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Pluie Acide
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Pluie Acide
Non riuscivo a credere ai miei sensi. Vivevo infine il tanto atteso attimo, composto dai fotogrammi che, nei sogni, avevo pazientemente montato nella sequenza più importante: la scena clou di una intera vita. Tutto dimorava in me e, sensazione fino ad allora sconosciuta, io in tutto.
Ma lei sembrava un’altra. Seduta di fronte, al solito tavolo del “nostro” locale, pronunciava parole nuove, leggere come piume, che cercavano di farsi strada nel fumo del suo caffè rimanendone invece intrappolate, per disperdersi infine con esso. Lei non c’era, non quella meravigliosa creatura a cui avrei dovuto stringere le mani, lanciare sguardi complici e sorridere. La donna con cui correre in strada e, come nella famosa immagine di Doisneau, fermarsi tra la folla per vivere un momento indimenticabile: il nostro primo bacio. Si era forse perduta per sempre nei meandri della memoria, o tra le pieghe di una incantevole melodia.
Lei continuava, ma ormai non ascoltavo. Il mio sguardo vagava meccanicamente attorno, tentennando tra la grande vetrata e lo schermo appeso alla parete che rilanciava senza sosta, nei continui aggiornamenti meteo, il rischio di imminenti piogge acide. Un sorriso amaro mi si spense sulle labbra prima ancora di nascere: se una voragine mi avesse inghiottito, non me ne sarei reso conto.
Camminavo ormai sul grande piétonnier. Quel supplizio era divenuto insopportabile per entrambi; forse per questo ci eravamo frettolosamente congedati con banali saluti, alla stregua di due vecchi amici dopo un occasionale incontro. Parole tanto stonate da far tremare i muri: in realtà, mai avevo avvertito la nuda crudezza di un così sentito addio. L’aria era umida e la gente si affrettava sotto le prime raffiche di vento, che non promettevano nulla di buono. Mi strinsi nel cappotto, continuando a vagare senza meta da un marciapiede all’altro: le mani nelle tasche, lo sguardo che abbracciava tutto, gli occhi che non trattenevano nulla. Eccetto le lacrime.
Avvertii le prime gocce. Il nero degli ombrelli avanzò veloce sulla folla che riempiva la strada, coprendola come un manto funebre. Un tizio mi urtò senza neanche fermarsi, lo stesso fece un altro, poi di nuovo una signora. Mi fermai incredulo, ma la pioggia giunse di colpo intensa, gelida come mai l’avevo sentita prima. Alzai lo sguardo verso le nuvole grigie senza più un motivo per sperare. Fu allora che avvertii dei movimenti vicini: alcuni passanti, nascosti dagli ombrelli, si stavano disponendo in cerchio attorno. Il loro numero crebbe rapidamente e fui presto del tutto circondato. Potevo percepire lo sguardo di ognuno pur non riuscendo a scorgerlo mentre, con passi lenti e meccanici, il gruppo avanzava stringendomi all’interno. Preoccupato, tolsi dalle tasche le mani frapponendole d’istinto fra la moltitudine e me, ma esse cominciarono incredibilmente a sgretolarsi sotto la pioggia battente. Voltai quanto restava dei palmi verso i miei occhi sbarrati tentando di gridare, e non un solo suono uscì dalla mia bocca, spalancata in una smorfia d’orrore.
Il liquido tossico avanzò inesorabilmente lungo gli arti, divorando progressivamente ogni parte del mio corpo, mentre sprofondavo sotto la coltre nera stretto in un gelo mortale, senza il conforto di una sola parola, senza l’appiglio di un vero perché.
Ultima modifica di Rasalgethi il Dom Set 05, 2021 10:07 am - modificato 4 volte. (Motivazione : Errore ortografico)
Rasalgethi- Viandante
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Re: Pluie Acide
Uauu.. Rasal, ecco come si tiene un lettore dalla prima all'ultima frase e, sinceramente, col fiato corto in attesa della fine, quale che sia.
