Cos'è l'amore? Questo si chiedeva Cristopher, mentre un vento gelido gli carezzava il viso, facendo contrarre i suoi lineamenti in un'espressione rigida, a tratti innaturale. Sotto di lui, la baia del fiume Hudson riposava placida e immobile, di tanto in tanto attraversata dalle fioche luci dei radi battelli, spettri vaganti senza meta sulle acque scure e profonde. Anche i riflessi della città sembravano essersi perduti tra i flutti, e la sola reminiscenza della realtà scorreva da un capo all'altro dei grandi avenues, avvolta da una scia discontinua di luci e colori, da cui proveniva l'eco di motori e clacson lontani. Era una veduta mozzafiato, reale e surreale a un tempo: da un lato la vita e le luccicanti promesse; accanto, le acque calme e i muti ricordi. Due mondi non comunicanti, anzi contrapposti, tanto che scegliere uno avrebbe significato, forse, escludere l'altro.
L’ennesima sferzata fredda lo distolse dalle sue riflessioni. Guardandosi attorno, come se si fosse svegliato da un lungo sonno, fu sorpreso di sentirsi così, di aver ancora assaporato il brivido leggero, quell'acutezza dei sensi – una totale eclissi dell'anima sul corpo – che solo la notte è capace di portare con sé. Non era felice eppure si sentiva sereno, poiché sapeva di apprestarsi a compiere la cosa giusta. Si era arrampicato, del tutto inosservato, su uno dei piloni del George (1) e da ore stava seduto in cima, protetto dall’oscurità, come se fosse la cosa più naturale del mondo: in qualche modo, un epilogo già scritto. Nella mente non pensava che a lei.
L'aveva conosciuta, tre anni prima, in una piccola piazza del centro, ritrovo abituale di librai ambulanti, trincerati dietro i loro banchi multicolori. «Lo prenda, è uno splendido romanzo» si sentì dire mentre sfogliava, senza troppa convinzione, le pagine di Wuthering Heights. Cos'è l'amore? Gli bastò guardarla e si sentì morire. «Sono Kathleen» disse lei, sorridendo emozionata.
Seguirono anni intensi di lettere, sguardi e incontri. Cristopher dette tutto sé stesso per poter vivere anche un solo brevissimo istante di quel sentimento sconfinato, ma lei era promessa a un altro e, pur in preda al fascino e al desiderio di quell’imprevista storia d’amore, non venne meno ai suoi principi. Lui fu completamente travolto dall'onda della passione: giuramenti, promesse, proponimenti, tutto nasceva con slancio repentino e in modo altrettanto veloce si spegneva, miseramente. Finché un giorno si rese conto di non riconoscersi più… per lei aveva tradito tutto, anche sé stesso. Il pensiero tornò alla sera precedente, quando le aveva implorato, con un velo di lacrime sugli occhi, di concedergli un unico bacio, un brevissimo istante di felicità che gli desse la forza di fuggire per sempre. Lei non cedette e per lui fu la fine: aveva perduto anche la dignità.
Fu in quel preciso istante che il destino svelò le sue carte. Per la prima volta, Cristopher vide allargarsi, in quello che era stato un mare incontaminato di amore puro, una macchia scura dai contorni sfumati, subdoli. Era qualcosa di doloroso e potente, una sensazione capace di crescere e divorare l'anima. Solo adesso che si trovava sul ponte, nel giorno in cui lei era andata in sposa a un altro, poteva davvero capire tutto fino in fondo. Cos'è l'odio? In un tempo incommensurabilmente breve, quel fuoco devastante aveva spazzato via il bene, la speranza, la voglia di vivere. Detestava lei per l'amore che gli aveva negato e sé stesso per averla amata al di sopra di ogni cosa.
Guardò rassegnato l'orizzonte, riconoscendo i contorni dei più noti skyscrapers che svettano nei cieli della Grande Mela. Un sorriso duro, amaro, gli apparve sul viso mentre pensava a tutto ciò che aveva fatto per amore — e a quanto si apprestava a compiere in nome dell'odio —. Le aveva scritto un ultimo messaggio qualche ora prima, poche significative righe su una cartolina, inserita nelle pagine di un libro che le sarebbe stato recapitato il giorno dopo in ufficio. Ma era giunto il momento e di colpo si alzò in piedi sulle travi di acciaio. Provava paura, eppure la rabbia era tanto, troppo più forte. Pensando agli occhi di lei mentre increduli avrebbero letto le sue ultime parole, si sentì pronto a dare anche l’anima per instillarle il dolore nel cuore. In quel medesimo istante, le acque placide della baia sembrarono ribollire, aprendosi come in un abbraccio mortale. Si lanciò nel vuoto mentre Manhattan, di fronte, proseguiva indisturbata il suo sonno, mai davvero profondo.
