Nivaltur e il dolce del millennio
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Nivaltur e il dolce del millennio
Il mago Turmed stava affacciato alla finestra che separava il Mondo di qua da quello di là, quando l’alambicco cominciò a gorgogliare. Schioccò le dita e un’ampolla si precipitò a raccogliere il liquido denso e verdastro che stillava dalla serpentina. Sollevò il contenitore verso la luce per valutare colore e consistenza della pozione. Accese la pipa, assaporò una robusta boccata di fumo e tornò a osservare.
Vista da lì, New York pareva il modellino di una città dentro a una palla di vetro con la neve.
Le strade, ricche di addobbi multicolori, brulicavano di gente frettolosa e carica di pacchetti; ognuno cercava di gestire l’ansia a proprio modo.
Il mago lisciò la barba. Gli esseri umani trascorrevano la maggior parte del tempo davanti a delle scatole luminose smanettando come forsennati sulle tastiere. Sembrava che le loro stesse esistenze dipendessero da quegli aggeggi e tutto ciò li rendeva molto vulnerabili. Da quando se n’è era reso conto, la sete di potere gli aveva rubato il sonno e il senno.
La Times Square Ball era pronta a calare sul nuovo millennio per la grande festa, ma il seme dell’incertezza che Turmed era riuscito a impiantare nel cuore della gente era germogliato in fretta divenendo prima paura, poi terrore.
Jimmy Moore guardò lo schermo e impallidì. Si tolse gli occhiali, alitò sulle lenti e slacciò la cravatta. Armeggiò con il cavetto del computer, premette con foga i tasti tornando a guardare il monitor a più riprese, ma il risultato non variò. Mise le mani tra i capelli, scalciò con violenza il cestino della carta e una montagna di ricevute svolazzò a mezz’aria prima di avviare una discesa lenta e inesorabile verso il pavimento. Uno schizzo della sua angoscia finì per colpire la grande durmateria che si trovava al centro del giardino nel castello di Turmed.
Nivaltur si svegliò di soprassalto accecato dal bagliore e sollevò lo sguardo verso i rami. Una goccia gelida lo centrò in piena fronte e così notò la brutta crepa che si estendeva dalle radici fino alla cima. Tese le orecchie: un flebile lamento sembrava provenire proprio dalla fenditura nel tronco.
Si alzò di scatto barcollando un po’ prima di ritrovare l’equilibrio. La testa gli faceva un gran male. Spolverò la casacca con dei colpetti leggeri e si affrettò a tornare in cucina. Era tardissimo.
«Che scusa hai questa volta?» gli disse Candifilla senza smettere di rimestare la pentola.
«Non ci crederai, ma ho sentito la durmateria lamentarsi.»
Uno sbuffo di vapore nero come fuliggine si posò sulla testa dell’aiuto cuoca facendo svolazzare il ciuffo di peli vermigli che fuoriuscivano dalla sua cuffietta.
«Stai scherzando!»
«Dici? Guarda qui come mi ha ridotto!» Nivaltur sollevò il cappello. Un orrendo bitorzolo blu gli era cresciuto in mezzo alla fronte.
Candifilla girò il volto dall’altra parte e si tappò il naso. Spense il fuoco, si avvicinò alla porta in punta dei piedi, occhieggiò prima a destra, poi a sinistra e la chiuse badando bene di non fare alcun rumore.
«Nivaltur, se la durmateria si lamenta e lacrima non è buon segno.»
Intanto Turmed, a furia di camminare avanti e indietro, aveva scavato un solco così profondo nel pavimento che dal buco si intravedeva l’altra parte del globo. Continuava a fare su e giù davanti alla finestra, mentre la pipa vomitava nuvole scure come i suoi propositi.
Il borbottio dello stomaco gli ricordò di non aver ancora mangiato. Indispettito, schioccò le dita affinché il cuoco si presentasse all’istante al suo cospetto.
Turmed osservò contrariato le mani vuote. Dissimulò il disappunto con una vocetta melliflua:
«Dimmi Nivaltur, dov’è la mia zuppa di vermelia?»
«Signore, - ehm- la vermelia, con questo freddo, è piuttosto dura da cuocere…»
In quel momento, il mago si accorse di aver dimenticato di abbassare il pesante tendone di velluto nero sotto il quale teneva nascosta la finestra da sguardi indiscreti.
«E va bene, va bene, va bene! Aspetterò…» rispose in tutta fretta, ma Nivaltur non lo ascoltava. Fissava le immagini di là dal vetro a bocca aperta.
«Che ci fai ancora qui? Torna subito in cucina!»
Il cuoco sarebbe voluto scappare, ma non riusciva a muovere un passo.
Turmed si avvicinò a un palmo dal suo naso e, guardandolo dritto negli occhi, gli disse:
«Sei davvero sicuro di voler sapere?»
Nivaltur deglutì scuotendo il capo.
«E invece, te lo dirò.» Estrasse la bacchetta dal mantello e con un tocco lo sollevò da terra incollandogli il naso alla finestra.
Quella notte Nivaltur restò sveglio. Il vento spingeva sui vetri, il legno dell’armadio scricchiolava. Il bubbone sulla fronte pulsava seguendo il ritmo accelerato del suo cuore.
Un lieve bussare lo fece trasalire. Pizzicò tre volte il naso per scaramanzia e, tappandosi la bocca per evitare persino di respirare, si avvicinò in punta dei piedi al buco della serratura: Candifilla stringeva tra le mani una piccola scatola blu.
Attese ancora un istante prima di decidersi ad aprire.
«Nivaltur, fammi vedere subito la fronte» disse entrando senza neppure chiedere permesso «un po’ di unguento di patula e starai subito meglio, vedrai.»
«Sì, però… fai in fretta!»
«Perché?»
“Lo giuro, Signore, non dirò nulla a nessuno”. La promessa fatta al mago continuava a tormentarlo e non riusciva a guardarla negli occhi.
«Ora devi raccontarmi tutto o non andrò via di qui.»
“È finita”, pensò, “ha vinto lei”. La conosceva troppo bene, era del tutto inutile combattere una battaglia persa.
Quando Nivaltur terminò il racconto, Candifilla si sdraiò esausta sul pavimento. L’ultima volta che la durmateria aveva pianto Turmed si era impadronito del loro mondo rendendoli schiavi.
«Nivaltur, dobbiamo trovare il modo di fermarlo.»
«Oh no, no, no! Non dire sciocchezze! Dimentica subito ciò che ti ho detto.»
Candifilla lo guardò storto e, scandendo bene le parole, disse: «Turmed. Deve. Essere. Fermato.»
Scese di corsa le scale, entrò in cucina e salì sopra una sedia. Aprì la madia e cominciò a rovistare. Nivaltur aveva il fiato grosso e la fissava stralunato mentre lei tirava fuori barattoli, sacchi e sacchetti di ogni colore.
«Questo non è… e neanche quello. Eppure sono sicura di averlo nascosto qui. E tu non stare lì impalato. Vieni ad aiutarmi!»
«Ma se non so neppure cosa stai cercando.»
Candifilla, senza degnarlo di una risposta, continuava a ispezionare ogni angolo del vecchio mobile. «Ah, ah, alla fine ti ho trovato!» esclamò soddisfatta. Stringeva tra il pollice e l’indice un oggetto tanto minuscolo da sembrare invisibile. Scese piano dalla sedia, lo depose sul tavolo e, preso un gran respiro, ci soffiò sopra. Si udì un rumore simile a un frullo d’ali: un vecchio libro di ricette si materializzò davanti ai loro occhi.
«Nivaltur, assicurati che la porta sia ben chiusa.»
Candifilla annusò la copertina logora e accarezzò le pagine una ad una. Tirò su col naso e deterse le lacrime col dorso della mano.
«È tutto ciò che mi resta della mia famiglia. Non potevo lasciare che Turmed me lo portasse via.» Nivaltur le puntò il dito dritto davanti agli occhi. «Hai una vaga idea di cosa potrebbe farci se lo scoprisse? Potremmo finire appesi a un ramo della durmateria o essere dati in pasto al primo sgrugno affamato che passa. Potrebbe strapparci a uno a uno i peli dalla testa o bollirci nella sua dannata zuppa...»
«Shhhh! Non alzare la voce.» Lo interruppe senza sollevare lo sguardo dalla pagina.
«Almeno mi vuoi dire che c…» Ma Candifilla non gli dette il tempo di fare la domanda: con un balzo gli buttò le braccia al collo e lo abbracciò.
«Non ci credo, non ci credo, non ci credo!!!» Continuava a ripetere mentre andava su e giù per la stanza con il libro in mano.
«Leggi qui: “Torta Atrot!” »
«E che roba è?» rispose Nivaltur rosso come un tizzone.
«È un dolce fatto con la radice di estrusia.»
«Cos’è, hai perso il senno? Vuoi avvelenare Turmed?» Nivaltur scosse il capo avviandosi verso i fornelli. Se il mago avesse schioccato le dita non poteva farsi beccare di nuovo a mani vuote. Candifilla lo afferrò per la casacca.
