. Comunque è stata una piacevole lettura.
Per un’eventuale successiva riscrittura ti segnalo alcuni passaggi su cui riflettere.
“a volte anche dieci alla volta.” Cercherei di evitare l’assonanza volte-volta
“Certo nessuno avrebbe potuto immaginare quello che sarebbe successo di lì a poco tempo, anche se dai paesi amici, quelli che professavano la nostra stessa fede, che vivevano intensamente il nostro “credo”, tutelando le loro donne dai rischi del peccato, da quei paesi, dicevo, numerosi (e inascoltati) furono i moniti.” Periodo troppo lungo e un po’ contorto che ti ha costretto a precisare “da quei paesi, dicevo”.
“la popolarità del grande hotel”. Mi suona male: direi grande albergo o userei un altro aggettivo in sostituzione di “grande”
Qualche “d” eufonica di troppo: “ad essere sconfitti”, “ad essere i padroni dell’emirato”
“è il loro eroe Nazionale!” direi “nazionale”
Non riesco a immaginare il pasticcino a forma di miss e, soprattutto, completamente nuda. Ma il grande Gustavo Pasta sa certamente come fare…
Il racconto è paradossale e per questo divertente. Complimenti, perché in modo leggero hai toccato un tema serio e di grande attualità. Ai fini della prova l’invettiva poteva essere più mirata e non dispersa verso diversi bersagli. La sala da ballo c’è in modo molto marginale. Comunque è stata una piacevole lettura.
Per un’eventuale successiva riscrittura ti segnalo alcuni passaggi su cui riflettere.
“a volte anche dieci alla volta.” Cercherei di evitare l’assonanza volte-volta
“Certo nessuno avrebbe potuto immaginare quello che sarebbe successo di lì a poco tempo, anche se dai paesi amici, quelli che professavano la nostra stessa fede, che vivevano intensamente il nostro “credo”, tutelando le loro donne dai rischi del peccato, da quei paesi, dicevo, numerosi (e inascoltati) furono i moniti.” Periodo troppo lungo e un po’ contorto che ti ha costretto a precisare “da quei paesi, dicevo”.
“la popolarità del grande hotel”. Mi suona male: direi grande albergo o userei un altro aggettivo in sostituzione di “grande”
Qualche “d” eufonica di troppo: “ad essere sconfitti”, “ad essere i padroni dell’emirato”
“è il loro eroe Nazionale!” direi “nazionale”
Non riesco a immaginare il pasticcino a forma di miss e, soprattutto, completamente nuda. Ma il grande Gustavo Pasta sa certamente come fare…
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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Re: Restaurazione
Un pamphlet con un tema direi attuale che cresce man mano che si prosegue con la lettura. Come se l'autore si infervorasse sempre più nell'esporre la sua tesi. Questo mi ha reso il testo più credibile e quindi ti faccio i complimenti. Anche i paletti sono stati usati saggiamente e amalgamanti ottimamente nel testo.
Tutte queste cose, per me, rendono il testo riuscito bene senza entrare troppo nel merito della tesi esposta che tra le altre cose mi ricorda un libro che ho letto da poco "ragazze elettriche" di Naomi Alderman.
Complimenti e grazie.
Tutte queste cose, per me, rendono il testo riuscito bene senza entrare troppo nel merito della tesi esposta che tra le altre cose mi ricorda un libro che ho letto da poco "ragazze elettriche" di Naomi Alderman.
Complimenti e grazie.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: Restaurazione
Ciao.
Le pulci (in un buon testo, che forse può migliorare)
1. Ho contato la parola “donne” sedici volte, delle quali nove nelle prime ventinove righe (della mia stampa), circa un quarto del racconto, e quattro in un’unica frase. Può essere che tali ripetizioni siano dovute all’ossessione del protagonista. Sarai tu a valutarlo. Personalmente, da lettore, non l’ho apprezzato a tutto tondo.
2. – Accecati da quelle stesse libertà peccaminose dell’occidente da cui… - Forse, “dalle quali” .
3. – Inconsapevolmente ma tragicamente colpevole. – Questi avverbi che finiscono in “mente”, lo sappiamo ormai, vanno usati con cautela, con parsimonia, perché funzionano nella “mente” (fammi giocare) ma appesantiscono la lettura.
4. Qui ti confesso che, per ignoranza mia, stavo per contestarti “…il nuovo Governo dell’emirato”. A mio parere, se scrivi Governo in maiuscolo, anche emirato va poi in maiuscolo. Ma ho avuto il dubbio (e qui ti chiedo venia) che un paese governato da donne potesse chiamarsi Emirato. Ho pensato “Non esiste il femminile di Emiro”. E invece esiste, il femminile di Emiro è Emira, che vuol dire principessa. Col tuo scrivere ho scoperto una cosa nuova.
5. - Invadiamo le piazze, presidiamo gli aeroporti e stazioni, occupiamo fabbriche e hotel… - , qui tornerò nelle conclusioni.
Riferimenti artistici / letterari
Non ho “alti” riferimenti, forse perché non amo le ambientazioni cinematografiche e letterarie dei paesi arabi. Mi sovviene, con divertimento, il fumetto esilarante di Goscinny, le sue storie del Gran Visir Iznogoud, che amplifica in comica le particolarità della cultura araba.
Conclusioni
Gustavo Panza, è inevitabile, riporta con simpatia alle freddure che circolavano nei ’70. Il Ministro dei Trasporti italiano? Guido Maluccio. La prostitute più famosa del West? Calatimy Jeans. E via scorrendo. Chissà se hai voluto giocare col titolo: restaurazione – ristorazione. Ce lo dirai.
