Tampax e champagne
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Different Tales :: Off Topic :: Archivio :: LA FOLGORE! :: 2- Sport e disabilità
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Tampax e champagne
“Inutile che fingi di dormire: so che sei sveglio.”
“Quindi?” Ivan continuò ad ignorare il medico.
“Ecco il conto per il casino dell’altro ieri.”
“Diecimila euro? Ma che cazzo...”
“Attrezzature mediche, arredi e i danni all’auto parcheggiata sotto: più o meno il costo del funerale, se riuscivi a buttarti.”
Il ragazzo osservò le foto dell’auto: “E chi va in giro con un’auto con un disegno così sul cofano?”
“Uno a cui piace. E per le prossime settimane, ecco il plan.”
“Riabilitazione, psicoterapia... Rugby. Rugby? Non so se ne è accorto, ma sono senza gambe!”
“Alle due in palestra.” Il medico uscì dalla stanza, ignorandolo.
“Dottore, quella sarebbe la mia sedia a rotelle, se non le spiace!”
“Sbagliato, questa è la mia.” Solo allora Ivan, si rese conto di non aver mai visto il medico in piedi, nel suo studio.
Alle due Ivan si presentò in palestra dove altri ragazzi lo stavano aspettando, in circolo, tutti su strane sedie a rotelle. Al centro, una bella ragazza.
“Ragazzi, ecco l’ultimo. La squadra ora è al completo.”
Si avvicinò a Ivan, stoppando con un semplice gesto ogni replica gli allungò un CD e un volumetto: “Registrazioni di alcune partite di rugby e le regole: due giorni per farti un’idea. Ora fuori.”
“Ehi, ma chi ti credi di essere? Lo sai chi sono io?”
“Sei lo stronzo che ha rovinato la mia auto nuova.”
Ivano se ne tornò in camera sua, cupo e amareggiato: l’idea di farla finita dopo quello che gli era successo era sempre lì ad aspettarlo, appena riusciva faticosamente a mettersi a letto. Sotto le coperte, solo due moncherini doloranti al posto delle gambe, che ancora sentiva.
Due giorni dopo si presentò in palestra:
“Cercatevi qualcun altro. Troppo violento.”
“Violento? - un ragazzo senza un braccio e dal volto segnato da cicatrici gli si avvicinò, sogghignando – Ehi è rugby, non curling!”
“Conosco il rugby. Ma a cosa serve? Cosa volete dimostrare, eh? Che siete normali? Non lo siamo più, cazzo! Ma vi vedete?”
La ragazza gli fu addosso in un niente e Ivan si trovò a terra, bloccato tra le due carrozzine:
“Noi ci vediamo ogni giorno. E in campo non dimostriamo: combattiamo.”
“Sì, certo, con altri disgraziati come voi. Bella roba. Pietà, ecco quello che fate!”
“Ivan, calmati e tu, Rebe, fatti da parte.”
A parlare era stato un bel ragazzo, dallo sguardo sereno. Sotto la tuta si intravedevano gambe magre ma aveva braccia e spalle robuste.
“Ivan, quando scendiamo in campo combattiamo non persone ma i nostri incubi peggiori, le paure che ci hanno stravolto la vita. Le vuoi sentire?”
Anche la voce era serena. Sicura.
Ivan non avrebbe voluto, ma non poteva fare altro che ascoltare: frasi secche, senza lacrime, per una malattia, un incidente in moto, la cabina accartocciata di un camion, un’auto troppo veloce.
Un ragazzo gli raccontò di quanto si era sentito umiliato quando, da un bagno per disabili, aveva sentito due stronze disquisire su come potesse essere lui “là sotto”, a come “gestirselo” a letto. Un’umiliazione che meta dopo meta cercava di dimenticare.
Ivan si ritrovò in bagno, a vomitare; Rebecca lo aiutò a riprendersi e lui, per la prima volta,
raccontò della notte in cui, con i colleghi, era intervenuto per un incendio in una discarica abusiva: una trave di cemento aveva ceduto e lo aveva bloccato dentro ad una buca profonda, per ore, immerso in un liquido che nessuno sapeva cosa fosse. Quando si era svegliato, delle sue gambe era rimasto poco: le infezioni e i traumi non avevano lasciato scelta.
Pianse a lungo, finalmente, urlando la sua rabbia.
Rebecca lo consolò: “È durissima, lo so. Ti sono tutti vicini, ma non saranno mai dentro di te, nel tuo dolore. Però dobbiamo andare avanti, anche per chi si occupa di noi nelle piccole cose.”