«Ma quale veleno! Mi hai preso per una sciocca? So bene che non funzionerebbe… L’estrusia ha la proprietà di far fare a chi la mangia il contrario di ciò che vuole. Capisci?» disse sottovoce.
Nivaltur alzò gli occhi al soffitto sospirando. «Ammesso che tu abbia ragione, dove possiamo trovarla questa estronzia?»
«Estrusia ho detto. Calmati, adesso leggo. Ecco qui: “la radice cresce sulle pendici del monte Spellalapilli.”»
«Frena subito l’entusiasmo, Candifilla. Sai che ci è proibito uscire dal castello.»
«Eppure dobbiamo riuscirci in un modo o nell’altro.»
Uno schiocco di dita echeggiò nella stanza.
Turmed stava davanti alla finestra. La magnifica sala da ballo era stata lucidata a specchio. Un vorticare di danze sfrenate, un’orgia di cibi succulenti e di luci colorate avrebbero dato il via ai festeggiamenti con un solo schiocco delle dita. L’eco dei suoi ordini risuonava in ogni ala del castello.
Un colpetto di tosse lo distolse dai pensieri.
«Signore…» Nivaltur attendeva in ginocchio.
«A che punto sono i preparativi del banchetto?»
«È quasi tutto pronto mio Signore, manca soltanto il dolce. Solo che…»
«Che?»
«Solo che manca un ingrediente e, Signore, devo uscire dal castello per cercarlo.» Disse tutto d’un fiato.
«Piccolo incrostapentole impudente.» Turmed lo squadrò come avesse una bestia immonda davanti ai piedi. «Tu non ti muoverai da qui!» Prese una boccata di fumo, gliela soffiò dritta nel viso e, puntandogli addosso la bacchetta, lo inchiodò al soffitto.
Candifilla mordicchiava le unghie lanciando continue occhiate verso la porta. “Quel buono a nulla stavolta mi sentirà” pensava tra sé e sé. Un ennesimo schiocco rimbombò nella cucina.
Preoccupata, prese dalla dispensa un pizzico di polvere di alimidia e la mescolò alla zuppa prima di presentarsi a sua volta al cospetto del mago.
«Signore, la vostra zuppa di ve…» le parole le morirono sulle labbra. Il povero Nivaltur penzolava dal soffitto come un lampadario. Candifilla gli lanciò un’occhiata complice affrettandosi a mettere la minestra sul tavolo. Il mago si avventò sulla ciotola spazzolando il contenuto con voracità. Candifilla lo sorvegliava sorniona. Dopo aver ingurgitato l’ultimo cucchiaio, gli occhi cominciarono a ruotargli dentro le orbite. Turmed crollò in un sonno profondo.
Nivaltur sbiancò in volto. Candifilla gli intimò di stare zitto e, senza voltarsi indietro, si precipitò fuori dal castello.
La paura della fine del mondo imminente aveva scatenato un violento uragano. Nuvole gonfie oscuravano il cielo e una morsa di gelo artigliava i boschi e i prati.
Candifilla legò stretta la cuffietta. Il vento turbinava e la costringeva spesso a fermarsi ad asciugare le lacrime con la manica del vestito.
La vetta del monte Spellalapilli era ancora lontanissima, i piedi già scorticati e doloranti. A ogni passo le gambe sembravano sul punto di cedere. Era già scivolata tre volte. Cristalli di ghiaccio taglienti come lame piovevano dal cielo senza sosta, ma mollare tutto non era un’opzione.
Una volta giunta alle pendici della grande montagna, si mise a scavare di buona lena.
Dai, su piccolina vieni fuori… fatti vedere.
Nello stesso preciso momento, Jimmy Moore non riusciva a trovare una posizione per stare seduto. Cercava di evitare in ogni modo lo sguardo della moglie mentre lei continuava a sbraitare.
«"Mi spiace signora Moore, ma il suo credito è esaurito…" Hai la più pallida idea di come mi sono sentita?»
Jimmy non muoveva un muscolo temendo che, da un momento all’altro, la donna oltre al proprio livore gli rovesciasse addosso la minestra bollente.
«Si può sapere dove sono finiti i nostri soldi? Bada che se scopro che hai ricominciato a giocare…»
La finestra si aprì di colpo e una folata di vento glaciale entrò nella stanza facendo girare le pagine del quotidiano abbandonato sul tavolo.
“I computer impazziranno!”
“Le banche falliranno!”
“Le scorte di cibo saranno esaurite!”
Jimmy dette una rapida scorsa ai titoli con la coda dell’occhio e si illuminò.
«Ma, cara, non li leggi i giornali? È per colpa del millennium bug se il nostro conto è in rosso!» rispose infine.
La signora Moore si accasciò sulla sedia. «Posso avere del bourbon?» chiese con un filo di voce.
«Certo, cara.»
La panzana di Jimmy volò difilato nel Mondo di là facendo crescere all’istante una piccola estrusia. Candifilla la infilò lesta sotto la cuffia e si incamminò verso il castello incurante del dolore che la torturava a ogni passo.
Turmed, nel frattempo, si era svegliato e aveva le dita spellate a furia di schioccarle.
Candifilla si sistemò meglio che poté prima di presentarsi di nuovo dal mago con una ciotola di zuppa fumante.
«Signore, ecco la vostra zuppa di…»
Il mago la guardò stordito. «Adesso non ho più fame!» Disse senza darle modo di finire la frase. La polvere di alimidia aveva funzionato a dovere, ma Turmed continuava a fissarla pensieroso. Il cuore di Candifilla perse tre battiti quando si sentì tirare per la gonna.
«Sai danzare?» le chiese a bruciapelo.
Candifilla avvampò.
«Conosco solo il puntinello e la maionza, mio Signore.»
«Molto bene! Ballerai alla mia festa.»
«Mio Signore, ma chi starà ai fornelli? Lui è… lassù!» Alzò lo sguardo al soffitto attendendo la reazione.
Turmed soffiò rassegnato, tirò fuori la bacchetta e la puntò verso Nivaltur facendolo cadere con violenza sul pavimento.
«E adesso sparite!»
Una volta soli, Candifilla sollevò la cuffietta e consegnò la piccola radice. Nivaltur la strinse in un forte abbraccio prima di mettersi al lavoro.
Turmed si specchiò nel pavimento del salone. Per l’occasione indossava una tunica degna di un imperatore. Pose la preziosa ampolla sul davanzale della finestra. La quantità di pozione era più che sufficiente per dissolvere il vetro. Allo scoccare del nuovo millennio i due mondi avrebbero avuto un unico signore e padrone: lui. Gonfiò il petto, abbassò la tenda e a voce alta disse:
«E adesso musica! Che la grande festa abbia inizio!»
Una melodia sgangherata si diffuse nell’aria e una moltitudine di invitati riempì la sala.
Candifilla seguiva il ritmo saltellando su e giù, mentre con un occhio cercava di controllare gli spostamenti del mago e con l’altro fissava la porta.
Quando Nivaltur fece il suo ingresso, la musica cessò di colpo. Sorreggeva una magnifica torta e gli tremavano le gambe.
La folla si aprì ad ala per lasciarlo passare.
Giunto davanti al mago, s’inchinò porgendogli il vassoio.
«Mio Signore, un piccolo omaggio da parte del vostro umile cuoco.»
Turmed strabuzzò gli occhi, gli strappò la torta di mano e la ingoiò in un solo boccone.
Nivaltur deglutì a vuoto cercando lo sguardo di Candifilla.
Il mago tossì toccandosi la gola. Aveva il respiro corto e le pupille dilatate.
Agitò la bacchetta e la pesante tenda di velluto nera iniziò a svolazzare qua e là sopra le teste degli ospiti che osservavano la scena impietriti.
L’ampolla che conteneva la pozione prese a ruotare su se stessa e si sollevò per aria. Turmed fece per correre verso la finestra ma i piedi lo portarono verso la porta. L’ampolla continuava a vorticare da una parte all’altra del salone sotto lo sguardo costernato del mago che cercava di recuperarla in ogni modo.
«Fermati!» E quella si muoveva. «Vieni a me!» E quella finiva dalla parte opposta.
Esplose una risata corale.
Turmed, le narici dilatate, e gli occhi iniettati di sangue puntò la bacchetta sui presenti.
Fu un fuggi fuggi generale.
Candifilla, approfittando della confusione, colpì l’ampolla che cadendo, si frantumò rovesciando la pozione sulla testa del mago. Di lui non restò che un sottile filo di fumo nero che si dissolse nell’aria proprio allo scoccare dell’ultimo rintocco della mezzanotte.
I fuochi d’artificio dettero il benvenuto al nuovo millennio.
Quella notte gli abitanti dei due mondi ebbero più di un motivo per festeggiare. Gli esseri umani, la fine della grande paura che da tempo li angosciava e i piccoli elfi la riconquistata libertà.
La musica e le danze durano fino al mattino.