Per come hai congegnato il racconto, io lettore ho capito che era un pamphlet solo all’ultimo. E come genere non mi convince del tutto. Il tuo lavoro approfondisce tutta una storia centenaria, ma…
A chi è indirizzata la diatriba? Per gran parte dell’opera ho pensato che fossero pensieri da soliloquio. Soprattutto da - E tu nonno? Proprio tu nonno – mi sono così convinto, perché non c’è traccia fisica di questo nonno, non è presente, e la frase può avere senso solamente come soliloquio. Ma se poi scopriamo alla fine che il richiamo è volto al genere maschile dell’Emirato, quel “nonno” non ha senso, tantomeno il soliloquio.
E se il pamphlet è diretto verso quella popolazione, perché spiegarle (e spiegare a noi) tutto quel popò di storia, che certamente è curiosa per noi ma ai fini della credibilità del racconto è, a mio parere, un errore concettuale? E’ come se si volesse scrivere un libello reazionario, che so, contro il green pass trascorrendo quasi tutto il tempo a parlare di Pasteur e come si è arrivati ai vaccini, invece che propagare le idee convincendo su riscontri medici, su statistiche, su sospetti sulla (fantomatica) Big Pharma, sulla libertà sancita dalla nostra Carta.
Anche come ribelle, il personaggio è poco credibile. Chiunque di noi, sicuramente sbagliando obbiettivi, studieremmo ben altro che occupare piazze, aeroporti, stazioni, fabbriche e hotel. Il nostro nostalgico non ha pensato alle sedi governative, alle televisioni e agli organi di stampa, alle caserme militari, ai luoghi simbolo dei sindacati delle donne, e potrei andare avanti con altri lochi strategici.
Il racconto è scritto bene, ma non mi ha convinto. A leggere i commenti sopra, non devi angustiarti con me. Hai comunque validi estimatori lettori. A rileggerci.
Le pulci (in un buon testo, che forse può migliorare)
1. Ho contato la parola “donne” sedici volte, delle quali nove nelle prime ventinove righe (della mia stampa), circa un quarto del racconto, e quattro in un’unica frase. Può essere che tali ripetizioni siano dovute all’ossessione del protagonista. Sarai tu a valutarlo. Personalmente, da lettore, non l’ho apprezzato a tutto tondo.
2. – Accecati da quelle stesse libertà peccaminose dell’occidente da cui… - Forse, “dalle quali” .
3. – Inconsapevolmente ma tragicamente colpevole. – Questi avverbi che finiscono in “mente”, lo sappiamo ormai, vanno usati con cautela, con parsimonia, perché funzionano nella “mente” (fammi giocare) ma appesantiscono la lettura.
4. Qui ti confesso che, per ignoranza mia, stavo per contestarti “…il nuovo Governo dell’emirato”. A mio parere, se scrivi Governo in maiuscolo, anche emirato va poi in maiuscolo. Ma ho avuto il dubbio (e qui ti chiedo venia) che un paese governato da donne potesse chiamarsi Emirato. Ho pensato “Non esiste il femminile di Emiro”. E invece esiste, il femminile di Emiro è Emira, che vuol dire principessa. Col tuo scrivere ho scoperto una cosa nuova.
5. - Invadiamo le piazze, presidiamo gli aeroporti e stazioni, occupiamo fabbriche e hotel… - , qui tornerò nelle conclusioni.
Riferimenti artistici / letterari
Non ho “alti” riferimenti, forse perché non amo le ambientazioni cinematografiche e letterarie dei paesi arabi. Mi sovviene, con divertimento, il fumetto esilarante di Goscinny, le sue storie del Gran Visir Iznogoud, che amplifica in comica le particolarità della cultura araba.
Conclusioni
Gustavo Panza, è inevitabile, riporta con simpatia alle freddure che circolavano nei ’70. Il Ministro dei Trasporti italiano? Guido Maluccio. La prostitute più famosa del West? Calatimy Jeans. E via scorrendo. Chissà se hai voluto giocare col titolo: restaurazione – ristorazione. Ce lo dirai.
Per come hai congegnato il racconto, io lettore ho capito che era un pamphlet solo all’ultimo. E come genere non mi convince del tutto. Il tuo lavoro approfondisce tutta una storia centenaria, ma…
A chi è indirizzata la diatriba? Per gran parte dell’opera ho pensato che fossero pensieri da soliloquio. Soprattutto da - E tu nonno? Proprio tu nonno – mi sono così convinto, perché non c’è traccia fisica di questo nonno, non è presente, e la frase può avere senso solamente come soliloquio. Ma se poi scopriamo alla fine che il richiamo è volto al genere maschile dell’Emirato, quel “nonno” non ha senso, tantomeno il soliloquio.
E se il pamphlet è diretto verso quella popolazione, perché spiegarle (e spiegare a noi) tutto quel popò di storia, che certamente è curiosa per noi ma ai fini della credibilità del racconto è, a mio parere, un errore concettuale? E’ come se si volesse scrivere un libello reazionario, che so, contro il green pass trascorrendo quasi tutto il tempo a parlare di Pasteur e come si è arrivati ai vaccini, invece che propagare le idee convincendo su riscontri medici, su statistiche, su sospetti sulla (fantomatica) Big Pharma, sulla libertà sancita dalla nostra Carta.
Anche come ribelle, il personaggio è poco credibile. Chiunque di noi, sicuramente sbagliando obbiettivi, studieremmo ben altro che occupare piazze, aeroporti, stazioni, fabbriche e hotel. Il nostro nostalgico non ha pensato alle sedi governative, alle televisioni e agli organi di stampa, alle caserme militari, ai luoghi simbolo dei sindacati delle donne, e potrei andare avanti con altri lochi strategici.
