Il seno del poi
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Il seno del poi
Giustizia è fatta! Questa sì che è una buona notizia per me, da sempre contrario a seni a palloncino e tette di marmo.
Contrario fin da quando, con gli amici ancora imberbi, si folleggiava e si sognava ai lap dance clubs. Ragazze in topless, su improbabili trampoli luccicanti, ci si strusciavano addosso esortandoci ad infilare, timidi e imbarazzati, una banconota da cinque dollari negli slip e, subito dopo, facevano sobbalzare i loro meloni davanti ai nostri occhi spalancati: movimenti innaturali che sfidavano le più elementari leggi della fisica.
Mi lasciavo coinvolgere anch’io, travolto da quell’atmosfera goliardica e burlesca, ma mi sbagliavo. Erano gli uomini ad amare quelle improbabili mammelle o erano le ballerine ad autoconvincersi di essere più apprezzate dopo un intervento di chirurgia estetica?
Le misure del seno delle ballerine, quelle vere, quelle del Crazy Horse, quelle del Lido, sono ben diverse. E se la leggenda vuole che la perfezione si adatti ad una coppa di Champagne, la forma perfetta pare sia stata effettivamente modellata sul seno di Madame de Pompadour.
La forma… eggià; non è meglio una naturale diversità, con qualche piccolo difetto, rispetto alla perfezione di semisfere sempre sull’attenti? Vogliamo cancellare dal panorama femminile le pupp’a pera, o quelle a goccia, o quelle a punta? Forse, e dico forse, sarei d’accordo per intervenire e portare un poco più in su solo quelle a ciabatta, o a orecchie di cocker che dir si voglia, almeno quando hanno raggiunto il livello dell’ombelico.
Giustizia è fatta! I giudici hanno dato ragione a quelle poverette che hanno speso i loro risparmi mettendo a rischio la salute. Rifarsi il seno provoca più danni che fumarsi un bel pacchetto di Marlboro, rosse ovviamente… magari senza filtro.
E ora, come già successo a Philip Morris, a British American Tobacco e agli altri colossi del tabacco che per anni hanno avvelenato mezzo mondo, anche la Dow Corning dovrà risarcire quasi 200 mila donne: oltre tre miliardi di dollari costerà questo scherzetto!
Hanno creato dipendenza questi furbetti del silicone, proprio come avevano fatto quelli del tabacco, che aggiungevano formaldeide e altre perfide sostanze per tenere incollate le sigarette alle labbra dei clienti… dei consumatori, come si usa dire oggi.
Più subdoli, i geni del marketing della Dow Corning, propinavano sugli schermi di tutta l’America donne dal seno perfetto con scollature vertiginose e bagnine che correvano lungo spiagge affollate inseguendo la loro quinta misura. E quale uomo non avrebbe voluto essere salvato da Pamela Anderson? E quale donna non avrebbe voluto emulare movimenti così sensuali?
Galeotta fu l’annual convention organizzata dalla New York State Funeral Directors Association all’Hilton di Dallas, proprio nei giorni in cui la Dow Corning invitava ad un ricevimento in grande stile clienti passate e future nella ballroom dell’albergo. Due sale da ballo dedicate e due diversi eventi… nella stessa serata. Riservata alla cura della dipartita dei propri cari la prima, all’esaltazione della bellezza e delle forme la seconda. Immaginate voi quale delle due avrebbe calamitato l’attenzione del grande pubblico! Casse in mogano e lapidi in marmo di Carrara dovevano competere con cow-girls con la camicetta sbottonata, annodata a fatica sopra l’ombelico.
Finì come doveva finire. Addetti ai lavori delle pompe funebri, camicia bianca, giacca nera, cravatta nera, si cimentarono in danze country accompagnati da un tripudio di capezzoli che facevano capolino tra i quadretti delle bluse formato mignon.
Anche mia moglie, che mi aveva accompagnato al convegno, ci è cascata. Ero contrario, io; e ho resistito a lungo, io. Ma quando è stata personalmente invitata dalla Dow Corning a partecipare al ricevimento nella ballroom al 37° piano del Rockfeller Centre, ho dovuto arrendermi. Signore tacco 13, abiti che svolazzavano a filo del marmo, scollature che raggiungevano l’ombelico: i cavalieri, nei loro eleganti smoking, non sapevano più da che parte voltarsi per non lasciar cadere l’occhio, in modo eccessivamente smaccato, nella Silicon Valley. E così, la sera, a casa, dopo pianti ed insistenze, ahimè, ho ceduto. E anche lei ha trasformato la sua piccola e graziosa prima di reggiseno in una terza abbondante.
Non l’avesse mai fatto… con il senno del poi! Poco dopo sono iniziate voci di gravi danni alla salute, incidenti di vario tipo, incluso lo scoppio di protesi... in aereo, ma non solo. Così, prima che fosse troppo tardi, mia moglie le ha fatte rimuovere con il risultato che le pur piccole ciliegine naturali che puntavano dritte al cielo, si sono trasformate in prugne secche che mirano meste agli alluci dei piedi!