L'inizio è dolce, malinconico: l'incontro con un po' di imbarazzo tra due persone che pare non sappiano cosa dirsi, mentre quello che verrà detto varrà un'esplosione di sensazioni ed emozioni. Un addio, anche se "tranquillo" è sempre un addio: entrambi soffrono ma, è la realtà, da una parte ci può essere una sofferenza che sa di un nuovo inizio, di sollievo; dall'altra di sola sofferenza, senza nulla che possa consolare.
Ecco quindi che viri sulla drammaticità con cui un addio può stringere, anzi stritolare, una persona: inaspettato e quindi troppo forte da percepire nell'immediato, ma basta il freddo di una pioggia o di una raffica di vento per mettere tutto in ordine, o forse creare il caos nei pensieri. Questa mi pare l'essenza del racconto: la libertà dei pensieri che finisce per impriginare.
E' davvero un bel racconto, che spero di aver compreso correttamente.
Siccome quando trovo qualche riferimento ad autori, libri, film ecc. che non conosco, metto una piccola pezza alla ignoranza, magari scoprendo che propria ignoranza non è: le fotografie di Doisneau le avevo ammirate in una gallery tempo fa, tutte bellissime con "le persone" colte in momenti tanto normali ma al contempo spettacolari, ma non avevo memoria del nome. Grazie anche per questo.
L'inizio è dolce, malinconico: l'incontro con un po' di imbarazzo tra due persone che pare non sappiano cosa dirsi, mentre quello che verrà detto varrà un'esplosione di sensazioni ed emozioni. Un addio, anche se "tranquillo" è sempre un addio: entrambi soffrono ma, è la realtà, da una parte ci può essere una sofferenza che sa di un nuovo inizio, di sollievo; dall'altra di sola sofferenza, senza nulla che possa consolare.
Ecco quindi che viri sulla drammaticità con cui un addio può stringere, anzi stritolare, una persona: inaspettato e quindi troppo forte da percepire nell'immediato, ma basta il freddo di una pioggia o di una raffica di vento per mettere tutto in ordine, o forse creare il caos nei pensieri. Questa mi pare l'essenza del racconto: la libertà dei pensieri che finisce per impriginare.
E' davvero un bel racconto, che spero di aver compreso correttamente.
Siccome quando trovo qualche riferimento ad autori, libri, film ecc. che non conosco, metto una piccola pezza alla ignoranza, magari scoprendo che propria ignoranza non è: le fotografie di Doisneau le avevo ammirate in una gallery tempo fa, tutte bellissime con "le persone" colte in momenti tanto normali ma al contempo spettacolari, ma non avevo memoria del nome. Grazie anche per questo.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Doisneau
Grazie Susanna. Io avevo in mente l'immagine chiara e nitida, il famoso "bacio" per intenderci, ma ho dovuto cercare chi fosse l'autore. Peraltro, permettimi la digressione, volevo utilizzarla ma tutte le creazioni dell'artista sono ancora vincolate dal diritto d'autore.
Felice che ti sia piaciuto. Il concetto dei miei racconti "balistici" è proprio questo, afferrare e non mollare più. Tutto nell'intensità concentrata in uno spazio di tempo compresso.
E' anche vero che gli scrittori celebri hanno saputo scrivere, parafrasando, interi romanzi "balistici".
Ogni eventuale suggerimento sarà benvenuto.
Felice che ti sia piaciuto. Il concetto dei miei racconti "balistici" è proprio questo, afferrare e non mollare più. Tutto nell'intensità concentrata in uno spazio di tempo compresso.
E' anche vero che gli scrittori celebri hanno saputo scrivere, parafrasando, interi romanzi "balistici".
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Rasalgethi- Viandante
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Re: Pluie Acide
Un racconto breve, scritto molto bene. Il tuo stile presenta qualche manierismo (intendo frasi del tipo "mai avevo avvertito la nuda crudezza di un così sentito addio", per capirci). Però, forse per la brevità del testo, questo tuo stile non mi risulta fastidioso come, invece, succede quando leggo scritti che ritengo troppo retorici.