Del millennium bug restava solo qualche pagina di giornale. Tutti ne furono felici tranne, forse, Jimmy Moore.
Different Staff- Admin
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Re: Nivaltur e il dolce del millennio
Ma che carino questo racconto. Una favola quasi, più che un fantasy.
I personaggi sono ben caratterizzati: il mago è cattivo cattivo, Nivaltur e Candifilla spassosi al punto giusto.
Il ritmo è molto buono, sempre sostenuto e i dialoghi brillanti.
Bella l'idea che delle azioni del mondo di qua hanno delle ripercussioni magico-vegetali nel mondo di là.
Si capisce che è dic 1999 per il millenium bug (che in teoria sarebbe stato a gennaio 2000, dopo il cambio del millenio, ma è un dettaglio: tanto la sig.ra Moore è stolta abbastanza da credere a ogni panzana di Jimmy).
Piaciuto.
I personaggi sono ben caratterizzati: il mago è cattivo cattivo, Nivaltur e Candifilla spassosi al punto giusto.
Il ritmo è molto buono, sempre sostenuto e i dialoghi brillanti.
Bella l'idea che delle azioni del mondo di qua hanno delle ripercussioni magico-vegetali nel mondo di là.
Si capisce che è dic 1999 per il millenium bug (che in teoria sarebbe stato a gennaio 2000, dopo il cambio del millenio, ma è un dettaglio: tanto la sig.ra Moore è stolta abbastanza da credere a ogni panzana di Jimmy).
Piaciuto.
SuperGric- Padawan
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Re: Nivaltur e il dolce del millennio
La prima volta ho avuto un po' di difficoltà a seguire la logica di interazione tra i due mondi; la seconda volta che l'ho letto mi è sembrato tutto più naturale e legato con il giusto filo logico. Penso sia io un po' limitato a capire questi mondi di elfi e maghi!
Bella anche l'idea di vedere il millenium bug come seme dell'incertezza impiantato da un mago.
la sala da ballo è onestamente forzata, ma va bene così.
Complimenti.
Bella anche l'idea di vedere il millenium bug come seme dell'incertezza impiantato da un mago.
la sala da ballo è onestamente forzata, ma va bene così.
Complimenti.
FedericoChiesa- Padawan
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Re: Nivaltur e il dolce del millennio
Qui si svolazza, ci sono gli elfi, le pozioni magiche, il mago cattivo, le piante dai nomi strani ma con i poteri straordinari e c'è pure una finestra che lega il di qua al di là. La magia quasi obbligatoria del fantasy si rivela in pieno durante una grandiosa festa da ballo con una musica sgangherata che riporta un po' alla normalità un mondo che di normale non ha nulla. E' nell'altro mondo che tutto è normale anche se quel millennium bag non ha nulla di magico anzi preoccupa moltissimo ma già sappiamo che sarà una bolla di fumo. Forse la stessa che annienta il Mago che vuole inglobare i due mondi ma che verrà annientato dalla Torta Atrot. Un refusino: Da quando se n’è era reso conto. Molto bello. Brav@
Antonio Borghesi- Cavaliere Jedi
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Re: Nivaltur e il dolce del millennio
Davvero simpatico, anche se le battute iniziali mi avevano fatto temere qualcosa di troppo grottesco per i miei gusti.
Invece la storia è filata via veloce, apprezzabile, divertente, a tratti anche sorprendente, sebbene non ci siano colpi di scena di sorta o scossoni tali da dare una marcia particolare alla vicenda.
Ecco, anche per come il racconto è scritto, ce lo vedrei molto bene reso in cartone animato stile L'Incantesimo del Lago, o anche qualcosa di più moderno, perché no?
Il finale mi ha proprio divertito: l'immagine di sto mago che comanda e impreca cose ma ottiene sempre l'effetto contrario l'ho visualizzata strabene, e continua a divertirmi anche mentre scrivo questo commento.
Unica cosa cosuccia: la sua fine doveva essere opera sua, non dell'intervento, abbastanza casuale, di Candifilla. Che poi era una pozione che doveva conquistare il mondo, perché lo ha sciolto se gli è finita in testa?
Dai pensaci! Aveva appena puntato la bacchetta sui presenti con fare arrabbiato.
Ci stava che lanciasse una distruzione folgorante su tutti: il risultato, per effetto della Torta, sarebbe stato quello di distruggere solo se stesso.
Ti giuro che ci sto ridendo da solo davanti allo schermo del pc.
Insomma, il tuo lavoro mi è piaciuto molto.
Hai scritto uno di quei racconti che partono in un modo che non mi prende per niente, ma poi recuperano alla grande e fanno chiudere con bella soddisfazione.
Non ti prometto nulla, perché qua la top 5 è molto affollata, ma chissà.
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Però, però...
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Invece la storia è filata via veloce, apprezzabile, divertente, a tratti anche sorprendente, sebbene non ci siano colpi di scena di sorta o scossoni tali da dare una marcia particolare alla vicenda.
Ecco, anche per come il racconto è scritto, ce lo vedrei molto bene reso in cartone animato stile L'Incantesimo del Lago, o anche qualcosa di più moderno, perché no?
Il finale mi ha proprio divertito: l'immagine di sto mago che comanda e impreca cose ma ottiene sempre l'effetto contrario l'ho visualizzata strabene, e continua a divertirmi anche mentre scrivo questo commento.
Unica cosa cosuccia: la sua fine doveva essere opera sua, non dell'intervento, abbastanza casuale, di Candifilla. Che poi era una pozione che doveva conquistare il mondo, perché lo ha sciolto se gli è finita in testa?
Dai pensaci! Aveva appena puntato la bacchetta sui presenti con fare arrabbiato.
Ci stava che lanciasse una distruzione folgorante su tutti: il risultato, per effetto della Torta, sarebbe stato quello di distruggere solo se stesso.
Ti giuro che ci sto ridendo da solo davanti allo schermo del pc.
Insomma, il tuo lavoro mi è piaciuto molto.
Hai scritto uno di quei racconti che partono in un modo che non mi prende per niente, ma poi recuperano alla grande e fanno chiudere con bella soddisfazione.
Non ti prometto nulla, perché qua la top 5 è molto affollata, ma chissà.
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- Epperò potevi far distruggere Turmed con il suo stesso incantesimo per effetto della torta, era troppo perfetto...
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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Re: Nivaltur e il dolce del millennio
Parte piano, ci mette un po' a decollare, a catturare l'attenzione. L'interazione tra i due mondi è interessante ma è chiara fino a un certo punto. Molto insistita all'inizio poi lascia spazio ai personaggi fantasy. Sono loro a interagire con il lettore, con il mondo al di là della pagina, e lo fanno molto bene, non ci sono dubbi.
Direi che per me il racconto decolla grazie alla scena in cui Candifilla estorce la verità a Nivaltur e poi cerca e trova il vecchio libro di ricette. Prima di tutto perché una scena davvero riuscita, viva, reale. E questo per merito soprattutto di Candifilla, la vera protagonista della storia, il personaggio che più degli altri salta fuori dalla pagina. Nivaltur è più una spalla e Turmed è un cattivo molto classico, a una dimensione sola, senza ambiguità, senza un passato alle spalle che spieghi la sua cattiveria. La scena in cui è costretto a fare l'incontrario di quel che vorrebbe è spassosa proprio per questo motivo.
Nel complesso il racconto è molto buono. Il genere è totalmente rispettato, così come personaggi ed epoca. Forse la sala da ballo e l'ambientazione USA sono i paletti meno solidi. New York è appena una città chiusa dentro una palla di vetro, mentre la sala da ballo è più un salone delle feste. Danzare è parte dei festeggiamenti, ma non è così funzionale al racconto. Sono dettagli, ma me li appunto perché sono appena al secondo racconto e dopo averli letti tutti potrebbero essere importanti per la scelta finale.
Non ho notato refusi, ma non è la mia specialità. Trovo il racconto molto curato e per lo stile e per come è affrontato il personaggio di Candifilla azzarderei un autrice piuttosto che un'autore.
Direi che per me il racconto decolla grazie alla scena in cui Candifilla estorce la verità a Nivaltur e poi cerca e trova il vecchio libro di ricette. Prima di tutto perché una scena davvero riuscita, viva, reale. E questo per merito soprattutto di Candifilla, la vera protagonista della storia, il personaggio che più degli altri salta fuori dalla pagina. Nivaltur è più una spalla e Turmed è un cattivo molto classico, a una dimensione sola, senza ambiguità, senza un passato alle spalle che spieghi la sua cattiveria. La scena in cui è costretto a fare l'incontrario di quel che vorrebbe è spassosa proprio per questo motivo.
Nel complesso il racconto è molto buono. Il genere è totalmente rispettato, così come personaggi ed epoca. Forse la sala da ballo e l'ambientazione USA sono i paletti meno solidi. New York è appena una città chiusa dentro una palla di vetro, mentre la sala da ballo è più un salone delle feste. Danzare è parte dei festeggiamenti, ma non è così funzionale al racconto. Sono dettagli, ma me li appunto perché sono appena al secondo racconto e dopo averli letti tutti potrebbero essere importanti per la scelta finale.