Che faranno ora le donne? Smetteranno di farsi inserire cuscinetti in silicone sotto la pelle? No, non credo. Come la gente non ha smesso di fumare quando si è dimostrata la tossicità del tabacco.
Ed io dovrò tenerne conto, anche nel mio mestiere: fa parte del rischio del mio lavoro. “Che c’entra?” direte voi.
C’entra… c’entra; ed è uno dei motivi in più per cui sono contrario alle tette rifatte.
Lasciamo perdere l’effetto che fanno su alcuni dei miei dipendenti quando preparano la cara estinta per il funerale. Mentre la carne e i tessuti delle poverine, dopo poche ore, iniziano a cedere e lasciarsi andare, il seno rimane lì, duro, turgido.
Ho visto con i miei occhi alcuni dipendenti, nell’oscurità della camera ardente, indugiare con carezze e massaggi prima di procedere alla vestizione del cadavere; ne ho fin licenziato in tronco uno, sicuramente necrofilo, che allo stesso tempo aveva fatto scivolare la mano a maneggiare il suo arnese.
Se a questo aggiungiamo la pratica di imbalsamazione, sempre più richiesta dai parenti per permettere l’esposizione del defunto anche per diversi giorni, ci troviamo di fronte a corpi che poco si differenziano dalle real dolls in silicone che tanto spopolano oggi nei sexy shops. Il distacco tra il defunto e la famiglia sarà anche meno brutale ma, se la salma ha una quarta abbondante e non è troppo avanti negli anni, induce pensieri non proprio casti, almeno tra chi non è uno stretto parente.
Ma vi siete mai chiesti cosa succede alle protesi mammarie quando si muore?
Io sì! Come impresario funebre devo occuparmi dell’organizzazione del personale, dei mezzi e delle attrezzature. E quindi?
Passi per le signore che vengono sepolte; sarà cura dei becchini raccogliere i cuscinetti di silicone e smaltirli a tempo debito, insieme a denti d’oro, protesi d’anca in titanio e pile di pacemaker… tenendo conto che i tempi di decomposizione di questi ‘accessori’ risultano ben più lunghi di quelli di muscoli, ossa ed altri tessuti.
Ma le donne che scelgono di essere cremate? Sono un bel dilemma per i fornitori, come me, del servizio funebre.
Ebbene, ve lo dico io: le protesi esplodono nel forno di cremazione e questo può compromettere la buona riuscita della procedura.
E quindi? Sono stato… siamo stati costretti a chiedere ai parenti di firmare liberatorie! Che si assumano loro la responsabilità di esser chiamati a rispondere per il rimborso di eventuali danni causati al crematorio dall’esplosione delle protesi.
Per non parlare delle lamentele che si ricevono dai congiunti quando si vanno a recuperare le ceneri, trovandole impastate in mezzo al silicone.
Giustizia è fatta! E speriamo serva a qualcosa… almeno a fare riflettere prima di prendere decisioni avventate. Scusate se il filo di queste mie dissertazioni è risultato a volte confuso; sono troppo coinvolto nell’argomento e i pensieri mi hanno assalito prepotenti e disordinati… ma il concetto penso sia chiaro!
Different Staff- Admin
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Re: Il seno del poi
Inizio i commenti da questo racconto che mi ha colpito per il titolo. Non ho avuto dubbi sul fatto che fosse un gioco di parole voluto: per quanto mi riguarda, vincente 
Il pamphlet funziona, senza dubbio. La scrittura è buona, il tutto si segue e si arriva alla fine con scioltezza, vista la scorrevolezza del testo.
Un buon modo di iniziare lo step, direi.
Stavolta non ho letto tutti i racconti, quindi li commento man mano che li leggo, ma direi che se questo è l'inizio lo step promette bene.
Mi è piaciuto molto il finale, che trovo congruente con tutto il resto e, in un certo qual modo, l'unico possibile e appropriato.
Una buona prova insomma, per quanto mi riguarda.
Complimenti!

Il pamphlet funziona, senza dubbio. La scrittura è buona, il tutto si segue e si arriva alla fine con scioltezza, vista la scorrevolezza del testo.
Un buon modo di iniziare lo step, direi.
Stavolta non ho letto tutti i racconti, quindi li commento man mano che li leggo, ma direi che se questo è l'inizio lo step promette bene.
Mi è piaciuto molto il finale, che trovo congruente con tutto il resto e, in un certo qual modo, l'unico possibile e appropriato.
Una buona prova insomma, per quanto mi riguarda.
Complimenti!
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
vivonic- Admin
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Re: Il seno del poi
Questo è il terzo pamphlet che leggo ed è quello che mi ha convinto di più.
Trovo che tutto il testo sia molto naturale, leggero, spontaneo, senza apparire troppo costruito e impostato.
Tra l'altro tocchi temi anche piuttosto scabrosi senza comunque risultare disturbante.
Se dovessi fare una sintesi direi pezzo equilibrato, spontaneo, a tratti anche brioso.
Di sicuro una buona prova.
Trovo che tutto il testo sia molto naturale, leggero, spontaneo, senza apparire troppo costruito e impostato.
Tra l'altro tocchi temi anche piuttosto scabrosi senza comunque risultare disturbante.