Gli asciugò le lacrime: “Ora ti faccio ridere, o ci provo. Mia nonna, poveretta, aveva 80 anni quando sono caduta da cavallo, sai cosa mi portò in clinica? Tienti forte. Una scatola di tampax! All’epoca c’era quella pubblicità... con i tampax puoi fare di tutto, anche andare a cavallo. È stato in quel momento che ho deciso di farcela. Per lei. Ora andiamo, dai.”
Un anno dopo vinsero il loro primo campionato.
Il giorno dopo festeggiarono come si deve Rebecca, l’anima del gruppo.
In palestra le fecero trovare dei flûte e champagne: brindarono ma bevve solo lei.
“E voi?”
Loro, tutti e senza imbarazzo, scartarono ognuno un tampax e lo misero nel bicchiere.
“Stronzi bastardi!”
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Re: Tampax e champagne
Mi sono piaciuti molto l'inizio e la fine.
Rabbia, frustrazione, rassegnazione; il rifiuto di accettare una condizione di menomazione all'inizio è molto diretto e credibile.
La trovata del tampax alla fine è ironica, originale. Sdrammatizza.
La "conversione" un po' stereotipata.
Bel lavoro.
Rabbia, frustrazione, rassegnazione; il rifiuto di accettare una condizione di menomazione all'inizio è molto diretto e credibile.
La trovata del tampax alla fine è ironica, originale. Sdrammatizza.
La "conversione" un po' stereotipata.
Bel lavoro.
FedericoChiesa- Cavaliere Jedi
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Re: Tampax e champagne
Sarebbe troppo semplice dire che il tuo racconto e inutilmente buonista, che la realtà è tutta un'altra cosa e che i campionati non si vincono così solo grazie alla grande volontà della Rebecca di turno.
Perché sotto tutto questo, quella che racconti e che ci fai toccare con mano è una realtà terribile, quella di molti disabili che ogni giorno si vegliano e combattono con il ricordo di come erano prima, ogni sera si coricano e combattono con il ricordo di quello che erano prima; e spesso ci sono anche le cretine e i cretini che ci fanno sopra della facile ironia magari senza rendersi conto di quanto possono ferire.
Permettimi di chiudere dicendoti che la figura del dottore che ci fai intravedere all'inizio è un piccolo colpo di genio.
Perché sotto tutto questo, quella che racconti e che ci fai toccare con mano è una realtà terribile, quella di molti disabili che ogni giorno si vegliano e combattono con il ricordo di come erano prima, ogni sera si coricano e combattono con il ricordo di quello che erano prima; e spesso ci sono anche le cretine e i cretini che ci fanno sopra della facile ironia magari senza rendersi conto di quanto possono ferire.
Permettimi di chiudere dicendoti che la figura del dottore che ci fai intravedere all'inizio è un piccolo colpo di genio.
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paluca66- Maestro Jedi
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Re: Tampax e champagne
Ciao Susanna.
Ti segnalo che ti è scappato un "Ivano" da qualche parte (l'unico refuso di cui mi sono accorto).
"Uno a cui piace"; visto che questo "uno" in realtà poi si scopre essere "una" e che il medico quasi certamente lo sa che è "una", ho notato la cosa anche perché sono coinvolto nelle tematiche arcobaleno e, da aspirante scrittore, sono dentro anche alle conseguenze linguistiche del tema. Hai usato quello che penso si chiami "maschile singolare non marcato", che è proprio una delle questioni messe in discussione in questo periodo. Va benissimo, per carità, proprio perché nella lingua italiana è previsto l'uso del "maschile singolare non marcato". Però si potrebbe usare una parola o una locuzione meno marcata di "uno"; la soluzione più neutra in assoluto è "una persona" però probabilmente "qualcuno", pur essendo maschile singolare, è una parola meno marcata di "uno" proprio perché "qualcuna" in rapporto a "qualcuno" è usata più raramente di "una" in rapporto a "uno". Ribadisco, non è un difetto del racconto; è qualcosa che ho notato proprio perché ho una sensibilità aumentata nell'argomento.
Per quanto riguarda altri tipi di sensibilità, ti segnalo: "al centro una bella ragazza". Si tratta di un giudizio estetico che non ti aspetti da un narratore in terza persona; se fosse stato un racconto narrato da Ivan in prima persona ci starebbe invece stato a pennello. Tra parentesi, così come è presentata la scena, io non ho capito che anche Rebecca è sulla sedia a rotelle.
Una cosa che probabilmente è solo un mio pregiudizio, temo che Ivan si riprenda un po' troppo presto dalla depressione che lo porta a tentare il suicidio. Ma al di là di questo, su cui sospendo il giudizio, l'impianto della storia regge, soprattutto con Ivan incazzato.