***
Erano trascorsi due anni. David aveva appena varcato la soglia di casa, di ritorno dall'ufficio. «Ciao amore» pronunciò nel salone, mentre un effluvio di odori familiari dava il via al graduale distacco dallo stress del traffico serale. Udì lo scroscio dell'acqua al piano superiore: la moglie era sotto la doccia e non l'aveva sentito rientrare. Mentre si snodava la cravatta già assaporava l'attimo, il più desiderato, in cui l'avrebbe rivista. L'amava con tutto il cuore, molto più di quello che ci si potrebbe aspettare da un marito. Lei era il centro del mondo, la grande madre terra, il cielo stellato. Quel legame appariva talmente forte da fargli intuire, con enorme sofferenza del suo orgoglio, che mai avrebbe potuto rifiutarle nulla.
Entrò di soppiatto, a piedi nudi, nella sala da bagno. Una nuvola di vapore lo favorì in quella che, a tutti gli effetti, sembrava un'incursione clandestina. Si appoggiò quindi alla parete, restando in assoluto silenzio. Poteva scorgere, attraverso il vetro opaco, il corpo sinuoso di lei che disegnava un'ombra dal profilo mutevole, alternando colori forti e linee sfumate, a cui i movimenti lenti donavano un che di irresistibile. Frammenti di ricordi lontani, dei tempi del liceo, gli riportarono alla mente l'immagine sublime della Venere Callipigia. Era talmente preso da quell'atmosfera che non tardò a sentire il cuore prossimo a esplodergli in petto. Quel piacere intenso raggiunse, come sempre accadeva, una soglia oltre la quale si sarebbe trasformato in un sottile dolore. Non capiva cosa provocasse in lui quel mélange di sensazioni contrastanti, poiché qualcosa gli impediva di scendere davvero in profondità. Nel frattempo, i suoi occhi sembravano stregati dal contorno sfumato dei seni di lei, sfiorati da mani sapienti, e rapiti dalla linea perfetta del collo, che si tendeva come per farsi baciare da labbra vogliose: di tanta passione si sarebbe potuto morire.
C'era poi un pensiero strisciante, una domanda subdola che gli rimbalzava dal cervello al ventre: dietro al vetro c’era sua moglie o una donna diversa, una come tante, capace di desiderare e volere al di là e oltre? Questo lo faceva sentire, suo malgrado, un ladro che rubava in casa altrui.
Lei indugiò un momento sotto il violento, ininterrotto getto d'acqua poi stette immobile. Fu allora che la sentì sussurrare qualcosa. Un brivido intenso gli invase tutti i muscoli del corpo, mentre tendeva i sensi all'inverosimile per cercare di afferrare quelle parole inintelligibili. La vide accarezzarsi i fianchi, proseguendo verso l'interno delle gambe. Le sue erano frasi appena pronunciate, spezzate da tenui sospiri. La ascoltava stregato, stretto tra il timore e il segreto piacere di non capire, di non sapere: era certo che lei non si fosse ancora resa conto della sua presenza. Ritrovando con grande sforzo uno scampolo di razionalità, giurò a sé stesso che avrebbe trovato il coraggio di rivolgerle quella fatidica domanda, sempre soffocata eppure persistente: "Senti di amarmi?" Si preparò a parlare con tono fermo e senza esitazioni, pronto ad affrontare la straordinaria bellezza di lei che, nel momento della verità, gli inquinava ogni pensiero guardandolo con gli occhi scuri come perle, ancor più incantevoli per quel velo di mistero che, come mosso da un invisibile soffio di vento, le copriva il volto nascondendo la realtà.