Il racconto è scritto bene, ma non mi ha convinto. A leggere i commenti sopra, non devi angustiarti con me. Hai comunque validi estimatori lettori. A rileggerci.
digitoergosum- Cavaliere Jedi
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Re: Restaurazione
Il titolo ha evocato Storia, e con lo sviluppo del racconto si sta.
Al termine della lettura più che pamphlet mi è sovvenuto “comizio”: una bella tirata su un palco, parlando a ruota libera, ricordando episodi del passato per spronare alla ribellione.
Chiaro è l’intento di porre l’attenzione sulla situazione critica delle donne islamiche, anche se a ben vedere non è che in tante altre parti del mondo, ritenute più socialmente avanzate, le cose vadano poi sempre meglio. Inoltre sbavare davanti alle nudità di una donna non sono solo i maschi richiamati dalla Penna (che poi le vanno a cercare, deboli, poverini, e soggiogati/irretiti da un paio di mutandine minimal).
Chi esterna lo si è capito vuol tornare indietro nel tempo, con donne sottomesse ecc. ecc.: questo denota anche la paura del confronto dei maschi (uomini sono altra cosa) verso le donne che sanno cogliere le opportunità di crescita. Al protagonista non passa proprio per l’anticamera del cervello che anche la parte maschile di quella società potrebbe cogliere l’occasione per evolvere, uscire dall’oscurantismo.
Il tema del racconto è quanto mai attuale, ma hai utilizzato a mio parere molte immagini stereotipate, che troviamo ogni giorno sui giornali o in tv, senza un qualcosa di nuovo, di eclatante, di innovativo da porre sul piatto che, in contrappunto alle teorie esposte, vada in senso inverso. Non so se mi sono spiegata.
I paletti ci sono, ben evidenti. la scrittura non è banale e tiene bene la trama.
Ecco le mie note, spero le accetterai nello spirito del forum.
In qualche momento la punteggiatura è un po’ carente: qualche virgola mancante per dare respiro ad una frase;
I punti esclamativi a gruppi: spesso vengono usati per rafforzare un’esclamazione ma questa dovrebbe arrivare ugualmente dalle parole che li precedono.
In molte occasioni ripeti la stessa parola all’interno dello stesso periodo (donna, frutti, Miss Costarica ecc. ), un rafforzativo che vedo più in un “parlato”, per enfatizzare, per accompagnare una pausa ad effetto, piuttosto che in uno scritto. O perlomeno, non esagerare.
Un’altra cosa che ha suggerito comizio sono state le domande che poni e che paiono quasi un elenco numerato che, come una lista della spesa, ricordi i punti da trattare. Domande che chi parla ad una folla utilizza per introdurre un argomento, per catturare l’attenzione di chi ascolta. Non è un punto negativo, ma al pari delle ripetizioni di cui sopra, il troppo storpia.
Al termine della lettura più che pamphlet mi è sovvenuto “comizio”: una bella tirata su un palco, parlando a ruota libera, ricordando episodi del passato per spronare alla ribellione.
Chiaro è l’intento di porre l’attenzione sulla situazione critica delle donne islamiche, anche se a ben vedere non è che in tante altre parti del mondo, ritenute più socialmente avanzate, le cose vadano poi sempre meglio. Inoltre sbavare davanti alle nudità di una donna non sono solo i maschi richiamati dalla Penna (che poi le vanno a cercare, deboli, poverini, e soggiogati/irretiti da un paio di mutandine minimal).
Chi esterna lo si è capito vuol tornare indietro nel tempo, con donne sottomesse ecc. ecc.: questo denota anche la paura del confronto dei maschi (uomini sono altra cosa) verso le donne che sanno cogliere le opportunità di crescita. Al protagonista non passa proprio per l’anticamera del cervello che anche la parte maschile di quella società potrebbe cogliere l’occasione per evolvere, uscire dall’oscurantismo.
Il tema del racconto è quanto mai attuale, ma hai utilizzato a mio parere molte immagini stereotipate, che troviamo ogni giorno sui giornali o in tv, senza un qualcosa di nuovo, di eclatante, di innovativo da porre sul piatto che, in contrappunto alle teorie esposte, vada in senso inverso. Non so se mi sono spiegata.
I paletti ci sono, ben evidenti. la scrittura non è banale e tiene bene la trama.
Ecco le mie note, spero le accetterai nello spirito del forum.
In qualche momento la punteggiatura è un po’ carente: qualche virgola mancante per dare respiro ad una frase;
I punti esclamativi a gruppi: spesso vengono usati per rafforzare un’esclamazione ma questa dovrebbe arrivare ugualmente dalle parole che li precedono.
In molte occasioni ripeti la stessa parola all’interno dello stesso periodo (donna, frutti, Miss Costarica ecc. ), un rafforzativo che vedo più in un “parlato”, per enfatizzare, per accompagnare una pausa ad effetto, piuttosto che in uno scritto. O perlomeno, non esagerare.
Un’altra cosa che ha suggerito comizio sono state le domande che poni e che paiono quasi un elenco numerato che, come una lista della spesa, ricordi i punti da trattare. Domande che chi parla ad una folla utilizza per introdurre un argomento, per catturare l’attenzione di chi ascolta. Non è un punto negativo, ma al pari delle ripetizioni di cui sopra, il troppo storpia.
______________________________________________________
"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: Restaurazione
Anche qui, come in un altro racconto, mi pare ci sia stato l'intento, purtroppo non riuscito, di provare a scrivere un pamphlet. Invece hai scritto un racconto con le caratteristiche principali di un pamphlet, ma che - appunto - pamphlet non è, ma racconto.
Faccio mie le osservazioni di Tony, unendole a questa mia osservazione.
Abbiamo già avuto modo di disquisire abbondantemente sulla difficoltà di scrivere un pamphlet e legarlo pure ai paletti dello step, però vorrei dire una cosa importante: qui si nota che ci hai provato. Cioè, se io fossi stato nel CdL, non avrei avuto dubbi a votare per l'ammissione di questo racconto.