Non ho notato refusi, ma non è la mia specialità. Trovo il racconto molto curato e per lo stile e per come è affrontato il personaggio di Candifilla azzarderei un autrice piuttosto che un'autore.
Asbottino- Cavaliere Jedi
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Re: Nivaltur e il dolce del millennio
Da quando se n’è era reso conto
La musica e le danze durano fino al mattino.
Car* aut* meno male che hai lasciato questi due refusi (non dirmi che lo hai fatto apposta perché non ci credo) così almeno so che sei uman*
Scherzi a parte, non ho veramente nulla da dire se non farti i più ammirati complimenti.
C'è tutto in questo racconto, una storia completa, con un inizio, uno svolgimento e una fine; spesso leggiamo racconti che in realtà sono il potenziale inizio di qualcosa di più, di una storia da sviluppare, ma il racconto, anche se racchiuso in poche battute, deve avere vita propria, essere autonomo, come questo.
Paletti presenti e ben inseriti, forse un po' marginali gli Stati Uniti ma, insomma, ci veniva richiesto di scrivere un fantasy e l'ambientazione è più che logico sia in un mondo fantastico.
personalmente, tra l'altro, preferisco, per un fantasy, un'ambientazione come questa, rispetto a quelle post apocalittiche, ma questo è solo un gusto che non deve (o, almeno, non dovrebbe) influire sul giudizio finale.
Nel merito del racconto, all'inizio ho pensato che il Mago fosse un alter ego del Mago Merlino di disneyana memoria ma mi sono dovuto presto ricredere, mentre l'oscar per il miglior personaggio non protagonista io lo assegno senza dubbio a Jimmy Moore: è tutti noi!
Se non si fosse capito, piaciuto tantissimo, candidato a un posto molto alto della cinquina.
paluca66- Maestro Jedi
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Re: Nivaltur e il dolce del millennio
Finalmente un fantasy a lieto fine! Dopo i brani che ho letto fino a ora, di un mondo a tinte fosche, distrutto e vittima di forze malvage, un racconto che si conclude con un sospiro di sollievo e lascia sereni grandi e piccini. In fondo è una fiaba e non poteva non lasciarci soddisfatti con il cattivo giustamente punito, gli schiavi liberati e il mondo salvato. Peccato per Jimmy Moore, il personaggio del mondo “di là” che serve efficacemente da contraltare alla storia che si dipana “di qua”.
La scrittura è pulita e i dialoghi molto vivi e spontanei. La scelta dei nomi di persona e delle piante dimostrano la grande fantasia dell’autore.
La sala da ballo è effettivamente un po’ marginale, ma questo non compromette l’ottima qualità della prova.
La scrittura è pulita e i dialoghi molto vivi e spontanei. La scelta dei nomi di persona e delle piante dimostrano la grande fantasia dell’autore.
La sala da ballo è effettivamente un po’ marginale, ma questo non compromette l’ottima qualità della prova.
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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Re: Nivaltur e il dolce del millennio
Un bel racconto, dinamico e con molta azione.
Alla prima lettura non ho capito proprio benissimo la situazione (cioè non è stato immediato comprendere che il mondo degli elfi è, in qualche modo, incastrato con il nostro e quindi uno schizzo d'angoscia può raggiungere una pianta nel giardino del re, mentre dalle vetrate si vede New York), non avevo considerato la fusione di più "universi" paralleli.
I personaggi si muovono all'interno del testo con grande padronanza di scena: ognuno recita alla perfezione il proprio ruolo e si comporta come ci si aspetta che faccia (il cattivo, l'eroina, l'aiutante...), tutti ben inseriti nel mondo fantastico che hai inventato.
Ecco, forse è proprio la prevedibilità di certi atteggiamenti o la linearità della trama senza scossoni che non mi soddisfano del tutto.
Ma al di là del mio parere personale il racconto è molto piacevole da leggere così com'è.
Alla prima lettura non ho capito proprio benissimo la situazione (cioè non è stato immediato comprendere che il mondo degli elfi è, in qualche modo, incastrato con il nostro e quindi uno schizzo d'angoscia può raggiungere una pianta nel giardino del re, mentre dalle vetrate si vede New York), non avevo considerato la fusione di più "universi" paralleli.
I personaggi si muovono all'interno del testo con grande padronanza di scena: ognuno recita alla perfezione il proprio ruolo e si comporta come ci si aspetta che faccia (il cattivo, l'eroina, l'aiutante...), tutti ben inseriti nel mondo fantastico che hai inventato.
Ecco, forse è proprio la prevedibilità di certi atteggiamenti o la linearità della trama senza scossoni che non mi soddisfano del tutto.
Ma al di là del mio parere personale il racconto è molto piacevole da leggere così com'è.
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: Nivaltur e il dolce del millennio
Non so, è un lavoro sicuramente ben fatto, ma a fine lettura non sono pienamente soddisfatto.
La storia è semplice, si segue bene, non ci sono errori, però a parte i riferimento all millennium bug potrebbe essere una storia per bambini, con l'immancabile e vissero tutti felici e contenti.
Non è che non mi vada bene il lieto fine, però mi manca quell'alone epico o quantomeno una storia più complicata, con maggiori implicazioni. La sensazione che ho è che sia tutto troppo edulcorato, un'impronta più dark penso mi avrebbe convinto di più.
Come conduzione della narrazione procede tutto bene sino al finale, dove ho notato una gestione dell'epilogo troppo repentina e frettolosa. Secondo me avresti dovuto gestirlo in modo più graduale, spenderci qualche riga in più.
Altra cosa che ho notato è l'invisibilità di Jimmy Moore, il suo ruolo anonimo. Avresti anche potuto connotarlo in maniera più impersonale, chiamandolo l'uomo, il ragazzo, il marito, ecc, perché al fine della storia lui serve solo a inquadrare il paletto temporale della storia, il fine millennio. Almeno io l'ho avvertita così. Non mi ha incantato, comunque un lavoro senz'altro positivo.
La storia è semplice, si segue bene, non ci sono errori, però a parte i riferimento all millennium bug potrebbe essere una storia per bambini, con l'immancabile e vissero tutti felici e contenti.
Non è che non mi vada bene il lieto fine, però mi manca quell'alone epico o quantomeno una storia più complicata, con maggiori implicazioni. La sensazione che ho è che sia tutto troppo edulcorato, un'impronta più dark penso mi avrebbe convinto di più.
Come conduzione della narrazione procede tutto bene sino al finale, dove ho notato una gestione dell'epilogo troppo repentina e frettolosa. Secondo me avresti dovuto gestirlo in modo più graduale, spenderci qualche riga in più.
Altra cosa che ho notato è l'invisibilità di Jimmy Moore, il suo ruolo anonimo. Avresti anche potuto connotarlo in maniera più impersonale, chiamandolo l'uomo, il ragazzo, il marito, ecc, perché al fine della storia lui serve solo a inquadrare il paletto temporale della storia, il fine millennio. Almeno io l'ho avvertita così. Non mi ha incantato, comunque un lavoro senz'altro positivo.
Byron.RN- Cavaliere Jedi
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Re: Nivaltur e il dolce del millennio
Un racconto Fantasy ben costruito, diretto e alla portata di tutti anche quelli che non apprezzano il genere.
Per quanto riguarda il mio parere è uno dei pochi veri fantasy presentati in concorso. Gli elementi che rendono il genere tale ci sono tutti.
L'atmosfera e l'epicità sono presenti anche nei piccoli dettagli tipo i nomi e le stranezze. Questi dettagli seminati qua e la arricchiscono il testo rendendolo accattivante. Ulteriore nota positiva, non hai spiegato nulla più del necessario, questo ti permette di essere apprezzat* da quelli che non amano il genere.
L'eroe inconsapevole chiamato a essere tale, c'è. Anzi ce ne sono addirittura due. Sono ben delineati e fanno il loro dovere senza troppo divagare. Ecco, forse alla fine possono risultare un pochino costruiti ma comunque in un testo del genere così corto funzionano alla grande. Qui mi dilungo con una mia considerazione personale. Io avrei chiamato il testo "Candifilla e il dolce del millennio" perché diciamoci la verità è lei la vera eroina. Nivaltur invece mi sembra un pochino moscio, ma ripeto questa è solo una mia considerazione. Candifilla inoltre è un nome che mi è piaciuto molto, posso usarlo in una delle mie favole?
Il cattivo è un super cattivo. Uno di quelli da distruzione del mondo, mi è piaciuta la nota indolente e quasi pigra che gli hai dato. Quello che invece mi è piaciuto meno è come lo hai fatto morire. Se la torta doveva fargli fare il contrario di quello che diceva perché non gli hai fatto lanciare il colpo finale che poi si sarebbe rivoltato contro di lui? secondo me sarebbe stato più efficace, ma anche in questo caso si tratta di una sfumatura personale.
La Quest è ben chiara, la missione di salvezza si svolge tutta nel testo. Brav* che sei riuscit* a chiudere la vicenda in così poche battute.