Se dovessi fare una sintesi direi pezzo equilibrato, spontaneo, a tratti anche brioso.
Di sicuro una buona prova.
Byron.RN- Cavaliere Jedi
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Re: Il seno del poi
Se ancora qualcuno si chiedeva cosa dovesse intendersi per pamphlet, beh, direi che qui ne abbiamo un esempio decisamente ben riuscito.
L'invettiva, invece che alla rabbia, è affidata all'ironia con una capacità di destreggiarsi tra tutti i rischi che un argomento come quello trattato avrebbe comportato di cadere in inutili volgarità davvero ammirevole.
Il pezzo verso la fine dedicato ai dipendenti del narratore che si soffermano sulle grazie delle defunte è spassoso pur nella sua essenza macabra.
Non trovo difetti o criticità nel tuo racconto, ho fatto solo fatica ad individuare chiaramente il paletto temporale ma può essere che mi sia sfuggito qualcosa.
I miei più sinceri complimenti.
L'invettiva, invece che alla rabbia, è affidata all'ironia con una capacità di destreggiarsi tra tutti i rischi che un argomento come quello trattato avrebbe comportato di cadere in inutili volgarità davvero ammirevole.
Il pezzo verso la fine dedicato ai dipendenti del narratore che si soffermano sulle grazie delle defunte è spassoso pur nella sua essenza macabra.
Non trovo difetti o criticità nel tuo racconto, ho fatto solo fatica ad individuare chiaramente il paletto temporale ma può essere che mi sia sfuggito qualcosa.
I miei più sinceri complimenti.
paluca66- Maestro Jedi
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Re: Il seno del poi
Ah che ganzo! Tutto avrei pensato di leggere meno che un pamphlet sulle “puppe”.
Ottima la scrittura, assertivo ma non aggressivo il contenuto. Oltre tutto trovo questo lavoro ben congegnato anche a livello di storia. C’è il racconto nel racconto con l’aneddoto della moglie, ci sono particolari potenzialmente disturbanti ma trattati in punta di penna.
Non ho segnalazioni da farti, ma solo tanti complimenti.
Mi è veramente piaciuto moltissimo.
Ottima la scrittura, assertivo ma non aggressivo il contenuto. Oltre tutto trovo questo lavoro ben congegnato anche a livello di storia. C’è il racconto nel racconto con l’aneddoto della moglie, ci sono particolari potenzialmente disturbanti ma trattati in punta di penna.
Non ho segnalazioni da farti, ma solo tanti complimenti.
Mi è veramente piaciuto moltissimo.
Petunia- Moderatore
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Re: Il seno del poi
Ho sempre visto il seno rifatto come un inganno.
Ogni donna ha la sua storia, ogni uomo ha la sua storia.
E l'immagine che rappresenta quella storia meglio se resta intatta.
Un po' macabro l'accenno, inverosimile, al seno turgido delle donne morte con protesi, anche se l'ironia ne protegge l'immagine con serenità e il finto rancore è solo testimone occasionale.
Bravo autore per la scelta non facile dell'argomento.
E per il tuo umorismo celato.
Sono un po' deluso perchè sentirsi inadeguati è sempre stato argomento maschile, e ora vederlo nelle mani di parecchie donne giovani e meno giovani, mi fa crollare un mito.
Ogni donna ha la sua storia, ogni uomo ha la sua storia.
E l'immagine che rappresenta quella storia meglio se resta intatta.
Un po' macabro l'accenno, inverosimile, al seno turgido delle donne morte con protesi, anche se l'ironia ne protegge l'immagine con serenità e il finto rancore è solo testimone occasionale.
Bravo autore per la scelta non facile dell'argomento.
E per il tuo umorismo celato.
Sono un po' deluso perchè sentirsi inadeguati è sempre stato argomento maschile, e ora vederlo nelle mani di parecchie donne giovani e meno giovani, mi fa crollare un mito.
Ospite- Ospite
Re: Il seno del poi
Il filo conduttore è l'ironia. Quindi hai già un punto a favore. Trattare con leggerezza un argomento del genere seno e morte non era semplice però ci sei riuscito (credo la tua sia una mano maschile). Tutto scorre bene anche con dei punti in cui l'argomento diventa pesante sfiorando la necrofilia. Terribile la visione delle ceneri impastate col silicone. Vorrà dire che se gettate in mare galleggeranno sinuosamente sulle onde. Non ho visto chiaro il tema pamphlet e la data da rispettare ma se sei stato ammesso da Coloro che vigilano per me va bene. Bravo.
Antonio Borghesi- Cavaliere Jedi
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Re: Il seno del poi
M'ero scordato che c'era anche il pamphlet, questo è il primo che incontro, per cui sono andato avanti fino alla fine pensando embeh, è il fantasy dove sta?
Poi alla fine ho capito l'inghippo.
Penso che tu abbia fatto un lavoro molto positivo.
Hai trattato il tema macabro con una dose di ironia che non è mai eccessiva e né scade nella volgarità o nella eccessiva ricercatezza. Anzi, è sempre molto spontanea e composta, cosa che si fa apprezzare alla lettura.