Grazie e alla prossima.
Ti segnalo che ti è scappato un "Ivano" da qualche parte (l'unico refuso di cui mi sono accorto).
"Uno a cui piace"; visto che questo "uno" in realtà poi si scopre essere "una" e che il medico quasi certamente lo sa che è "una", ho notato la cosa anche perché sono coinvolto nelle tematiche arcobaleno e, da aspirante scrittore, sono dentro anche alle conseguenze linguistiche del tema. Hai usato quello che penso si chiami "maschile singolare non marcato", che è proprio una delle questioni messe in discussione in questo periodo. Va benissimo, per carità, proprio perché nella lingua italiana è previsto l'uso del "maschile singolare non marcato". Però si potrebbe usare una parola o una locuzione meno marcata di "uno"; la soluzione più neutra in assoluto è "una persona" però probabilmente "qualcuno", pur essendo maschile singolare, è una parola meno marcata di "uno" proprio perché "qualcuna" in rapporto a "qualcuno" è usata più raramente di "una" in rapporto a "uno". Ribadisco, non è un difetto del racconto; è qualcosa che ho notato proprio perché ho una sensibilità aumentata nell'argomento.
Per quanto riguarda altri tipi di sensibilità, ti segnalo: "al centro una bella ragazza". Si tratta di un giudizio estetico che non ti aspetti da un narratore in terza persona; se fosse stato un racconto narrato da Ivan in prima persona ci starebbe invece stato a pennello. Tra parentesi, così come è presentata la scena, io non ho capito che anche Rebecca è sulla sedia a rotelle.
Una cosa che probabilmente è solo un mio pregiudizio, temo che Ivan si riprenda un po' troppo presto dalla depressione che lo porta a tentare il suicidio. Ma al di là di questo, su cui sospendo il giudizio, l'impianto della storia regge, soprattutto con Ivan incazzato.
Grazie e alla prossima.
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Re: Tampax e champagne
Una bella storia con un incipit che è strepitoso. Il dottore sulla sedia a rotelle è top (ho qualche riminescenza del film quasi amici, mi sembra di ricordare una scena simile). Il resto della storia è ben gestito. I dialoghi non sono del tutto credibili li trovo un filino edulcorati ma comunque corretti e ben equilibrati nel testo. Il finale invece trovo che sia un po’ affrettato. Di sicuro hai una penna agilissima e una grande capacità di alleggerire gli argomenti anche più pesanti. Senza limiti di battute avrai modo di costruire il climax giusto e di rendere ancora più godibile questa storia. Comunque complimenti sinceri è sempre molto piacevole e rasserenante leggere i tuoi scritti.
Petunia- Moderatore
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Re: Tampax e champagne
Scritto molto bene, la storia c'è ed è coerente con quanto richiesto. Apprezzo sempre la tua capacità di dare leggerezza a temi pesanti, soltanto con qualche piccola notazione, talvolta una parola, che sembrerebbe passare inosservata. La lettura è piacevole. Se c'è un difetto, come è già stato notato, è il repentino cambio di registro del protagonista che avrebbe richiesto più sfumatura, ma 4000 caratteri sono veramente pochi e hai la mia solidarietà.
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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Re: Tampax e champagne
Questo a mio parere è un racconto che parte bene e poi si perde verso la metà. Quando i ragazzi della squadra raccontano a Ivan di come sono diventati disabili e lui ha una crisi e si sente male, ecco quella parte lì a mio parere ha delle criticità. È molto raccontata e mi ha fatto un po' l'effetto "riassunto". Come quando guardi un video e ne skippi una parte, o mandi "avanti veloce". Forse ti ha fregato il limite dei 4mila caratteri. Peccato perché il resto è ben scritto e anche la storia ha una sua originalità. Molto vero e crudo il riferimento ai commenti indelicati nelle ragazze sulla sessualità del giocatore paraplegico, l'ho apprezzato.Ti faccio solo due appunti. 1: flûte è un sostantivo femminile, non maschile.2: Ivan ha fatto 10mila euro di danni col suo tentativo di suicidio e il medico gli dice che il funerale sarebbe costato più o meno quella cifra, nel caso fosse riuscito nel suo intento. Ora, io non so di preciso quanto costi un funerale al giorno d'oggi ma con quella cifra credo la si spenda per un funerale di lusso. Un funerale medio potrà costare circa la metà. È una piccolezza, ma io l'ho notata subito in prima lettura.