Una cosa negativa però nel testo l'ho trovata ed è proprio la forma del testo in sé. La formattazione è confusa e disordinata. Rende la lettura più difficile di quanto in realtà non sia. dovresti provare a separare nettamente e visibilmente le parti di un mondo e dell'altro.
In conclusione un buon lavoro, pulito e che funziona molto bene come racconto quindi ti faccio i miei più sinceri complimenti e ti ringrazio per la bella lettura.
Per quanto riguarda il mio parere è uno dei pochi veri fantasy presentati in concorso. Gli elementi che rendono il genere tale ci sono tutti.
L'atmosfera e l'epicità sono presenti anche nei piccoli dettagli tipo i nomi e le stranezze. Questi dettagli seminati qua e la arricchiscono il testo rendendolo accattivante. Ulteriore nota positiva, non hai spiegato nulla più del necessario, questo ti permette di essere apprezzat* da quelli che non amano il genere.
L'eroe inconsapevole chiamato a essere tale, c'è. Anzi ce ne sono addirittura due. Sono ben delineati e fanno il loro dovere senza troppo divagare. Ecco, forse alla fine possono risultare un pochino costruiti ma comunque in un testo del genere così corto funzionano alla grande. Qui mi dilungo con una mia considerazione personale. Io avrei chiamato il testo "Candifilla e il dolce del millennio" perché diciamoci la verità è lei la vera eroina. Nivaltur invece mi sembra un pochino moscio, ma ripeto questa è solo una mia considerazione. Candifilla inoltre è un nome che mi è piaciuto molto, posso usarlo in una delle mie favole?
Il cattivo è un super cattivo. Uno di quelli da distruzione del mondo, mi è piaciuta la nota indolente e quasi pigra che gli hai dato. Quello che invece mi è piaciuto meno è come lo hai fatto morire. Se la torta doveva fargli fare il contrario di quello che diceva perché non gli hai fatto lanciare il colpo finale che poi si sarebbe rivoltato contro di lui? secondo me sarebbe stato più efficace, ma anche in questo caso si tratta di una sfumatura personale.
La Quest è ben chiara, la missione di salvezza si svolge tutta nel testo. Brav* che sei riuscit* a chiudere la vicenda in così poche battute.
Una cosa negativa però nel testo l'ho trovata ed è proprio la forma del testo in sé. La formattazione è confusa e disordinata. Rende la lettura più difficile di quanto in realtà non sia. dovresti provare a separare nettamente e visibilmente le parti di un mondo e dell'altro.
In conclusione un buon lavoro, pulito e che funziona molto bene come racconto quindi ti faccio i miei più sinceri complimenti e ti ringrazio per la bella lettura.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: Nivaltur e il dolce del millennio
Lettura rassicurante e piacevole.
Autrice bravissima, non c'è una virgola fuori posto.
Periodi fiabeschi, quasi infantili, mi hanno tolto qualche anno e fatto sospirare.
La scelta della semplicità è vincente.
Mi associo a Super, è proprio una bella favola.
L'unguento di patula mi ha fatto sorridere.
Guarisce tutto?
Pardon, l'unguento di patula esiste veramente.
Mi sono documentato.
Con ritardo.
Autrice bravissima, non c'è una virgola fuori posto.
Periodi fiabeschi, quasi infantili, mi hanno tolto qualche anno e fatto sospirare.
La scelta della semplicità è vincente.
Mi associo a Super, è proprio una bella favola.
L'unguento di patula mi ha fatto sorridere.
Guarisce tutto?
Pardon, l'unguento di patula esiste veramente.
Mi sono documentato.
Con ritardo.
Ospite- Ospite
Re: Nivaltur e il dolce del millennio
Il titolo è piuttosto banale, e fa subito pensare ad una fiaba.
Cara Penna, a parte le note a piè di commento (sono diverse ma non sono cose gravi) il racconto è piacevole, si lascia leggere fino alla fine per bene, pur mancando della suspense: non hai creato aspettative per il lettore, non c’è mistery... o forse ce n'è troppo, come ti dico appresso.
Ora, fantasy si, fantasy no, alla fine mi sono trovata in bella fiaba, di quelle che possono piacere ai bambini cresciutelli, cui però piace ancora l’atmosfera fiabesca, ma anche agli adulti per una lettura che li porti indietro nel tempo. Il finale arriva velocemente, dopo una classica dose di peripezie, con tutti che “vissero felici e contenti”. I personaggi sono simpatici e ben delineati, l’aver messo uno spazio aiuta a comprendere il cambio scena, lo stile è scorrevole. Però anche se scritto bene, non emoziona, manca l’aspettativa di comprendere a cosa servano le fatiche dei due protagonisti: se non lo so, non posso apprezzarle a pieno. Non si capisce infatti il motivo della separazione dei due mondi, che a questo punto immagino prima coesistessero. Non avendo inserito un minimo di spiegazione, il finale lascia a bocca asciutta. Avrebbe aiutato un prologo con un minimo di info, o magari distribuire sapientemente qualche nota attraverso i dialoghi, del tipo “ti ricordi quando...” “Noi c’eravamo quando..”Ovvio che tu sai perchè, ma rendi edotti anche noi mortali. Leggendo il commento di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] è corretto pensare a mondi paralleli?
Le mie note, che derivano in parte anche dal mio modo di pormi nella scrittura: il tutto in ottica DT. Sembrano tante perché ho copiato un po’ di testo.
Accese la pipa, assaporò una robusta boccata di fumo e tornò a osservare. Cosa osserva? L’ampolla o quanto vede dalla finestra?
sen’è n’era reso
davanti a delle scatole luminose, smanettando ---- della gente era germogliato in fretta, divenendo... metterei una virgola
Si mise le mani trai capelli - visto che sono i suoi
svolazzò a mezz’aria prima di avviare una discesa lenta e inesorabile verso il pavimento Questa frase non mi piace. Potrebbe andare bene se si fosse in una stanza soggetta a particolari regole fisiche. Siamo sulla Terra quindi le carte svolazzerebbero se ad es. fossero gettate da una finestra, magari un po’ in alto. In una stanza normale, son subito a terra.
Il cuocosarebbe avrebbe voluto scappare
Turmed gli si avvicinò a un palmo dalsuo naso e,
Candifilla si sdraiò esausta sul pavimento. Perché esausta? Magari stranita (dal racconto) o spaventata, ma in tutti i casi perché si sdraia. Può capitare che una brutta notizia di faccia sedere o cadere di colpo, ma qui c’è stato un racconto di mezzo, Candifilla avrebbe potuto sedersi, per ascoltarlo.
Nivaltur aveva il fiato grosso metterei Nivaltura, che l’aveva seguita anch’egli di corsa....
oppure rimaneggerei il periodo così:
Scesero di corsa le scale ed entrarono in cucina: Candifilla salì sopra una sedia, aprì la madia e cominciò a rovistare; Nivaltur, col fiato grosso, la fissava stralunato mentre lei tirava
Eppure dobbiamo riuscirci, in un modo o nell’altro
«Che?» ci vedo bene un “Che...?” oppure “Solo che?”
Candifilla si mordicchiava
gli lanciò un’occhiata complice, affrettandosi a mettere
ma mollare tutto non era un’opzione. Questa frase mal si combina con lo stile usato finora. Potresti dire: ma non intendeva rinunciare all’impresa o semplicemente non voleva tornare indietro sconfitto.
verso il castello, incurante del dolore
Cara Penna, a parte le note a piè di commento (sono diverse ma non sono cose gravi) il racconto è piacevole, si lascia leggere fino alla fine per bene, pur mancando della suspense: non hai creato aspettative per il lettore, non c’è mistery... o forse ce n'è troppo, come ti dico appresso.
Ora, fantasy si, fantasy no, alla fine mi sono trovata in bella fiaba, di quelle che possono piacere ai bambini cresciutelli, cui però piace ancora l’atmosfera fiabesca, ma anche agli adulti per una lettura che li porti indietro nel tempo. Il finale arriva velocemente, dopo una classica dose di peripezie, con tutti che “vissero felici e contenti”. I personaggi sono simpatici e ben delineati, l’aver messo uno spazio aiuta a comprendere il cambio scena, lo stile è scorrevole. Però anche se scritto bene, non emoziona, manca l’aspettativa di comprendere a cosa servano le fatiche dei due protagonisti: se non lo so, non posso apprezzarle a pieno. Non si capisce infatti il motivo della separazione dei due mondi, che a questo punto immagino prima coesistessero. Non avendo inserito un minimo di spiegazione, il finale lascia a bocca asciutta. Avrebbe aiutato un prologo con un minimo di info, o magari distribuire sapientemente qualche nota attraverso i dialoghi, del tipo “ti ricordi quando...” “Noi c’eravamo quando..”Ovvio che tu sai perchè, ma rendi edotti anche noi mortali. Leggendo il commento di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] è corretto pensare a mondi paralleli?