Di colpo lei si voltò, aprendo leggermente il vetro. Lo salutò con naturalezza, sporgendosi appena per baciarlo. Lui accostò la bocca e si sentì debole, più debole che mai. La aiutò a uscire, osservando ogni suo movimento come in un film proiettato a rallentatore. I loro occhi si incrociarono un istante ma lei li distolse subito, mentre raccoglieva i capelli sotto un asciugamano. Si spostarono nella stanza e lui sedette sul pavimento per osservarla meglio. Cominciò a massaggiarle i piedi mentre lei, sul bordo del letto, si guardava allo specchio di fronte, le labbra rosee e gonfie, inseguendo pensieri che nessuno avrebbe mai potuto indovinare. C'era qualcosa di diverso nell'aria quella sera, una luce soffusa, una presenza indefinita, non nuova ma elettrica e conturbante come se lo fosse stato. Entrambi potevano avvertirla mentre si muoveva e li avvolgeva, così vi si abbandonarono con naturalezza. I loro corpi, adagiati uno sull'altro, furono travolti da un'onda di passione violenta. Vivevano insieme un sogno, senza davvero sapere se fosse lo stesso e quando lei si mise sopra di lui, bloccandogli le gambe tra le sue, David sentì che quello era l'attimo fuggente, l'ombelico del tempo, il senso della vita condensato in un lampo. Deglutì a fatica, pervaso da un brivido d’amore e lussuria, perdendo di colpo ogni contatto con la realtà. Lei si ergeva indescrivibilmente bella come una statua e, al pari di una statua, fiera e irraggiungibile. La divorava con lo sguardo, scrutandone i movimenti lenti e appassionati mentre lei tendeva il collo inclinando il capo completamente, quasi per abbandonarsi all'indietro tra braccia forti e decise. Alcuni suoi gesti lo turbavano oltremisura e, allo stesso tempo, gli strappavano l'anima con morsi feroci di puro piacere, come quel voltarsi di fianco e sussurrare parole incomprensibili in un immaginario, intimo dialogo con un amante. E quando raggiunsero il culmine, le strinse i fianchi con forza mentre, incapace di trattenersi, pronunciava espressioni di amore puro tanto belle che lui stesso non si reputava capace di pensare. Ma gli occhi di lei, piantati nei suoi nella fissità del godimento supremo, gli dicevano che non lo stava ascoltando, che quelle erano, e sarebbero rimaste, parole gettate al vento, lontane come l’idioma sconosciuto di uno straniero.
David sentì una lama trapassargli il cuore, mentre il corpo della moglie, appagato e sfinito, giaceva accanto. Seguirono attimi di silenzio, quindi lei si alzò e lui la seguì con lo sguardo, finché non fu completamente uscita dalla stanza. L'avrebbe amata per sempre, questo era quanto il suo cuore gli sussurrava, insieme a un dubbio che sapeva di non poter sconfiggere, un'ombra sfumata perennemente presente tra loro, con loro.
Si guardò intorno, cercando di sfuggire ai pensieri. Voltandosi, urtò qualcosa che sporgeva dal piccolo mobile accanto, facendola volare sul pavimento. Era un libro, Wuthering Heights. La caduta aveva fatto scivolare fuori un'immagine. Gli sembrò qualcosa di conosciuto e la raccolse incuriosito. Vide in primo piano il George, immortalato sullo sfondo di un cielo grigio e, nell'angolo in basso, una scritta cancellata.
Guardò fuori… si era fatto buio.
(1) Il George Washington Bridge a New York
https://www.differentales.org/t1016-il-cocomero#11529
L’ennesima sferzata fredda lo distolse dalle sue riflessioni. Guardandosi attorno, come se si fosse svegliato da un lungo sonno, fu sorpreso di sentirsi così, di aver ancora assaporato il brivido leggero, quell'acutezza dei sensi – una totale eclissi dell'anima sul corpo – che solo la notte è capace di portare con sé. Non era felice eppure si sentiva sereno, poiché sapeva di apprestarsi a compiere la cosa giusta. Si era arrampicato, del tutto inosservato, su uno dei piloni del George (1) e da ore stava seduto in cima, protetto dall’oscurità, come se fosse la cosa più naturale del mondo: in qualche modo, un epilogo già scritto. Nella mente non pensava che a lei.
L'aveva conosciuta, tre anni prima, in una piccola piazza del centro, ritrovo abituale di librai ambulanti, trincerati dietro i loro banchi multicolori. «Lo prenda, è uno splendido romanzo» si sentì dire mentre sfogliava, senza troppa convinzione, le pagine di Wuthering Heights. Cos'è l'amore? Gli bastò guardarla e si sentì morire. «Sono Kathleen» disse lei, sorridendo emozionata.
Seguirono anni intensi di lettere, sguardi e incontri. Cristopher dette tutto sé stesso per poter vivere anche un solo brevissimo istante di quel sentimento sconfinato, ma lei era promessa a un altro e, pur in preda al fascino e al desiderio di quell’imprevista storia d’amore, non venne meno ai suoi principi. Lui fu completamente travolto dall'onda della passione: giuramenti, promesse, proponimenti, tutto nasceva con slancio repentino e in modo altrettanto veloce si spegneva, miseramente. Finché un giorno si rese conto di non riconoscersi più… per lei aveva tradito tutto, anche sé stesso. Il pensiero tornò alla sera precedente, quando le aveva implorato, con un velo di lacrime sugli occhi, di concedergli un unico bacio, un brevissimo istante di felicità che gli desse la forza di fuggire per sempre. Lei non cedette e per lui fu la fine: aveva perduto anche la dignità.
