- Oh! Lettore. Dai che ti racconto una storia.
- Vabbè, se proprio insisti.
GENESI
La creazione del mondo
(13,7 milioni di anni fa a seguire)
In principio fu limbo. Ok, forse era un po’ noiosetto: statico, denso, il tempo non passava mai perché non esisteva, ma chissenefrega. Non vi era nulla che potesse guastarsi, che facesse presagire un sontuoso, entusiasmante e implacabile dramma. Materia e antimateria convivevano magnificamente, non esistevano il bene e il male, non c’era il giudizio, l’equilibrio faceva le veci di un universo ancora inerte. E poi arrivò Lui, con tanto di anima e Natura in saccoccia, e tutto sbottò.
- Ehm. Dura ancora molto questa storia?
- Veramente, è appena iniziata.
Come fece a far scoppiare tutto? Dal suo punto di vista, e chi siamo noi per non credergli, ebbe voglia di cantare, e gli riuscì bene, bisogna riconoscerglielo, era intonato. Fu un canto appassionato, commovente: un inno al tempo e alla sua caducità. Diede il “la”, come fosse un “do” di petto, e fece fare il resto a Natura, ovviamente sotto la sua cosiddetta “necessaria supervisione”. D’altronde, meglio prender nota del fatto, Lui è sempre stato un po’ poeta, sufficientemente dotato, abbastanza alternativo, certamente romantico, indubbiamente pigro e molto, molto spaccone. Dunque un canto deflagrante, di cui se ne coglie ancora il respiro cosmico, la radiazione fossile, la voce… appunto. Il limbo esplose ma il suo non fu un canto di distruzione. Seguiva una linea, pensava a un preciso habitat; fu piuttosto un coupe de froud, una magia teatrale, una lirica istintiva di estrema potenza e magnificenza collegata alla contaminazione, perché col bene e il male si potesse dare una necessaria scossa a tutto. E che scossa!
- Ma che fai! Ti stai addormentando?
- Eh? Ah, no…no. Vai pure avanti.
Già, prima era tutto noiosetto. Poi cambiò. Se vi fosse stata già vita, un paesaggio, se vi fosse stato un punto d’osservazione sicuro, protetto, si sarebbe potuto assistere all’incredibile, entusiasmante spettacolo del lancio di porzioni di immenso plasma incandescente, di lampi prodigiosamente sorgenti in ogni dove, senza preavviso e criterio. Da quella sequela di primordiali azioni fu tutto un divenire: discesero il tempo, lo spazio, il genio, la meccanica, la sorpresa, il piano.
- Si, certo. Il piano. Lui canta e gli serve uno strumento mus…
- Ma no il pianoforte! Il Piano, il Progetto, il Disegno.
- Ah! Ok. Peccato. Mi piaceva l’idea. Un duo Lui – pianoforte.
Potrei anche raccontare il perché e il percome si siano formati i corpi celesti, ma a che pro? Tanto del sole, della luna, delle stelle ne parleremo più avanti. Qui ci preme raccontare cosa accadde, con l’alternarsi delle stagioni, con la luce che insegue il buio e viceversa, cosa andò a combinare Natura su questo nostro suolo.
E venne sera, poi venne mattina: questo fu il primo giorno.
Al secondo giorno il quadrato pianeta cominciò a spegnersi. Era ancora bollente, e per il calore di una vicina stella e delle lave che fuoriuscirono dal suo nucleo ancora incandescente si svilupparono formazioni gassose che sorgevano al suolo e si elevavano oltre; erano coltri prodigiosamente sospese, come incredibili spettatrici a scrutare dall’alto gli eventi terreni.
- Scusa. Ma stai parlando della Terra? No, non ne sono certo, ma mi sembra che non sia quad…
Ah! Dici che non è mai stato quadrato? Che è sferico, schiacciato ai poli? L’hai trovato scritto sulla Bibbia? Eppure mi sembra di ricordare, a occhio e croce, che secondo il Libro la terra era informe e che già si intravedevano le scie chimiche. Insisti… ok, ne prendo atto, può essere, non è che poi sia così importante ai fini del racconto. Piuttosto, su, non sei curioso di sapere che dal consolidamento dei vapori venne la pioggia? Natura, seeeeempre supervisionata da Lui, aveva progettato bene il tutto. Ove esista attività pluviale e questa ristagni, opere sorprendenti possono avverarsi in natura.
- Ma donne, in questo racconto, non ce ne sono? Che so, in costume adamitico che fanno il bagno in quei ristagni.
- Ma porca Eva. Tra poco arriverà…appunto…Eva. Non continuare a interrompermi, mi fai perdere il filo.
Con la notte, da quel frammento spento e deserto che diventava pianeta e mondo, se ci fossi stato avresti potuto presenziare allo spettacolo che ora ti è famigliare: infiniti corpi incandescenti, così tanti da non riuscire a contarli, che per la distanza cosmica apparivano quali tremolanti e vividi scintillii incastonati nella notte. Lui vide che quelle stelle e la luna erano buone, che anche il pianeta stava prendendo la forma quadrata…ah, no, schiacciata ai poli da Lui voluta. La Natura si stava muovendo bene, si compiacque e la lasciò fare. E venne sera, poi mattina: secondo giorno.
- Si, ma così non si va mai a dormire…insomma!
Ok. Ok. E venne sera, e notte e Lui spense le luci per farsi un sonnellino. E anche tu, vedo. Ti aspetto domani che continuiamo.
(continua)
Spoiler: "Mi chiamo Anna e un giorno sono passata di qua"
Ultima modifica di digitoergosum il Sab Set 11, 2021 8:32 am - modificato 1 volta.