Le mie note, che derivano in parte anche dal mio modo di pormi nella scrittura: il tutto in ottica DT. Sembrano tante perché ho copiato un po’ di testo.
Accese la pipa, assaporò una robusta boccata di fumo e tornò a osservare. Cosa osserva? L’ampolla o quanto vede dalla finestra?
se
davanti a delle scatole luminose, smanettando ---- della gente era germogliato in fretta, divenendo... metterei una virgola
Si mise le mani trai capelli - visto che sono i suoi
svolazzò a mezz’aria prima di avviare una discesa lenta e inesorabile verso il pavimento Questa frase non mi piace. Potrebbe andare bene se si fosse in una stanza soggetta a particolari regole fisiche. Siamo sulla Terra quindi le carte svolazzerebbero se ad es. fossero gettate da una finestra, magari un po’ in alto. In una stanza normale, son subito a terra.
Il cuoco
Turmed gli si avvicinò a un palmo dal
Candifilla si sdraiò esausta sul pavimento. Perché esausta? Magari stranita (dal racconto) o spaventata, ma in tutti i casi perché si sdraia. Può capitare che una brutta notizia di faccia sedere o cadere di colpo, ma qui c’è stato un racconto di mezzo, Candifilla avrebbe potuto sedersi, per ascoltarlo.
Nivaltur aveva il fiato grosso metterei Nivaltura, che l’aveva seguita anch’egli di corsa....
oppure rimaneggerei il periodo così:
Scesero di corsa le scale ed entrarono in cucina: Candifilla salì sopra una sedia, aprì la madia e cominciò a rovistare; Nivaltur, col fiato grosso, la fissava stralunato mentre lei tirava
Eppure dobbiamo riuscirci, in un modo o nell’altro
«Che?» ci vedo bene un “Che...?” oppure “Solo che?”
Candifilla si mordicchiava
gli lanciò un’occhiata complice, affrettandosi a mettere
ma mollare tutto non era un’opzione. Questa frase mal si combina con lo stile usato finora. Potresti dire: ma non intendeva rinunciare all’impresa o semplicemente non voleva tornare indietro sconfitto.
verso il castello, incurante del dolore
Ultima modifica di Susanna il Lun Ott 18, 2021 5:47 pm - modificato 1 volta.
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Re: Nivaltur e il dolce del millennio
Ciao.
Colonna sonora: L’apprendista stregone (film della Walt Disney) di Jon Turteltaub.
Le pulci (per una divertentissima favola, ma non sarà un completo elogio):
1. Bellissima la “durmateria”, splendida invenzione, anche se faccio fatica a associarla a un albero che rappresenta la fioritura, la crescita in anelli, la perduranza vitale.
2. – Nalvitur si sveglia di soprassalto…verso i rami.” E lì ho pensato “Ok. Dorme all’addiaccio, stante anche il dicembre newyorchese. Ma poi la sera dopo – “Quella notte Nivaltur restò…il legno dell’armadio scricchiolava. - E lì sono andato in confusione. Alcune volte dorme all’addiaccio e altre dorme in una stanza?
3. Senza citare la sequenza, comunque Naviltur cede con una facilità estrema alla sua promessa di non rivelare il disegno “malefico” (stavo scrivendo “criminale” ma sono tornato nella dimensione favoleggiante) di Turmed.
4. Bellissima la “confusione” tra i personaggi elfi. Sono complici, a prescindere dal genere. Ma non sono coppia. Alcuni passaggi farebbero pensare alla coppia. Altri (il fatto che non dormano assieme) li rappresenta diversamente. A mio avviso è un “plus”.
5. – Quando Nivaltur terminò (…) si era impadronito del mondo (…) – Qui mancano spiegazioni. Una pur flebile parvenza di indizio (parvenza – indizio voluti) su come si sia impadronito del mondo manca. Ok, non spiegare tutto, lasciare spazio alla fantasia del lettore, ma un piccolo aiutino?
6. Splendida la torta atrot. Ammiro la tua fantasia, solo apparentemente scontata. C’è un disegno nel tuo costrutto, è mancato solamente il tempo per costruire bene il tutto. Ma sto anticipando le conclusioni.
7. – A che punto sono i preparativi del banchetto? – Ok. Ma chi sono gli ospiti? Stiamo parlando della fine della mondo, della unificazione sotto la bandiera di un unico monarca tra due livelli terreni inconciliabili, e di un banchetto di cui non esiste traccia nei rapporti “politici” o “giullareschi” con interlocutori.
8. – Ammesso che tu abbia ragione…estronzia” e qui mi levo il cappello. Sai giocare con te stesso, sai sorridere, ridere e sghignazzare su ciò che stai scrivendo. In sostanza, stai dicendo a tutti noi: “Ridete, gioite, sto scrivendo una favola, oppure stronzate, ma ci gioco con queste e rido con voi”.
9. Ok. Non ho voglia di scrivere tutto il passaggio. Ma mi manca qualcosa quando Candifilla “scava” per cercare la “estrusia”. Come descrivi Candifilla, non la “equipaggi” a dovere. Scava con le unghie? Conosce come è fatta la estrusia (estronzia J)?
10. Il passaggio da – I computer impazziranno! – a – …saranno esaurite. – non dovrebbe essere staccato dall’accapo. Si susseguono, come dopo viene spiegato.
Considerazioni finali:
Ho due livelli di considerazione sul tuo racconto. Se lo valuto come una stupenda favola, ne esci a pieni voti. C’è una morale (discutibile ma valida) che l’uomo è miserabile (il mago è prepotente nella sua prosopopea, il cittadino è schiavo della malattia del gioco, la moglie si rifugia nel bourbon), e alla fine “vincono” i buoni, gli elfi. Sono d’accordo con chi ha giudicato (con benevolenza che condivido) che è uno splendido spaccato cartoonesco. Se lo valuto come racconto fantasy, mi manca quella “logica fantasiosa” che non è estranea alla fantasy. In quella c’è una spiegazione “magica” alla storia, ci sono riferimenti inventati ma “plausibili”. Nella tua ci sono “standard bug” che, in una rivisitazione col tempo opportuno, faranno volare questa tua splendida favola, ma, appunto, favola. Che mi ha divertito tantissimo, e per questo ti ringrazio.
Colonna sonora: L’apprendista stregone (film della Walt Disney) di Jon Turteltaub.
Le pulci (per una divertentissima favola, ma non sarà un completo elogio):
1. Bellissima la “durmateria”, splendida invenzione, anche se faccio fatica a associarla a un albero che rappresenta la fioritura, la crescita in anelli, la perduranza vitale.
2. – Nalvitur si sveglia di soprassalto…verso i rami.” E lì ho pensato “Ok. Dorme all’addiaccio, stante anche il dicembre newyorchese. Ma poi la sera dopo – “Quella notte Nivaltur restò…il legno dell’armadio scricchiolava. - E lì sono andato in confusione. Alcune volte dorme all’addiaccio e altre dorme in una stanza?
3. Senza citare la sequenza, comunque Naviltur cede con una facilità estrema alla sua promessa di non rivelare il disegno “malefico” (stavo scrivendo “criminale” ma sono tornato nella dimensione favoleggiante) di Turmed.
4. Bellissima la “confusione” tra i personaggi elfi. Sono complici, a prescindere dal genere. Ma non sono coppia. Alcuni passaggi farebbero pensare alla coppia. Altri (il fatto che non dormano assieme) li rappresenta diversamente. A mio avviso è un “plus”.
5. – Quando Nivaltur terminò (…) si era impadronito del mondo (…) – Qui mancano spiegazioni. Una pur flebile parvenza di indizio (parvenza – indizio voluti) su come si sia impadronito del mondo manca. Ok, non spiegare tutto, lasciare spazio alla fantasia del lettore, ma un piccolo aiutino?
6. Splendida la torta atrot. Ammiro la tua fantasia, solo apparentemente scontata. C’è un disegno nel tuo costrutto, è mancato solamente il tempo per costruire bene il tutto. Ma sto anticipando le conclusioni.
7. – A che punto sono i preparativi del banchetto? – Ok. Ma chi sono gli ospiti? Stiamo parlando della fine della mondo, della unificazione sotto la bandiera di un unico monarca tra due livelli terreni inconciliabili, e di un banchetto di cui non esiste traccia nei rapporti “politici” o “giullareschi” con interlocutori.
8. – Ammesso che tu abbia ragione…estronzia” e qui mi levo il cappello. Sai giocare con te stesso, sai sorridere, ridere e sghignazzare su ciò che stai scrivendo. In sostanza, stai dicendo a tutti noi: “Ridete, gioite, sto scrivendo una favola, oppure stronzate, ma ci gioco con queste e rido con voi”.
9. Ok. Non ho voglia di scrivere tutto il passaggio. Ma mi manca qualcosa quando Candifilla “scava” per cercare la “estrusia”. Come descrivi Candifilla, non la “equipaggi” a dovere. Scava con le unghie? Conosce come è fatta la estrusia (estronzia J)?