Anzi, a dirla tutta, credo rievochi bene quella che potrebbe essere l'ironia di un impresario di pompe funebri (o perlomeno, così me la immagino io).
Lo stile che hai scelto è un pochino compassato in qualche punto, ma si intona bene allo scritto e non crea problemi di lettura. Anzi, la corona in maniera adeguata.
Pollice su, poi, per l'idea che hai avuto.
Il mio unico dubbio?
Ma è tutto vero quello che hai scritto? Davvero le protesi esplodono nei crematori?
No, perché adesso il dubbio me lo hai messo. Ma ho un po' paura di cercare su google, aspetterò delucidazioni.
Oh, un dettaglio; nella frase "che mirano meste agli alluci dei piedi!" credo che "dei piedi" sia ridondante: gli alluci stan solo lì.
Poi alla fine ho capito l'inghippo.
Penso che tu abbia fatto un lavoro molto positivo.
Hai trattato il tema macabro con una dose di ironia che non è mai eccessiva e né scade nella volgarità o nella eccessiva ricercatezza. Anzi, è sempre molto spontanea e composta, cosa che si fa apprezzare alla lettura.
Anzi, a dirla tutta, credo rievochi bene quella che potrebbe essere l'ironia di un impresario di pompe funebri (o perlomeno, così me la immagino io).
Lo stile che hai scelto è un pochino compassato in qualche punto, ma si intona bene allo scritto e non crea problemi di lettura. Anzi, la corona in maniera adeguata.
Pollice su, poi, per l'idea che hai avuto.
Il mio unico dubbio?
Ma è tutto vero quello che hai scritto? Davvero le protesi esplodono nei crematori?
No, perché adesso il dubbio me lo hai messo. Ma ho un po' paura di cercare su google, aspetterò delucidazioni.
Oh, un dettaglio; nella frase "che mirano meste agli alluci dei piedi!" credo che "dei piedi" sia ridondante: gli alluci stan solo lì.
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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Re: Il seno del poi
Un pamphlet veramente bene riuscito, riesce a essere sia polemico che molto ironico. Mi è piaciuto molto anche il tema che hai affrontato direi molto originale. l'immagine delle protesi che esplodono nei forni crematori mi è piaciuta tantissimo.
le cose che mi hanno storcere il naso sono solo due.
la prima è l'espressine "pupp'a pera" che ritengo troppo dialettale per un personaggio che si suppone essere americano.
la seconda è l'ultima frase. quella l'averi evitata del tutto sembri giustificarti e secondo me non è necessaria anzi rischia di far perdere potenza allo scritto.
Detto questo però la prova risulta veramente buona.
Complimenti per aver affrontato un genere così ostico e grazie per questo bel pezzo.
P.S. Il titolo è pazzesco!
le cose che mi hanno storcere il naso sono solo due.
la prima è l'espressine "pupp'a pera" che ritengo troppo dialettale per un personaggio che si suppone essere americano.
la seconda è l'ultima frase. quella l'averi evitata del tutto sembri giustificarti e secondo me non è necessaria anzi rischia di far perdere potenza allo scritto.
Detto questo però la prova risulta veramente buona.
Complimenti per aver affrontato un genere così ostico e grazie per questo bel pezzo.
P.S. Il titolo è pazzesco!
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: Il seno del poi
Il titolo: Indovinatissimo, una chicca, with the compliments! Dedicato alle patite del silicone pentite (pure la rima mi è pervenuta!)
I paletti direi che sono stati tutti rispettati, in un pezzo scritto bene, senza cadute di stile e con un bel ritmo e che rispetta pienamente il genere. Il tono garbato anche se nella polemica (insomma, già faccio un lavoro difficile, con un sacco di problemi di suo e in continua evoluzione, se vi ci si mettete pure coi col silicone...) ben si coniuga ad un argomento delicato e molto attuale, se si pensa che ci sono ragazzine di quattordici anni che chiedono un intervento al seno come regalo! Come la prima sigaretta, potrebbe creare dipendenza.
Gli argomenti inseriti nella trama ben si coniugano tra loro, una comparazione inusuale, insolita, ma mica tanto da fantasia letteraria, visto quanto l’apparire oggi conti più dell’essere. Direi devoluzione del genere umano.
Piccola disquisizione, che lascio alla fine del commento sul racconto: se la ignorerete non me la prenderò (invece sì). Ma attenzione, non intendo criticare né fare di tutta un’erba un fascio, ma dei distinguo. Se il benessere psicofisico passa anche attraverso un intervento al seno, in tanti casi va benissimo, ci mancherebbe. Chi per anni si è sentita “compatita” e ha pianto su un reggiseno taglia 1, comprendiamola, soprattutto se è stata intelligente nel non esagerare. Per esibizionismo, per moda o per assomigliare a... per piacere ad ogni costo, parliamone quando gli anta avanzano. Forse anche tra queste signore i terapeuti avrebbero tanto lavoro. E i fisiatri pure: portare in giro sue bocce da bowling prima o poi fa dei danni, oltre che fare anche un po’ pena ad una certa età.