SisypheMalheureux- Padawan
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Re: Tampax e champagne
Una bella storia di riscatto. Ma il riscatto, soprattutto dopo aver tentato un gesto estremo e attraversando una profonda depressione, ha bisogno di spazio, di respiro. Cosa che 4000 caratteri non ti concedono. E quindi il racconto soffre un po' di questa costrizione. Io avrei tagliato l'ultimo paragrafo, per dire, che allunga temporalmente il racconto, diluendolo ulteriormente, e non aggiunge tanto, anzi, toglie, perché il riscatto non passa necessariamente per una vittoria.
Per il resto il racconto è scritto benissimo, ho notato solo un errore di battitura, un Ivan che diventa Ivano. Simpatica la trovata della nonna e bello l'escamotage del dottore in sedia a rotelle. Complimenti.
Per il resto il racconto è scritto benissimo, ho notato solo un errore di battitura, un Ivan che diventa Ivano. Simpatica la trovata della nonna e bello l'escamotage del dottore in sedia a rotelle. Complimenti.
Akimizu- Cavaliere Jedi
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Re: Tampax e champagne
Ciao Susanna,
credo che in questo breve racconto sia presente una delle tue qualità principali, quella di riuscire a sdrammatizzare anche le situazioni più pesanti.
L'argomento è tosto, delicato, eppure tu riesci a trattarlo con quel tocco di leggerezza che non è affatto semplice riuscire a dosare.
Il difetto che trovo è la poca organicità del testo, il suo assemblaggio se mi passi il termine.
Voglio dire, ok la prima parte, poi con quel "Due giorni dopo si presentò in palestra", a mio avviso mi stacchi troppo l'andamento narrativo. Hai già lasciato lo spazio, c'è già lo stacco temporale, forse avresti potuto iniziare in un altro modo meno netto e repentino.
Anche per la parte finale lo stesso discorso, è troppo netta, passa un intero anno e la faccenda si conclude in poche righe.
Insomma, le tre parti andrebbero coordinate in modo migliore e più funzionale.
Ottima la trovata del dottore, a effetto.
credo che in questo breve racconto sia presente una delle tue qualità principali, quella di riuscire a sdrammatizzare anche le situazioni più pesanti.
L'argomento è tosto, delicato, eppure tu riesci a trattarlo con quel tocco di leggerezza che non è affatto semplice riuscire a dosare.
Il difetto che trovo è la poca organicità del testo, il suo assemblaggio se mi passi il termine.
Voglio dire, ok la prima parte, poi con quel "Due giorni dopo si presentò in palestra", a mio avviso mi stacchi troppo l'andamento narrativo. Hai già lasciato lo spazio, c'è già lo stacco temporale, forse avresti potuto iniziare in un altro modo meno netto e repentino.
Anche per la parte finale lo stesso discorso, è troppo netta, passa un intero anno e la faccenda si conclude in poche righe.
Insomma, le tre parti andrebbero coordinate in modo migliore e più funzionale.
Ottima la trovata del dottore, a effetto.
Byron.RN- Cavaliere Jedi
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Re: Tampax e champagne
"Si avvicinò a Ivan, stoppando con un semplice gesto ogni replica gli allungò un CD e un volumetto:"
A parte quanto già segnalato dagli altri amici, io credo ci siano due problemini sulla frase qui sopra. Primo, il soggetto. Il soggetto è la bella ragazza (che dovrebbe essere Rebecca) che sta due frasi sopra. Non è così immediato, poteva non essere lei ad aver parlato. Secondo, la costruzione della frase. Io la suggerisco così:
A parte quanto già segnalato dagli altri amici, io credo ci siano due problemini sulla frase qui sopra. Primo, il soggetto. Il soggetto è la bella ragazza (che dovrebbe essere Rebecca) che sta due frasi sopra. Non è così immediato, poteva non essere lei ad aver parlato. Secondo, la costruzione della frase. Io la suggerisco così:
"Rebecca (o la bella ragazza), stoppando con un semplice gesto ogni possibile replica di Ivan, gli allungò un CD e un volumetto:"
Vorrei porre l'accento sull'aspetto psicologico trattato in questo testo. Avendo a che fare con un tema forte come la disabilità, tutti i testi in concorso hanno questo filo comune, ma qui credo che questo emerga con più forza, anche grazie alla capacità dell'autrice.
Molti ti hanno "contestato" un finale repentino. Io non lo penso. Lo trovo anzi pertinente all'inizio, allo sviluppo e alla conclusione di un racconto in quattromila battute.
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"Omne tulit punctum qui miscuit utile dulci lectorem delectando pariterque monendo."