Anzi, alcune metafore particolarmente riuscite le ho apprezzate molto, cosa rara per me. Come questa ad esempio: "Seduta di fronte, al solito tavolo del “nostro” locale, pronunciava parole nuove, leggere come piume, che cercavano di farsi strada nel fumo del suo caffè rimanendone invece intrappolate, per disperdersi infine con esso. " Frase davvero molto bella, bravo.
L'unica cosa che, secondo me, andrebbe approfondita un po' di più è l'ambientazione. Dove succede tutto questo e quando? In un ipotetico futuro? È una distopia? Perché ci sono piogge acide così abbondanti e pericolose da far scappare tutti e costituire un pericolo mortale? Sono tutte domande che il lettore si fa e che restano in sospeso.
Anzi, alcune metafore particolarmente riuscite le ho apprezzate molto, cosa rara per me. Come questa ad esempio: "Seduta di fronte, al solito tavolo del “nostro” locale, pronunciava parole nuove, leggere come piume, che cercavano di farsi strada nel fumo del suo caffè rimanendone invece intrappolate, per disperdersi infine con esso. " Frase davvero molto bella, bravo.
L'unica cosa che, secondo me, andrebbe approfondita un po' di più è l'ambientazione. Dove succede tutto questo e quando? In un ipotetico futuro? È una distopia? Perché ci sono piogge acide così abbondanti e pericolose da far scappare tutti e costituire un pericolo mortale? Sono tutte domande che il lettore si fa e che restano in sospeso.
SisypheMalheureux- Padawan
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Re: Pluie Acide
Grazie Sisyphe dell'attenzione dedicata. In particolare, dei suggerimenti che apprezzo particolarmente. Acuta l'osservazione sul "manierismo" in generale, da tenere sempre presente, e sulla sua buona riuscita nello specifico, se di manierismo si può parlare.
Le metafore, delizia del lettore, croce per l'autore. Anche qui va recepito il tuo "warning" che ha valenza oserei dire global, in termini di spazio e tempo. Sono armi potenti sia per colpire, sia per autoaffondarci. Anche qui, rilevo con un pizzico di orgoglio il tuo apprezzamento, ma senza mai abbassare la guardia.
E veniamo all'ambientazione, e alle domande. Registro questo tuo appunto. Per la risposta, che questo mio non venga scambiato per un atteggiamento superbo (manierismo voluto!): vediamo se ci sono altri commenti e cosa ne pensano altre lettrici/lettori.
Di nuovo, grazie.
Le metafore, delizia del lettore, croce per l'autore. Anche qui va recepito il tuo "warning" che ha valenza oserei dire global, in termini di spazio e tempo. Sono armi potenti sia per colpire, sia per autoaffondarci. Anche qui, rilevo con un pizzico di orgoglio il tuo apprezzamento, ma senza mai abbassare la guardia.
E veniamo all'ambientazione, e alle domande. Registro questo tuo appunto. Per la risposta, che questo mio non venga scambiato per un atteggiamento superbo (manierismo voluto!): vediamo se ci sono altri commenti e cosa ne pensano altre lettrici/lettori.
Di nuovo, grazie.
Rasalgethi- Viandante
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Re: Pluie Acide
Ciao @Rasalgethi
Di questo tuo balistico ho apprezzato tanto questa frase: Seduta di fronte, al solito tavolo del “nostro” locale, pronunciava parole nuove, leggere come piume, che cercavano di farsi strada nel fumo del suo caffè rimanendone invece intrappolate, per disperdersi infine con esso.
Il resto della storia, compreso il titolo (perché in francese?) è ben scritta, ma in uno stile che personalmente non amo molto.
Trovo molto bello questo passaggio che si discosta dal resto del testo ed è molto più asciutto e nelle mie corde:
L’aria era umida e la gente si affrettava sotto le prime raffiche di vento, che non promettevano nulla di buono. Mi strinsi nel cappotto, continuando a vagare senza meta da un marciapiede all’altro: le mani nelle tasche, lo sguardo che abbracciava tutto, gli occhi che non trattenevano nulla. Eccetto le lacrime.