Con buona pace di quelle donne che, troppo fornite da madre natura, devo fare pesanti interventi inversi.
I paletti direi che sono stati tutti rispettati, in un pezzo scritto bene, senza cadute di stile e con un bel ritmo e che rispetta pienamente il genere. Il tono garbato anche se nella polemica (insomma, già faccio un lavoro difficile, con un sacco di problemi di suo e in continua evoluzione, se vi ci si mettete pure coi col silicone...) ben si coniuga ad un argomento delicato e molto attuale, se si pensa che ci sono ragazzine di quattordici anni che chiedono un intervento al seno come regalo! Come la prima sigaretta, potrebbe creare dipendenza.
Gli argomenti inseriti nella trama ben si coniugano tra loro, una comparazione inusuale, insolita, ma mica tanto da fantasia letteraria, visto quanto l’apparire oggi conti più dell’essere. Direi devoluzione del genere umano.
Piccola disquisizione, che lascio alla fine del commento sul racconto: se la ignorerete non me la prenderò (invece sì). Ma attenzione, non intendo criticare né fare di tutta un’erba un fascio, ma dei distinguo. Se il benessere psicofisico passa anche attraverso un intervento al seno, in tanti casi va benissimo, ci mancherebbe. Chi per anni si è sentita “compatita” e ha pianto su un reggiseno taglia 1, comprendiamola, soprattutto se è stata intelligente nel non esagerare. Per esibizionismo, per moda o per assomigliare a... per piacere ad ogni costo, parliamone quando gli anta avanzano. Forse anche tra queste signore i terapeuti avrebbero tanto lavoro. E i fisiatri pure: portare in giro sue bocce da bowling prima o poi fa dei danni, oltre che fare anche un po’ pena ad una certa età.
Con buona pace di quelle donne che, troppo fornite da madre natura, devo fare pesanti interventi inversi.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: Il seno del poi
Un vero e proprio trattato di “zinnologia”, presentato con garbo e soprattutto, cosa che prediligo, con grande ironia. La scrittura è sicura e senza sbavature, la forma pressoché perfetta, per quanto ne possa capire. Non manca l’intento divulgativo con la descrizione (quasi) rigorosa di certi fenomeni che si rifanno ai principii della chimica e della fisica, come ad esempio l’esplosione in volo delle protesi al silicone che getta luce nuova su alcuni disastri aerei. Ma anche le esplosioni durante le cremazioni, con conseguenze nefaste per le imprese di pompe funebri.
Il pamphlet è ben rappresentato. Gli altri elementi, la sala da ballo e la collocazione temporale, molto meno, ma resta comunque un lavoro molto molto positivo..
Il pamphlet è ben rappresentato. Gli altri elementi, la sala da ballo e la collocazione temporale, molto meno, ma resta comunque un lavoro molto molto positivo..
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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Re: Il seno del poi
Questo racconto è stata una piacevole sorpresa!
Molto frizzante, pieno di brio e ironia (anche quando l'argomento diventa un pò più macabro...), con un buon ritmo che tiene incollati al testo fino alla fine: per me un gran bel lavoro!
Faccio solo un piccolo appunto: la società è costretta a rimborsare fior di quattrini perchè è stato dimostrato che gli impianti al silicone fanno addirittura più male delle sigarette ma, a parte il piccolo imprevisto di scoppiare in volo, non ci sono indizi su che tipo di effetti collaterali hanno su chi usufruisce del ritocco, anche su chi non prende l'aereo (ero proprio curiosa di leggere fin dove ti avrebbe portato la fantasia in questa direzione!), invece non ci sono accenni sugli effetti collaterali. Peccato!
Ma è solo una curiosità irrisolta che mi è sorta leggendo questo bel testo.
Complimenti!
Molto frizzante, pieno di brio e ironia (anche quando l'argomento diventa un pò più macabro...), con un buon ritmo che tiene incollati al testo fino alla fine: per me un gran bel lavoro!
Faccio solo un piccolo appunto: la società è costretta a rimborsare fior di quattrini perchè è stato dimostrato che gli impianti al silicone fanno addirittura più male delle sigarette ma, a parte il piccolo imprevisto di scoppiare in volo, non ci sono indizi su che tipo di effetti collaterali hanno su chi usufruisce del ritocco, anche su chi non prende l'aereo (ero proprio curiosa di leggere fin dove ti avrebbe portato la fantasia in questa direzione!), invece non ci sono accenni sugli effetti collaterali. Peccato!
Ma è solo una curiosità irrisolta che mi è sorta leggendo questo bel testo.
Complimenti!
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: Il seno del poi
Leggendo il tuo lavoro la mente è andata a quei comici satirici e irriverenti che si esibiscono in quei locali americani col palco da due metri per uno. Perchè letto funziona. Ascoltato forse di più. Bello, pungente, irriverente. Mi piace molto.
Forse qualche d eufonica scappata qua e la ma poco importa. Anche la lunghezza non appesantisce il tutto. Mi è piaciuto molto e pertanto ti meriti i complimenti.
Grazie
Forse qualche d eufonica scappata qua e la ma poco importa. Anche la lunghezza non appesantisce il tutto. Mi è piaciuto molto e pertanto ti meriti i complimenti.