"Ottiene il risultato migliore chi - nell'opera letteraria - ha saputo unire l'utile col piacevole, divertendo e ammaestrando nello stesso momento il lettore."
Orazio, Ars Poetica, vv. 343-344
Avei l'amel su i laver e 'l cutel an sacòcia.
Molli Redigano- Maestro Jedi
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Re: Tampax e champagne
Ciao Susanna. Sarò franco come lo sono sempre, e mi dispiace contraddire chi ha commentato prima di me, ma questo racconto non solo non è scritto benissimo, ma si vede proprio che è scritto di fretta (come tu stessa hai confermato): refusi e punteggiatura da sistemare, d eufoniche, addirittura una virgola tra soggetto e predicato... O ti è scappata la rilettura, o sei arrivata proprio agli sgoccioli.
La brutta stesura però nulla toglie al racconto, dal quale si carpiscono l'ironia e la capacità di raccontare qualcosa che ti sta a cuore.
Se è vero che a tratti il racconto diventa un po' troppo raccontato (appunto), è altrettanto vero che riesci a entrare in empatia con il lettore già dai 10.000 euro di danni e dall'atteggiamento forte e autorevole del medico.
Il finale no, non mi è piaciuto. Credo che avresti potuto suggerire cosa sarebbe successo un anno dopo, o anche semplicemente non dargli nessuna rilevanza; così invece assume l'effetto di una chiusura di forza che deve necessariamente togliere i dubbi sul lieto fine. Evitabile, secondo me.
In conclusione, non sono pienamente convinto da questo tuo racconto, ma sono pienamente contento del fatto che tu abbia voluto partecipare; per questo ti ringrazio.
La brutta stesura però nulla toglie al racconto, dal quale si carpiscono l'ironia e la capacità di raccontare qualcosa che ti sta a cuore.
Se è vero che a tratti il racconto diventa un po' troppo raccontato (appunto), è altrettanto vero che riesci a entrare in empatia con il lettore già dai 10.000 euro di danni e dall'atteggiamento forte e autorevole del medico.
Il finale no, non mi è piaciuto. Credo che avresti potuto suggerire cosa sarebbe successo un anno dopo, o anche semplicemente non dargli nessuna rilevanza; così invece assume l'effetto di una chiusura di forza che deve necessariamente togliere i dubbi sul lieto fine. Evitabile, secondo me.
In conclusione, non sono pienamente convinto da questo tuo racconto, ma sono pienamente contento del fatto che tu abbia voluto partecipare; per questo ti ringrazio.
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
vivonic- Admin
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Re: Tampax e champagne
Ciao Susanna,
leggendo questo racconto ho avuto la sensazione che forse in prima stesura era più lungo e tu hai fatto i salti mortali per farlo rientrare nelle 4000 battute richieste. Alcune parti sembrano compresse, ripiegate a forza per entrare nella storia: ecco, forse nel breve testo concesso hai voluto inserire troppa roba. Inserire nello stesso testo un mancato suicidio, l'accettazione della propria disabilità e la rinascita alla vita grazie allo sport mi sembra davvero impegnativa come sfida: più che altro i temi sono tosti e delicati e qui si rischia di non indagare abbastanza in profondità le dinamiche della storia.
Quello che salva il racconto è il tocco leggero che riesci a dargli, la voglia comunque di vivere e stare insieme agli altri: una bella spruzzata d'ironia e tutto il testo diventa meno pesante.
leggendo questo racconto ho avuto la sensazione che forse in prima stesura era più lungo e tu hai fatto i salti mortali per farlo rientrare nelle 4000 battute richieste. Alcune parti sembrano compresse, ripiegate a forza per entrare nella storia: ecco, forse nel breve testo concesso hai voluto inserire troppa roba. Inserire nello stesso testo un mancato suicidio, l'accettazione della propria disabilità e la rinascita alla vita grazie allo sport mi sembra davvero impegnativa come sfida: più che altro i temi sono tosti e delicati e qui si rischia di non indagare abbastanza in profondità le dinamiche della storia.
Quello che salva il racconto è il tocco leggero che riesci a dargli, la voglia comunque di vivere e stare insieme agli altri: una bella spruzzata d'ironia e tutto il testo diventa meno pesante.
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: Tampax e champagne
Un racconto frizzante e pieno di picchi ma forse un pochino troppo frammentario. La penso come Caipiroska, anche secondo me il racconto nasceva molto più lungo e dunque nel tagliare hai lasciato i picchi ma forse si è tralasciata la coesione.