Fu in quel preciso istante che il destino svelò le sue carte. Per la prima volta, Cristopher vide allargarsi, in quello che era stato un mare incontaminato di amore puro, una macchia scura dai contorni sfumati, subdoli. Era qualcosa di doloroso e potente, una sensazione capace di crescere e divorare l'anima. Solo adesso che si trovava sul ponte, nel giorno in cui lei era andata in sposa a un altro, poteva davvero capire tutto fino in fondo. Cos'è l'odio? In un tempo incommensurabilmente breve, quel fuoco devastante aveva spazzato via il bene, la speranza, la voglia di vivere. Detestava lei per l'amore che gli aveva negato e sé stesso per averla amata al di sopra di ogni cosa.
Guardò rassegnato l'orizzonte, riconoscendo i contorni dei più noti skyscrapers che svettano nei cieli della Grande Mela. Un sorriso duro, amaro, gli apparve sul viso mentre pensava a tutto ciò che aveva fatto per amore — e a quanto si apprestava a compiere in nome dell'odio —. Le aveva scritto un ultimo messaggio qualche ora prima, poche significative righe su una cartolina, inserita nelle pagine di un libro che le sarebbe stato recapitato il giorno dopo in ufficio. Ma era giunto il momento e di colpo si alzò in piedi sulle travi di acciaio. Provava paura, eppure la rabbia era tanto, troppo più forte. Pensando agli occhi di lei mentre increduli avrebbero letto le sue ultime parole, si sentì pronto a dare anche l’anima per instillarle il dolore nel cuore. In quel medesimo istante, le acque placide della baia sembrarono ribollire, aprendosi come in un abbraccio mortale. Si lanciò nel vuoto mentre Manhattan, di fronte, proseguiva indisturbata il suo sonno, mai davvero profondo.
***
Erano trascorsi due anni. David aveva appena varcato la soglia di casa, di ritorno dall'ufficio. «Ciao amore» pronunciò nel salone, mentre un effluvio di odori familiari dava il via al graduale distacco dallo stress del traffico serale. Udì lo scroscio dell'acqua al piano superiore: la moglie era sotto la doccia e non l'aveva sentito rientrare. Mentre si snodava la cravatta già assaporava l'attimo, il più desiderato, in cui l'avrebbe rivista. L'amava con tutto il cuore, molto più di quello che ci si potrebbe aspettare da un marito. Lei era il centro del mondo, la grande madre terra, il cielo stellato. Quel legame appariva talmente forte da fargli intuire, con enorme sofferenza del suo orgoglio, che mai avrebbe potuto rifiutarle nulla.
Entrò di soppiatto, a piedi nudi, nella sala da bagno. Una nuvola di vapore lo favorì in quella che, a tutti gli effetti, sembrava un'incursione clandestina. Si appoggiò quindi alla parete, restando in assoluto silenzio. Poteva scorgere, attraverso il vetro opaco, il corpo sinuoso di lei che disegnava un'ombra dal profilo mutevole, alternando colori forti e linee sfumate, a cui i movimenti lenti donavano un che di irresistibile. Frammenti di ricordi lontani, dei tempi del liceo, gli riportarono alla mente l'immagine sublime della Venere Callipigia. Era talmente preso da quell'atmosfera che non tardò a sentire il cuore prossimo a esplodergli in petto. Quel piacere intenso raggiunse, come sempre accadeva, una soglia oltre la quale si sarebbe trasformato in un sottile dolore. Non capiva cosa provocasse in lui quel mélange di sensazioni contrastanti, poiché qualcosa gli impediva di scendere davvero in profondità. Nel frattempo, i suoi occhi sembravano stregati dal contorno sfumato dei seni di lei, sfiorati da mani sapienti, e rapiti dalla linea perfetta del collo, che si tendeva come per farsi baciare da labbra vogliose: di tanta passione si sarebbe potuto morire.
C'era poi un pensiero strisciante, una domanda subdola che gli rimbalzava dal cervello al ventre: dietro al vetro c’era sua moglie o una donna diversa, una come tante, capace di desiderare e volere al di là e oltre? Questo lo faceva sentire, suo malgrado, un ladro che rubava in casa altrui.