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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.
CharAznable- Cavaliere Jedi
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Re: Il seno del poi
Ciao Penna.
Dato che è scontato che non sei tu l'impresario narratore, mi chiedo chi siano "voi" a cui il narratore si rivolge. La presenza esplicita del "voi" rende questo pamphlet un mix tra monologo e racconto in prima persona. Non ho ancora deciso se la contaminazione mi piace o no, diciamo che mi lascia perplesso e come prima impressione avrei preferito qualcosa più decisamente in una direzione o nell'altra, riflettendoci è una novità da assaporare e valutare.
Il finale non lo capisco; i pensieri, al contrario di ciò che leggo nel finale, mi sembrano molto chiari e coerenti, espressi anche in ordine cronologico; sembra quasi una scusa più della tua Penna che del narratore.
Togliendo il finale restano, per l'appunto, pensieri chiari e coerenti, ben espressi; senza refusi o, se ci sono, non me ne sono accorto. Complimenti per aver tirato fuori un fatto poco conosciuto del dicembre 1999 per aderire al paletto temporale. Immagino che ti sia fatto anche una cultura sugli esiti delle protesi dopo il decesso. In particolare, complimenti per aver espresso solo le informazioni utili alla buona resa del tuo pamphlet.
Genere pamphlet, lo spazio è gli Usa, il tempo è dicembre 1999, il personaggio è solo l'impresario di pompe funebri e la stanza da ballo c'è.
Grazie e alla prossima.
Dato che è scontato che non sei tu l'impresario narratore, mi chiedo chi siano "voi" a cui il narratore si rivolge. La presenza esplicita del "voi" rende questo pamphlet un mix tra monologo e racconto in prima persona. Non ho ancora deciso se la contaminazione mi piace o no, diciamo che mi lascia perplesso e come prima impressione avrei preferito qualcosa più decisamente in una direzione o nell'altra, riflettendoci è una novità da assaporare e valutare.
Il finale non lo capisco; i pensieri, al contrario di ciò che leggo nel finale, mi sembrano molto chiari e coerenti, espressi anche in ordine cronologico; sembra quasi una scusa più della tua Penna che del narratore.
Togliendo il finale restano, per l'appunto, pensieri chiari e coerenti, ben espressi; senza refusi o, se ci sono, non me ne sono accorto. Complimenti per aver tirato fuori un fatto poco conosciuto del dicembre 1999 per aderire al paletto temporale. Immagino che ti sia fatto anche una cultura sugli esiti delle protesi dopo il decesso. In particolare, complimenti per aver espresso solo le informazioni utili alla buona resa del tuo pamphlet.
Genere pamphlet, lo spazio è gli Usa, il tempo è dicembre 1999, il personaggio è solo l'impresario di pompe funebri e la stanza da ballo c'è.
Grazie e alla prossima.
Re: Il seno del poi
Divertente questo pamphalet. Un’idea originalissima con un titolo eccezionale.
L’evento che data il racconto nel dicembre 1999 (il risarcimento della Dow Corning a migliaia di donne americane), è anche la causa scatenante dello sfogo: dunque complimenti perché il paletto temporale non è un’aggiunta ma una conditio sine qua non.
Le pupp’a pera mi han fatto tornare in mente il povero Francesco Nuti in Madonna che silenzio c'è stasera, film demenziale dell’82 che da bambino mi faceva spanciare. Dunque in linea con il paletto temporale.
Una nota sulle protesi della moglie: sfido chiunque a scrivere sul serio in un articolo pubblico che la propria moglie ha delle prugne secche che mirano meste agli alluci dei piedi. Divorzio certo, direi.
L’evento che data il racconto nel dicembre 1999 (il risarcimento della Dow Corning a migliaia di donne americane), è anche la causa scatenante dello sfogo: dunque complimenti perché il paletto temporale non è un’aggiunta ma una conditio sine qua non.
Le pupp’a pera mi han fatto tornare in mente il povero Francesco Nuti in Madonna che silenzio c'è stasera, film demenziale dell’82 che da bambino mi faceva spanciare. Dunque in linea con il paletto temporale.
Una nota sulle protesi della moglie: sfido chiunque a scrivere sul serio in un articolo pubblico che la propria moglie ha delle prugne secche che mirano meste agli alluci dei piedi. Divorzio certo, direi.
SuperGric- Padawan
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Re: Il seno del poi
Car autor
Ti ho seguito alla grande, il tuo racconto scorre bene, ironico al punto giusto.
Un interessante punto da vista, ben argomentato e a tratti brillante. Lo trovo davvero credibile e coerente.
Non sono un'esperta di pamphlet ma ho trovato il tuo pezzo in linea con quello che mi sarei aspettata. Lo trovo un ottimo lavoro, scorrevole e ben condotto, brav.
Ele
Ti ho seguito alla grande, il tuo racconto scorre bene, ironico al punto giusto.
Un interessante punto da vista, ben argomentato e a tratti brillante. Lo trovo davvero credibile e coerente.