Se posso darti un consiglio toglierei le ultime tre righe. Anche io avevo scritto di vittorie e medaglie per centrare meglio il tema dello sport ma poi l'istinto mi ha detto di toglierlo e credo che abbia funzionato. Riflettendoci quelle vittorie e quelle medaglie non sono per niente importanti in racconti di questo genere .
in ogni caso complimenti e grazie perché come altri ti metti sempre in gioco e tenti quindi continua così.
Se posso darti un consiglio toglierei le ultime tre righe. Anche io avevo scritto di vittorie e medaglie per centrare meglio il tema dello sport ma poi l'istinto mi ha detto di toglierlo e credo che abbia funzionato. Riflettendoci quelle vittorie e quelle medaglie non sono per niente importanti in racconti di questo genere .
in ogni caso complimenti e grazie perché come altri ti metti sempre in gioco e tenti quindi continua così.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: Tampax e champagne
Ciao Susanna
Il titolo mi aveva incuriosita molto e devo dire che è una perla.
Che dirti? Mi è piaciuto tantissimo, questo tuo modo di scrivere tra il serioso e lo scanzonato, dove c’è disperazione, appoggi un sorriso, che non fa sparire le difficoltà, ma aiuta ad affrontarle e a gestirle al meglio.
Questo fa anche lo sport e tu sei stata bravissima.
molto molto bene. Complimenti
Il titolo mi aveva incuriosita molto e devo dire che è una perla.
Che dirti? Mi è piaciuto tantissimo, questo tuo modo di scrivere tra il serioso e lo scanzonato, dove c’è disperazione, appoggi un sorriso, che non fa sparire le difficoltà, ma aiuta ad affrontarle e a gestirle al meglio.
Questo fa anche lo sport e tu sei stata bravissima.
molto molto bene. Complimenti
Resdei- Cavaliere Jedi
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Re: Tampax e champagne
Il tuo racconto ha il grande pregio di avermi fatto scoprire il Rugby in carrozzina. La storia è interessante ma, il poco tempo e il poco spazio a disposizione hanno tarpato le ali a uno sviluppo più profondo dei molti temi trattati. Come già detto da altri il dottore in carrozzina è un gran colpo di genio.
Complimenti
Grazie
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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.
CharAznable- Cavaliere Jedi
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Re: Tampax e champagne
Ringrazio tutti per i bei commenti – tutti, nessuno escluso - e per i due voti assegnati.
Concordo con coloro che hanno posto l’accento sul fatto che il mio racconto risenta dell’essere stato compresso entro i termini di spazio obbligati.
Come sempre i miei racconti nascono corposi, senza pensare da subito al limite dei caratteri ma alla storia, e nel ricondurli a più miti consigli non sempre riesco a creare il giusto equilibrio. Prima o poi ce la farò (forse).
Il numero dei caratteri mi ha costretto a rinunciare alla parte in cui avrei raccontato della rabbia che Ivan affida alla palla ovale, allenamento dopo allenamento, delle sue sconfitte e del suo desiderio di chiudere con tutto e lasciarsi andare alla commiserazione, macerandosi nella depressione; del suo non voler più vivere una vita che per lui non ha senso; della grinta di Rebecca che – con la sua esperienza – avrebbe saputo prenderlo per mano e non lasciarlo andare. In questo modo il finale sarebbe arrivato non troppo in fretta e i personaggi sarebbero emersi diversamente.
Ancora un grazie a tutti e ai singoli qualche nota in calce ai commenti.
Per lo spunto di questa storia, in altro post ho spiegato a che cosa mi sono ispirata. Un abbraccio ad ognuno di voi.
Concordo con coloro che hanno posto l’accento sul fatto che il mio racconto risenta dell’essere stato compresso entro i termini di spazio obbligati.
Come sempre i miei racconti nascono corposi, senza pensare da subito al limite dei caratteri ma alla storia, e nel ricondurli a più miti consigli non sempre riesco a creare il giusto equilibrio. Prima o poi ce la farò (forse).
Il numero dei caratteri mi ha costretto a rinunciare alla parte in cui avrei raccontato della rabbia che Ivan affida alla palla ovale, allenamento dopo allenamento, delle sue sconfitte e del suo desiderio di chiudere con tutto e lasciarsi andare alla commiserazione, macerandosi nella depressione; del suo non voler più vivere una vita che per lui non ha senso; della grinta di Rebecca che – con la sua esperienza – avrebbe saputo prenderlo per mano e non lasciarlo andare. In questo modo il finale sarebbe arrivato non troppo in fretta e i personaggi sarebbero emersi diversamente.
Ancora un grazie a tutti e ai singoli qualche nota in calce ai commenti.