Dirai: ma ti sei rincoglionito? Prima dici che non è un pamphlet, e poi dici che lo avresti ammesso? Sì, questo sì, perché pur essendo lontano dall'idea canonica del pamphlet, ne rispetti struttura, stile e argomentazioni. Poi cadi nel tranello di scrivere un racconto, ma probabilmente non lo avevi mai fatto prima, e quindi questo diventa il classico esempio di "meglio dentro che fuori".
Detto questo, hai un bel modo di scrivere e chiaramente non resto insensibile di fronte al tema che denunci, anche se magari non mi aggrediscono forti emozioni mentre leggo. Ma è innegabile che tu sia riuscito a presentarci un buon lavoro, e quindi ti faccio i miei complimenti.
Faccio mie le osservazioni di Tony, unendole a questa mia osservazione.
Abbiamo già avuto modo di disquisire abbondantemente sulla difficoltà di scrivere un pamphlet e legarlo pure ai paletti dello step, però vorrei dire una cosa importante: qui si nota che ci hai provato. Cioè, se io fossi stato nel CdL, non avrei avuto dubbi a votare per l'ammissione di questo racconto.
Dirai: ma ti sei rincoglionito? Prima dici che non è un pamphlet, e poi dici che lo avresti ammesso? Sì, questo sì, perché pur essendo lontano dall'idea canonica del pamphlet, ne rispetti struttura, stile e argomentazioni. Poi cadi nel tranello di scrivere un racconto, ma probabilmente non lo avevi mai fatto prima, e quindi questo diventa il classico esempio di "meglio dentro che fuori".
Detto questo, hai un bel modo di scrivere e chiaramente non resto insensibile di fronte al tema che denunci, anche se magari non mi aggrediscono forti emozioni mentre leggo. Ma è innegabile che tu sia riuscito a presentarci un buon lavoro, e quindi ti faccio i miei complimenti.
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
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Re: Restaurazione
Un metoo alla rovescia in un mondo che sta sfuggendo al potere incontrastato degli uomini. L'"autore" si trova spiazzato e intimorito da questa condizione e rimpiange un periodo, che non ha mai vissuto, ma che considera migliore del presente (e questo mi ricorda qualcosa di attuale). L'idea è interessante ma lo svolgimento si perde un po'. Forse lo stesso autore non sa bene chi incolpare per la situazione e quindi inizia a sparare a zero contro tutto e tutti. Governo, religione, donne, uomini, cuoco, modelle...
Interessante ma forse da sviluppare meglio.
Complimenti per il lavoro
Grazie
Interessante ma forse da sviluppare meglio.
Complimenti per il lavoro
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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.
CharAznable- Cavaliere Jedi
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Re: Restaurazione
Il tuo racconto è poco pamplettuoso, e io questo lo giudico un merito, ma non per andare controcorrente, per rispetto della tua onestà.
Ti sei informato meno, hai letto meno proprio per lasciare vergine la tua idea, anche con il rischio dello sbaglio, dell'abbaglio.
Tornare sui banchi di scuola come con un compito in classe. Scopiazzare, non giova a nessuno.
In conclusione e proprio per la non originalità, il tuo lavoro mi è piaciuto. Ho cinque sedie, una sarà la tua.
Un abbraccio.
Ti sei informato meno, hai letto meno proprio per lasciare vergine la tua idea, anche con il rischio dello sbaglio, dell'abbaglio.
Tornare sui banchi di scuola come con un compito in classe. Scopiazzare, non giova a nessuno.
In conclusione e proprio per la non originalità, il tuo lavoro mi è piaciuto. Ho cinque sedie, una sarà la tua.
Un abbraccio.
Ospite- Ospite
Re: Restaurazione
Ho notato anche io molte delle cose che ti hanno già segnalato: una certa forma caricaturale, basata sugli stereotipi, per l'invettiva della voce narrante; la molteplicità di destinazioni verso le quali essa grida (il nonno, i governanti, poi la maschilità dell'emirato); la rabbia crescente ma allo stesso tempo composta, poco spontanea, che traspare dalla scrittura.
Sarò banale dicendo che, pur apprezzando l'idea che nei Paesi arabi cambi qualcosa in termini di parità sociale, l'impressione che ho è che questo non possa proprio capitare con la scioltezza qui descritta.
Anzi, mi hai ricordato un fatto di cronaca di alcuni mesi fa, successo proprio a Dubai, in cui un miliardario russo ha pensato bene di far uscire sul balcone nude le 10-15 modelle ucraine che gigioneggiavano con lui nella sua suite.
Non è chiaro se il tizio l'abbia poi scampata o meno, ma alle modelle sono toccati 18 mesi di carcere per oscenità.
Da quelle parti non si scherza.
Sì, si trova anche il video su Youtube di queste che escono sul balcone come mamma le ha fatte. Fatte anche bene, va detto.
N-no, io ho guardato il video solo per... ehm... meglio riportare la notizia, sì. Mi sono sacrificato per la cronaca, ovviamente.
A parte questo, il pamphlet è scritto in modo adeguato, lo stile è un po' troppo leggero per i miei gusti, ma si lascia leggere.
Gustavo Pasta... forse ha contribuito a rendere tutto troppo caricaturale? Il dubbio ce l'ho.
Sarò banale dicendo che, pur apprezzando l'idea che nei Paesi arabi cambi qualcosa in termini di parità sociale, l'impressione che ho è che questo non possa proprio capitare con la scioltezza qui descritta.
Anzi, mi hai ricordato un fatto di cronaca di alcuni mesi fa, successo proprio a Dubai, in cui un miliardario russo ha pensato bene di far uscire sul balcone nude le 10-15 modelle ucraine che gigioneggiavano con lui nella sua suite.