10. Il passaggio da – I computer impazziranno! – a – …saranno esaurite. – non dovrebbe essere staccato dall’accapo. Si susseguono, come dopo viene spiegato.
Considerazioni finali:
Ho due livelli di considerazione sul tuo racconto. Se lo valuto come una stupenda favola, ne esci a pieni voti. C’è una morale (discutibile ma valida) che l’uomo è miserabile (il mago è prepotente nella sua prosopopea, il cittadino è schiavo della malattia del gioco, la moglie si rifugia nel bourbon), e alla fine “vincono” i buoni, gli elfi. Sono d’accordo con chi ha giudicato (con benevolenza che condivido) che è uno splendido spaccato cartoonesco. Se lo valuto come racconto fantasy, mi manca quella “logica fantasiosa” che non è estranea alla fantasy. In quella c’è una spiegazione “magica” alla storia, ci sono riferimenti inventati ma “plausibili”. Nella tua ci sono “standard bug” che, in una rivisitazione col tempo opportuno, faranno volare questa tua splendida favola, ma, appunto, favola. Che mi ha divertito tantissimo, e per questo ti ringrazio.
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Re: Nivaltur e il dolce del millennio
Un bel racconto, con molte descrizioni che non appesantiscono la lettura, che risulta piacevole pur trattandosi di un testo abbastanza lungo. Ci si immerge nell'atmosfera che sì, forse risulta un po' fiabesca, ma piacevole, e ci si lascia accompagnare nella vicenda. E le caratteristiche del fantasy le abbiamo tutte, il cattivo da sconfiggere, la missione da portare a termine, magia e personaggi fantastici. Ho apprezzato meno la "finestra" sul mondo reale (la vicenda di Jimmy Moore) funzionale per rispettare dei paletti e nulla più.
In compenso un ottimo lavoro.
Complimenti.
Grazie.
In compenso un ottimo lavoro.
Complimenti.
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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.
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Re: Nivaltur e il dolce del millennio
Ho tenuto i racconti più intriganti per la fine 
Questo mi ha affascinato a prima lettura, è stata una lettura avvincente per quanto fantasy
Certo, è sempre un po' difficile per me, ogni tanto il muro di parole e di concetti mi spaventava, ma valeva la pena arrivare alla fine.
Gli elementi dello step sono coerenti e ben utilizzati, e questo aggiunge qualcosa.
Per me sei riuscito a scrivere un ottimo lavoro, che può tranquillamente concorrere alla vittoria finale. Complimenti!

Questo mi ha affascinato a prima lettura, è stata una lettura avvincente per quanto fantasy

Certo, è sempre un po' difficile per me, ogni tanto il muro di parole e di concetti mi spaventava, ma valeva la pena arrivare alla fine.
Gli elementi dello step sono coerenti e ben utilizzati, e questo aggiunge qualcosa.
Per me sei riuscito a scrivere un ottimo lavoro, che può tranquillamente concorrere alla vittoria finale. Complimenti!
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
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Re: Nivaltur e il dolce del millennio
Un racconto davvero ben riuscito, complimenti.
A me è piaciuto molto, la lettura scorre piacevolmente e i personaggi sono credibili, soprattutto Candifilla che trovo strepitosa.
Mi hai convinta e ti faccio i miei complimenti.
Un ottimo lavoro.
Ele
A me è piaciuto molto, la lettura scorre piacevolmente e i personaggi sono credibili, soprattutto Candifilla che trovo strepitosa.
Mi hai convinta e ti faccio i miei complimenti.
Un ottimo lavoro.
Ele
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Re: Nivaltur e il dolce del millennio
La scrittura è buona, non sto a ripetere quanto già segnalato da altri circa i refusi e la punteggiatura poiché a questo punto è inutile. Credo che i vari momenti del racconto siano ben distinti tra essi nonostante la formattazione perfettibile. Lo stile, capace di trattenere il lettore, ha minimizzato questo gap visivo.
Ha colpito anche me l'idea di questi due mondi paralleli che in un certo senso s'influenzano a vicenda. E capisco bene come il mago Turmed voglia impossessarsi di entrambi approfittando dello spauracchio millenium bug. Effettivamente credo che il mago consideri gli umani tutti al livello della Signora Moore. Eppure, ti dirò, a me questo Turmed stava simpatico. Avrei preferito vederlo seduto sul cesso in preda alla diarrea piuttosto che vederlo sparire in un filo di fumo. Però capisco anche Nivaltur, la cui misura era ormai colma. Ci doveva essere il cattivo cattivo che fa una brutta fine e il buono buono che alla fine la spunta. Metodo classico, come il Franciacorta.
Nel complesso dunque, ho particolarmente apprezzato questa favola d'altri tempi. Credo inoltre che sia un testo molto adatto anche per i bambini.
Ha colpito anche me l'idea di questi due mondi paralleli che in un certo senso s'influenzano a vicenda. E capisco bene come il mago Turmed voglia impossessarsi di entrambi approfittando dello spauracchio millenium bug. Effettivamente credo che il mago consideri gli umani tutti al livello della Signora Moore. Eppure, ti dirò, a me questo Turmed stava simpatico. Avrei preferito vederlo seduto sul cesso in preda alla diarrea piuttosto che vederlo sparire in un filo di fumo. Però capisco anche Nivaltur, la cui misura era ormai colma. Ci doveva essere il cattivo cattivo che fa una brutta fine e il buono buono che alla fine la spunta. Metodo classico, come il Franciacorta.
Nel complesso dunque, ho particolarmente apprezzato questa favola d'altri tempi. Credo inoltre che sia un testo molto adatto anche per i bambini.
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"Già credo che in qualunque punto dell'universo ci si stabilisca si finisce coll'inquinarsi. Bisogna moversi. La vita ha dei veleni, ma anche degli altri veleni che servono di contravveleni. Solo correndo si può sottrarsi ai primi e giovarsi degli altri."
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Re: Nivaltur e il dolce del millennio
fantasy puro, nulla da eccepire.
onestamente devo dire che ho avuto qualche difficoltà alla prima lettura, ma rivedendolo ho recepito cose che prima mi erano sfuggite.
bella l'idea, buone le varie descrizioni, mentre il testo lo trovo non del tutto scorrevole.
molto bella la figura di Candifilla, mi ricorda qualcuno che conosco.
bel lavoro
onestamente devo dire che ho avuto qualche difficoltà alla prima lettura, ma rivedendolo ho recepito cose che prima mi erano sfuggite.
bella l'idea, buone le varie descrizioni, mentre il testo lo trovo non del tutto scorrevole.
molto bella la figura di Candifilla, mi ricorda qualcuno che conosco.
bel lavoro
Arunachala- Admin
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Re: Nivaltur e il dolce del millennio
Una favola più che un fantasy, ma il confine è labile e quindi ci sta. Probabilmente la mia confusione riguardo al genere non è dovuta tanto alla trama (che è infantile in senso buono, cioè adatto ai ragazzi) ma al tono usato e allo stile, che fanno di tutto per rendere poco serio il testo. Come se l'autore avesse voluto scherzare scrivendo questo racconto e ci tenesse a renderlo chiaro ai lettori. Strano il titolo, visto che Nivaltur non è il protagonista, ma lo è Candifilla. La torta in effetti la confeziona lui, ma senza di lei sarebbe ancora appeso al soffitto. In conclusione una bella storia leggera, che ho letto volentieri. A rileggerci!
Akimizu- Cavaliere Jedi
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Re: Nivaltur e il dolce del millennio
Ciao Penna.
Ho dovuto rileggere almeno una volta per capire che la durmateria è un albero. Il nome "dur-materia" e il fatto che si trovasse in un mondo magico mi hanno fatto pensare a un qualcosa di fisico che permea l'universo di là oppure una vena di qualche minerale fantastico.
"Da quando se n’è era reso conto" mi ha fatto inciampare la lettura.
Jimmy Moore, che con le sue azioni in un mondo crea effetti nell'altro, mi è piaciuto, soprattutto come idea. Non è molto chiara la sua rabbia nella prima scena in cui compare, si intuisce qualcosa in seguito ma a me personalmente è rimasto il dubbio di non aver capito. Questa connessione tra i due mondi a mio gusto avrebbe meritato ulteriori scene, oppure anche un legame al contrario in cui azioni di Nivaltur per esempio hanno effetti nel mondo di qua.
Molto carina la prima scena, con l'ampolla che si muove e mi ricorda il castello di Belle e la Bestia Disney.
Molto ben descritta la scena in cui Candifilla tira fuori il libro di cucina e altrettanto vivida la scena finale in cui Turmed fa il contrario di ciò che vuole; anzi, mi è pure dispiaciuto che sia stata così breve, avrei continuato volentieri a leggere le disavventure. Ottima l'idea di usare il millenium bug.
Il genere è fantasy, lo spazio sono gli Usa, il tempo è dicembre 1999, il personaggio è solo il cuoco, la stanza da ballo c'è.
Grazie e alla prossima.