Non sono un'esperta di pamphlet ma ho trovato il tuo pezzo in linea con quello che mi sarei aspettata. Lo trovo un ottimo lavoro, scorrevole e ben condotto, brav.
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Hellionor- Admin
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Re: Il seno del poi
Achillu ha scritto:Ciao Penna.
Dato che è scontato che non sei tu l'impresario narratore, mi chiedo chi siano "voi" a cui il narratore si rivolge.
Credo siano le tette.
Perbacco, in questo step, cari Autori, mi state mettendo in difficoltà. Un altro testo ben scritto, curato e dal ritmo alto. Credo che il genere pamphlet favorisca fisiologicamente queste caratteristiche se non altro per la spontaneità da cui nasce il pamphlet stesso. Intendo dire: l'Autore non se ne accorge poiché scrivendo è coinvolto emotivamente, s'immedesima con il suo testo, non commette errori poiché il linguaggio è molto simile al parlato. Tutto ciò è curioso e piacevole per me lettore.
Potremmo parlare di tette a vita. Si potrebbe fare una folgore sulle tette. Qui ci troviamo di fronte a un pamphlet utopico: non aboliranno mai le tette finte, con buona pace dell'impresario funebre. Ora, anch'io non so se effettivamente il silicone esploda nei crematori, ma se così fosse, trovo giusto che i parenti dell'estinta s'accollino i danni. Non mi sorprende nemmeno la zozzeria di certi personaggi necrofili coi calli sulle mani.
Insomma, potrei continuare all'infinito perché questo testo credo offra molteplici spunti di riflessione. Ma mi fermo qui.
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"Già credo che in qualunque punto dell'universo ci si stabilisca si finisce coll'inquinarsi. Bisogna moversi. La vita ha dei veleni, ma anche degli altri veleni che servono di contravveleni. Solo correndo si può sottrarsi ai primi e giovarsi degli altri."
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Dui di'd vin a dan di causs aij medich.
Molli Redigano- Cavaliere Jedi
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Re: Il seno del poi
Ciao! Leggo con piacere che questo tuo racconto sia piaciuto praticamente a tutti. Non ne avrai, pertanto, se a me è piaciuto un pochino meno.
Colonna sonora:
Flying Teapot – Gong. E ti spiego perché. Avendo finito il tuo divertente racconto, mi sono immaginato tanti alieni che a bordo di tette volanti portavano i doni alla razza maschile terrestre. Nell’album dei Gong, sono alieni che a bordo di teiere volanti arrivano sulla terra e offrono the a chiunque.
Le pulci (poche, perché, ammazza, scrivi bene).
1. Usi tantissimo, a mio parere non sempre giustificati, i tre puntini sospensivi.
2. La parola “club”, a mio parere, non richiede la “s” al plurale.
3. – La forma… eggià – e poi - …le pupp’a pera… - stonano, per lo meno a me stonano.
4. – E quale uomo non avrebbe voluto essere salvato da Pamela Anderson? – ehm! Ad esempio, io. Ho sempre amato il seno piccolino, ma tanto, da un punto di vista estetico.
5. Titolo tra i più belli di questo step, forse il più bello.
Suggestioni artistiche / culturali:
Opus Pistorum di Henry Miller. Per rappresaglia nei confronti del becchino bacchettone. J
Considerazioni finali:
A me ha divertito molto questo racconto. È certamente un pamphlet, gli Dei l’hanno deciso, ma non riesco a vederlo come un manifesto. La mia perplessità sta nell’indugiare negli aspetti personali. Forse nel tono troppo colloquiale. Forse perché è un monologo scritto e poi si è deciso di farlo leggere…ma a chi? A chi è rivolto? Bene. Certi argomenti “attraggono”. Questo mi ha attratto. Poi, non mi ha convinto fino in fondo. Grazie per avercelo fatto leggere.
Colonna sonora:
Flying Teapot – Gong. E ti spiego perché. Avendo finito il tuo divertente racconto, mi sono immaginato tanti alieni che a bordo di tette volanti portavano i doni alla razza maschile terrestre. Nell’album dei Gong, sono alieni che a bordo di teiere volanti arrivano sulla terra e offrono the a chiunque.
Le pulci (poche, perché, ammazza, scrivi bene).
1. Usi tantissimo, a mio parere non sempre giustificati, i tre puntini sospensivi.
2. La parola “club”, a mio parere, non richiede la “s” al plurale.
3. – La forma… eggià – e poi - …le pupp’a pera… - stonano, per lo meno a me stonano.
4. – E quale uomo non avrebbe voluto essere salvato da Pamela Anderson? – ehm! Ad esempio, io. Ho sempre amato il seno piccolino, ma tanto, da un punto di vista estetico.