Non è chiaro se il tizio l'abbia poi scampata o meno, ma alle modelle sono toccati 18 mesi di carcere per oscenità.
Da quelle parti non si scherza.

Sì, si trova anche il video su Youtube di queste che escono sul balcone come mamma le ha fatte. Fatte anche bene, va detto.
N-no, io ho guardato il video solo per... ehm... meglio riportare la notizia, sì. Mi sono sacrificato per la cronaca, ovviamente.
A parte questo, il pamphlet è scritto in modo adeguato, lo stile è un po' troppo leggero per i miei gusti, ma si lascia leggere.
Gustavo Pasta... forse ha contribuito a rendere tutto troppo caricaturale? Il dubbio ce l'ho.
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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Re: Restaurazione
Non c'è che dire autore: hai proprio stravolto il mondo!
In cento anni il mondo arabo cambia radicalmente: è interessante il sottile filo ironico che attraversa il racconto, una denuncia camuffata da qualcos'altro che ha il suo perchè.
L'accorato appello al ritorno alle origini della voce narrante è una richiesta di aiuto da parte degli uomini sottomessi dalle donne del futuro, un richiamo a ribellarsi contro la loro tirannia: spero che abbiano più fortuna delle donne attuali che, invece, rimangono inascoltate...
Questo pamphlet però, secondo me, non funziona benissimo, proprio per l'immenso cambiamento che hai inventato: tutto è molto esagerato, inverosimile e concitato. A un certo punto mi aspettavo che le donne (magari risvegliando qualche dea...) acquisissero poteri particolari trasformandosi in novelle streghe e maghe (mi aspettavo una virata sul fantasy, proprio per il modo lineare con cui racconti la storia: tutto accade senza particolari difficoltà, nessuna repressione per queste donne, niente ammende, niente carcere e niente comunque che freni la conquista della loro supremazia), invece tutto accade e basta e cent'anni dopo ci si accorge che si stava meglio cent'anni prima.
La scrittura è molto corretta, ma c'è qualcosa nei fatti narrati che non mi convince del tutto.
P.S.: non esagerare con i punti esclamativi, al massimo se ne mettono tre.
In cento anni il mondo arabo cambia radicalmente: è interessante il sottile filo ironico che attraversa il racconto, una denuncia camuffata da qualcos'altro che ha il suo perchè.
L'accorato appello al ritorno alle origini della voce narrante è una richiesta di aiuto da parte degli uomini sottomessi dalle donne del futuro, un richiamo a ribellarsi contro la loro tirannia: spero che abbiano più fortuna delle donne attuali che, invece, rimangono inascoltate...
Questo pamphlet però, secondo me, non funziona benissimo, proprio per l'immenso cambiamento che hai inventato: tutto è molto esagerato, inverosimile e concitato. A un certo punto mi aspettavo che le donne (magari risvegliando qualche dea...) acquisissero poteri particolari trasformandosi in novelle streghe e maghe (mi aspettavo una virata sul fantasy, proprio per il modo lineare con cui racconti la storia: tutto accade senza particolari difficoltà, nessuna repressione per queste donne, niente ammende, niente carcere e niente comunque che freni la conquista della loro supremazia), invece tutto accade e basta e cent'anni dopo ci si accorge che si stava meglio cent'anni prima.
La scrittura è molto corretta, ma c'è qualcosa nei fatti narrati che non mi convince del tutto.
P.S.: non esagerare con i punti esclamativi, al massimo se ne mettono tre.
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: Restaurazione
Intanto, sulla scrittura, niente da dire. A tal proposito concordo con le osservazioni di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link], per cui non sto a ripetermi.
Mi sembra un post apocalittico anche questo. Lo dico perché soltanto un'apocalisse può aver creato un mondo come quello descritto nel testo. Negli Emirati Arabi per giunta! Soltanto per l'idea meriti una standing ovation. Certo, il tema dell'emancipazione femminile potrebbe risultare abusato, ancorché attuale, tuttavia, il livello a cui la suddetta emancipazione arriva va veramente oltre la più rosea aspettativa. Ed ecco il nostalgico di turno (confesso che avrei voluto saperne di più su di lui) che si scaglia contro il malcostume. Però me lo sarei aspettato un pelino più incazzato, come dire, sembra essere anche lui travolto dalla visione utopistica della situazione in cui si trova.
Gustavo Pasta. Gli italiani fanno sempre incazzare gli italiani. Figuriamoci gli altri (ma è solo invidia).
Mi sembra un post apocalittico anche questo. Lo dico perché soltanto un'apocalisse può aver creato un mondo come quello descritto nel testo. Negli Emirati Arabi per giunta! Soltanto per l'idea meriti una standing ovation. Certo, il tema dell'emancipazione femminile potrebbe risultare abusato, ancorché attuale, tuttavia, il livello a cui la suddetta emancipazione arriva va veramente oltre la più rosea aspettativa. Ed ecco il nostalgico di turno (confesso che avrei voluto saperne di più su di lui) che si scaglia contro il malcostume. Però me lo sarei aspettato un pelino più incazzato, come dire, sembra essere anche lui travolto dalla visione utopistica della situazione in cui si trova.
Gustavo Pasta. Gli italiani fanno sempre incazzare gli italiani. Figuriamoci gli altri (ma è solo invidia).
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"Già credo che in qualunque punto dell'universo ci si stabilisca si finisce coll'inquinarsi. Bisogna moversi. La vita ha dei veleni, ma anche degli altri veleni che servono di contravveleni. Solo correndo si può sottrarsi ai primi e giovarsi degli altri."
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Dui di'd vin a dan di causs aij medich.