Ho dovuto rileggere almeno una volta per capire che la durmateria è un albero. Il nome "dur-materia" e il fatto che si trovasse in un mondo magico mi hanno fatto pensare a un qualcosa di fisico che permea l'universo di là oppure una vena di qualche minerale fantastico.
"Da quando se n’è era reso conto" mi ha fatto inciampare la lettura.
Jimmy Moore, che con le sue azioni in un mondo crea effetti nell'altro, mi è piaciuto, soprattutto come idea. Non è molto chiara la sua rabbia nella prima scena in cui compare, si intuisce qualcosa in seguito ma a me personalmente è rimasto il dubbio di non aver capito. Questa connessione tra i due mondi a mio gusto avrebbe meritato ulteriori scene, oppure anche un legame al contrario in cui azioni di Nivaltur per esempio hanno effetti nel mondo di qua.
Molto carina la prima scena, con l'ampolla che si muove e mi ricorda il castello di Belle e la Bestia Disney.
Molto ben descritta la scena in cui Candifilla tira fuori il libro di cucina e altrettanto vivida la scena finale in cui Turmed fa il contrario di ciò che vuole; anzi, mi è pure dispiaciuto che sia stata così breve, avrei continuato volentieri a leggere le disavventure. Ottima l'idea di usare il millenium bug.
Il genere è fantasy, lo spazio sono gli Usa, il tempo è dicembre 1999, il personaggio è solo il cuoco, la stanza da ballo c'è.
Grazie e alla prossima.
Re: Nivaltur e il dolce del millennio
Ringrazio tutti per i commenti che, è vero, sono parte del regolamento ma che ho trovato come sempre utili e frutto di una lettura attenta. Quindi grazie per il piacere oltre al dovere.
Costruire questa storia è stato molto complicato per me che non frequento assolutamente il genere. A parte Lo Hobbit, il Signore degli Anelli e Harry Potter non mi sono avventurata in altre letture sul genere. (film a parte).
Ho cominciato a scrivere e le mani andavano per conto loro. In quattro e quattr’otto mi sono trovata con un racconto ben oltre le ventitremila battute e ancora la storia non si concludeva.
Allora il grande lavoro è stato quello di compattare il più possibile e semplificare in modo da riuscire a raccontare una storia completa entro il limite di battute concesse.
Lo stile risente delle mie scarse letture del genere e in effetti è uscito qualcosa adatto anche e soprattutto a un pubblico di ragazzi. Mi sono detta che ho letto volentierissimo Harry Potter e non mi è assolutamente importato che fosse un racconto non da adulti.
Per questo ringrazio molto [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] che ha dato valore a questo “sforzo”. Grazie di cuore.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] mi sono mangiata le mani fino al gomito… Il finale! Lo sai che nella prima versione il finale era quello che hai suggerito te. Poi, nelle varie riscritture, me lo sono perso.
Sfumato come la pozione. Sarà stata una vendetta del mago Turmed.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] , temevo tanto il tuo giudizio e quando ti ho letto mi sono rasserenata un bel po’. Sarò ben felice di leggere una storia scritta da te che abbia come protagonista la mia Candifilla.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] Susanna, il titolo l’ho voluto semplice proprio perché la storia era semplice e lo trovo perfettamente intonato al testo. (Harry Potter e la camera dei segreti, e la pietra filosfale etc etc.) Non ho inventato niente e ritengo sia giusto per il racconto che ho scritto.
Sempre per quanto riguarda il titolo, alcuni hanno contestato che Nivaltur non è il vero protagonista, ma lo è Candifilla. Anche questa è stata una scelta ben precisa. Sapevo che Candifilla era più forte (l’ho voluta così)e non aveva bisogno di ulteriori spinte. Al povero Nivaltur ho lasciato il compito di cucinare la torta e un briciolo di gloria nel titolo.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ok grazie del commento. Un sassolino però ce l’ho. Jimmy Moore ha molto senso nella storia e non è assolutamente un personaggio dal ruolo anonimo. Senza la sua panzana non sarebbe nata la radice che è servita per la torta. Fa parte dell’idea portante del racconto dove la grande paura della fine del mondo e del possibile bug era molto sentita (io me la ricordo). Ho solo immaginato che quella paura fosse stata instillata ad arte da Turmed e dunque le realtà dei due mondi (quello vero e quello fantastico) sono fortemente intrecciate tra loro. Avrei dovuto spendere più battute, ma come ho detto all’inizio ho preferito concentrarmi sulla storia.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] sono d’accordo con la tua osservazione e qui mi sono mangiata l’altra mano fino al gomito. Nella prima stesura Jimmy Moore aveva visto sul pc il saldo del conto in rosso. Forse sarebbe stato meglio lasciare quella versione, ne terrò senz’altro conto. Grazie.
Favola o fantasy? Fantascienza o fantasy? Potrei continuare… mi sembra che di racconti puri fantasy ce ne siano solo un paio. Quello della Giraffa e quello di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] .
Grazie davvero a tutti quanti. Love all.
Costruire questa storia è stato molto complicato per me che non frequento assolutamente il genere. A parte Lo Hobbit, il Signore degli Anelli e Harry Potter non mi sono avventurata in altre letture sul genere. (film a parte).
Ho cominciato a scrivere e le mani andavano per conto loro. In quattro e quattr’otto mi sono trovata con un racconto ben oltre le ventitremila battute e ancora la storia non si concludeva.
Allora il grande lavoro è stato quello di compattare il più possibile e semplificare in modo da riuscire a raccontare una storia completa entro il limite di battute concesse.
Lo stile risente delle mie scarse letture del genere e in effetti è uscito qualcosa adatto anche e soprattutto a un pubblico di ragazzi. Mi sono detta che ho letto volentierissimo Harry Potter e non mi è assolutamente importato che fosse un racconto non da adulti.
Per questo ringrazio molto [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] che ha dato valore a questo “sforzo”. Grazie di cuore.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] mi sono mangiata le mani fino al gomito… Il finale! Lo sai che nella prima versione il finale era quello che hai suggerito te. Poi, nelle varie riscritture, me lo sono perso.
Sfumato come la pozione. Sarà stata una vendetta del mago Turmed.
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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] Susanna, il titolo l’ho voluto semplice proprio perché la storia era semplice e lo trovo perfettamente intonato al testo. (Harry Potter e la camera dei segreti, e la pietra filosfale etc etc.) Non ho inventato niente e ritengo sia giusto per il racconto che ho scritto.
Sempre per quanto riguarda il titolo, alcuni hanno contestato che Nivaltur non è il vero protagonista, ma lo è Candifilla. Anche questa è stata una scelta ben precisa. Sapevo che Candifilla era più forte (l’ho voluta così)e non aveva bisogno di ulteriori spinte. Al povero Nivaltur ho lasciato il compito di cucinare la torta e un briciolo di gloria nel titolo.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ok grazie del commento. Un sassolino però ce l’ho. Jimmy Moore ha molto senso nella storia e non è assolutamente un personaggio dal ruolo anonimo. Senza la sua panzana non sarebbe nata la radice che è servita per la torta. Fa parte dell’idea portante del racconto dove la grande paura della fine del mondo e del possibile bug era molto sentita (io me la ricordo). Ho solo immaginato che quella paura fosse stata instillata ad arte da Turmed e dunque le realtà dei due mondi (quello vero e quello fantastico) sono fortemente intrecciate tra loro. Avrei dovuto spendere più battute, ma come ho detto all’inizio ho preferito concentrarmi sulla storia.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] sono d’accordo con la tua osservazione e qui mi sono mangiata l’altra mano fino al gomito. Nella prima stesura Jimmy Moore aveva visto sul pc il saldo del conto in rosso. Forse sarebbe stato meglio lasciare quella versione, ne terrò senz’altro conto. Grazie.
Favola o fantasy? Fantascienza o fantasy? Potrei continuare… mi sembra che di racconti puri fantasy ce ne siano solo un paio. Quello della Giraffa e quello di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] .
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Re: Nivaltur e il dolce del millennio
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] Allora il tuo racconto mi è rimasto nel cuore. Ha scalato la classifica piano piano e ieri mentre stilavo la cinquina mi son detto "No, Nivaltur dev'esserci!
Sai quanto si intransigente sul genere ma tu con semplicità sei riuscita a scrivere un racconto fantasy per tutte l'età. Semplice. Quello che non sono riuscito a fare io [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]
Però una risposta la voglio.
Perché Nivaltur e non Candifilla?
Dai è nettamente superiore lei. [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine] [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]
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Perché Nivaltur e non Candifilla?
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Re: Nivaltur e il dolce del millennio
Scusa, preso dalla menzione mi ero dimenticato di leggere il resto.
In ogni caso quello che si nota è che sei riuscita a dare un senso ad ogni piccolo dettaglio, anche se magari qualcosa non andava, tutto è risultato super coerente.
E comunque tra i fantasy puri devi inserirci anche il tuo e quello di Aki.

In ogni caso quello che si nota è che sei riuscita a dare un senso ad ogni piccolo dettaglio, anche se magari qualcosa non andava, tutto è risultato super coerente.
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