Per lo spunto di questa storia, in altro post ho spiegato a che cosa mi sono ispirata. Un abbraccio ad ognuno di voi.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
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Re: Tampax e champagne
gli atleti hanno storie potenti da raccontare; altri disabili meno visibili, altrettanto. Dai primi arrivano esempi di forza che ci paiono incredibili; dagli altri di come anche una vita più ordinaria sia ricca ugualmente di spunti per farcela, nella normalità del vivere quotidiano. Ma penso che tutti abbiano in comune “un prima” e “un dopo”: nel mezzo probabilmente, mi sento di osare un certamente, momenti di disperazione, qualche volta tenuti ben nascosti per non addolorare ulteriormente le persone che si prendono cura di loro.paluca66 ha scritto:---Perché sotto tutto questo, quella che racconti e che ci fai toccare con mano è una realtà terribile---
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
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Re: Tampax e champagne
Uno scontato grazie per quanto mi hai segnalato.Achillu----"Uno a cui piace"; ----"al centro una bella ragazza"---
Il mio “UNO” è voluto. Il dottore – mi immedesimo nei miei disgraziati personaggi - voleva che lui la incontrasse non preparato, che non si rapportasse con lei in primis come donna (quindi magari più gentleman perché Ivan è una persona cortese), e dando al contempo a lei lo spunto per scuoterlo. Un briciolino di cattiveria. In fondo anche il medico ha una sua storia con cui convivere.
Quanto alla tua interessante disquisizione, altrettanto interessante ho trovato un recentissimo articolo su un parere in tal senso da parte dell’Accademia della Crusca, capitato a proposito quando stavo cercando un modo semplice per non dire Autore/Autrice, con asterischi e c. Alla fine mi sa che userò Penna, inteso come generico. https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/un-asterisco-sul-genere/4018
Quanto al “bella ragazza” mi capita spesso di leggere frasi simili, in cui l’autore delinea inizialmente l’estetica di un personaggio, anticipando magari parte di una descrizione successiva. Francamente lo avevo sempre accettato come “buono”, e quindi replicato. Ci lavorerò e cercherò meglio durante le mie letture come ci si possa approcciare al meglio in tali frangenti.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: Tampax e champagne
Ti ringrazio per il bel commento. Nei dialoghi non riesco mai ad essere “cruda” come vorrei o almeno come mi si presentano da subito. Eppure so che darebbero più grinta a certi racconti: imparerò a non dosare troppo, a lasciarmi andare (poi laverò la tastiera col sapone, invece della bocca, come minacciava mia nonna i nipoti che “osavano”) Chi leggerò, vedrà.Petunia ha scritto: ---I dialoghi non sono del tutto credibili li trovo un filino edulcorati ma comunque corretti e ben equilibrati nel testo. ---
Il film cui accenni, nella versione con Omar Sy, l’ho visto diverse volte e ogni volta mi piace di più. Oltretutto è basato su una storia vera. Lo stesso attore ha recitato in un altro film che tratta di disabilità/malattia: Una famiglia all’improvviso. Un giovane uomo si trova improvvisamente a doversi occupare di una figlia (neonata) che non sapeva di avere. La madre se ne va e lui deve inventarsi padre. Vizierà la figlia fino all’inverosimile (e sé stesso), si lascerà comandare a bacchetta da una bambina intelligente e furbissima; con la complicità di grandi amici, sfidando insegnanti e stereotipi, le permetterà di vivere esperienze importanti per la sua età, a discapito di una regolare frequentazione della scuola. Vuol farle assaporare la vita il più pienamente possibile perché sa che è malata e non arriverà all’adolescenza. E sarà con lei alla fine, rischiando la prigione per aver cercato di riprendersela dalla madre, che l’aveva rivoluta, quasi fosse un giocattolo. Da vedere, con una scorta di fazzoletti per il finale, inaspettato e improvviso (ora non lo è più ma il film vale lo stesso), per quella che può sembrare una commedia divertente.
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Re: Tampax e champagne
@Resdei @Byron.RN @Danilo Nucci @PetuniaResdei ha scritto:Ciao Susanna
Il titolo mi aveva incuriosita molto e devo dire che è una perla.
Che dirti? Mi è piaciuto tantissimo, questo tuo modo di scrivere tra il serioso e lo scanzonato, dove c’è disperazione, appoggi un sorriso, che non fa sparire le difficoltà, ma aiuta ad affrontarle e a gestirle al meglio.