Molli Redigano- Cavaliere Jedi
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Re: Restaurazione
Ciao Penna.
Alla prima lettura ho avuto l'impressione che il discorso partisse senza capire dove volesse andare e in effetti non si intuisce il finale nemmeno alle letture successive, almeno questa è la mia impressione. Più che un pamphlet sembra un saggio romanzato, a eccezione del finale.
"stupidi!!!!!!" andrebbe con uno, al massimo due punti esclamativi.
"co-stringono" a mio gusto inutile il trattino.
Buoni alcuni guizzi, mi è piaciuto in particolare quando il narratore si rivolge al nonno, mi aspetto quasi che introduca il tema portante del pamphlet che invece tarda ad arrivare, ma in quel momento non importa; conta l'impressione che è buona.
Il finale racconta un mondo distopico di per sé interessante, ma all'interno del racconto mi chiedo quale possa essere il messaggio. Se l'intento fosse quello di porre l'attenzione sulla condizione femminile, a mio gusto il finale toglie mordente al resto del pamphlet; sarebbe stato più pungente un uomo che si lamenta della condizione degli uomini in un mondo futuro distopico in cui essere maschi bianchi eterosessuali abili è ancora un privilegio. Se l'intento fosse un altro allora non l'ho capito, scusami.
Il genere è pamphlet, lo spazio è gli Eau, il tempo è il XXII secolo, il personaggio è solo il cuoco, la stanza da ballo c'è.
Grazie e alla prossima.
Alla prima lettura ho avuto l'impressione che il discorso partisse senza capire dove volesse andare e in effetti non si intuisce il finale nemmeno alle letture successive, almeno questa è la mia impressione. Più che un pamphlet sembra un saggio romanzato, a eccezione del finale.
"stupidi!!!!!!" andrebbe con uno, al massimo due punti esclamativi.
"co-stringono" a mio gusto inutile il trattino.
Buoni alcuni guizzi, mi è piaciuto in particolare quando il narratore si rivolge al nonno, mi aspetto quasi che introduca il tema portante del pamphlet che invece tarda ad arrivare, ma in quel momento non importa; conta l'impressione che è buona.
Il finale racconta un mondo distopico di per sé interessante, ma all'interno del racconto mi chiedo quale possa essere il messaggio. Se l'intento fosse quello di porre l'attenzione sulla condizione femminile, a mio gusto il finale toglie mordente al resto del pamphlet; sarebbe stato più pungente un uomo che si lamenta della condizione degli uomini in un mondo futuro distopico in cui essere maschi bianchi eterosessuali abili è ancora un privilegio. Se l'intento fosse un altro allora non l'ho capito, scusami.
Il genere è pamphlet, lo spazio è gli Eau, il tempo è il XXII secolo, il personaggio è solo il cuoco, la stanza da ballo c'è.
Grazie e alla prossima.
Re: Restaurazione
ma magari ci fosse un colpo di stato del sesso femminile, potrebbe essere l'opportunità per cambiare qualcosa.
a parte questo, racconto divertente e di piacevole lettura, anche se forse non è pienamente rispettato il genere.
buona l'idea di fondo e buono anche lo sviluppo della stessa.
non lo ritengo un capolavoro ma devo dire che mi è piaciuto
a parte questo, racconto divertente e di piacevole lettura, anche se forse non è pienamente rispettato il genere.
buona l'idea di fondo e buono anche lo sviluppo della stessa.
non lo ritengo un capolavoro ma devo dire che mi è piaciuto
Arunachala- Admin
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Re: Restaurazione
Una buona prova ma con poco mordente, ecco.
L'idea è davvero eccellente, un mondo ribaltato dove sono gli uomini a chiedere dei diritti è davvero eccessivo e questo mi piace molto.
Con quel Gustavo Pasta dai un taglio ironico che poi non soddisfi pienamente, l'invettiva è mitigata e diretta un po' qua e un po' là. Insomma a mio avviso il testo è ben scritto e sostenuto da una buona idea e da una certa esperienza, ma bisogna lavorarci.
O svoltare verso la piena ironia e accentuare sfumature e dettagli grotteschi oppure dirigere la tua invettiva verso un destinatario unico e inequivocabile e caricarla di pathos.
A rileggerti.
Ele
L'idea è davvero eccellente, un mondo ribaltato dove sono gli uomini a chiedere dei diritti è davvero eccessivo e questo mi piace molto.
Con quel Gustavo Pasta dai un taglio ironico che poi non soddisfi pienamente, l'invettiva è mitigata e diretta un po' qua e un po' là. Insomma a mio avviso il testo è ben scritto e sostenuto da una buona idea e da una certa esperienza, ma bisogna lavorarci.
O svoltare verso la piena ironia e accentuare sfumature e dettagli grotteschi oppure dirigere la tua invettiva verso un destinatario unico e inequivocabile e caricarla di pathos.
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Re: Restaurazione
Davvero paradossale. Gioca tutto sul ribaltamento e sull'esagerazione, sostenuta però più dall'abbondanza di punti esclamativi che dalla forza di una vera rivoluzione. Non li ho contati ma sono parecchi.
I paletti li sfiora tutti un po', come altri pamphlet. Forse la sola ambientazione è centrata e centrale per la narrazione, ma la sala da ballo è lontana, molto lontana. Il cuoco Gustavo Pasta è simpatico, ma non abbastanza credibile per entrare nella testa del lettore.
Sulla scrittura nulla da dire. Corretto, agile e senza cadute di ritmo. Anche se quei punti esclamativi sono troppi.
I paletti li sfiora tutti un po', come altri pamphlet. Forse la sola ambientazione è centrata e centrale per la narrazione, ma la sala da ballo è lontana, molto lontana. Il cuoco Gustavo Pasta è simpatico, ma non abbastanza credibile per entrare nella testa del lettore.