Lei indugiò un momento sotto il violento, ininterrotto getto d'acqua poi stette immobile. Fu allora che la sentì sussurrare qualcosa. Un brivido intenso gli invase tutti i muscoli del corpo, mentre tendeva i sensi all'inverosimile per cercare di afferrare quelle parole inintelligibili. La vide accarezzarsi i fianchi, proseguendo verso l'interno delle gambe. Le sue erano frasi appena pronunciate, spezzate da tenui sospiri. La ascoltava stregato, stretto tra il timore e il segreto piacere di non capire, di non sapere: era certo che lei non si fosse ancora resa conto della sua presenza. Ritrovando con grande sforzo uno scampolo di razionalità, giurò a sé stesso che avrebbe trovato il coraggio di rivolgerle quella fatidica domanda, sempre soffocata eppure persistente: "Senti di amarmi?" Si preparò a parlare con tono fermo e senza esitazioni, pronto ad affrontare la straordinaria bellezza di lei che, nel momento della verità, gli inquinava ogni pensiero guardandolo con gli occhi scuri come perle, ancor più incantevoli per quel velo di mistero che, come mosso da un invisibile soffio di vento, le copriva il volto nascondendo la realtà.
Di colpo lei si voltò, aprendo leggermente il vetro. Lo salutò con naturalezza, sporgendosi appena per baciarlo. Lui accostò la bocca e si sentì debole, più debole che mai. La aiutò a uscire, osservando ogni suo movimento come in un film proiettato a rallentatore. I loro occhi si incrociarono un istante ma lei li distolse subito, mentre raccoglieva i capelli sotto un asciugamano. Si spostarono nella stanza e lui sedette sul pavimento per osservarla meglio. Cominciò a massaggiarle i piedi mentre lei, sul bordo del letto, si guardava allo specchio di fronte, le labbra rosee e gonfie, inseguendo pensieri che nessuno avrebbe mai potuto indovinare. C'era qualcosa di diverso nell'aria quella sera, una luce soffusa, una presenza indefinita, non nuova ma elettrica e conturbante come se lo fosse stato. Entrambi potevano avvertirla mentre si muoveva e li avvolgeva, così vi si abbandonarono con naturalezza. I loro corpi, adagiati uno sull'altro, furono travolti da un'onda di passione violenta. Vivevano insieme un sogno, senza davvero sapere se fosse lo stesso e quando lei si mise sopra di lui, bloccandogli le gambe tra le sue, David sentì che quello era l'attimo fuggente, l'ombelico del tempo, il senso della vita condensato in un lampo. Deglutì a fatica, pervaso da un brivido d’amore e lussuria, perdendo di colpo ogni contatto con la realtà. Lei si ergeva indescrivibilmente bella come una statua e, al pari di una statua, fiera e irraggiungibile. La divorava con lo sguardo, scrutandone i movimenti lenti e appassionati mentre lei tendeva il collo inclinando il capo completamente, quasi per abbandonarsi all'indietro tra braccia forti e decise. Alcuni suoi gesti lo turbavano oltremisura e, allo stesso tempo, gli strappavano l'anima con morsi feroci di puro piacere, come quel voltarsi di fianco e sussurrare parole incomprensibili in un immaginario, intimo dialogo con un amante. E quando raggiunsero il culmine, le strinse i fianchi con forza mentre, incapace di trattenersi, pronunciava espressioni di amore puro tanto belle che lui stesso non si reputava capace di pensare. Ma gli occhi di lei, piantati nei suoi nella fissità del godimento supremo, gli dicevano che non lo stava ascoltando, che quelle erano, e sarebbero rimaste, parole gettate al vento, lontane come l’idioma sconosciuto di uno straniero.
David sentì una lama trapassargli il cuore, mentre il corpo della moglie, appagato e sfinito, giaceva accanto. Seguirono attimi di silenzio, quindi lei si alzò e lui la seguì con lo sguardo, finché non fu completamente uscita dalla stanza. L'avrebbe amata per sempre, questo era quanto il suo cuore gli sussurrava, insieme a un dubbio che sapeva di non poter sconfiggere, un'ombra sfumata perennemente presente tra loro, con loro.
Si guardò intorno, cercando di sfuggire ai pensieri. Voltandosi, urtò qualcosa che sporgeva dal piccolo mobile accanto, facendola volare sul pavimento. Era un libro, Wuthering Heights. La caduta aveva fatto scivolare fuori un'immagine. Gli sembrò qualcosa di conosciuto e la raccolse incuriosito. Vide in primo piano il George, immortalato sullo sfondo di un cielo grigio e, nell'angolo in basso, una scritta cancellata.
Guardò fuori… si era fatto buio.
(1) Il George Washington Bridge a New York
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