5. Titolo tra i più belli di questo step, forse il più bello.
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Opus Pistorum di Henry Miller. Per rappresaglia nei confronti del becchino bacchettone. J
Considerazioni finali:
A me ha divertito molto questo racconto. È certamente un pamphlet, gli Dei l’hanno deciso, ma non riesco a vederlo come un manifesto. La mia perplessità sta nell’indugiare negli aspetti personali. Forse nel tono troppo colloquiale. Forse perché è un monologo scritto e poi si è deciso di farlo leggere…ma a chi? A chi è rivolto? Bene. Certi argomenti “attraggono”. Questo mi ha attratto. Poi, non mi ha convinto fino in fondo. Grazie per avercelo fatto leggere.
digitoergosum- Cavaliere Jedi
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Re: Il seno del poi
Devo dire che questo ottimo pamphlet mi ha convinto solo a metà. Mi è piaciuto molto lo stile, la verve, l'impatto che le parole, con quel continuo rivolgersi a noi lettori, ma il contenuto mi ha lasciato indifferente, meglio, distante, smorzando così tutto l'impianto critico costruito. È proprio l'argomento che non mi ha preso, non tanto le tette, che quelle piacciono più o meno a tutti, ma il modo in cui le si è poste al centro dell'inventiva, senza nessuna effettiva base polemica che mi catturasse. Insomma, se le protesi esplodono e meno durante la cremazione, poco mi frega, per dirla papale papale. Capisco anche che l'intento era dissacrante e ironico, ma delle volte si tratta solamente di gusti personali, sono sicuro che l'autore mi perdonerà.
A rileggerci!
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Akimizu- Cavaliere Jedi
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Re: Il seno del poi
Invettiva chiara, ben costruita, ben scritta. Forse un pochino troppo insistita, trattando un argomento che alla fine stanca un po'.
Ma ho trovato interessante l'ultima parte, sulla gestione dei cadaveri siliconati da parte delle agenzie di pompe funebri. Quella protesi che scoppiano nei forni crematori fanno molto Chuck Palahniuk.
C'è anche della ricerca dietro e forse tra tutti i racconti è quello che ci offre una figura di impresario tra le più approfondite.
Molto azzeccato il paletto del tempo, mentre come negli altri pamphlet letti la sala da ballo resta davvero sullo sfondo, appena accennata.
Ormai mi sono convinto che di meglio non si poteva fare, ma continuo a pensare alla stanza come il vero cuore di questo percorso che stiamo facendo insieme e agli altri paletti (spazio, tempo, personaggi, genere) come sfumature, i colori a disposizione per dipingere la stanza scelta di volta in volta. Magari mi sbaglio.
Nel complesso un buon lavoro.
Ma ho trovato interessante l'ultima parte, sulla gestione dei cadaveri siliconati da parte delle agenzie di pompe funebri. Quella protesi che scoppiano nei forni crematori fanno molto Chuck Palahniuk.
C'è anche della ricerca dietro e forse tra tutti i racconti è quello che ci offre una figura di impresario tra le più approfondite.
Molto azzeccato il paletto del tempo, mentre come negli altri pamphlet letti la sala da ballo resta davvero sullo sfondo, appena accennata.
Ormai mi sono convinto che di meglio non si poteva fare, ma continuo a pensare alla stanza come il vero cuore di questo percorso che stiamo facendo insieme e agli altri paletti (spazio, tempo, personaggi, genere) come sfumature, i colori a disposizione per dipingere la stanza scelta di volta in volta. Magari mi sbaglio.
Nel complesso un buon lavoro.
Asbottino- Cavaliere Jedi
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Re: Il seno del poi
se dico che non mi è piaciuto ti offendi? spero proprio di no.
è scritto bene, a parte un paio di refusi, ma non riesce a coinvolgermi.
come pumphlet funziona, questo è indubbio, ma è la storia che proprio non riesco a recepire.
gli elementi richiesti ci sono tutti, peccato non mi prenda.
è scritto bene, a parte un paio di refusi, ma non riesce a coinvolgermi.
come pumphlet funziona, questo è indubbio, ma è la storia che proprio non riesco a recepire.
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Arunachala- Admin
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Re: Il seno del poi
Ringrazio innanzi tutto il CdL che ha scelto il mio pezzo e per il commento lusinghiero.
E’ vero, è un panphlet leggero ma, come ho scritto in un commento ad un altro brano, si può leggere anche solo per svagarsi un po’.
Per questo ho apprezzato che Paluca66 si sia fatto due risate.
Un grazie anche ad Achillu, non mi aspettavo il suo voto, e a ImaGiraffe.
Sono contento anche che il titolo sia piaciuto (e.g. Susanna): chi ben comincia è già a metà dell’opera.
P.S.: Ho capito solo ora che nella votazione si possono scrivere commenti che poi vengono resi disponibili. Scusate, sono un po’ gnucco!
E’ vero, è un panphlet leggero ma, come ho scritto in un commento ad un altro brano, si può leggere anche solo per svagarsi un po’.
Per questo ho apprezzato che Paluca66 si sia fatto due risate.
Un grazie anche ad Achillu, non mi aspettavo il suo voto, e a ImaGiraffe.
Sono contento anche che il titolo sia piaciuto (e.g. Susanna): chi ben comincia è già a metà dell’opera.
P.S.: Ho capito solo ora che nella votazione si possono scrivere commenti che poi vengono resi disponibili. Scusate, sono un po’ gnucco!
FedericoChiesa- Padawan
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Re: Il seno del poi
Complimenti, Federico. Sono contento che il premio cdl sia andato a te!
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
vivonic- Admin
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