Sulla scrittura nulla da dire. Corretto, agile e senza cadute di ritmo. Anche se quei punti esclamativi sono troppi.
Asbottino- Cavaliere Jedi
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Re: Restaurazione
Cari amici, come sempre prima di tutto vi ringrazio per i preziosi commenti, sempre necessari alla mia crescita testimoniata ancora una volta agli apprezzamenti che qua e là spuntano in merito alla mia scrittura.
Spesso l'impegno (sempre massimo) non va di pari passo con il tempo a disposizione e così ogni volta mi ritrovo a ridosso della scadenza scoprendo di avere tanti spunti ma di non avere ancora cominciato a metterli nero su bianco.
Stavolta, in particolare, la difficoltà rappresentata dai due generi proposti hanno creato in me un corto circuito per cui se fino a qualche giorno prima della scadenza del termine avevo pensato a un fantasy più o meno con la stessa trama che ho poi portato nel pamphlet, improvvisamente mi sono accorto che l'idea non si sviluppava e che il tempo stringeva e così ho virato improvvisamente sul pamphlet pur conscio del fatto che mi sarei confrontato con qualcosa di estremamente difficile.
Ne è uscito questo ibrido che, come molti di voi hanno fatto notare, è un pamphlet raccontato.
@Byron.RN grazie per gli apprezzamenti.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link], mi hai fatto sorridere con il riferimento a Cetto ma devo dirti che non hai tutti i torti anche se non ci avevo pensato.
@Antonio Borghesi probabilmente hai ragione per il semplice fatto che, temo, lo scopo non fosse troppo chiaro nemmeno a me; sorry devo dirlo io a voi.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] intanto grazie di cuore per il "è scritto molto bene"; sicuramente mentre scrivevo la piega è sempre più diventata quella del paradosso, ma con ogni probabilità mi è scappata di mano.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link], grazie per le belle parole; sulla sala da ballo hai ragione, non hai idea della fatica per farcela entrare!
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] e allora un punticino potevi darmelo!
@Danilo Nucci grazie per i sempre utili consigli; in merito alla farse troppo lunga che citi, ci ho pensato io ma mi è mancato il tempo per sistemarla.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link], grazie per i complimenti! Non conosco il libro che citi, mi sono documentato, ho letto recensioni controverse, tu che mi dici?
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ti ringrazio per i tuoi sempre precisi e puntuali "appunti", leggendoti mi sono emersi chiari tutti i difetto del mio scritto; in particolare sugli avverbi in "mente", mio difetto storico, sto lavorando; sul fatto che alla fine sia uscito un pamphlet troppo raccontato ho già scritto sopra, ritengo già miracoloso essere riuscito a scrivere un parapamphlet.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] accosto il tuo commento a quello di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] per avere la conferma che più che un Pamphlet è uscitro un comizio; anche in merito alla punteggiatura, mio storico tallone di Achille, sto lavorando per migliorarmi: con i punti esclamativi ho davvero esagerato.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] i tuoi complimenti hanno sempre un valore particolare, stavolta ancora di più in quanto non sapevi di chi fosse lo scritto, quindi grazie di cuore.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] hai rimarcato il difetto principale del mio lavoro, ossia che come invettiva ha troppi destinatari: concordo.
@Tommybe, forse il tuo sarebbe stato l'unico punto che avrei ricevuto. Al di là delle battute, spero davvero che tu possa tornare presto con noi.
@Fante Scelto puramente a titolo informativo sono andato a vedere il video di cui scrivi ma non si vede quasi nulla, è preso da troppo lontano
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] grazie anche a te per le critiche positive e costruttive; per quanto riguarda i punti esclamativi sto cercando di disintossicarmi.
@Molli Redigano hai centrato il principale difetto del mio pamphlet, troppo distaccato, poco emozionato ed emozionante, insomma troppo poco "incazzato"
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] Forse alla fine dello scritto nemmeno io avevo ben chiaro dove volessi andare realmente a parare.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link], che dirti se non: grazie!
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] grazie per le belle parole e per le utilissime critiche; lavorerò sul come trasformare delle buone intuizioni in buoni racconti con il giusto intreccio.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] grazie per le belle parole sulla scrittura (esclamativi a parte): partirò proprio da questa consapevolezza per continuare a lavorare e crescere.
Spesso l'impegno (sempre massimo) non va di pari passo con il tempo a disposizione e così ogni volta mi ritrovo a ridosso della scadenza scoprendo di avere tanti spunti ma di non avere ancora cominciato a metterli nero su bianco.
Stavolta, in particolare, la difficoltà rappresentata dai due generi proposti hanno creato in me un corto circuito per cui se fino a qualche giorno prima della scadenza del termine avevo pensato a un fantasy più o meno con la stessa trama che ho poi portato nel pamphlet, improvvisamente mi sono accorto che l'idea non si sviluppava e che il tempo stringeva e così ho virato improvvisamente sul pamphlet pur conscio del fatto che mi sarei confrontato con qualcosa di estremamente difficile.
Ne è uscito questo ibrido che, come molti di voi hanno fatto notare, è un pamphlet raccontato.
@Byron.RN grazie per gli apprezzamenti.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link], mi hai fatto sorridere con il riferimento a Cetto ma devo dirti che non hai tutti i torti anche se non ci avevo pensato.
@Antonio Borghesi probabilmente hai ragione per il semplice fatto che, temo, lo scopo non fosse troppo chiaro nemmeno a me; sorry devo dirlo io a voi.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] intanto grazie di cuore per il "è scritto molto bene"; sicuramente mentre scrivevo la piega è sempre più diventata quella del paradosso, ma con ogni probabilità mi è scappata di mano.