Questo fa anche lo sport e tu sei stata bravissima.
molto molto bene. Complimenti
Grazie per la disamina sul mio stile. Appaga. È un qualcosa che mi esce naturale, non è volutamente ricercato, me lo ritrovo sulla tastiera, e sorprende anche me, perché nella vita le situazioni difficili, gli ostacoli, li vivo all’ennesima potenza e sempre dalla parte più scura. Per la luce in fondo al tunnell, mi hanno tagliato l'utenza Sto provando ad essere un po’ più “dark”, in una serie di racconti concatenati, ma è complicato e forse sarebbe anche una forzatura che chissà, salterebbe agli occhi e potrebbe penalizzare.
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Re: Tampax e champagne
Grazie mille e alla prossimaFedericoChiesa ha scritto:Mi sono piaciuti molto l'inizio e la fine.
Rabbia, frustrazione, rassegnazione; il rifiuto di accettare una condizione di menomazione all'inizio è molto diretto e credibile.
La trovata del tampax alla fine è ironica, originale. Sdrammatizza.
La "conversione" un po' stereotipata.
Bel lavoro.
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Re: Tampax e champagne
Grazie per i suggerimenti e per il commento. Il racconto risente della fretta nelle ultime riletture: purtroppo capita che il puzzle si componga all’ultimo momento, quando oltretutto ti devi liberare di un po’ di parole e sfuggono virgole o refusi. Altre giustificazioni non ne ho.Molli Redigano ha scritto: --- "Si avvicinò a Ivan---,Rebecca (o la bella ragazza)---, stoppando con un semplice gesto ogni possibile replica di Ivan, gli allungò un CD e un volumetto:"Molti ti hanno "contestato" un finale repentino. Io non lo penso. Lo trovo anzi pertinente all'inizio, allo sviluppo e alla conclusione di un racconto in quattromila battute.
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Re: Tampax e champagne
grazie per le osservazioni e per i punti che mi hai assegnato Il bicchiere mi è scappato (fretta) e il costo del funerale... confesso, non mi sono informata (al momento non sarei interessata )SisypheMalheureux ha scritto:Ti faccio solo due appunti. 1: flûte è un sostantivo femminile, non maschile.2: Un funerale medio potrà costare circa la metà. È una piccolezza, ma io l'ho notata subito in prima lettura.
Ho toppato... quindi, ho toppato.
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Re: Tampax e champagne
hai ragione, il riscatto non necessariamente deve passare attraverso una vittoria ma, idea mia, per chi deve fare un milione di volte più fatica a raggiungere un traguardo, la vittoria ha una valenza ben diversa, rappresenta il coronamento di un sogno da cui pensava di essere ormai tagliato fuori. Mi sono sentita di enfatizzare questo momento perché la “sensazione” di vittoria l’ho sentita tanto viva. Paragone assolutamente improprio ma... Giorni fa, proprio a ridosso della folgore, sono riuscita - dopo anni di desiderata - a percorrere un ponte tibetano. Eh, cosa ci vuole? 100 metri avanti e 60 sotto: che sarà mai? Beh a me erano sempre mancate le gambe per farlo.Akimizu ha scritto: - Una bella storia di riscatto. Ma il riscatto -
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Re: Tampax e champagne
Quando vedo che hai commentato, come ti ho detto altre volte, mi devo preparare la bardatura da artificiere, perché i tuoi commenti sono sempre esplosivi, nella buona e nella cattiva sorte. Amen, fratello.vivonic ha scritto:Ciao Susanna. Sarò franco come lo sono sempre ---- In conclusione, non sono pienamente convinto da questo tuo racconto, ma sono pienamente contento del fatto che tu abbia voluto partecipare; per questo ti ringrazio.
E stavolta ho fatto bene ad indossarla. Ma la sincerità, anche se a volte può graffiare un po’, è uno dei pilastri di DT.
È vero, sono arrivata tardi a finire questo racconto: la storia si è lasciata dipanare solo nelle ultime ore e il dover tagliare molto testo mi ha portato via tempo, a discapito di una rilettura più attenta. Probabilmente anche qualche “taglia” ha lasciato delle sfilacciature che mi sono sfuggite. Mannaggia, bastava prepararsi una tisana e poi riaprire il file, invece... vai di invio.
Come al solito, appena consegno un racconto, l’ho riapro per una lettura finalmente più libera, diversa insomma e le pecche (tutte quelle che mi hai segnalato) erano lì, col lampeggiante acceso. Neanche per l’anticamera del cervello chiedere un ri-nvio, assolutamente scorretto, e neanche pensare che passassero inosservate (ma quando mai!). Prossima volta, notte a rileggere, non a ronfare.
Ma, patè d'animo a parte, non volevo mancare, in un 2021 affollato di sfide, le folgori un posto devono averlo. Grazie, amico mio.
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