Di questo tuo balistico ho apprezzato tanto questa frase: Seduta di fronte, al solito tavolo del “nostro” locale, pronunciava parole nuove, leggere come piume, che cercavano di farsi strada nel fumo del suo caffè rimanendone invece intrappolate, per disperdersi infine con esso.
Il resto della storia, compreso il titolo (perché in francese?) è ben scritta, ma in uno stile che personalmente non amo molto.
Trovo molto bello questo passaggio che si discosta dal resto del testo ed è molto più asciutto e nelle mie corde:
L’aria era umida e la gente si affrettava sotto le prime raffiche di vento, che non promettevano nulla di buono. Mi strinsi nel cappotto, continuando a vagare senza meta da un marciapiede all’altro: le mani nelle tasche, lo sguardo che abbracciava tutto, gli occhi che non trattenevano nulla. Eccetto le lacrime.
Petunia- Moderatore
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Re: Pluie Acide
Buonasera Petunia, devo dire che vista la brevità del testo tutto sommato ne hai apprezzato una buona parte.
Registro la tua nota sullo stile. I miei balistici normalmente si basano su questo registro e magari, perché no, potrei provare qualcosa di diverso In un prossimo futuro.
È già da un po' che sto evitando titoli in lingua straniera, che non disdegno affatto ma provocano non di rado dei "risentimenti". Devo dire che resto sempre abbastanza sorpreso quando mi viene detto, ma considerato che è successo ripetutamente dovrò prendere in considerazione la strada tradizionale senza più eccezioni. Solo per risponderti, in questo caso lo vedo idoneo sia per un bel suono, che per i riferimenti a Doisneau e la citazione della parola pietonnier. Grazie dei tuoi utili suggerimenti, è quanto mi aspetto da qualsiasi lettrice/lettore.
Registro la tua nota sullo stile. I miei balistici normalmente si basano su questo registro e magari, perché no, potrei provare qualcosa di diverso In un prossimo futuro.
È già da un po' che sto evitando titoli in lingua straniera, che non disdegno affatto ma provocano non di rado dei "risentimenti". Devo dire che resto sempre abbastanza sorpreso quando mi viene detto, ma considerato che è successo ripetutamente dovrò prendere in considerazione la strada tradizionale senza più eccezioni. Solo per risponderti, in questo caso lo vedo idoneo sia per un bel suono, che per i riferimenti a Doisneau e la citazione della parola pietonnier. Grazie dei tuoi utili suggerimenti, è quanto mi aspetto da qualsiasi lettrice/lettore.
Rasalgethi- Viandante
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Re: Pluie Acide
Mi ha fatto pensare a questo aforisma di Joseph Conrad: “No, è impossibile, impossibile comunicare ad altri la sensazione viva di un momento qualsiasi della nostra esistenza, quel che ne costituisce la verità, il significato; la sua sottile e penetrante essenza. È impossibile. Si vive come si sogna: perfettamente soli.”
È vero, ci si sente orfani del mondo in certi stati d'animo.
Un bel racconto. Il sentire del protagonista è quasi palpabile attraverso il traslato.
Nella stesura non ho gradito molto gli aggettivi anteposti, ma solo per gusto personale. Secondo me, rendono la scrittura meno naturale.
È vero, ci si sente orfani del mondo in certi stati d'animo.
Un bel racconto. Il sentire del protagonista è quasi palpabile attraverso il traslato.
Nella stesura non ho gradito molto gli aggettivi anteposti, ma solo per gusto personale. Secondo me, rendono la scrittura meno naturale.
Ultima modifica di FraFree il Mer Set 08, 2021 10:17 pm - modificato 6 volte.
Ospite- Ospite
Re: Pluie Acide
Grazie Frafree. L'aforisma è da brividi. Complimenti e grazie ancora. Davvero, i brividi!
Registro volentieri il tuo appunto, anche perché in linea con altri. Lo terrò in debita considerazione per il futuro.
A rileggerti.
Registro volentieri il tuo appunto, anche perché in linea con altri. Lo terrò in debita considerazione per il futuro.
A rileggerti.
Rasalgethi- Viandante
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