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@Danilo Nucci grazie per i sempre utili consigli; in merito alla farse troppo lunga che citi, ci ho pensato io ma mi è mancato il tempo per sistemarla.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link], grazie per i complimenti! Non conosco il libro che citi, mi sono documentato, ho letto recensioni controverse, tu che mi dici?
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ti ringrazio per i tuoi sempre precisi e puntuali "appunti", leggendoti mi sono emersi chiari tutti i difetto del mio scritto; in particolare sugli avverbi in "mente", mio difetto storico, sto lavorando; sul fatto che alla fine sia uscito un pamphlet troppo raccontato ho già scritto sopra, ritengo già miracoloso essere riuscito a scrivere un parapamphlet.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] accosto il tuo commento a quello di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] per avere la conferma che più che un Pamphlet è uscitro un comizio; anche in merito alla punteggiatura, mio storico tallone di Achille, sto lavorando per migliorarmi: con i punti esclamativi ho davvero esagerato.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] i tuoi complimenti hanno sempre un valore particolare, stavolta ancora di più in quanto non sapevi di chi fosse lo scritto, quindi grazie di cuore.
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@Tommybe, forse il tuo sarebbe stato l'unico punto che avrei ricevuto. Al di là delle battute, spero davvero che tu possa tornare presto con noi.
@Fante Scelto puramente a titolo informativo sono andato a vedere il video di cui scrivi ma non si vede quasi nulla, è preso da troppo lontano

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] grazie anche a te per le critiche positive e costruttive; per quanto riguarda i punti esclamativi sto cercando di disintossicarmi.
@Molli Redigano hai centrato il principale difetto del mio pamphlet, troppo distaccato, poco emozionato ed emozionante, insomma troppo poco "incazzato"
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] Forse alla fine dello scritto nemmeno io avevo ben chiaro dove volessi andare realmente a parare.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link], che dirti se non: grazie!
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paluca66- Maestro Jedi
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Re: Restaurazione
Hai ragione, un punticino potevo dartelo, lo meritavi tutto.
Scusa, alla prossima.
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FedericoChiesa- Padawan
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Re: Restaurazione
Ciao Luca, non ho seguito gli ultimi due step di DR. Ho visto che questo tuo racconto è finito a zero punti, per cui ho deciso di leggerlo anche per capire quale possa essere stato il punto debole che lo ha portato a non essere inserito nelle cinquine.
Mi sono annotata quello che mi veniva in mente senza prima leggere i commenti ricevuti in fase di gara, che sono andata a guardare solo in seguito.
A parte la marginale presenza della sala da ballo (che comunque può avere pesato in fase di valutazione), il tuo racconto sembra contenere tutti gli ingredienti giusti:
- la forma corretta (ho trovato solo la mancanza di una, forse due virgole)
- il linguaggio ironico e l’ironia di fondo in tutto il racconto
- un’idea che mi è piaciuta: la rivoluzione che arriva a partire da qualcosa di apparentemente innocuo (il cibo, la cucina)
È vero, come poi ho trovato scritto negli altri commenti, che hai usato troppi punti esclamativi, ma ci sono stati, nella storia dei concorsi di DT e prima di SPS, racconti con più errori formali che comunque hanno ottenuto punti, nei quali quindi le imperfezioni formali sono state “scontate” alla luce di qualcos’altro.
Quindi, evidentemente, qualcosa non è “scattato”, nel complesso delle letture che sono state fatte.
Per qualche anno io ho venduto oggetti di artigianato nei mercatini e ho capito una cosa: che l’acquisto è impulsivo ed emotivo.
Forse in questo racconto manca un “gancio emotivo”, un “punto di rottura”.
Non che sia piatto (io l’ho trovato divertente), ma ha uno stesso livello di tono, tenuto per quasi tutta la narrazione, solo la parte finale si alza e decolla.
Provo a spiegarmi: arriva a una quota – fin dall’inizio - e lì rimane (solo la parte finale ha un’impennata), e forse questo è percepito come una mancanza di emozione.
Come una passione trattenuta, raccontata, ma che non trova una via espressiva, addirittura penalizzata un po’ proprio dall’enfasi lessicale – forse usata per dare forza – che invece ottiene l’effetto opposto.
Non so se sono riuscita a spiegarmi...
Arianna 2016- Maestro Jedi
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Re: Restaurazione
Arianna, innanzitutto grazie mille per ilo tuo commento e per le segnalazioni.
Scrivere questo pezzo per me è stato molto difficile e, come ho avuto modo di scrivere già nelle mie risposte ai commenti, io per primo al termine della fatica non ero affatto soddisfatto del risultato.
Ciò detto, come anche tu hai scritto (ed altri che ti hanno preceduto) il pezzo contiene, comunque, i suoi pregi e da quelli devo ripartire tenendo conto delle criticità emerse dai vostri commenti per proseguire nella mia crescita.
Il tuo commento alza il livello qualitativo della critica in quanto mi mette di fronte ad un ulteriore salto in avanti del mio modo di scrivere e per questo lo considero prezioso e meritevole di più di una riflessione.
Grazie per il passaggio.
Scrivere questo pezzo per me è stato molto difficile e, come ho avuto modo di scrivere già nelle mie risposte ai commenti, io per primo al termine della fatica non ero affatto soddisfatto del risultato.
Ciò detto, come anche tu hai scritto (ed altri che ti hanno preceduto) il pezzo contiene, comunque, i suoi pregi e da quelli devo ripartire tenendo conto delle criticità emerse dai vostri commenti per proseguire nella mia crescita.
Il tuo commento alza il livello qualitativo della critica in quanto mi mette di fronte ad un ulteriore salto in avanti del mio modo di scrivere e per questo lo considero prezioso e meritevole di più di una riflessione.
Grazie per il passaggio.
paluca66- Maestro Jedi
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